martedì 12 giugno 2018

Forza botulino si porta in trionfo da sola

Forza botulino è il motore del successo del centro destra alle amministrative di domenica scorsa. Non  basta il crescente divario, a favore della Lega, per indurre i forzisti a proclami meno roboanti e un po’ più credibili. Anzi, insistono a dettare agli alleati (?) la linea da seguire al governo. La realtà, però, non sfugge a Berlu che annuncia l’ennesima rivoluzione nel suo partito di plastica. Troverà l’ennesimo delfino, sperando che questo abbia il quid mancante ad Alfano, e cercherà di ringiovanire il gruppo sempre più ignorato dagli elettori. Per il momento, però, le dichiarazioni dei soliti protagonisti non vanno nella direzione di un allentamento delle tensioni nella coalizione. Difficile pensare ad una alleanza vera ed organica sino a quando l’immagine di Forza Botulino sarà affidata alle esternazioni di Bernini o Gelmini. E ancora più difficile immaginare un rilancio elettorale con programmi che non appaiono né credibili né accattivanti. Un partito liberale di massa può interessare in una fase di espansione economica, quando prevale l’ottimismo e cresce l’illusione di approfittare dell’ascensore sociale per raggiungere livelli più alti. Ma quando le masse si ampliano perché l’ascensore funziona solo in discesa, il partito del botulino non attrae più. Se Salvini riuscirà a mantenere una anche minima parte delle promesse, fagociterà ciò che resta di Forza botulino. In caso contrario non sarà il delfino di Berlu ad approfittarne. Potrebbe essere Fdi, ma solo se spedirà sull’Aquarius buona parte dell’attuale classe dirigente romana e romanocentrica. Oppure aumenterà l’area del non voto in attesa della nascita di qualche nuova formazione politica. Mentre, sul fronte opposto, il Pd ha dimostrato di essere ancora vivo. Sconfitto ma vivo, con una chiamata alle armi per combattere il Governo gialloverde che ha favorito un ricompattamento. Ovviamente non basterà per il futuro la minaccia di Salvini e Di Maio, servirà un programma che vada nella direzione di una difesa degli italiani. Insomma, il contrario rispetto alle politiche di gente come Del Rio, di Maria Elena Etruria, di Fiano. Quanto ai 5 Stelle, prima o poi tornerà Di Battista e qualcosa potrà cambiare, anche se Casaleggio figlio non pare all’altezza del padre.

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