martedì 30 giugno 2015
Terrorismo islamico? No, terrorismo sociale
La crisi greca ha messo in secondo piano, almeno per un po', la serie di attentati che l'Isis si è attribuita in Tunisia, Kuwait, Francia. E ancora una volta si è liquidata la vicenda come un fenomeno legato a mere questioni religiose, di fondamentalismo islamico. Fingendo di ignorare (o ignorando davvero, visto il dilagare della disinformazione ad ogni livello) che le follie dell'Isis dilagano soltanto perché esiste un problema sociale su cui si possono innestare. Già nei precedenti attacchi a Parigi si era visto che i terroristi erano disadattati sociali, emarginati, forse anche disadattati mentali. Ed il nuovo attentato di Lione assomiglia più ad una vendetta in ambito lavorativo, ammantata di slogan fondamentalisti, piuttosto che ad un'operazione terroristica vera e propria. L'Europa ha favorito l'invasione per disporre di schiavi e per creare concorrenza ai lavoratori europei. Per ridurre i salari e cancellare i diritti. Ma così ha creato banlieues di gente arrabbiata, di giovani che sono e si sentono sfruttati, esclusi. Gli sfruttatori hanno generato la rabbia ed i predicatori di odio religioso ne hanno approfittato per arruolare legioni di combattenti. Che nell'Islam non vedono soltanto la negazione del prosciutto e della vodka, ma lo strumento per la ribellione e la vendetta. La differenza, sostanziale, e' che i nuovi schiavi europei sono rassegnati e piegano la testa mentre gli invasori schiavizzati protestano e prendono le armi. Per ora contro bersagli innocenti, per evitare le risposte dure da parte di un potere in mano agli sfruttatori. Che se ne fregano se a morire sono piccoli imprenditori, commercianti, turisti da spiagge a poco prezzo. Loro, gli sfruttatori, in vacanza non vanno in Tunisia ma in giro sui loro yacht, nelle località più costose e raffinate. I predicatori di odio lo sanno e colpiscono gli altri, le classi medie, le classi popolari. Per generare terrore. L'Islam, in tutto questo, ha un ruolo marginale. Ha il ruolo legato all'Arabia Saudita e al Qatar. E basta. Ma l'Islam sono le centinaia di milioni di persone che non hanno alcuna voglia di fare guerra all'Europa. Sono gli iraniani, gli indonesiani, i turchi, gli egiziani, i kazaki: interessati all'Europa per comprare e vendere, non per scatenare rivolte. Persone per bene che non hanno alcuna voglia di invadere l'Europa perché hanno prospettive di crescita e sviluppo a casa loro. A differenza degli invasori che, a casa loro, non facevano nulla e che arrivano per approfittare di uno stato sociale che nega i diritti agli europei e regala case, sanità, istruzione solo a chi arriva da fuori. E che, non soddisfatto, e' pronto ad imbracciare le armi
lunedì 29 giugno 2015
L'Europa contro il cibo italiano, ma Serracchiani parla di prestigio nazionale
Debora Serracchiani, quella che in teoria dovrebbe occuparsi del Friuli Venezia Giulia in qualità di presidente della Regione ma preferisce fare la renzina, ha spiegato a tutti che l'Italia ha recuperato prestigio e ruolo internazionale. Ovviamente grazie al bugiardissimo ed alle sue riforme (non realizzate, ma basta non raccontarlo). Un prestigio internazionale così forte, ma così forte, che l'Europa ha subito deciso di sferrare un altro attacco al Made in Italy. E dopo il cioccolato prodotto senza cacao ed il vino senza uva, gli euro cialtroni hanno imposto all'Italia di accettare il formaggio senza latte fresco. E, naturalmente, il grande prestigio italiano ha fatto si' che non riuscissimo neppure a pretendere etichette chiare per difendere i nostri prodotti. Ma lei, la Serracchiani, forse neppure lo sa. Lei già fa la renzina e pontifica su tutto. Può mica avere il tempo per informarsi. Così, pontificando pontificando, in compagnia dell'altra anima bella Padoan, ha spiegato che la crisi greca non avrebbe toccato l'Italia, che non ci sarebbero state ripercussioni. Perché, grazie alle riforme del bugiardissimo, l'Italia e' forte ed è al di fuori di ogni problema. Peccato che l'apertura della Borsa italiana sia andata in direzione opposta. Ma come si permettono questi operatori finanziari e questi risparmiatori? Come possono non fidarsi di una grande economista come la renzina? Sarà perché il suo signore e' un bugiardissimo senza pari? Che ha ripreso a portar sfiga a livello interno ed internazionale. Sabato, al padiglione Italia dell'Expo, ha incontrato il presidente kazako. Prima sono occorsi 30 minuti per far funzionare i microfoni, andati in tilt all'annuncio dell'intervento del bugiardissimo. Poi il premier ed il presidente kazako son rimasti bloccati in ascensore. Dunque o il bugiardissimo porta sfiga senza pari oppure il padiglione Italia e' un totale bluff, nonostante le assicurazioni del premier. Un simbolo delle sue tante chiacchiere e dei suoi mancati risultati.
