venerdì 24 novembre 2017
La violenza dilaga grazie al legislatore
Per la testata di Ostia i magistrati si sono dovuti arrampicare sugli specchi per mandare in galera il responsabile, inventandosi accuse assurde. Ma quando la vittima non è un giornalista politicamente corretto, la violenza resta immancabilmente impunita. E, per una volta, la colpa non è dei magistrati ma dei legislatori. Aggressioni di ogni tipo sono ormai all'ordine del giorno in ogni parte d'Italia. Per mandare in carcere i violenti occorre che ci sia anche un'aggressione contro una donna o che scatti l'accusa di omofobia o di razzismo. Se un anziano viene massacrato da un delinquente non succede nulla. E si stanno moltiplicando gli episodi di automobilisti che aggrediscono chi ha osato sorpassarli, chi ha attraversato la strada, chi ha osato sfiorare l'auto del violento. E aumentano le risse davanti ai locali notturni, nei bar, in ogni luogo pubblico o privato. La certezza dell'impunita' favorisce il ricorso alla violenza per risolvere ogni questione. Minacce e botte come comportamento normale. D'altronde se è normale per il legislatore, perché non dovrebbe essere normale per il cittadino? Si è scelto di favorire il ritorno alla giungla per l'incapacità di affrontare le situazioni più difficili e ci si è ritrovati a fare i conti con un boom di violenze in ogni parte delle città. Nella peggiore delle ipotesi scatterà una denuncia che, nella stragrande maggioranza dei casi, non avrà la benché minima conseguenza. Eppure non sarebbe difficile invertire la rotta. Basterebbe una correzione delle leggi. Ma non si vogliono aumentare i carcerati perché non si è in grado di controllare neppure le galere. E allora che i sudditi si arrangino da soli, che si scannino. Il legislatore ha ben altro a cui pensare. Ad esempio a come mandare in galera chi aggredisce un amministratore pubblico. Mica siamo tutti uguali
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