lunedì 30 novembre 2015

I prof cancellano il Natale ma non rinunciano alle vacanze natalizie

Prima un ministro (Poletti) che invita i giovani a non perder tempo con la preparazione degli esami universitari ed a puntare ad una laurea veloce anche con voti bassi. Poi un dirigente scolastico che vieta le feste di Natale per non urtare la sensibilità di stranieri accolti in Italia e con la pretesa di determinare le tradizioni nostrane. Il tutto mentre il bugiardissimo annuncia regali di 500 euro ai diciottenni per andare al cinema o ai concerti in nome della in cultura dell'era Pd. Non è un caso che questo governo di incompetenti punti ancora una volta sulla scuola per ridurre preparazione, competenza, cultura, conoscenza. A che serve approfondire un argomento, all'Universita', quando poi i laureati possono aspirare a lavori dequalificati? Se un ingegnere viene pagato come qualsiasi dipendente che non abbia perso tempo a studiare? Ma l'attacco alla cultura deve partire da prima, dall'inizio del percorso scolastico. Cancelliamo il Natale perché è divisivo, spiega il dirigente scolastico. Perché non possiamo offendere i bambini di altre religioni. Che, infatti, si offendono. E si offendi pure i loro genitori. Per i  canti di Natale? No, si offendono perché vengono cancellati. E sono fantastiche le interviste fuori dalla scuola del preside politicamente corretto. Con genitori musulmani che spiegano di non avere nulla contro il Natale e, anzi, di festeggiarlo anche loro. E con le mamme ignoranti italiane che difendono il preside che ha cancellato la festa per non irritare gli stranieri. Ma se invece di parlare ai giornalisti provassero a parlare con le famiglie islamiche che la festa la vogliono, non sarebbe meglio? Ovviamente non potevano mancare i giornalisti politicamente corretti, a partire da quelli del Tg5, impegnati a spiegare che portare un presepe davanti a quella scuola rappresenta una evidente provocazione. Ma se gli insegnanti ignoranti credono almeno un poco alle boiate che dicono, perché non danno prova di un minimo di coerenza e rinunciano alle ferie legate alle festività divisive? Perché non restano a scuola, rinunciando agli straordinari ed ai festivi pagati, per accogliere durante le vacanze di Natale tutti i bambini e ragazzi che non vogliono festeggiare? Un po' di ripasso, un aiuto nello studio dell'italiano, un approfondimento delle leggi laiche dello Stato. Suvvia, prof, un briciolo di coerenza.

4 commenti:

  1. Natale, Pasqua, anche Ferragosto e Capodanno: tutte feste collegate a Cristo e alla religione. Le altre ? dall'antica Roma e/o Grecia n di laico che c'è ? il 1° maggio, la festa della repubblica...nemmeno la domenica, sarebbe giorno di festa. Torniamo alle vere tradizioni ed eliminiamo semmai il Babbo Natale che è roba da scandinavi e da consumismo senza motivazione.

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  3. Giusta osservazione ma mi permetto di aggiungere anche la mia. Modestamente ho l'impressione che tutta questa brodaglia politicamente corretta sia solamente la logica conseguenza della secolarizzazione dei tempi. Alla stragrande maggioranza di noi "occidentali "interessa più l'aspetto ludico delle Festività e quindi non si può pretendere rispetto di noi stessi se non sappiamo neanche più chi siamo. Tutto il resto è politica, comprese le polemiche, e quindi noia
    Valter Ameglio

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