venerdì 16 dicembre 2016
Da Marra a Fini, classe dirigente fallimentare
Raffaele Marra, fedelissimo del sindaco Raggi dopo essere stato superfedele a Gianni Alemanno, e' stato arrestato per una vicenda di corruzione che nulla ha a che fare con il nuovo sindaco ma è legata alla disastrosa gestione del patrimonio ENASARCO. Il problema non è se qualche politico ha beneficiato dei comportamenti di Marra, il problema è il criterio con il quale un simile personaggio sia stato scelto sia da Alemanno sia dalla Raggi. Ed i criteri che hanno spinto la sinistra a scegliere Sala, ora indagato per l'Expo, come sindaco di Milano. A destra il simbolo di questo schifo di una politica fallimentare e' rappresentato indubbiamente da Fini, con la casa di Montecarlo e la gestione dei rapporti con la compagna Tulliani e con il cognato. Senza dimenticare suocera ed ora anche il suocero. L'ex leader di An sostiene di essere un coglione e di non essersi accorto di nulla. Non ci crede nessuno, ma anche se fosse così, perché mai la destra si è affidata ad un simile personaggetto? Per servilismo e spirito gregario? Per l'incapacità di esprimere politici di maggior caratura? La politica è fatta di idee, di programmi, ma anche di uomini e donne che rappresentano queste idee e che sostengono questi programmi. A destra si è cercato di nascondere dietro leader improbabili ed improponibili il totale vuoto di idee. Mentre il centrodestra era convinto che i programmi fossero quelli delle TV di Berlu. E a sinistra e' stata sufficiente la coppia bugiardissimo-Maria Elena Etruria per mandare in soffitta progetti ed ideali. Per poi affidare il ministero dell'istruzione a chi non è stata neppure in grado di farsela, un'istruzione. La classe dirigente di questo Paese! D'altronde la società civile non è migliore. Ora tutti schierati in difesa dei programmi TV americani di Mediaset in nome di un'italianità che Mediaset ha sempre ignorato, rappresentandone solo gli aspetti peggiori. Ma non una parola sull'incapacità dei vertici di Mediaset nell'affrontare la globalizzazione, non una parola sui tanti imprenditori italiani che banfano di concorrenza e poi cedono le aziende a qualsiasi imprenditore straniero che mette sul tavolo un mucchio di soldi e continua a far impresa in Italia, dove gli italiani sostengono che non si possa lavorare.
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