giovedì 27 novembre 2014

Quale squadra per Salvini?

Povero Berlu: si lancia in un'ardita metafora calcistica e nessuno lo capisce. Anzi, si ritrova con l'aspirante allenatrice Ravetto che spiega che la strategia e' prematura "perché non siamo al 90* minuto".  Un genio, e poi ci si chiede perché si perdono le partite. Con decisioni a fine gara, e' difficile vincere. Ma è tutta l'impostazione a non funzionare. Berlu sostiene che Salvini sarebbe un grande bomber, ma gli servirebbe una squadra. Composta da chi? Da Berlu in regia, ovvio. E poi? Pascale in porta? Ravetto all'ala? Verdini stopper e Rossi in mediana? E di questa gente, cosa dovrebbe farsene Salvini? Farsi dettare una linea politica a sostegno del burattino come fa Forza Italia? Si son visti i brillanti risultati. La Lega cresce perché fa esattamente l'opposto di quanto fa il cerchio magico intorno a Berlu. E non a caso il giornale della famiglia Berlu ha subito attaccato la Lega, ipotizzando finanziamenti russi. Forse è un problema di gelosia. I rapporti con Putin andavano bene quando li teneva Berlu. Vanno malissimo se li viene la Lega. Squallido sciacallaggio che rende difficili alleanze ed accordi. Poi, indubbiamente, Feltri ha ragione quando sostiene che Salvini e la Lega continuano ad avere difficoltà a sud della Linea Gotica. E che, quindi, serve un'alleanza più vasta. Ma con chi? Con quelli che sostengono il burattino? Che hanno come unico obiettivo la salvaguardia di Mediaset? Che si occupano solo dei processi del capo e, in cambio, son pronti a votare qualsiasi provvedimento affossaItalia? D'accordo, Salvini non ha ancora una squadra in grado di governare. Ma una squadra vincente e competente non può essere quella con Pascale, Rossi, Verdini, Ravetto etc. Meglio crearla dal nulla, piuttosto di affidarsi a questa gente. Perché il burattino si è affidato ad incompetenti allo sbaraglio, ma solo perché le strategie le decidono altri, da Serra ai finanzieri vari, sino al Farinetti di turno. E allora si può anche mettere la Boschi a ripetere la lezione imparata a memoria. Almeno la Boschi non avrebbe mai detto che le strategie si decidono dopo la partita..

lunedì 24 novembre 2014

Il burattino cancella gli elettori e trionfa

Emilia Romagna e Calabria al Pd: un nuovo trionfo per il burattino. E l'astensione da record anche nella rossa Emilia Romagna non deve trarre in inganno. Perché è proprio questo che evidenzia il trionfo. A lui, il burattino, non interessano i voti, la democrazia, la partecipazione. Anzi, meno siamo e più vince. Lui decide quello che gli viene ordinato e meno confronti ha, meglio sta. Non vuole i partitini e non vuole neppure gli elettori. Dunque benissimo così, con urne vuote e pieno di poteri. Il problema e' degli avversari, incapaci di intercettare la rabbia, la delusione, la disaffezione di gente rassegnata. I 20-30 punti in meno nell'affluenza dovevano consentire un recupero al centrodestra ed alla sinistra "vera". Invece nulla. L'unica novità reale, ma attesa, e' il successo della Lega di Salvini che annienta Forza Italia in Emilia. Più che doppiata, la formazione di Berlusconi. D'altronde se la politica di Berlu e' quella di fare lo zerbino del burattino in cambio di favori giudiziari e per Mediaset, perché mai un cittadino qualunque, che non ha azioni Mediaset, dovrebbe votare?  E Fratelli d'Italia? Annientati in Emilia, al di sotto del mortificante 2%. Credibilità di Giorgia Meloni a nord del Grande raccordo anulare? Sotto il 2%, appunto. Non è che a sinistra sia andata molto meglio. La lista che si ispira a Tsipras non arriva al 4% in Emilia ma fa molto peggio in Calabria. Non proprio una grande spinta per una scissione dal Pd dell'area di Civati. In caduta libera i grillini, irrilevante Ncd. I dati emiliani, se confermati a livello nazionale, escluderebbero Fdi dal Parlamento anche con lo sbarramento minimo al 3%. Andrebbe poco meglio a Ncd, al di sotto della soglia in Emilia ma al di sopra in Calabria. Mentre Fdi resta sotto anche in Calabria. Ed ora? Il burattino può continuare a fare i disastri soliti. Con lui il Pd vince ovunque e se gli italiani non partecipano, peggio per loro. Non sono i disertori a vincere le guerre. Peccato che la diserzione stia diventando un fenomeno non solo elettorale. Non si ricostruisce un Paese sulla rinuncia e sulla rassegnazione. La diserzione non è sintomo di ottimismo e di fiducia. E le opposizioni? Per la Lega e' il momento di consolidarsi con proposte e strutture adeguate. Per Fi e' l'ora di capire se proseguire nel suicidio politico in cambio di un punto percentuale in più in Borsa per le società di Berlu. Per Fdi si tratta di decidere cosa fare, se essere un partito nazionale o solo romano. E per Tsipras si tratta di convincere Civati ad abbandonare il Pd del burattino e a tentare l'avventura. Ma senza penalizzare sempre gli italiani più poveri per pensare solo al sostegno politicamente corretto a Rom e clandestini.

