martedì 23 ottobre 2012
Berlusconi-Santanché: il nuovo che avanza..
E la destra si rinnova.. Qualcuno, forse, ricorda una canzone di Giorgio Gaber sulla chiesa che si rinnovava con il Concilio. Gaber ironizzava su un cambiamento esclusivamente di facciata. La destra che si rinnova non avrà neppure quello. Il nuovo partito di Berlusconi e Santanché, già nel nome dei due protagonisti, non offre proprio un'immagine del rinnovamento. Certo, meglio la plastificata cuneese del triste Alfano, ma cosa c'è di nuovo in tutto questo? Questa mattina la Biancofiore garantiva che nell'ennesimo partito berlusconiano affluiranno esponenti della società civile. Di nuovo i pubblicitari del gruppo di famiglia? Ma sul fronte dei sedotti e abbandonati, cosa succederà? Alfano andrà a fare il valletto di Daniela o rimarrà a guidare ciò che resta del Pdl? E Cicchitto? E tutta la banda dei sugheri galleggianti? Ma il problema, in fondo, è un altro. Resterà in vita il Pdl? Perché lo scontro tra la componente ex An e quella ex Forza Italia è ormai evidente. Impossibile far ancora convivere i due gruppi. Ma se il Cav si porta dietro la vecchia nomenklatura, diventa inutile fare un nuovo partito. Così si prospetta un partito santanchiano, uno degli elefanti destinati al cimitero ed uno degli ex An che si ritroverebbero con Storace. Uno scenario pessimo, deludente. Colonnelli imbolsiti trasformati in generali. Senza idee nuove, senza slanci. Ed allora, se le regole elettorali lo consentiranno, avrebbe davvero senso la proliferazione delle microliste. Da quella di Tremonti al Partito della Rivoluzione di Sgarbi. Ma in tutto questo, quale spazio avrebbe il sogno di Itaca di veneziani. E, soprattutto, quanti elettori si farebbero coinvolgere in questo giochino da pensionati al bar?
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Hai ragione su tutto Augusto. Penso infatti che l'unica proposta interessante sia quella fatta da Veneziani e Besana. Ma forse è una proposta troppo alta per una destra, o per le destre italiane. Certo è che se la destra italiana non farà uno sforzo per reinventarsi, in Italia, per molti anni, non avremo una rappresentanza parlamentare vera a destra.
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