venerdì 2 ottobre 2015

Marino, l'arciitaliano perfetto contro il bugiardissimo ed il Papa

Il bugiardissimo ha finalmente un avversario con grandi potenzialità. Non si tratta di Salvini o di Grillo. L'unico vero concorrente per guidare l'Italia e' Ignazio Marino. L'arciitaliano, il perfetto rappresentante dei difetti nazionali. Tutti insieme, nella stessa persona. Bugiardo come il suo rivale potenziale, sempre pronto a scaricare le colpe e gli errori su qualcunaltro, sempre scattante quando si tratta di prendersi meriti che non gli competono. Ma dove il sindaco di Roma e' insuperabile e' nel pressappochismo. A differenza del bugiardissimo, che non sa ma finge di sapere, l'arciitaliano se ne frega di cosa pensano gli altri: propina la sua versione inverosimile dei fatti e va avanti così. Se ne frega di non essere credibile, di non essere adeguato, di non saper far nulla. Va bene così. Il suo attacco al Papa e' un capolavoro mariniano. Ovviamente non poteva accusare Bergoglio di aver mentito sull'inesistente invito a Filadelfia. Ed allora il sindaco di Roma, ma anche primo cittadino degli italiani tutti, ha spiegato che il Papa doveva lasciar correre, ignorando la domanda perché lui, il Papa, in America si era occupato dei massimi sistemi e, dunque, doveva far finta di nulla sull'inopportuna presenza di Marino negli Stati Uniti. E l'incapacità nell'affrontare la pioggia sulla città? Colpa del padreterno, mica del sindaco. E la delinquenza? Primo, non esiste, secondo, se esiste e' colpa degli sbirri. L'abusivismo selvaggio degli invasori? Colpa dei fascisti. La sua innata antipatia e l'incapacità di confrontarsi con i cittadini? Colpa dell'ufficio stampa. C'è sempre un responsabile, per qualsiasi sua mancanza. Crolla il soffitto nella metropolitana? Colpa di Giulio Cesare e magari anche di Romolo. E allora un uomo così non può restare confinato a fare il sindaco. Deve governare il Paese, magari anche l'Europa, il mondo intero. Certo, bisognerebbe che qualcuno lo invitasse, ma l'imbucato d'Italia riuscirà a sostituire Ban Ki-moon anche senza invito, facendo credere a Putin che sia stato Obama a volerlo e raccontando a Obama che è stato Putin a supplicarlo di accettare la segreteria generale dell'ONU.

1 commento:

  1. Analisi perfetta di uno dei peracottari senza dignità che purtroppo rappresentano Roma e l'Italia.
    E la tolleranza di chi governa è un segnale inequivocabile dell'intenzione delle “istituzioni” di abolire le elezioni.

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