giovedì 20 novembre 2014

Eternit: prescrizione in nome del burattino

Perché stupirsi della richiesta di prescrizione per le migliaia di morti da amianto alla Eternit? Il prossimo processo avrebbe riguardato i morti per amianto alla Olivetti dell'era di De Benedetti, dunque meglio portarsi avanti e chiarire subito che il processo e' inutile. Dunque meglio non farlo neanche, così si risparmiano tempo e denari. E poi, in fondo, si rispetta la linea indicata da sua nullità il burattino: i lavoratori italiani non hanno più diritti, quindi possono crepare per amianto o morire di fame per mancanza di lavoro. Bisogna essere moderni, basta con le tutele. E se, fastidiosi come sono, non vogliono crepare per infortuni sul lavoro o morire di fame, possono sempre emigrare. Non sarà mica un caso che la richiesta di prescrizione per la Eternit segua la farsa della decisione della cassazione sui morti nella rogo della ThyssenKrupp a Torino. Suvvia, signori, son cose che succedono. Uno pretende di lavorare, magari vuole persino essere pagato per la sua attività, e poi vorrebbe pure che il donatore di lavoro investisse pure sulla sicurezza? Ma dove credono di vivere? Non sanno che Serra, il finanziatore del burattino, aborre i diritti di chi lavora (e aborre pure chi lavora al di fuori della City di Londra)? E se non piacciono al finanziatore, non piacciono neppure al finanziato. La giustizia si adeguerà, se no il burattino taglia le ferie. Invece, quando i magistrati si comportano bene e rispettano i voleri di sua nullità, dal burattino e dalla sua corte possono arrivare le consuete considerazioni politicamente corrette sul dovere di rispettare il lavoro dei giudici e le loro sentenze. Rispettare il diritto alla vita delle migliaia di lavoratori morti per amianto? Beh, questo no. Non esageriamo. Il diritto alla vita di chi lavora e' un retaggio del passato, deve essere rottamato, come i lavoratori stessi. E poi alla City l'amianto non c'è. Chiedere al finanziatore Serra per conferma.

