martedì 22 maggio 2018
Mattarella non vuole Savona? Dovrebbe spiegare il perché
L’economista Paolo Savona non piace a Mattarella. Ovviamente anche il presidente della repubblica può avere le sue preferenze e può entusiasmarsi persino per ministri come Padoan o addirittura Fedeli, senza emettere un fiato per la loro inadeguatezza. Ma se Mattarella non vuole Savona come ministro, dovrebbe motivare la scelta in qualche modo. Non basta dire che non gli piace. Magari dovrebbe aggiungere che ha ricevuto degli ordini da qualcuno fuori dall’Italia e che, da soldatino ubbidiente, si è subito adeguato. Perché mai come adesso appare evidente la subalternità dell’Italia nei confronti di tutti. Non importa se si è servi dell’asse angloamericano o di quello francotedesco. Servi si resta. Perché un presidente della repubblica avrebbe dovuto avere il buon gusto di protestare, a muso duro, contro le inaccettabili interferenze e gli ammonimenti arrivati prima dai commissari europei e poi da politici francesi e tedeschi. Invece nulla. Silenzio assoluto a rimarcare che non abbiamo un presidente arbitro super partes ma un arbitro schierato contro chi è stato votato dagli italiani. Non è una bella cosa. E Mattarella sa benissimo che Paolo Savona può avere tutte le idee eterodosse, ma da ministro avrebbe anche dei limiti per la sua azione. Non quelli a cui si riferisce il ministro francese e che la Francia ha superato ogni volta che ha voluto. Ma comunque dei limiti oggettivi. Meno limiti avrebbe un Salvini ministro dell’Interno per intervenire contro l’inarrestabile invasione voluta dai mercanti di schiavi e da un padronato ottuso che li sfrutta. Con costi enormi per gli italiani, soldi che potrebbero essere utilizzati per migliorare la sanità o per ridurre le tasse, o per creare occupazione qualificata. Scelte che, evidentemente, non piacciono agli euro cialtroni impregnati di politicamente corretto. Quanto agli aspetti economici e finanziari, non c'è dubbio che l’Italia sia ampiamente inadempiente. Tangenti, corruzione, sprechi, incapacità, clientelismo, miopia: tutti difetti reali che coinvolgono politici, imprenditori e il comune cittadino. Ma sono inadempienti anche Paesi come la Germania che scarica sull’Europa i buchi delle sue banche causati da assurde politiche tedesche in Grecia; come i Paesi del Nord che fanno transitare dai loro porti le merci cinesi contraffatte; come i Paesi del fronte orientale che taroccano i marchi del cibo italiano; come la Francia con immense porcate sul fronte internazionale. La differenza è che loro hanno presidenti che difendono i rispettivi Paesi e non si oppongono al voto popolare.
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