mercoledì 10 febbraio 2016

Crollo della Borsa o crollo del sistema?

Come un orologio rotto, anche il bugiardissimo a volte dice la verità. Come nel caso del crollo della Borsa e della attuale crisi economica e finanziaria. Non è l'Italia ad essere sotto tiro. Ha ragione, questa volta. Stiamo assistendo alle conseguenze del fallimento globale di un sistema economico che non può proseguire, all'infinito, rendendo pochi ricchi sempre più ricchi e miliardi di poveri sempre più poveri. Ovviamente spingendo la classe media non verso la ricchezza ma negli abissi della povertà. Non funziona più. E non per una inesistente rivolta degli schiavi. Spartaco manco si sa chi fosse, la storia si studia poco e male. Certo non per caso. Ci si rimbecillisce con Sanremo, creando falsi miti con personaggi insulsi. Non solo in Italia. Il soft power non è solo un'arma della politica internazionale, ma anche per il controllo sociale. Tutti a discutere dell'ultimo film o della nuova canzone, del matrimonio omosessuale o degli errori arbitrali. Intanto lo sfruttamento aumenta. Grazie ai servi che millantano come conquista sociale e culturale l'arrivo di milioni di invasori che offrono le proprie braccia a costi irrisori. Cancellando diritti, retribuzioni, pensioni, possibilità di avere un alloggio e di curarsi. Pochi giorni or sono, in una lettera ad un giornale, un pensionato lamentava di aver lavorato, con impegno e serietà, per tutta la vita per poi ritrovarsi, ora che era a fine corsa, senza la possibilità di godersi il meritato riposo. E si chiedeva perché mai i giovani lavoratori di oggi dovrebbero impegnarsi sapendo che, come premio, avranno la certezza della povertà. C'è più saggezza in quella lettera che in tutti i falsi racconti di Padoan  e di Poletti. Ma al potere, quello vero, non interessa la qualità del lavoro. L'impegno, la passione, l'intelligenza. Servono prodotti standard, a basso costo ed a basso prezzo. Per rivolgersi a consumatori sempre più poveri. E allora vanno bene le importazioni di cibo scadente da ogni parte del mondo. Chissenefrega se sparirà l'agricoltura italiana. Siamo in un mondo globale, di povertà globale. I confini non contano nulla. L'Italia non sarà più popolata da italiani e allora il cibo italiano non avrà più alcun senso. Come il cibo francese, come l'abbigliamento british. Come l'Europa intera. D'altronde chi si deve opporre a questo sistema? I partiti che, per guidare Roma, si affidano ad una non brillante conduttrice tv? Non è solo la crisi della politica, e' la sacrosanta fine di un sistema marcio

Nessun commento:

Posta un commento