lunedì 17 novembre 2014

Per non smorzare la rabbia delle periferie

Tutti impegnati a spegnere i fuochi delle periferie, la rabbia degli italiani massacrati dalle leggi e da Equitalia, a vantaggio di Rom ed extracomunitari vari. Per i quali, ovviamente, le leggi vanno interpretate ed Equitalia deve restare lontana perché se no si parla di razzismo. Anche il Papa ha invitato all'incontro invece che allo scontro. In fondo non sarebbe neppure difficile arrivare ad un incontro. Basterebbe che le case popolari, realizzate con i soldi delle tasse degli italiani , finissero agli italiani. Basterebbe che le regole imposte agli italiani venissero imposte anche ai Rom. Basterebbe che l'acqua e la luce venissero pagate anche dagli ospiti non invitati e che il costo non venisse scaricato sugli italiani. Troppo difficile? Troppo giusto? E allora via al piagnisteo, alla demagogia, alla mistificazione. Storyelling.. Si narrano, sui giornali, storie fasulle di poveri profughi da un'Etiopia squassata da guerre e massacri. Quella stessa Etiopia dove gli italiani possono tranquillamente andare a fare i turisti, perché la guerra non c'è. Ma i giornalisti italiani non lo sanno, o fingono di non saperlo. E la fame? In Italia non esiste e gli anziani che frugano nei cassonetti dell'immondizia alla ricerca di cibo, lo fanno solo per mettere in cattiva luce il governo. Ma se non bastano i media bugiardi, allora si ricorre alle manifestazioni organizzate da Aledanno e dai suoi compari. Ovviamente la gente vera delle periferie non partecipa ed i giornalisti possono raccontare che la protesta e' finita. Altra soluzione? Lasciare che la rabbia si plachi da sola, tra la promessa di un più frequente passaggio del camion dei rifiuti o quella dell'inaugurazione di un campo di calcetto. Si può reagire? Si', si può. Basterebbe filmare la realtà e metterla poi in rete. Gli ospiti dei centri di accoglienza si comportano male? Vanno filmati ed i filmati devono essere resi pubblici. Controllo capillare e contro informazione puntuale. Smascherando le menzogne di guerre che non ci sono o di una ricchezza italiana che non esiste più. Informarsi e condividere. La verità contro le menzogne di Stato e dei politicamente corretti. Serve un po' più di impegno e di cervello rispetto alle solite proteste senza costrutto. Ma con l'impegno ed il cervello si possono ottenere risultati

giovedì 13 novembre 2014

Morti e disastri, non per il maltempo ma per i tagli

La pioggia di novembre non è certo una sorpresa. Le mezze stagioni ci sono ancora e sono pure piovose. Quello che è cambiato e' l'effetto che accompagna queste piogge. Disastri ovunque, al mare ed in montagna, in collina ed ai laghi, in campagna ed in città. Nei territori amministrati dalla sinistra del burattino ed in quelli che hanno come amministratori i berluscones, guidati dalla sinistra ambientalista o da qualche forma di destra. Piove, governo ladro. Non si va mai al di la' del solito slogan. Ed  è vero che gli ultimi governi, in nome dei tagli voluti dall'Europa, hanno ignorato i problemi dei territori. Ma il problema risale a molto tempo prima. Si sono cementificate le coste della Liguria per speculare sul boom economico, si sono spogliate le montagne per avere a disposizione manodopera in abbondanza ed a basso costo. Si sono cancellati i prati nelle città per far contenti gli speculatori edili ed i loro sodali politici, si sono tombati i fiumi. Ed ora, inevitabilmente, si pagano gli errori commessi. Perché il cemento assorbe meno l'acqua rispetto al terreno, perché sulla montagna abbandonata crescono i boschi ma spariscono le canalizzazioni per l'acqua. In nome del risparmio si pensava che l'idea vincente fosse quella di chiudere le scuole di montagna, togliere i servizi, eliminare la popolazione e mandare ogni tanto 4 forestali a sistemare il territorio. Non è andata così. Ed i costi che si pagano per i danni della mancata manutenzione, sono immensamente superiori a quelli che sarebbero serviti per favorire la sopravvivenza delle popolazioni nei paesini più sperduti e, proprio per questo, più utili per la salvaguardia dell'ambiente. Le lezioni, però, non servono. Si continua a sbagliare in nome del risparmio. E il governo dei burattini concede cifre irrisorie per pagare i danni. Con ulteriori abbandoni, ulteriori disastri, altri morti, altre economie distrutte. Non basterà, per salvarci, un sorriso della renzina di turno.

