mercoledì 4 novembre 2015
I quarantenni di destra? Categoria dello spirito
Arriva un nuovo partitino a destra? Indubbiamente se ne sentiva la mancanza. Troppa unitarietà diventava fastidiosa. Meglio qualche sana divisione in più. Per raccattare qualche altro zero virgola, ne non fa mai male. A scendere in campo saranno i sedicenti quarantenni che, assicurano, non sono una emanazione di Fini e Aledanno. Non è importante sapere se i due personaggi in cerca di partito operano o meno dietro le quinte. Sarebbe più interessante scoprire se essere quarantenni rappresenta una categoria dello spirito, un programma politico, un progetto culturale. Ex giovani non ancora cresciuti? Uomini di grandi qualità ancora inespresse? Cosa significa, al di la' del dato anagrafico, essere un gruppo di quarantenni? Mah. Per ora si sa solo che vorrebbero allargare l'area di destra. Oddio, tutti quelli che si impegnano in politica vorrebbero ampliare l'area di riferimento. Essere degli zero virgola non entusiasma nessuno. Ma su quali progetti vorrebbero ampliarsi? Moderati, duri e puri, intransigenti, inciucisti? Cosa sono? Cosa vogliono essere e rappresentare? Indubbiamente sono già riusciti a creare polemiche, a provocare malumori, a suscitare timori. Persino qualche entusiasmo. Ma se l'entusiasmo di qualcuno può essere comprensibile, i timori degli altri sono totalmente immotivati. Perché basterebbe contrapporre al nuovo che avanza un progetto, un'idea, un modello nuovo di cultura politica. Ma forse è questo il problema: la mancanza di proposte. Tutti impegnati a stabilire alleanze sulla base della somma delle percentuali, nessuno che offra un progetto innovativo e culturalmente diverso. Allora hanno ragione quelli che propongono candidati trasversali, alla Marchini. Privi di una visione diversa da quella solita della spartizione del potere. Una poltrona a destra invece che a sinistra. Ma, sia chiaro, con le medesime strategie, con gli stessi obiettivi, con identica politica. In questa situazione un nuovo partitino fa paura perché aggiunge qualche candidato nella spartizione delle poltrone. Bisogna dividere con qualcuno in più. Peccato per loro che la mancanza di progetti, di idee e di un rinnovamento culturale costringerà i potenziali spartitori a restare a guardare. Non avranno nulla da dividersi perché non riusciranno a vincere. Così potranno continuare ad incolparsi a vicenda per le nuove sconfitte.
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