giovedì 25 giugno 2015
Una sconfitta dopo l'altra per Finmeccanica targata Moretti
I tagli non sempre producono grandi risultati. E collocare ai vertici di Finmeccanica un personaggio come Mauro Moretti, che ha risanato le ferrovie scaricando i costi sui contribuenti italiani (che hanno pagato gli investimenti per l'alta velocità, ritrovandosi a pagare di più per viaggiare decentemente e pure per viaggiare malissimo sui treni regionali), può rivelarsi una mossa sbagliata. Il grande amministratore delegato ha tagliato le auto blu del gruppo, con penali connesse che si sono mangiate i risparmi. Ha venduto pezzi importanti del gruppo ed altri li ha messi in vendita. E quelli messi in vendita stanno per sottoscrivere accordi d'oro mentre il core business individuato da Moretti stenta. Soprattutto quando deve confrontarsi sui mercati internazionali. Perché è facile ottenere commesse dalla Marina militare italiana, visto che si gioca in casa. Ma poi si perdono le gare per la fornitura di aerei all'Arabia Saudita. E si perdono gare per la fornitura di elicotteri in Polonia. Vincono spagnoli e francesi, perde la Finmeccanica morettizzata. Difficile motivare truppa e generali attraverso strilli e tagli. Ma al bugiardissimo che ha voluto Moretti non frega nulla dei risultati. Negativi proprio mentre il settore dell'aviazione commerciale cresce in tutto il mondo ed anche il settore militare tiene, nonostante tagli annunciati e non realizzati. I vertici, super centralizzati, di Finmeccanica paiono non accorgersene. Hanno penalizzato i dirigenti che garantivano la crescita del gruppo, hanno penalizzato le trasferte, nella convinzione che gli affari internazionali si possano concludere stando con il posteriore attaccato alla sedia in Italia. Che bisogno c'è di andare negli Emirati o in Cina, in Brasile o persino in Europa, quando ci si può scrivere una mail? Ecco, quegli spendaccioni dei francesi e quei tira tardi degli spagnoli si muovono, non risparmiano sui viaggi e portano a casa i contratti. Gli italiani delle manovre per il risparmio tagliano sulle spese e restano a bocca asciutta. Strategie differenti. Ma che non sembrano funzionare granché
martedì 23 giugno 2015
I Chicago boys all'assalto di Atene
Non è proprio un boy, Eugene Fama, ma è comunque un rappresentante di quella Fam igerata schiera di economisti dell'università di Chicago che hanno provocato danni immensi in varie parti del mondo. Arrivavano i Chicago boys e per le famiglie di quel Paese iniziavano periodi di povertà e di fame. Senza vie d'uscita, senza speranze di ripresa. Produttori di povertà e di disperazione. Ma, spesso, produttori anche di sacrosante rivolte. Ed ora Fama ha messo nel mirino la Grecia. Non bastano gli oltre 3 milioni e mezzo di greci precipitati al disotto della soglia di povertà. Non bastano le code sempre più lunghe per ottenere l'elemosina di un pasto. Bisogna andare oltre. Aumentare le tasse, aumentare la povertà, favorire l'immigrazione. Già, i flussi continui di invasori non sono sufficienti, secondo l'economista. Perché i greci, ridotti alla fame, non fanno più figli e per garantire le sempre più magre pensioni servono nuove braccia, giovani braccia. Dunque bisogna importarle. Ci sarebbe anche un'altra soluzione, ignota evidentemente ai criminali di Chicago. Una soluzione che prevederebbe investimenti e non tagli, crescita e non povertà, speranza e non disperazione. Un Paese che si sviluppa ha più fiducia nel domani ed è disposto a puntare su un futuro per i propri figli. Un Paese che non riesce a dar da mangiare neppure ai bambini, che li vede svenire per la fame sui banchi di scuola, che non è in grado di curarli con una sanità decente, difficilmente avrà voglia di metterli al mondo per costringerli a vivere nella disperazione. Ma a Fama tutto ciò non interessa. La Grecia e' un simbolo da distruggere. E' l'inizio della storia d'Europa. Dunque deve essere sradicato tutto ciò che può far pensare a Platone ed Aristotele, ad Omero ed a Fidia, a Zeus ed Ares, ad Afrodite o a Minerva. Cancellare la storia, eliminare la memoria. E cosa c'è di meglio di una invasione massiccia e risolutiva? Puntando sulla collaborazione di Tsipras, tanto fumo e nessun arrosto. Tante battaglie annunciate e nessuna condotta a termine. Criminalizzando Alba dorata per il simbolo, che ricollega alla storia greca, prima ancora che per le idee. Ma la Grecia e' solo il primo tassello.