mercoledì 12 novembre 2014

Da Roma a Carrara, sindaci che disprezzano i sudditi

Non è fondamentale sapere se sottoMarino, il pessimo sindaco di Roma, ha mentito o meno sulla vicenda dei permessi per la sua auto. Non è fondamentale sapere se il sindaco di Carrara avesse idea che l'argine realizzato era stato costruito con il polistirolo. Ciò che conta davvero e' la dimostrazione di disprezzo nei confronti dei loro sudditi. Quelli che, a Roma, devono pagare cifre folli per entrare nel centro dove sottoMarino entra comunque, cono senza permessi. Giusto, e' il sindaco, e' ovvio che debba poter entrare ogni volta che serve.  Sarebbe pura demagogia accostare il diritto di un sindaco, che in centro deve andare per amministrare, e quello di qualche signora che vuole solo far shopping. E allora dove sta la scorrettezza del sindaco? Sta nella sua demagogia. Quella che ha utilizzato per farsi fotografare in bici, con tanto di scorta e caschetto politicamente corretto. Tutta scena e niente sostanza. Perché il sindaco sottoMarino e ciclista utilizza l'auto come un qualunque sindaco non ambientalista. Nulla di male, se non fosse per la pagliacciata mediatica. Ma si sa, si utilizzano i media per crearsi un'immagine e poi si prendono per i fondelli i sudditi dimenticando tutte le bandate il giorno dopo. E a Carrara? Una esponente grillina scopre che l'argine che avrebbe dovuto proteggere la città e' stato realizzato con il polistirolo ricoperto da un leggero straterello di cemento. Un argine che, ovviamente, ha ceduto prima ancora che ci si accorgesse della pioggia. Ma di fronte alla sacrosanta rabbia dei sudditi, il primo cittadino chiarisce di non sentirsi responsabile. Tanto chi mai lo toccherà?  La colpa sarà di Giove Pluvio o  della sfortuna. Mai degli amministratori che risparmiano sul materiale, sperando in una siccità perenne. Se i tombini non vengono puliti, se le strade sono una groviera, se i ponti crollano, la colpa non è mai dei sindaci. Tutt'al più dei sudditi. Da castigare con nuove tasse per pagare gli interventi dopo i disastri.

martedì 11 novembre 2014

Produzione in caduta, illusioni svanite. Ma non ditelo al burattino

Moodys e' scettica sul futuro dell'economia italiana e tutti fingono di preoccuparsi per i giudizi dell'agenzia di rating. Mentre dovrebbero preoccuparsi molto di più per i dati dell'Istat sulla produzione industriale italiana. O anche per le dichiarazioni del direttore della sede torinese di Bankitalia. Secondo cui le speranze di ripresa evidenziate prima dell'estate erano legate a promesse che non sono state mantenute. E le speranze sono svanite. Invece si preferisce far finta di nulla. Perché sono questi dati che inchiodano il burattino e la sua banda alle loro gravissime responsabilità. Dunque, la produzione industriale, nonostante le promesse, le assicurazioni, le chiacchiere infinite del burattino, e' precipitata ai livelli degli Anni 90. E non poteva essere diversamente. Perché i consumi interni non sono ripartiti nonostante gli 80 euro. Che verranno divorati dalle nuove tasse decise dalle Regioni per fronteggiare i tagli imposti dal burattino. Addizionali Irpef, aumenti del bollo auto: Chiamparino, in Piemonte, ha aperto la strada, gli altri seguiranno. E qualcuno pensa che questo favorirà la ripresa dei consumi delle famiglie?  Ma se il mercato interno resta bloccato, anche le speranze sul fronte export si riducono. Grazie alla genialata delle sanzioni contro Mosca, ma non solo. Frena il Brasile, frena il Sudafrica, frena anche la Cina. E le imprese italiane, che affrontano la crisi tagliando occupazione di qualità (perché più costosa) e rinunciando agli investimenti, si ritrovano sempre più emarginate e sempre meno competitive. Idee alternative della banda del burattino? Non pervenute. Strano che non bastino i sorrisi delle renzine o le bugie di Padoan per rilanciare l'Italia. Strano che non bastino legioni di giornalisti che incensano il premier. E cosa vuole di più questa Italia? Un lucano? Mica può illudersi che da questo governo arrivino idee per un rilancio dell'economia. Le uniche sono quelle del finanziatore del burattino: ridurre gli stipendi, vietare gli scioperi, tagliare i diritti. Non è chiaro chi, a quel punto, sarebbe ancora in grado di acquistare la produzione industriale italiana. Il burattino, le renzine, gli speculatori. Troppo pochi per rilanciare il mercato interno.

