martedì 31 maggio 2016

Al voto, nonostante il disgusto per la politica

I partiti non piacciono più ed i candidati si vergognano di farne parte. Le amministrative ormai alle porte - con il grazioso contributo del bugiardissimo che ha collocato il voto alla fine di un lungo ponte - stanno facendo emergere un disgusto crescente tra i potenziali elettori. Pronti a disertare in massa le urne, e non soltanto per non rinunciare al mare o ai monti. È che proprio non capiscono, gli elettori, per quale motivo dovrebbero andare a votare. Hanno provato con la sinistra e con la destra, a Roma e Milano. E sono stati delusi dalla sinistra e dalla destra. Nelle più diverse varianti. La destra di Aledanno e della Moratti, la sinistra di Marinò e di Pisapia. A Torino solo sinistra, ed i risultati non sono certo entusiasmanti,ma in Piemonte le giunte di centrodestra sono state fallimentari ed asservite al sistema di potere locale. E la novità dei 5 stelle? Nulla a Milano, forte a Roma (ma spiegare alla Raggi di coprirsi con i capelli l'orecchio destra che pare un elfo?), poco convincente a Torino a causa di una inadeguatezza totale della comunicazione. Meglio il mare e la montagna, allora? Chi decide di non votare, non dovrebbe lamentarsi dopo. Indubbiamente la scelta è difficile. Tra programmi fotocopia dove gli unici argomenti di divisione sono quelli nazionali e non quelli locali. Solo Fassina, a Roma, si distingue promettendo altre spese a favore degli allogeni che hanno occupato la città. Ma altrove gli slogan sono simili: legalità, sviluppo, riduzione degli sprechi, investimenti. Promettono tutto le opposizioni, ma promettono tutto anche i sindaci uscenti che non si sa perché non abbiamo provveduto ad intervenire su questi temi negli anni passati. Ma c'è ancora qualcuno che crede a queste promesse? A questi personaggi? In fondo questo è il grande capolavoro del bugiardissimo: avere portato i sudditi al disgusto totale nei confronti della politica. E dove manca la politica, la finanza internazionale, gli speculatori, i cialtroni di ogni risma possono imporre i loro voleri. Per il bugiardissimo e' un colpo da maestro. Ma i suoi finti oppositori avrebbero dovuto lavorare in senso opposto. Se non fosse stata, appunto, una finta opposizione

lunedì 30 maggio 2016

Crolla il Pil pro capite italiano. Nel silenzio generale

Da un lato ci sono le dichiarazioni rassicuranti del bugiardissimo. Dall'altro lato c'è la realtà. Ed è molto diversa. Uno studio del Centro studi Promotor sulla base dei dati Eurostat ha evidenziato come il Pil italiano pro capite stia precipitando in termini assoluti ed anche in rapporto alla media dell'Unione europea. Se - ricordano al Centro studi Promotor - nel 2014 il Pil pro capite italiano era sceso dell'1,9% al di sotto di quello della media UE, lo scorso anno lo scarto si è accentuato e siamo scesi al 3%. Ma non basta. Lo studio ricorda anche che l'anno prima dell'adozione dell'euro, il Pil pro capite era pari all'equivalente di 27.800 euro. Lo scorso anno si era scesi a 25.500, con una flessione dell'8,27%. Mal comune? Non proprio. "Nessun altro Paese dell'Unione - spiegano al Centro studi - ha avuto una penalizzazione così forte in questi anni". Forse, però, l'aspetto più drammatico e' rappresentato dal raffronto con la media del Pil pro capite europeo. Se adesso quello italiano e' inferiore del 3% rispetto alla media, nel 2001 era superiore del 18,8%. Un crollo, più che un calo. Certo, a modificare la situazione ha contribuito la forte crescita dei Paesi dell'Est. Ma non è solo questo. La Germania ha visto il suo reddito medio pro capite salire da +25,6 a +29,7% e la Gran Bretagna dal +15 al +17,5%. La Francia ha frenato, ma resta a +19,6% rispetto alla media UE. Al di sotto della media, messi peggio di noi, ma con flessioni minori della nostra, ci sono gli altri Paesi del Mediterraneo, dalla Grecia alla Spagna, da Cipro sino al Portogallo. È evidente il fallimento delle politiche economiche adottate da tutti questi Paesi, compresa l'Italia, per compiacere la Troika e gli euro cialtroni. Ma il bugiardissimo ed i suoi compari comtinuano a far finta di nulla ed a raccontare favole. D'altronde gli italiani dimostrano di credere alle loro menzogne, dunque fanno benissimo. E le opposizioni non hanno gli strumenti culturali per accorgersi di quanto sta avvenendo.