lunedì 22 giugno 2015
La decrescita non può essere solo uno slogan
Per i sondaggisti gli italiani sono populisti quando la maggioranza degli intervistati si schiera contro il pensiero politicamente coretto, ma sono avveduti ed intelligenti quando confermano le opinioni espresse dai potenti di turno. Così l'entusiasmo dei sondaggisti e dei politici e' andato alle stelle di fronte al sondaggio che evidenzia come la maggioranza degli italiani sia contraria ad un progresso senza limiti e senza controlli. "Gli italiani - spiegano i giornalisti di servizio - sono in sintonia con la proposta del Papa di puntare alla decrescita in alcune aree del mondo". Ovviamente i risultati sono un po' diversi ma la dis informazione italiana non va per il sottile. Tra il rifiuto della clonazione umana e la decrescita economica c'è una qualche differenza che, evidentemente sfugge ai media. Così come sfuggono alcuni altri aspetti della proposta papale. Perché, ad esempio, Bergoglio ipotizza una decrescita nei Paesi più ricchi ed avanzati, dunque anche l'Italia nonostante i danni del bugiardissimo, a favore di una crescita più consistente nei territori più arretrati economicamente. Una prospettiva che si scontra con le attuali forme di globalizzazione. Perché o i territori svantaggiati crescono puntando soltanto sull'autarchia economica, oppure avranno maggiori difficoltà a vendere i loro prodotti sui mercati avanzati che si impoveriscono. Per fare un esempio semplice, i prodotti africani destinati all'esportazione avranno minori spazi di mercato in un'Italia in decrescita, alle prese con l'austerità (seppure interpretata come maggior serietà) e con una povertà crescente. Ma c'è anche una seconda enorme contraddizione. L'Italia e l'Europa in decrescita avranno anche minori risorse da destinare al mantenimento degli invasori in arrivo da altri Paesi. Ed avranno minori risorse da destinare alla sanità, alla scuola, alla sicurezza, alle pensioni dei propri abitanti. L'Italia vede calare la quota di Pil legata alla manifattura mentre crescono i servizi. Ma anche un settore con enormi potenzialità di crescita, come il turismo, verrebbe penalizzato da una nuova austerità. Niente vacanze o, tutt'al più, ridotte a pochissimi giorni in località non particolarmente attraenti per evitare spese eccessive. Niente hotel, niente ristoranti, niente acquisti. Una nuova moralità. Bellissimo. Un po' meno per i camerieri dei ristoranti, per le commesse dei negozi, per i cuochi degli hotel. E per i vampiri del fisco italiano che incasseranno sempre meno, con sempre minori risorse da investire nel Paese. Perché, per una decrescita che non sia del tutto disastrosa, occorre molto di più di qualche frase ad effetto e di qualche sondaggio su uno slogan inventato sul momento. In ogni caso tra un nuovo modello di sviluppo ed un uomo clonato esistono ancora alcune differenze.
giovedì 18 giugno 2015
Paga oraria a 2,50 euro. I meravigliosi effetti dell'invasione sostenuta dal Papa
Mentre Gramellini, sulla prima pagina del quotidiano degli Elkann-Agnelli, si occupa dei massimi sistemi ed invoca porte spalancate per gli invasori, nelle pagine interne dello stesso quotidiano una lettera di un lettore spiega molto più concretamente i termini reali della questione. Un invasore si era lamentato perché, per raccogliere pomodori, guadagna solo 2,30 euro all'ora. Il lettore replica spiegando che il figlio, italiano, per far lo stalliere guadagna 2,50 euro sempre per un'ora. Sfruttamento in entrambi i casi, ovviamente. Reso possibile proprio dall'invasione che ha portato in Italia centinaia di migliaia di braccia disposte a tutto. A delinquere come ad accettare salari da fame. E questo spiega benissimo perché i quotidiani del taccagno capitalismo italiano siano schifosamente schierati per le porte spalancate. Vogliono schiavi da sfruttare e da mettere in concorrenza con gli italiani per ridurre diritti e salari. Senza dimenticare, ovviamente, coop rosse e vaticane per incassare montagne di soldi pubblici, fregati con le tasse italiane, destinati ad arricchire le cooperative in cambio di uno sguardo e di una carità pelosa agli invasori. Ma il Papa invoca il perdono per chi cerca di difendersi. Ed a Torino il Papa incontra proprio gli invasori. A loro va assicurata una casa, a loro un lavoro, a loro la sanità. Non una parola, troppa fatica, per gli anziani italiani che si sfamano raccogliendo i rifiuti al mercato. Non una parola, troppo imbarazzo, per la disabile violentata dagli invasori proprio a Torino. Lei è solo un corpo a disposizione dei giovani che hanno bisogno di sfogare le proprie pulsioni. E gli sfrattati italiani? Il Vaticano e' muto. Così attento, il Papa, ai problemi dell'ambiente, della biodiversità, alle specificità da difendere sia che si tratti di vegetali sia di animali. Ma per gli uomini no, la biodiversità diventa un peccato da perdonare. Non a caso ieri l'Uncem ha sferrato l'ennesimo attacco contro la montagna che dovrebbe difendere. Anche la montagna deve diventare il luogo di accoglienza per gli invasori. Millenni di cultura, di tradizioni, di lingua, di storia, di artigianato da spazzare via in nome del politicamente corretto. Cacciamo i montanari, eliminiamo ogni aspetto del loro radicamento. Popoliamo la montagna di schiavi che non potranno avanzare richieste e, in questo modo, la montagna sarà totalmente in balia degli speculatori alla ricerca di risorse naturali da sfruttare. La stessa famiglia che, in nome dell'industrializzazione, ha spopolato la montagna, ora guida la stampa che invoca l'invasione per eliminare ogni forma di legame con il territorio montano. Con la benedizione del Papa, ovviamente
