mercoledì 29 novembre 2017
Gentiloni l'africano non capisce l'Africa
Gentiloni fa il turista in Africa, puntando sulle fake news ufficiali e dunque legittime che lo trasformano in Paolo l'Africano alla conquista del continente nero. Risultati veri non ce ne sono, ma i giornali di servizio si scatenano nell'inventare inesistenti successi sul fronte del contrasto all'invasione in partenza dalla Tunisia. Ovviamente la presenza italiana in Africa non sarebbe solo giustificabile, ma decisamente doverosa. Le potenzialità del continente sono enormi. Se n'è accorta la Cina che ha avviato una penetrazione sempre più evidente in ogni Paese africano, compresi quelli più poveri, nella consapevolezza delle opportunità di sviluppo e di crescita. Peccato che in Italia prosperino gli imbecilli politicamente corretti che continuano a raccontare un'Africa affamata e disperata per giustificare l'invasione di giovani palestrati che proprio non sembrano reduci da digiuni prolungati. Ma dal momento che i politicamente corretti sono destinati a sparire dalla scena politica italiana, è arrivato il tempo di confrontarsi con l'Africa in modo intelligente e consapevole. Favorendo una crescita armonica che è ben diversa da quella, caotica e di totale sfruttamento, messa in campo da Pechino. Già adesso il continente è in grado di trasformarsi in un mercato di sbocco fondamentale per i prodotti italiani. E può esportare in Italia ed in Europa ciò che manca nel nostro continente. Minerali ma anche prodotti alimentari. Non quelli del Nord africano, in concorrenza con le produzioni del Mediterraneo europeo, ma quelle tipiche africane, non quelle imposte dalle multinazionali del cibo transgenico ed omologato. Un'agricoltura sana che permetta all'Africa di crescere in modo intelligente. L'Italia può e deve essere un partner strategico, ma certo non con un ministro degli esteri come Alfano o con ministri che rispondono agli speculatori finanziari internazionali
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