giovedì 26 maggio 2016

Inquinatori austriaci per il Verde, le montagne a destra

Al di là dei sempre più evidenti brogli elettorali, il voto per le presidenziali austriache ha evidenziato una caratteristica che, in Italia, pochi sembrano aver colto. La città, in pratica solo Vienna, ha scelto il candidato dei Verdi. E l'hanno preferito, sempre al di là delle truffe, gli elettori austriaci che in Austria non vivono. Dunque un voto ambientalista da parte di chi se ne frega dell'ambiente o vive in un ambiente diverso. Mentre la montagna e la campagna hanno scelto il candidato della destra che, nelle descrizioni dei giornalisti di servizio, si è trasformato in un orco delle SS perché porta all'occhiello della giacca un fiordaliso. Pare che Boldrine, Boschi e l'Anpi stiano pensando di vietarne coltivazioni e vendita in Italia. Dunque, come ha rilevato un intelligente uomo di montagna quale Mariano Allocco, si sta riproponendo uno scontro tra città e contando che, in Italia come in Austria, e' in buona parte montano. Ed è curioso che un Verde, un ambientalista, sia rifiutato da chi vive a stretto contatto con la natura. Mentre i salotti politicamente corretti, gli inquinatori ed i rappresentanti dei palazzinari e dei cementificatori abbiano votato Verde pur di scongiurare la vittoria del Fpo. Ovviamente i giornalisti di servizio hanno voluto precisare che i nazisti, oltre ad amare il fiordaliso, erano anche ambientalisti. E con questo possono partire le autorizzazioni per inquinare fiumi e mari, per tombare i fiumi sotto colate di cemento per trasformarli in autostrade. In realtà ai rappresentanti del Sistema mondialista non frega assolutamente nulla dell'ambiente e del suo esponente. L'importante era battere, anche attraverso i brogli, un rappresentante della crescente ondata sovranista. Un pericolo populista. Per il Fpo, come sostiene giustamente Gabriele Adinolfi (da non confondere con l'Adinolfi sovrappeso), forse è andata meglio così. Perché fare il presidente di un Paese diviso a metà non è comunque facile. Mentre è più facile restare all'opposizione, ad una incollatura dal vincitore abusivo, e sfruttare tutti i suoi errori per preparare le elezioni politiche. Quanto alle ricadute sull'Italia, inutile illudersi. In questo Paese le opposizioni neppure sanno che esistono campagne e montagne. E che esistono persone che vivono in questi territori misteriosi. Hic sunt leones. Dunque non val la pena di preparare progetti per queste terre sconosciute.