mercoledì 17 giugno 2015
Passera e Salvini, Meloni e Samori', tutti pronti per l'attacco al bugiardissimo
Il bugiardissimo incassa qualche sconfitta alle elezioni amministrative, perde anche ad Arezzo dove è di casa la renzina preferita, e tutta l'area di centrodestra e destre varie si ringalluzzisce. Tutto convinti che, l'anno prossimo, le grandi città italiane cambieranno verso. Da Milano a Torino, da Napoli a Roma qualora ci fosse un po' di decenza e si tornasse a votare dopo aver cacciato Marino. Sognare e' lecito, spesso è pure divertente. Ma per trasformare i sogni in realtà e non svegliarsi con una cocente delusione, occorrerebbe anche far qualcosa. Per ora gli avversari del bugiardissimo si limitano al toto vincitore delle prossime tornate elettorali. Con i giornali fedelissimi del governo che elargiscono consigli sui volti nuovi che le destre dovrebbero proporre. E con la risposta delle destre che pubblicano sondaggi inverosimili su sicuri trionfi garantiti dai soliti nomi. I programmi, quando ci sono ( ed è raro) restano sullo sfondo. Certo, la totale incapacità di Alfano e le bugie continue del premier consentono di aumentare i consensi sul fronte dell'invasione. Si continuano a togliere alloggi popolari agli italiani più poveri per regalarli agli invasori. Si puniscono i pensionati per trovare risorse da regalare agli ospiti non invitati. Si riducono i servizi sanitari perché le risorse servono agli invasori. E mentre crescono i contrasti con la Francia, mentre aumentano rabbia e preoccupazioni, il bugiardissimo andrà ad inaugurare ufficialmente la funivia del Monte Bianco, che è già in funzione ma che pare non esistere senza le bugie del premier. D'alteonde il bugiardissimo sta conquistando, con manovre di palazzo e non con il voto, anche la Regione Valle d'Aosta, quindi deve apparire anche in Valle. Manco si trattasse di Fatima. Ma le opposizioni? Quando le ruspe di Salvini fermano i motori, quale programma politico viene presentato? Sulla scuola, sull'agricoltura, sull'industria, sul commercio, sulla cultura? Non si sente nulla, in proposito. E Meloni, dice qualcosa? Forse parla alla Garbatella, ma oltre il raccordo anulare non si sente nulla. Quanto a Berlu, e' impegnato nel nuovo casting per garantire volti nuovi al suo sempre più piccolo partitino personale. Basterebbe Scotti, come per le veline di Striscia. Ma idee, programmi che vadano oltre gli slogan? Si creano spazi per intromissioni di elementi esterni che hanno soldi da spendere, come l'ex banchiere Passera, ex ministro montiano che cerca di accreditarsi come politico di spessore. D'altronde le liste civiche han vinto un po' ovunque, perché Passera non potrebbe sognare di diventar sindaco di Milano? Ma in campo potrebbe ripresentarsi anche Samori', spazzato via l'ultima volta ma con la voglia di riprovarci, ora che il bugiardissimo e' in difficoltà.
martedì 16 giugno 2015
Il Pil della povera Africa cresce 5 volte di più di quello della ricca Italia
Di quanto crescerà il Pil della ricca Italia che ha spalancato le porte agli invasori di ogni dove? Se ci si fida del bugiardissimo la crescita sarà dello 0,7% quest'anno e di poco più dell'1% nel 2016. Di quanto crescerà il Pil nella derelitta Africa? Del 4,5% quest'anno e del 5% l'anno prossimo. Dati forniti non da Salvini, ma dall'Ocse, da Undp e dalla Banca africana di sviluppo. Certo, la crescita non è omogenea, ma è comunque molto diffusa. E comprende anche alcuni di quei Paesi da cui scappano gli invasori per motivi economici. Secondo l'Economist la crescita annua media del Pil, tra il 2011 e quest'anno, e' stata del 9,5% in Cina, dell'8,2% in India, dell'8,1% in Etiopia, del 7,7% in Mozambico, del 7,2% in Tanzania, del 7% in Congo e Ghana, del 6,9% nello Zambia e del 6,8% in Nigeria. E Confindustria, tra i nuovi mercati in grado di acquistare i prodotti italiani di qualità, quelli che gli italiani non possono più permettersi di comprare, ha inserito Algeria, Angola, Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Nigeria, Sudafrica, Tunisia. Ovvio che la crescita non coinvolga tutti, così come accade anche da noi, dove la crisi colpisce quasi tutti ma i super ricchi diventano sempre più ricchi. Però, prima di iniziare a piangere per la sorte di ventenni sani che fuggono da Paesi dove la guerra e' finita