mercoledì 1 luglio 2015
La destra si spartisce la torta di An mentre gli altri preparano il voto
Al voto, al voto! Le grandi manovre per le amministrative della prossima primavera sono già iniziate. Anche perché, tra firme false in Piemonte, la farsa della Campania e mafia capitale, si rischia di affrontare qualche elezione già in autunno. In attesa del voto nelle grandi città del 2016. Così le vecchie cariatidi dell'An che fu si ritrovano a Roma per decidere come spartirsi la grande e ricca torta del patrimonio della Fondazione. Nella convinzione, assurda, che gli elettori torneranno in massa alle urne, richiamati dalla riapparizione di Aledanno, magari del signor di Montecarlo, con una spruzzatina di caporali di giornata che aspirano a fare i colonnelli. Una spruzzatina di selz maleodorante su un aperitivo andato a male. Ma tutto in nome dell'unità ritrovata o da ritrovare. Uniti nella spartizione, uniti nell'illusione di rappresentare qualcosa, di attrarre qualcuno. Più serio il tentativo di Marcello Veneziani, di mettere insieme chi si occupa di cultura, di informazione, di comunicazione. Tante esperienze che procedono in ordine sparso. Possibile farle collaborare? Tutto è possibile se esiste un progetto serio, se esistono le risorse e non vengono fagocitate dagli ex sodali di Fini o dagli aledanniti dai grandi appetiti. E la Lega? Procede nel tentativo di trasformarsi in un movimento nazionale, con competenze anche internazionali, a partire dalla Russia. Poi, però, si incarta come sempre sui personaggi che dovrebbero incarnare l'idea. In Piemonte si marcia verso il voto anticipato e la Lega non ha candidati forti o anche solo credibili. Quanto alla Russia, l'assoluta mancanza di iniziativa sul fronte greco suscita molte perplessità sul ruolo che Mosca può e vuol giocare sullo scenario italiano. Ed i rapporti con i centri studi? Mistero. In compenso si riciclano personaggi passati da uno schieramento all'altro senza mai lasciar una traccia utile. Resta Fdi che, con la Meloni, ha disertato l'incontro delle cariatidi. E ha fatto bene. Ma se è chiaro cosa non vuol essere, non è chiaro cosa vuol essere. Non ci sono tempi lunghi per riflettere e decidere. O Fdi cresce subito, o il destino e' segnato. Perché gli altri, sui fronti opposti, non stanno a guardare. I grillini non sono per nulla in crisi. E proprio in Piemonte potrebbero puntare su candidati credibili, se solo non ci fosse il vincolo del mandato da terminare in Comune. Il Pd, invece, e' in fortissima difficoltà. Ma sta già correndo ai ripari, sostenuto da una dis informazione di servizio. Così, per recuperare i voti dei ciellini, uno dei rari provvedimenti della giunta rossa regionale ha riguardato l'ennesima montagna di denaro pubblico regalata alla Piazza dei Mestieri, una delle tante iniziative collegate alla Compagnia delle Opere, braccio economico di Cl. E, in prospettiva, ci potrebbe pure essere un assessorato per il ciellino Leo, magari alla Cultura, nella prossima giunta di sinistra. In cambio di un mancato accordo di Ncd con le altre formazione della destra. Quella destra troppo impegnata a sognare le spartizione della torta, garantita ai soliti nomi ed ai soliti noti, per accorgersi di quanto succede nel mondo.
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