lunedì 15 gennaio 2018
Politici e magistrati colpevoli per la delinquenza giovanile
Ogni giorno ci porta notizie di ragazzini che, in gruppo, aggrediscono coetanei o anche donne isolate e anziani indifesi. E il primo pensiero corre, ovviamente, ai genitori di questi piccoli delinquenti. Chi sono questi padri e madri? Cosa insegnano in famiglia? Che modello hanno rappresentato per i propri figli? Ovviamente non è automatico che due genitori per bene riescano a crescere un bravo ragazzo. Sarebbe troppo facile. Ma di fronte al proliferare di queste bande un dubbio sulle capacità dei genitori rimane. Poi, però, il problema diventa sociale, politico. Perché i piccoli delinquenti sono perfettamente consapevoli di essere sostanzialmente intoccabili. Grazie a leggi assurde, scritte e approvate dai politici italiani che vivono in zone protette e non hanno a che fare con la delinquenza quotidiana della strada. Ma grazie anche ad una magistratura sempre più imbarazzante. Un Paese che vuol tornare ad essere civile non può permettersi una magistratura come quella italiana. Che finge di ignorare i rischi di reiterazione del reato, che finge di illudersi sulle possibilità di recupero legate a percorsi indicati da assistenti sociali che non comprendono la differenza tra teoria e realtà. Non si tratta di certezza della pena, si è ormai passati alla certezza dell'impunita'. Non lo hanno capito i politici ma lo hanno perfettamente compreso i piccoli delinquenti. E le giovani generazioni di teppisti, di ladri, di aspiranti assassini, sono destinate a trasformarsi nella sempre più vasta manovalanza di un crimine organizzato che non è più confinato in poche regioni del Sud. Tutti i bei discorsi sulla prevenzione restano chiacchiere inutili, perché l'impunita' garantita ai giovani delinquenti è la dimostrazione che non si vuol fare prevenzione. Ma anche chi non si intrupperà in organizzazioni criminali saprà di poter comunque vivere di soprusi, di violenze contro chi è più debole. Aggressioni e violenze non portano più in carcere, a meno che non siano accompagnate da insulti razzisti. Se picchi un anziano per un parcheggio, se picchi una mamma davanti a suo figlio per un sorpasso, in galera non ci vai. Ma i politici chiedono il voto agli anziani ed alle mamme, promettendo piogge di denaro. Forse, per evitare il crescente astensionismo, basterebbe modificare qualche legge, impedendo al magistrato di turno di interpretare in modo creativo l'obbligo di mandare dietro le sbarre chi non merita di stare in mezzo alle persone normali
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