da dieci anni e dove l'economia vola, occorrerebbe valutare anche il dato di realtà e non solo la propaganda dei buonisti. Ma, in Italia, la politica pare sia solo quella degli slogan. Senza analisi, senza dati, senza idee. Cos'è la destra e cos'è la sinistra, si chiedeva Gaber. Ignorando giustamente le categorie di Bobbio (quello delle lettere di supplica economica al Duce) che ormai sono finite in soffitta. La sinistra del bugiardissimo e dei radical chic ha cancellato ogni interesse per il mondo del lavoro, per i diritti dei lavoratori, per la sopravvivenza dei poveri e dei deboli, degli anziani. E ha sostituito tutto con i diritti civili: gay, invasori, matrimoni di vario tipo, adozioni, diritto di cittadinanza, gender. L'invasione ha portato al crollo dei diritti dei lavoratori, ai licenziamenti liberi, a salari orari al di sotto dei 4 euro. Con pensioni da fame ma con importi che si ridurranno ulteriormente. Ma la sinistra se ne frega, perché deve garantire hotel e tv al plasma agli invasori. Ed allora, chi pensa ai lavoratori? Ai pensionati? Agli italiani senza casa? In teoria le destre. Ma quali? Certo non quella di Alfano che lavora per favorire l'invasione. Ed è difficile ricordare una iniziativa di Berlu a favore dei lavoratori e non delle sue aziende. Salvini e Fdi? Bisognerebbe superare la fase degli slogan e predisporre un programma serio e credibile. Lo spazio c'è, bisogna verificare se ci sono le capacità e la volontà. Certo, e' più facile utilizzare qualche spicciolo della ricca fondazione di An per un convegno sul Piave, piuttosto di investire qualche soldo i più per una ricerca su lavoro ed economia
lunedì 15 giugno 2015
La sinistra sconfigge il Pd del bugiardissimo
Gli elettori del Pd non credono più al bugiardissimo. Che, alle elezioni per il rinnovo dei sindaci, vince nelle città con elettorato di centrodestra, come Lecco, ma perde nelle roccaforti rosse, come Venezia ed Arezzo. Ma anche a Venaria, alle porte di Torino, con un risultato estremamente significativo. Il voto popolare non premia più la sinistra perché il Pd non è più sinistra. Un partito di bobo, di gauche caviar e di politicamente corretti che scaricano gli invasori nei quartieri popolari e tagliano le pensioni perché i soldi pubblici devono servire solo per i clandestini. Tagli nel nome dell'Europa mentre i compagni alla Farinetti diventan sempre più ricchi. Ovvio che la base popolare non voti più per il Pd. Per ora si limita a disertare le urne, in attesa che dalla Lega o da Fdi arrivino programmi chiari e comprensibili, ma anche credibili, sul fronte economico. E non basta al bugiardissimo ed alla sua compagnia di giro scaricare le proprie colpe sull'Europa, come nel caso degli invasori. Perché l'Europa in questo caso e' stata chiarissima ed onesta: suddividiamo i profughi, ma solo se l'Italia rimanda a casa loro tutti quelli, e sono la stragrande maggioranza, che profughi non sono ma si limitano a pretendere di essere mantenuti negli hotel vista mare con tv al plasma e wifi a carico dei contribuenti italiani. Ma i buonisti italiani non vogliono ricacciare i nullafacenti di ogni parte del mondo e, giustamente, l'Europa non vuole più pagare per gli errori italiani. Perché solo l'ignoranza e la faziosità dei media italiani al servizio del bugiardissimo continua a spacciare per siriani gli invasori in arrivo dall'Africa sub sahariana; o per donne e bambini dei maschi di 20-30 anni che non han voglia di far nulla; o per Paesi in guerra quelli che sono in pace da 10 anni. Africa continente poverissimo, alla fame, alla disperazione, secondo la dis informazione italiana. Africa che sta crescendo e continuerà a crescere più dell'Europa e molto più dell'Italia, nella realtà dei dati economici. Tra i nuovi mercati più interessanti per esportare i prodotti di qualità italiani figurano l'Angola, l'Egitto, il Ghana, il Kenia, il Marocco, la Nigeria, il Sudafrica, la Tunisia. Ma noi accogliamo gli invasori in arrivo da questi Paesi come se si trattasse di profughi in fuga non si sa da cosa. Forse solo dal lavoro. Questo il bugiardissimo finge di non saperlo, ma lo hanno perfettamente capito i suoi ex elettori. Stufi di pagare tasse e tariffe sempre più alte solo per far contenti i buonisti dei cialtroni delle associazioni che lucrano sugli invasori. Così le città passano al centrodestra, senza troppe illusioni che i nuovi eletti sappiano amministrarle, o ai grillini. Venaria, città storicamente rossissima, e' stata conquistata dai 5 stelle con una vittoria schiacciante: 72 a 28. Non è solo il candidato del Pd ad essere stato umiliato, ma tutta la politica della sinistra di Torino e del Piemonte. Un sistema di potere che tutela gli amici degli amici e crea legioni di esclusi. E la comparsata del governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, a sostegno del candidato Pd e' servita solo a rimarcare la distanza tra la politica del Sistema Torino ed il popolo che non fa parte di questo mondo autoreferenziale.
