giovedì 23 novembre 2017
15 milioni di italiani a rischio nelle periferie
Miracoli della imminente campagna elettorale. Il governo scopre, all'improvviso, che in Italia esistono le periferie degradate. Dove vivono 15 milioni di abitanti alle prese con soprusi, illegalità, criminalità, povertà. Per affrontare l'emergenza servono 15-20 miliardi, ma il governo non si spaventa e mette in campo 500 milioni, cioè nulla. Ma l'indagine sulle periferie fa emergere anche la vergognosa tolleranza nei confronti della criminalità, soprattutto se allogena al Nord e indigena al Sud. Per contrastarla servirebbero molti meno soldi, ma una magistratura completamente diversa. Solo adesso, in vista delle elezioni, il governo si accorge che i furti commessi dai nomadi, con i conseguenti roghi tossici nei campi per recuperare il rame, non fanno bene alla salute e neppure al morale degli italiani che vivono nei dintorni. Peccato che non se ne accorgano i magistrati, i questori ed i prefetti. Forse perché non hanno scadenze elettorali. Ma da questa situazione, con un quarto degli italiani costretti a convivere con situazioni inaccettabili, è impossibile pensare ad un rilancio del Paese, allo sviluppo. Eppure solo il governo ha dovuto attendere le elezioni per comprendere la realtà. Da tempo Mariano Allocco, montanaro impegnato nella difesa delle Terre Alte, sottolineava come in montagna aumenti la povertà mentre in città dilaga la disperazione. Ed è molto peggio. Perché la disperazione è come una valanga che aumenta progressivamente di dimensioni sino a travolgere tutto e tutti. Però non si fa nulla per invertire la situazione. Anzi, di fronte alla sacrosanta protesta dei residenti, qualche magistrato si indigna, invece di tutelare gli italiani, e si lamenta della crescita della xenofobia. Indubbiamente è più comodo indignarsi piuttosto di intervenire contro furti, occupazioni abusive, devastazioni. Più comodo blaterare di piano Marshall per le periferie, sapendo che i soldi non ci sono, invece di cominciare a difendere gli italiani per dare un segnale di legalità che favorisca la ripresa.
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