mercoledì 1 aprile 2015
Le nuove destre della nuova Italia? Poco entusiasmanti
La destra della Terza Repubblica e' nata a Roma la scorsa settimana. Oddio, nessuno se n'è accorto ma, d'altra parte, nessuno si è accorto della nascita della Terza Repubblica. Forse i promotori dell'iniziativa romana sono solo molto avanti, troppo avanti per il grande pubblico. Chi sono gli artefici della rinascita? Secondo qualche analista malefico sarebbero gli stessi che hanno affossato le destre nel corso degli ultimi anni. Ma sono cattiverie, evidentemente. Gelosie. Perché si può forse attribuire qualche responsabilità al prode Aledanno? O agli altri così avanti, così generosi nel corso del tempo? E poi si può mettere il dubbio l'alta statura politica dei protagonisti? Il solito malefico faceva notare che, ad esempio, Menia e' diventato protagonista della politica triestina soltanto perché quelli bravi (Grilz, Biloslavo, Micalessin, Valle) erano andati via da Trieste per seguire altre strade professionali e di vita. Una vita che Grilz ha concluso tragicamente in Mozambico da giornalista coraggioso qual era mentre gli altri 3 si sono fatti valere in Italia e nel mondo. Ma gli altri ricostruttori della Destra futura? Cosa hanno fatto, di clamoroso o anche solo di utile, quando hanno avuto posizioni di potere? Però adesso assicurano che tutto cambia. Basta continuare a dar loro fiducia. Vietato vietare. Nessuna esclusione nei loro confronti. Hanno costituito movimentini dello zero virgola ma ora sono pronti a rappresentare una desta vincente, maggioritaria. Purché i protagonisti continuino ad essere loro. In concorrenza con Salvini, e questo e' un punto fermo e chiaro. D'altronde le sigle riunite a Roma non lasciavano molto spazio all'idea di un movimento nazionale, interessato a varcare la Linea Gotica. Pareva quasi una proposta, velata, di spartizione: da un lato Salvini, dall'altro le destre del Sud riunite. Con il problema, irrisolto, di Fdi. Perché, di fronte a sondaggi in crescita, il partito della Meloni e' diventato improvvisamente interessante. Con alcuni ricostruttori pronti a farsi inglobare ed altri a lamentarsi della scarsa attenzione di Fdi nei confronti di queste sigle dello zero virgola. Insomma, l'indicazione arrivata da Roma era chiara: inseriteci nelle liste, ricandidateci, fateci tornare protagonisti. Altrimenti? La minaccia, dal punto di vista politico, e' inesistente. Ma di mezzo c'è sempre il tesoro della Fondazione di An. La politica, senza soldi, non si fa. Ma i soldi non bastano a far politica quando i protagonisti son sempre gli stessi e sono dei perdenti. E non è certo un caso che la manifestazione romana sia stata pressoché ignorata dagli organi di informazione. Con un dibattito limitato anche sui social. Non proprio un segnale di vittoria imminente.
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