mercoledì 16 novembre 2016
Boom del Pil italiano? Cresce la metà di quello europeo
Siamo fuori dal tunnel! Il Pil riparte alla grande! Quanto entusiasmo sui giornali, nel Tg Rai ed al TgRenzi5. La crescita, su base annua, è addirittura dello 0,9% e Padoan - scrive la Busiarda - "dopo settimane di polemiche non vedeva l'ora di incassare un risultato del genere". Eh sì, proprio un grande risultato, subito prima del referendum. Un grande risultato soprattutto se si finge di non vedere che la crescita media dell'area euro, nello stesso periodo, è stata dell'1,6%. E con questo trend, certifica il Centro studi Promotor, potremmo forse tornare ai livelli ante crisi intorno al 2025 se non dopo. Già, ma bisognerebbe essere in grado di leggerli, i dati, invece di farsi fregare dalle menzogne di tv e giornali. Bisognerebbe leggere le analisi di chi prevede un Natale gelido per i consumi, invece di entusiasmarsi per le dichiarazioni di qualche presidente delle associazioni di commercianti pronto a giurare su un boom degli acquisti per tirare la volata al bugiardissimo. E sia ben chiaro che se i consumi non decolleranno, la colpa non sarà delle politiche del governo e dei comportamenti di una classe imprenditoriale incapace. No, sarà colpa dei sindaci che impongono soste a pagamento nei centri cittadini. O, tutt'al più, sarà colpa delle famiglie italiane che preferiscono risparmiare perché non si fidano delle promesse del bugiardissimo ed ancor meno dell'entusiasmo dei giornalisti di servizio. Perché la disoccupazione, ce lo ripetono ogni giorno, è solo una componente strutturale del gioco economico e non deve spaventare. Perché essere precari è bello e guadagnare poco o nulla è ancora più bello. D'altronde, lo ha detto il bugiardissimo in polemica con l'Europa, servono per i migranti, non per affrontare la povertà degli italiani. E lo ha confermato anche monsu Bergoglio: le risorse per nuovi ponti, per fare arrivare tutti da ogni dove. Così altre risorse potranno essere destinate all'impiego dei militari in città per contrastare la delinquenza nelle periferie dove spadroneggiano le grandi risorse arrivate grazie ai tanti ponti già costruiti. Sembra un circolo vizioso, ma è molto peggio. Perché i soldi buttati per mantenere le cooperative impegnate con i migranti, i soldi per ovviare ai danneggiamenti, i soldi per impiegare i militari in città sono soldi che contribuiscono a far crescere il Pil. Ed anche a migliorare le statistiche relative alla disoccupazione. Quando si sostiene che i migranti contribuiscono alla crescita del Pil, si sostiene una cosa vera. Peccato che la crescita del Pil non coincida con l'aumento della ricchezza delle famiglie. Ma i giornali di servizio e le tv di comodo evitano di spiegarlo.
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