giovedì 11 giugno 2015
La tutela dell'ambiente non è compatibile con l'invasione
Tutti in attesa delle parole del Papa sul tema dell'ambiente. Tutti? Beh, non proprio. In realtà l'ambiente pare essere passato di moda. D'altronde anche il bugiardissimo, in nome di una ripresa sempre promessa e mai realizzata, ha dato il via libera a speculazioni di ogni tipo. In Italia si possono cementificate le coste, tanto mica puntiamo sul turismo. Si possono costruire fabbriche inquinanti, perché la salute e' un optional riservato ai Paesi ricchi e virtuosi. Ed allora, nell'indifferenza generale, si può distruggere l'ambiente senza timori e senza preoccupazioni. Gli unici che paiono temere le parole del Papa sono gli inquinatori nordamericani. Già indignati preventivamente. Perché rifiutano un intervento papale che condanni l'inquinamento, l'avvelenamento dell'aria e del suolo in nome del profitto, la distruzione dei mari. Ma in Italia? Spariti, giustamente, i verdi che non han mai saputo fare politica, chi difende l'ambiente? Pochi. Resta il Premio Acqui Ambiente che, quest'anno, verrà assegnato a Brando Quilici per il libro "Il mio amico Nanuk" ed a Giordano Bruno Guerri e Lorenzo Cappellini per il loro volume "Con D'Annunzio al Vittoriale". Con un riconoscimento speciale come Testimone dell'Ambiente a Renzo Martinelli per il film "Vajont, la diga del disonore". Vajont, appunto. Dopo la coraggiosa serata televisiva con lo spettacolo di Paolini dedicato alla tragedia di un'intera valle spazzata via dal crollo della diga, anche sui morti del Vajont e' calato l'oblio. Scomodi, con un'immagine che penalizzava l'immagine del progresso. Volete l'energia elettrica o la vostra vita? L'energia, padrone. E la strage fu inevitabile. Peccato che i morti avessero scelto la vita e non l'energia, ma questi son dettagli della storia del progresso. Un progresso compatibile con l'ambiente? Si, se solo si volesse investire e non ci si limitasse a speculare. Ma gli interessi economici cancellano tutto e tutti. Ambiente, cultura, diritti, vite. Trasferire centinaia di migliaia di persone da un continente all'altro distrugge l'ambiente, distrugge tradizioni e cultura, distrugge nazioni e persone. Ma ai bastardi speculatori travestiti da buonisti politicamente corretti tutto questo non interessa. Una decina di anni fa una ricerca aveva evidenziato come l'intero corso del Po - a causa della popolazione eccessiva - avesse superato ogni limite tollerabile di inquinamento. Non solo per le popolazioni che vivono sulle sponde, ma per quelle del bacino nel suo complesso. Dalle vallate alpine alle pianure emiliane. Ma alla banda Alfano ed al governo del bugiardissimo tutto questo non interessa. E spediscono migliaia di nuovi clandestini in un'area che non potrebbe più accogliere neppure gli italiani. Ma se l'ambiente è contro l'invasione, peggio per l'ambiente. Gli speculatori se ne faranno una ragione, la ragione dei 3 euro all'ora pagati ai nuovi schiavi, compresi gli italiani che devono far concorrenza ai clandestini se vogliono un lavoro.
venerdì 5 giugno 2015
Milano da bere, mafia capitale: specchio della classe dirigente
"Mungere la vacca" e non c'è dubbio che mafia capitale la vacca l'abbia munta. Difficile credere che sia solo un problema romano ma, altrove, esistono sacche di malaffare che operano nella più totale immunità. Sistemi di potere e di collusioni totali. Nessuno vede, nessuno sente,nessuno parla. E, soprattutto, nessuno indaga. Solo le anime belle credono alla favoletta dello spirito caritatevole che alberga in tutti coloro che si occupano di gestire l'invasione. Ma è solo una delle tante facce del malaffare diffuso in questa Italietta che si merita il governo del bugiardissimo. Un tempo, nell'era della Milano da bere e dell'edonismo reganiano, ci si chiedeva se fosse preferibile avere un governo ed un sottogoverno di ladri che rubavano una quota (consistente) della crescita o se fosse preferibile un onesto ma incapace. Ora il quesito non si pone più. Perché questi sono criminali che rubano in una situazione di crollo economico, non di crescita. Non si fregano una quota dell'incremento, ma determinano una parte del disastro. Ladri ed incapaci. Si possono fermare? Certo, basterebbe ad esempio che il prefetto di Roma facesse il suo dovere e sciogliesse per mafia il consiglio comunale. Così come avviene laddove i prefetti si ricordano di avere un compito da svolgere. Ma, in ogni caso, e' evidente che servono interventi drastici per riformare non solo la politica ma l'intero sistema di potere in Italia. Le classi dirigenti sono pessime, in ogni settore, non solo in quello politico. E allora han ragione i grillini quando vogliono ricambi continui. E' vero, due mandati politici non permettono di avere una competenza, un'esperienza, una professionalità adeguata. Ma se competenza, esperienza e professionalità sono quelle di mafia capitale, allora non servono a nulla. Se sono tutte le qualità che contraddistinguono la classe dirigente dell'Italietta, allora non servono a nulla. Allora è giusto ed è indispensabile che i partiti schierino nuove leve. Non solo perché sono volti nuovi, ma perché non sono coinvolti nel marciume italico. Come si può pensare ancora ad una destra che si ostina a voler coinvolgere Aledanno e consorte? Ma sul fronte opposto come si fa ad insistere sulla morbida Boschi fingendo di ignorarne i problemi di famiglia? Certo, l'alternativa non può essere rappresentata dalla renzine vuote come Moretti e Paita o dall'insopportabile e saccente Serracchiani. Ma gente per bene esiste ancora, persino in questa Italietta.
