venerdì 13 febbraio 2015
Mafia romena, più pericolosa di quelle italiane
Miro Renzaglia, nel corso di una recente presentazione del suo libro "Un popolo di debitori", aveva sottolineato come la tenuta dell'economia italiana, per quanto minima, fosse legata alla criminalità organizzata: le mafie, per la necessità di ripulire e riciclare il denaro sporco, sono obbligate a reinvestirlo ed a farlo circolare. Ma anche questa voce del Pil nazionale e' destinata a ridursi. La globalizzazione sta sconfiggendo mafia, camorra e 'ndrangheta. Possono esultare i sostenitori dell'antimafia? No, proprio per niente. Perché le mafie "storiche" italiane stanno venendo soppiantate da quelle importate. Quelle che i cerebrolesi del politicamente corretto continuano a non vedere. E non possono rifugiarsi neppure dietro il paravento delle accuse ai "razzisti", perché la mafia che sta facendo i maggiori danni e' bianca e parla una lingua neolatina. Dunque nessun razzismo ma, semplicemente, la presa d'atto di un fenomeno estremamente preoccupante e ancor più dannoso per l'economia italiana. Perché la mafia romena non reinveste i soldi del crimine sul territorio italiano, ma li porta fuori. In questo modo diventa più difficile controllare i flussi e diventa impossibile procedere a sequestri dei beni. Ovviamente i mentecatti del buonismo a senso unico ricordano solo le ricadute positive del lavoro degli stranieri in Italia. Ignorano i 5-7 miliardi all'anno che escono legalmente con le rimesse degli immigrati. Soldi guadagnati onestamente e che, tra l'altro, evidenziano un sacrosanto attaccamento alle famiglie d'origine ed alla loro terra. Ma che rappresentano un salasso colossale per l'economia italiana. Ma quando si passa dalla rimesse degli immigrati ai proventi del crimine, i mentecatti non hanno più scuse. Dunque preferiscono evitare l'argomento. Preferiscono continuare a raccontare di zingari che fanno i calderai, di zingari che allevano i cavalli. Non vedono i roghi nei campi per bruciare i cavi rubati e ricavare il rame. Non vedono i soldi che, attraverso anche la criminalità "minore", affluiscono alle grandi organizzazioni criminali romene. Non vedono omicidi e violenze. Non vedono lo sfruttamento dei nuovi schiavi immigrati per garantire manovalanza del crimine. Tutto tace, sul fronte dei buonisti. E la mafia non chiede di meglio.
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