giovedì 26 ottobre 2017
Bambina stuprata dalle risorse boldriniane. Vietato indignarsi
Una bambina di 13 anni è stata violentata ad Ascoli da due grandi risorse boldriniane. Nessuna indignazione da parte di Mattarella o di Gentiloni, tutti troppo impegnati ad indignarsi per 4 adesivi di cattivo gusto piazzati in uno stadio. Nessuna squadra di calcio ha portato la solidarietà alla ragazzina, la maggior parte dei giornali e delle tv ha ignorato la notizia o l'ha collocata in modo che non si vedesse. In compenso Claudio Sabelli Fioretti, giornalista di provata fede democratica, su Radio Rai 1 dichiarava di invidiare quel fortunato bambino italiano che si ritrova in una classe con 25 stranieri. Lui sì, il bambino, che conoscerà il mondo. E pazienza se studierà poco perché bisognerà che si adatti alle culture dei suoi compagni. Se ne frega, il compagno giornalista, di quella bambina che, in una situazione analoga, si è ritrovata isolata dalle compagne di classe perché colpevole di essere italiana e, dunque, diversa. Ovviamente il compagno giornalista è libero di pensarla come vuole. Più fastidioso che lo faccia in una trasmissione della Rai, mantenuta con i soldi del canone scippati con la bolletta della luce. Magari, con i soldi nostri, si sarebbe potuto approfondire il suicidio del terremotato senza più speranze. Meglio di no, vero? Perché si rischiava di far emergere i ritardi del governo Gentiloni che, anche in questo caso, si è ben guardato dall'indignarsi. Chissà se qualche squadra di calcio porterà una corona di fiori ai funerali del suicida. Chissà se qualche giocatore indosserà una maglia con il viso di chi muore sul posto di lavoro. Sono 3 al giorno, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Forse Tavecchio non lo sa. Magari negli stadi si potrebbe leggere qualche pagina dei tanti libri dimenticati, dedicati a chi muore di lavoro. Tanto per variare un po' l'indignazione a comando e a senso unico.
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