giovedì 4 giugno 2015
Per gli anti moderati e' il momento della proposta
Che squallore il povero Alfano che si vendica del suo insuccesso e della vittoria di Zaia, Toti e della Lega spedendo, nelle regioni del Nord, nuove orde di clandestini che lui, Alfano, non sa gestire. Arrangiate i, così imparate a votare senza ricordarvi di Ncd. D'altronde la piccineria del personaggetto, come lo definirebbe De Luca, non rappresenta certo una novità. E, perlomeno, mette fine ai discorsi fastidiosi di chi voleva ricompattare il centrodestra da Salvini ad Alfano. Dopo questa ennesima prova di incapacità, al Nord il leader di nessuno non prenderebbe neppure i pochi voti ottenuti questa volta. Salvini ha già rilanciato, mostrandosi interessato ad una candidatura a sindaco di Milano. Suscitando subito le immancabili lamentele dei moderati o sedicenti tali. Convinti che un candidato duro non conquisterebbe l'elettorato borghese della capitale lombarda. Già, perché i centrodestri moderati che hanno contrastato Pisapia hanno ottenuto un grande risultato. A casa a calci nel sedere e la città affidata ad un incapace. La moderazione ha stufato. Piace ancora nei salotti della buona borghesia meneghina, salotti sempre più vuoti sia perché i ricchi borghesi erano quesi sempre orientati a sinistra, sia perché la borghesia diventa sempre più povera e, dunque, meno moderata. Il problema, reale, non è quello delle ruspe salviniane, ma della proposta per governare la città ed il Paese. E chi critica i ruspanti, dimentica che dai moderati arrivano solo proposte moderate e modeste, ricalcate su quelle del bugiardissimo. Ai moderati piacciono i Tg di Berlu figlio, proni nei confronti del premier, incapaci di rilevare le contraddizioni e le bugie del governo. Le elezioni son finite e il TgRenzi5 ha già ricominciato con il servilismo più squallido. Sarebbe questa l'informazione dello schieramento moderato? E la cultura? Una parola pressoché sconosciuta, fastidiosa, nei salotti moderati milanesi. Proposte economiche? Quelle del Matteo premier, ovviamente. Con qualche riduzione delle tasse, ma solo per l'alta borghesia dei salotti. Gli altri, si sa, non devono vivere al di sopra delle proprie possibilità. Ovviamente da ridurre, per tutelare le tartine nei salotti. A fronte di questa insignificanza moderata, i "cattivi" hanno proposte alternative? Basterebbe leggere il libro del siciliano Rapidarda, "All'armi siam leghisti", per accorgersi che qualcosa si sta muovendo anche in ambito economico, culturale, di proposte. Basterebbe scorrere l'elenco degli scrittori che, sempre più numerosi, partecipano al premio Acqui Storia per accorgersi che, a fianco dei soliti politicamente corretti aumentano anche gli storici più onesti e liberi, dunque scorretti. Basterebbe leggere le tante raccolte di racconti, curate da Gianfranco De Turris, per accorgersi che esistono personaggi di cultura negli ambiti più disparati, dal fantasy al poliziesco. Manca una rete per farli collaborare. Ma esiste un mondo alternativo ai moderati. Un mondo di qualità anche se ignorato e svalutato. Avrebbe potuto pensarci la Fondazione di An, ricca di soldi e poverissima di idee. Ma, quando scuce pochissimi denari per iniziative culturali, non va oltre banali convegni sul Piave o manifesti su Almirante. I soldi? Meglio tenerseli nelle casse della fondazione
mercoledì 3 giugno 2015
Il Rambo bugiardissimo ha paura dei non moderati
I commenti post elettorali sono l'aspetto più divertente del voto. Ascoltare la Moretti che scarica le responsabilità della sua sconfitta sui provvedimenti del governo, già fa ridere. La signora dimentica le sue proposte geniali, come quella per risolvere il problema delle pensioni al di sotto dei limiti della sopravvivenza: basta che i vecchietti italiani si trasformino in badanti dei clandestini, così integrano la pensione. Appunto. Chissà perché ha perso. E Paita? Pure peggio. Colpa della sinistra che, solo perché non condivideva le proposte del governo e non accettava il programma di Paita e del Pd ligure, non ha votato la renzina. Già, devi votare a prescindere, non perché sei d'accordo con un programma. E poi, ciliegina sulla torta, lei ha perso perché i liguri non amano le donne. Boom! Se queste sono le renzine, e la Serracchiani e' pure più antipatica, per il bugiardissimo si mette male. Ma lui, finito di giocare alla play station, si trasforma da Fonzie in Rambo e vola in Afganistan con la mimetica. Suscitando