lunedì 10 novembre 2014

La Padania affossata da chi si lamenta ma non paga

Dopo l'Unita' ed Europa, anche la Padania chiude. E aveva chiuso anche il Secolo d'Italia. E pure Linea. I giornali di partito non riescono a sopravvivere. Certo, i tagli dei finanziamenti all'editoria sono stati determinanti, ma il vero problema e' che mancavano i lettori. Non ha senso mantenere - a spese pubbliche - giornali che non si leggono. Perché il pluralismo e' una gran bella cosa, ma non significa limitarsi a pubblicare tesi diverse: occorrerebbe che qualcuno le leggesse, queste tesi. Non era più così. In alcuni casi la responsabilità era dei partiti che investivano poco. La stessa situazione che caratterizza buona parte dell'imprenditoria italiana: si preferiscono i tagli agli investimenti e poi ci si stupisce se la qualità crolla ed i clienti fuggono. Ma nel caso dei giornali esiste anche una grande, grandissima responsabilità degli elettori. Che si lamentano, protestano, si indignano, ma poi evitano accuratamente di metter mano al portafoglio per tirar fuori 1 euro o 1 euro e qualcosa per acquistare un quotidiano che spieghi il perché ed il percome di certe scelte, di certe posizioni. Che spieghi le porcate di un governo che gode dell'appoggio dei grandi media al servizio dei poteri forti. I. O compagni dell'ex Pci non compravano più l'Unita', ma i banchieri e gli industriali che appoggiano il burattino han tirato fuori mille euro a cranio per il privilegio di cenare con lui ed entrare a far parte della sua corte. Legittimo, certo. D'altronde il burattino li sta ripagando con misure che massacrano il ceto medio e quello medio basso, pur di favorire i poteri forti e fortissimi. Ma ha il diritto di indignarsi chi non vuole spendere 1 euro per un'informazione alternativa? Per sostenere un partito, un movimento, una qualsiasi iniziativa alternativa? Si disertano i convegni perché fa freddo o perché c'è la partita in Tv. "Tanto non cambia nulla, tanto son tutti uguali". Liberi di pensarlo. Ma allora perché protestare spiegando cosa dovrebbero fare gli altri per cambiare la situazione?

giovedì 6 novembre 2014

Solo il 30% capisce ciò che legge

Secondo il linguista De Mauro, solo il 30% della popolazione italiana sarebbe ormai in grado di leggere e comprendere un testo in italiano di normale complessità. Un dato allarmante, su cui si preferisce glissare. Come se gli effetti negativi ricadessero solo sulle copie di giornali venduti o sui libri letti. Certo, gli editori non faranno salti di gioia, d'altronde la qualità di ciò che pubblicano e' sempre più misera e non si può pretendere che invogli all'acquisto o alla lettura. Il problema più grave, però, e' un altro. Gli italiani che non sono in grado di capire un testo, sono gli stessi che dovrebbero confrontarsi con il mondo. Conoscendo le scienze, le tecnologie, l'arte, la medicina, la storia. Un popolo che legge poco e che capisce ancor meno di ciò che legge, e' un popolo senza futuro. Destinato a seguire, a perdere. Destinato alla marginalizzazione. Non è un problema di congiuntivi e di condizionale. Gli italiani non capiscono il senso delle frasi che leggono così come di quelle che ascoltano. Il problema non è il "mezzo", cioè la carta stampata. E' il contenuto, l'incapacità di capirlo. In pratica il 30% del Paese dovrebbe farsi carico dell'altro 70%, indirizzandolo, guidandolo, convincendolo. Ma non è facile convincere chi non è in grado di comprendere. Ovvio che la situazione piaccia al burattino ed ai suoi padroni. Il colpevole, però, non è solo lui. Che, in fondo, si limita ad approfittare della situazione che ha trovato. Colpevoli sono le famiglie che, di fronte a figli ciucci e che non studiano, se la prendono con i professori che non vorrebbero promuovere con voti altissimi i pargoli ignoranti. Colpevoli sono gli imprenditori che, in nome del risparmio, rinunciano alle professionalità per rivolgersi a ignoranti sottopagati. Colpevoli sono tutti coloro che, in nome del politicamente corretto, obbligano a considerare tutti uguali, intelligenti e stupidi, preparati ed ignoranti. Colpevoli sono quelli che, in nome del "ci son cose più importanti", non correggono gli errori degli interlocutori, lasciano passare strafalcioni non solo grammaticali o lessicali, ma di ogni tipo. L'Italia degli ignoranti può procedere solo verso il baratro. Ma il 70% ignora il significato della parola "baratro"..