martedì 24 maggio 2016

Anche la Polonia sfida l'Ue. Solo l'Italia resta a servizio

"Questi signori della Commissione europea sono scollegati dalla realtà". L'attacco contro gli euro cialtroni arriva, questa volta, dal ministro degli Interni della Polonia. Ma si tratta di un'analisi condivisa ormai da tutti coloro che rifiutano di essere sudditi, in attesa di trasformarsi in schiavi. Una minoranza, indubbiamente, perché le pecore sono sempre più numerose rispetto ai pastori. La voglia di libertà, però, sta crescendo. Come si è visto in Austria dove solo il voto per posta, di chi in Austria non vive, ha permesso alla coalizione che tutela il sistema di potere e di oppressione di vincere per un pugno di consensi. L'Italia, ma non è una novità, resta ultima e sola nel desiderio di libertà. Questo è il Paese del "Franza o Spagna purché se magna", questo è il Paese che aspetta sempre i "liberatori" perché è profondamente servile e non ha la benché minima voglia di essere libero. Questo è il Paese dove i quotidiani di dis informazione si eccitano di fronte ai giudizi ipocritamente positivi del Fondo monetario che, però, pretende di penalizzare ulteriormente i pensionati italiani. Gli austriaci, quelli che vivono nel Paese e non pontificano da fuori, si sono invece stancati di sentirsi fare la morale dagli euro cialtroni e dal bugiardissimo italiano. Si sono stancati delle prediche di monsu Bergoglio a proposito del dovere di accoglienza e di inserimento delle legioni di allogeni quando in Austria i disoccupati sono centinaia di migliaia. E se la coalizione di servizio è riuscita a vincere per un soffio alle presidenziali, difficilmente potrà imporsi alle elezioni politiche, quando le differenze tra i servi torneranno ad emergere. Le destre austriache avranno nuove occasioni, per la semplice ragione che hanno ragione. Ed hanno le capacità per dimostrarlo. Hanno le competenze per governare, a livello locale ed a livello nazionale. Forse le destre italiane, invece di plaudire o di intristirsi per il risultato austriaco, dovrebbero limitarsi a studiarlo e ad imparare. Ma per le destre italiane "studiare" e' una parola sconosciuta

lunedì 23 maggio 2016

No al referendum per la felicità di Boschi e bugiardissimo

Maria Elena come il bugiardissimo: anche lei lascerà la politica se al referendum prevarranno i No. E allora chi sarà così crudele da votare Sì, impedendo alla coppia di fatto della politica italiana di coronare il proprio sogno e di ritirarsi a vita privata? Chi sarà così insensibile da frenare il ricongiungimento di Maria Elena con il suo babbo, ora libero dal peso di Banca Etruria? Ed il bugiardissimo potrà occuparsi del babbo suo, poi tutti e quattro andranno insieme a casa Lotti. Insomma, un bel No favorirà il recupero di quei rapporti famigliari allargati che ora sono penalizzati dagli impegni governativi. Tanto, in Italia, non è che i colpevoli delle malefatte siano poi puniti. Tutti liberi, tutti a far danni sul territorio, se non potranno più farli al governo. Non si ritireranno a giocare alle bocce con i "veri partigiani", Maria Elena e soci. Non andranno ad osservare i lavori nei cantieri. Sono giovani e hanno di meglio da fare. Lui, il bugiardissimo, potrà continuare a portar sfiga. Dopo la nazionale di pallavolo femminile e' stata la volta di Valentino Rossi che ha ricevuto complimenti d auguri dal premier e si è ritrovato con il motore in fumo. Il bugiardissimo post referendum potrà aggirarsi sulle spiagge della Versilia osservando il cielo per poi rassicurare sulle previsioni del tempo: tranquilli, domani c'è il sole. Ed i bagnini potranno correre a ritirare ombrelloni e sdraio. Perché negare al bugiardissimo ed a Maria Elena il diritto al riposo, alle passeggiate mano nella mano davanti ad un tramonto? Magari anche una partita a carte con i vecchi amici fiorentini. Tutto questo in cambio di un semplice No. Gli italiani non possono essere cattivi e vendicativi, non possono votare a favore del referendum soltanto perché tutte le promesse del bugiardissimo non sono state mantenute. È l'anno del giubileo della Misericordia. E allora si deve perdonare e concedere alla coppia di governo il diritto alla felicità privata e personale. Basta un No.

