giovedì 7 maggio 2015
Rinascimento italiano, da Pirandello a Fedez
E' finalmente uscito "Sbirri di regime", un volume pubblicato da Bietti che raccoglie una ventina di racconti gialli ambientati nel Ventennio. Perché, quando si parla di cultura italiana, e' inevitabile volgere lo sguardo all'indietro. Siamo precipitati da Pirandello e D'Annunzio a Fedez e JAx. Mica male come cambio. Ovviamente i grandi nomi della cultura del Ventennio erano, in gran parte, figli dell'Italia Umbertina e non della Marcia su Roma. Per mere ragioni anagrafiche. Poi qualcuno - da Pirandello a Marconi, da Mascagni a Gentile - fascista lo è diventato. Ma anche la generazione successiva, figlia del Ventennio, non è stata da meno. A prescindere dalle scelte politiche di ciascuno, più o meno coerenti a seconda del periodo. Perché i grandi registi del neorealismo sono passati senza farsi scrupoli dalla cinematografia fascista a quella antifascista. Pur continuando a saper fare i registi. E gli scienziati? Fascista, anzi decisamente filonazista, Ettore Maiorana. Antifascista, ma figlio del Ventennio, Fermi. E sono figli della stessa epoca scrittori come Pavese, poeti come Ungaretti e Quasimodo, manager come Mattei, attori come Albertazzi e Chiari, come Tognazzi e Vianello, come Cervi e Fo. Non importa da quale parte si siano schierati, restano figli di un'epoca che sapeva creare professionisti, scienziati, filosofi, gente di spettacolo. I figli della nuova Italia, invece, chi sono? Chi sono i protagonisti del Rinascimento italiano promesso dal bugiardissimo? Fedez? Volo? Gli ospiti del Grande Fratello o quelli dell'Isola dei Famosi? I tronisti di Uomini e Donne o i protagonisti di Amici? Perfetti per rappresentare l'Italia del bugiardissimo, inadatti per essere i protagonisti di un nuovo Rinascimento. Il genio italiano, se mai è esistito, sopravvive da qualche parte? Forse si', in qualche laboratorio tedesco, in un centro di ricerca francese, in qualche università americana. Dove il bugiardissimo costringe ad emigrare i ragazzi più preparati e che pretendono di essere adeguatamente remunerati per la propria qualità. Ma, forse, si ricorderanno di essere italiani bevendo un barolo o mangiando un piatto di spaghetti. Forse. Perché è più probabile che preferiscano dimenticare il Paese guidato dal bugiardissimo che li ha obbligati ad andarsene, il Paese dove avrebbero dovuto lavorare gratis per anni, per far contento il ministro Poletti. Dove non avrebbero mai avuto una pensione per far contenta l'ex ministra Fornero. Ed allora teniamoci Fedez, nuova bandiera del Rinascimento italiano. Altro che Michelangelo o Raffaello..
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Incominciò , ad onor del vero, un tipo della P2, proprietario di reti televisive private, a deteriore il gusto degli italiani e a far emergere personaggi di infima specie come quelli evocati. Il popolo abboccò, aiutato nella decadenza dai suoi pessimi rappresentanti politici, straccioni nell'anima, e addio alla cultura e al gusto italici.
RispondiEliminaOra il Nostro perpetua, ci sguazza. E consolida anziché riparare. Quando si dice che al peggio non c'è mai fine...
ben prima di Berlu era iniziato il declino. gli analfabeti, ora genitori di altri analfabeti, sono il frutto di una scuola sfasciata, di una cultura sempre più corretta politicamente e sempre più vuota di contenuti e priva di qualità. berlu era la logica conseguenza, non la causa iniziale. certo, le sue tv hanno dato il colpo di grazie. la De Filippi è l'esempio più evidente
RispondiEliminaCertamente i prodromi della decadenza culturale sono - rispetto all'istituzione scuola - più antichi. La stessa "tenne" circa 15 anni dalla fine della guerra, e poi scientemente massacrata . Si attentò con successo allo studio della lingua latina, si abolì il cosiddetto Avviamento, e via enumerando... sotto squallida egida del centro sinistra.
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