mercoledì 5 novembre 2014

Il burattino bocciato dall'Ue ma non dai media servili

Persino l'Europa dei burocrati si è decisa a smascherare il programma del nulla del burattino toscano. Ma in Italia i media continuano a far finta di niente. L'omaggio servile al padrone e' quotidiano, meglio se prima, durante e dopo i pasti. Ormai l'intera categoria dei giornalisti viene irrisa dai comici per questo servilismo disgustoso. Solo l'Ordine dei giornalisti non se ne accorge. Per fortuna qualche gufo, che non ha interamente smarrito la dignità, prova a fare i conti e tenta di spiegare che la manovra del burattino e' solo fuffa, panna montata, aria fritta. L'occupazione, nella migliore delle ipotesi, crescerà l'anno prossimo dello zero virgola. Considerando, come occupazione, anche gli impieghi saltuari, di un giorno solo, di una settimana. In compenso aumenteranno le tasse. A partire da quelle locali. In Piemonte il Pd di governo ha già deciso di aumentare l'Irpef e pure la tassa per l'auto. "Ma colpiremo solo la classe media", tranquillizza Chiamparino. Perché da qualche parte bisogna pure recuperarli, questi soldi da impiegare per tutti gli invasori stranieri. E allora si aumentano le tasse locali in attesa che l'Europa ci faccia aumentare anche l'IVA. Tutte manovre che difficilmente contribuiranno a far ripartire l'economia italiana. Ma i giornalisti italiani, come un branco di segugi, continuano ad inseguire il burattino e le renzine per strappare qualche dichiarazione fondamentale per l'umanità. O, almeno, un selfie con il premier e le sue damine. Ma forse una frase intelligente sono riusciti a carpirla. Alla renzina Madia che ha contestato, giustamente, la futilità delle domande dei giornalisti assedianti. Non servono a nulla le loro domande insulse, non servono a nulla loro. La fase del servilismo e' superata, ora si può tranquillamente cancellare anche questo tipo di dis informazione.

lunedì 3 novembre 2014

Da Milano a Torino ingiustizia anti italiani

A volte anche i tentativi di insabbiamento non riescono bene. Ci ha provato, il "sistema Torino" a nascondere il pasticcio dei locali dei Murazzi affidati ai soliti amici e compagni senza far pagare l'affitto. Scagionato subito l'ex sindaco Chiamparino per scaricare le colpe su assessori e funzionari. Come se l'ex sindaco non sapesse e non approvasse. Si poteva chiudere li', con una condannina irrilevante e tutti a casa a dimenticare. Invece no. Chiamparino e' stato chiamato a testimoniare e, purtroppo per il "sistema Torino", ha raccontato la verità. Certo che lui sapeva, ma a fargli chiudere gli occhi erano state le pressioni di questore e prefetto. Che, per evitare problemi, avevano deciso che era meglio regalare l'affitto ai compagni dei locali. Dunque i massimi responsabili della legalità invitavano il sindaco all'illegalità ed a favorire i soliti noti. Perché , se si fosse trattato di sudditi qualunque, sarebbe arrivato il tribunale, sarebbe arrivata Equitalia, l'esercito, l'aviazione e pure la marina. Ma questi eran compagni, dunque con il diritto di non pagare. D'altronde il compagno Pisapia cosa fa a Milano? Lascia che zingari e stranieri vari occupino le case degli italiani. Non le case sfitte, sia chiaro, ma quelle dove gli italiani vivono. Si cercano soggetti deboli, meglio se anziani (così non hanno la tentazione di farsi giustizia da soli, visto che la giustizia ufficiale se ne frega), si attende che escano per andare a far la spesa e si occupa l'alloggio. I due italiani perdono tutto, nell'indifferenza dei difensori dei poveri immigrati "grandi risorse ed opportunità". La media e' di due occupazioni al giorno. Il sindaco se ne frega, la giustizia se ne frega, il Papa se ne frega (i poveri hanno diritti solo se stranieri, gli italiani delle case popolari si arrangino). Ora il ministro Lupi invita a staccare luce ed acqua agli alloggi occupati. E gli inquilini derubati cosa devono fare? Nulla. Possono andare a dormire per strada, possono suicidarsi o possono mettere da parte i soldi per pagare i danni provocati dagli abusivi nell'alloggio. Già, perché gli assegnatari restano gli italiani cacciati e le case popolari si rifaranno su di loro. Che dovranno pagare anche le bollette per gli usi degli occupanti.