la protesta della mamma di un soldato caduto proprio in Afganistan. Una donna che il bugiardissimo non ha mai voluto incontrare e che scrive al premier per spiegargli che la mimetica non è un gioco e bisogna saperla indossare. Ma nel dopo voto e' impagabile Passera che va in tv per avvertire Salvini che, se continua così, non otterrà l'appoggio dell'inesistente partito di Passera. Eh si', son problemi. Chissà come si è spaventato il leghista. E poi gli opinionisti dei quotidiani di servizio. Che, come sempre quando vince la destra, intervengono subito per spiegare che la Lega e' divisa, che Zaia e' diverso da Salvini, che il futuro deve passare per Zaia che è democristiano etc etc. Ma sono gli stessi opinionisti che, prima, accusavano Zaia di essere estremista mentre quello buono e democratico era Tosi. Che, prima ancora, era un fascio leghista della prima ora. La coerenza, questa sconosciuta. Naturalmente non mancano i consigli a Salvini. Che, per gli opinionisti, e' già pronto a moderarsi, a rinnegare le parole d'ordine che gli hanno garantito il successo. Pronto a fare il numero due in uno schieramento moderato guidato da non si sa chi. Una meravigliosa ossessione per la moderazione, prova evidente della paura che attanaglia i servi del sistema. Che fingono di non capire che la Lega ha vinto proprio perché non è stata moderata. E ha trascinato al successo (limitato) anche Fratelli d'Italia. Un'alleanza che si attesta, a livello nazionale, intorno al 20% e che è in grado di rafforzarsi quando Fdi proverà a far politica oltre il raccordo anulare.
lunedì 1 giugno 2015
Lega e Grillo dimostrano che non è l'Italia dei moderati
Al bugiardissimo non è bastato imporre le elezioni nel bel mezzo di un ponte, sperando che l'astensionismo penalizzasse gli avversari. Per poi, con la consueta ipocrisia, fingere di preoccuparsi per il non voto. E anche se il risultato finale sembra premiarlo, con 5 Regioni da governare contro 2, la realtà e' molto diversa. A distanza di un solo anno dal trionfo del Pd, il partito del bugiardissimo perde consensi pressoché ovunque. E vince in Puglia e Campania con due candidati che proprio non sono fedeli esecutori tipo renzine. Ma perde in Liguria. Colpa dei tafazzisti civatiani, secondo la banda del premier. Ma non si capisce perché dovrebbe votare Pd chi non condivide nulla delle politiche fallimentari e basate solo sulla menzogna messe in atto dal premier. E poi anche in Veneto si è presentata, sul fronte opposto, la stessa situazione, con Tosi contro Zaia. Risultato? Zaia supera il 50% e condanna all'irrilevanza Tosi. Oltre a doppiare la renzina Moretti. Salvini, indubbiamente, ha vinto. Anzi, ha stravinto. E non solo nel Veneto, ma anche in Liguria, in Toscana, in Umbria, nelle Marche. Dove ha nettamente battuto Forza Italia, anche nella Liguria che sarà governata dal forzista Toti. Lega con il doppio dei voti. Un risultato che si ripropone in Toscana che resta rossa ma che evidenzia come l'accordo tra Lega e Fratelli d'Italia funzioni molto ma molto meglio di quello dei moderati berlusconiani. I moderati sono spazzati via ovunque, i moderati sono quelli che non hanno rinunciato al ponte e che sono pronti a delegare il futuro loro e dei loro figli al bugiardissimo ed alle renzine. Mentre Salvini vince utilizzando toni non moderati e cercando, al contrario, la diabolisation che tanto preoccupa gli osservatori politicamente corretti. Diventa evidente che un'alleanza contro le politiche criminali del bugiardissimo non deve essere guidata da un moderato, ma da qualcuno che abbia voglia di lottare con decisione. D'altronde il dato dei grillini lo conferma. Il movimento 5 stelle e' andato più che bene. Si è consolidato, ha dimostrato di essere ormai radicato anche a livello locale. E ha dimostrato che non i moderati ma gli incazzati sono la maggioranza di questo Paese. Lega, Fdi, 5 stelle, civatiani e gruppi vari procedono in ordine sparso e questo salva il bugiardissimo ed i suoi compari. Ma il segnale e' chiaro e il Pd non potrà continuare a governane inventandosi le prossime elezioni a cavallo tra le 23 del 31 gennaio e le 7 del mattino dell'1 gennaio. Quanto a Berlu, il suo candidato Toti sarà governatore, ma il suo partito viene strabattuto dalla Lega ed incassa la peggiore sconfitta della sua storia. Il partito repubblicano dei moderati e' stato eliminato prima ancora della nascita.
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