sabato 13 dicembre 2014

Crolla la produzione industriale, l'export e' un bluff, il burattino mente ancora

Da un lato le buffonate del burattino, le menzogne a raffica trasformate in false verità da giornalisti di servizio. Dall'altra i dati di realtà, sempre opposti rispetto ai proclami del governo e dei suoi accoliti. "Stiamo uscendo dalla crisi", avevano assicurato Padoan, il burattino e le renzine. E infatti la produzione industriale cala ancora è precipita ai livelli di 30 anni or sono. "Riduciamo le tasse", e arrivano nuovi balzelli e folli incrementi delle tariffe. "Il turismo e' in ripresa", e perdiamo quote di mercato perché la crescita del turismo nel mondo e' nettamente superiore agli zero virgola italiani. "Già, ma abbiamo l'export che vola", e vola così tanto che abbiamo perso due posizioni nella classifica dei Paesi esportatori. "Rilanceremo l'occupazione", e le previsioni per il 2015 indicano un ulteriore aumento dei disoccupati. Ma di fronte a questo fallimento totale, di fronte alla mancanza di prospettive credibili, questa banda di incapaci assicura che si proseguirà con il rigore. Ce lo ordinano gli euro cialtroni. E noi eseguiamo. Quando il pessimo Juncker sottolinea come gli euro cialtroni abbiano risparmiato all'Italia sanzioni più pesanti solo per carità e faziosità politica a favore del burattino, in realtà ha ragione. I risultati del governo italiano sono fallimentari. E continueranno ad esserlo, proseguendo con la politica del rigore. Ma questo, Juncker, mica lo dice. Intanto, per far contente le cooperative, i soldi degli italiani continuano a finire nei campi Rom o nei centri di accoglienza per clandestini. Intanto i pensionati italiani continuano ad impoverirsi. E con la logica del risparmio, si spediscono le atlete dello sci a disputare gare di Coppa del Mondo facendole arrivare in hotel a tarda sera, con sveglia all'alba, mentre le avversarie sono sul posto da tempo, per allenarsi e conoscere le piste. Non si può pretendere che Padoan conosca il soft power, ma allora è meglio ritirare le squadre, rinunciare alle manifestazioni sportive e rassegnarsi al ruolo di morti di fame dell'Europa.

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