sabato 28 aprile 2018

La Stampa dà i numeri contro la Lega

Qual è la differenza tra il 17,37% e il 19,5%? Per La Stampa, sempre più La Busiarda, dipende. Se l’incremento è quello della Lega nei sondaggi dell’Istituto Piepoli, allora la crescita è dell’1,2%, un progresso “percettibile”, secondo il quotidiano torinese. Così si può tranquillamente titolare sul grande rafforzamento dei 5 Stelle che crescono dell’1,3%. Se si fosse ammesso che l’incremento della Lega è del 2,2% si sarebbe dovuto titolare su Salvini. Dunque meglio far finta di non saper fare addizioni e sottrazioni e penalizzare gli avversari. Sì, avversari, perché nessuno crede più a giornali imparziali che si limitano ad informare. Comunque, al di là delle falsità della Stampa, i sondaggi di Piepoli sono interessanti perché indicano una tendenza alla polarizzazione, con il Movimento 5 Stelle  che salirebbe dal 32,66 al 34% e il centro destra che raggiungerebbe il 38% con la Lega ormai vicina al 20%, Forza Italia stabile al 14 e Fratelli d’Italia in flessione di quasi un punto rispetto al 4,5% del 4 marzo. E Noi con l’Italia in ulteriore discesa all’1%. Ma andrebbe ancora peggio al centro sinistra, sulla base di questi sondaggi (non è obbligatorio fidarsi, ovviamente). il Pd scenderebbe dal 18,7 al 17,5% e resterebbero irrilevanti le altre formazioni di appoggio, dalla Lorenzin alla Bonino. Per un totale del 20,5% a fronte del 22,8% di marzo. In pesante calo anche LeU, accreditato del 2% rispetto al  3,38% di marzo. Un quadro che chiarisce il successo politico e mediatico di Martina e che non offre molti appigli a Mattarella per insistere con l’alleanza tra 5 Stelle e Pd. Ovviamente sono solo sondaggi, ma se anche fossero voti veri non cambierebbe molto. I segnali ci sono per chi vuole vederli. Dunque non Mattarella e neanche Martina. Li vede Salvini, li vede Di Maio e li vede pure il bugiardissimo che si gode l’insuccesso di chi lo ha emarginato. Li vedono Boldrine e Grasso, impegnati a cercare di farsi imbarcare in un prossimo governo per non sparire del tutto. Non li vede invece Meloni che non fa nulla per uscire dalla sua marginalità, dal suo angolino privo di riflettori. D’altronde non è molto portata per le riflessioni.

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