giovedì 19 maggio 2016

Indignati per Porro e Belpietro, incapaci di alternative

Tutti fans di Porro, oggi a destra. Tutti pazzi per Belpietro. Le ultime vittime della censura imposta dal bugiardissimo nel silenzio assordante dell'ordine dei giornalisti e dei comitati di redazione. Ma quanti, degli indignati odierni, leggevano Libero o seguivano Porro in Rai? La destra, non da oggi, ha la simpatica pretesa che gli altri facciano una informazione corretta, e magari anche destrorsa, perché la destra non è capace di farsela da sola. Oggi creare un giornale online costa pochissimo, metter su una web radio anche meno, una web TV ha costi ridotti. Ma quello che costa, e tanto, e' realizzare un quotidiano online di qualità, una radio che non sia una banale riproposizione di dischi ascoltati ovunque, una TV che faccia davvero informazione. La destra non è disposta ad investire e si indigna se gli editori pubblici o privati fanno i propri interessi. Angelucci caccia Belpietro perché è schierato per il No al referendum? Ha il diritto di farlo e di collocare Libero, con Feltri, su posizioni filo governative. Il giornale e' suo e se lo utilizza per avere vantaggi per le sue attività nel settore sanitario, fa benissimo. Se i lettori di destra non sono soddisfatti sono liberi di non comprare più il quotidiano in versione Feltri e sono liberi di non farsi curare nelle cliniche di Angelucci. E se Angelucci si comprasse anche Il Tempo? Vale lo stesso discorso. Se la destra preferisce investire nel mattone,  non può lamentarsi di chi investe in informazione. E vale anche per Berlu. Il settimanale del gruppo Mondadori (dunque famiglia Berlu) "Chi", diretto da Signorini, si lancia in lodi sperticate nei confronti del sindaco di Torino, Fassino (Pd). Se venderanno più copie o se la famiglia Berlu otterrà dei vantaggi, avranno fatto bene. I lettori di destra sono liberi di acquistare un altro settimanale e di non guardare più le reti Mediaset. Ma vale anche per la Rai, benché servizio teoricamente pubblico. Il bugiardissimo l'ha occupata manu militari e non è colpa sua se la destra, quando era al governo e aveva la maggioranza del cda, non ha fatto nulla per cambiare la Rai. Non si può accusare il bugiardissimo se i quotidiani online di destra son fatti male e nessuno li legge. Non si può accusare Berlu se i lettori di destra preferiscono acquistare un pessimo romanzetto super pubblicizzato da Mondadori piuttosto di leggere un saggio o un romanzo fatto bene ma pubblicato da una delle tante case editrici libere e di area. Già, ci sono anche quelle. Ignorate da chi si lamenta per Porro e Belpietro.

mercoledì 18 maggio 2016

Al bugiardissimo fa paura il "suo" referendum

Il bugiardissimo comincia ad innervosirsi. I sondaggi sul referendum autunnale indicano una crescente preferenza per il No e lui, il capo del governo e del Pd, inizia con le marce indietro, con le aperture nei confronti delle minoranze del suo partito. Rottamate espressioni tipo "Emiliano chi?", ora il bugiardissimo cerca il consenso dei suoi in nome del "bene del Paese". Peccato, per lui, che il bene del Paese coincida con la sua uscita definitiva di scena. Accompagnato dalla sua amica Elena e da tutta la banda delle banche toscane, padri e cugini compresi. Non è un caso che la stampa di servizio abbia ormai dimenticato la vicenda di Banca Etruria ed i coinvolgimenti famigliari. Non è un caso che si parli dello sconto concesso dall'Europa ma non dell'imposizione di una manovra da 17 miliardi, con il rischio di un aumento dell'Iva. E dei 500 euro promessi dal bugiardissimo ai neo diciottenni? Neppure un accenno. Nei prossimi mesi, per prepararsi al referendum, i giornali di servizio insisteranno sulla necessità di votare Sì per evitare che il bugiardissimo abbandoni il Paese nelle mani inesperte dei 5 stelle. Come se le mani esperte del premier e della sua banda non avessero fatto danni a sufficienza. D'altronde anche Sarkozy - il peggior presidente francese sino a quando non è arrivato Hollande - ammette che, in tutta Europa, le elite hanno clamorosamente fallito. E non si capisce perché i sudditi dovrebbero continuare a lasciarsi guidare da una classe dirigente fallimentare. Per evitare un salto nel buio? L'alternativa è la certezza di venire massacrati da politiche che tutelano solo gli oligarchi e distruggono il resto della popolazione. La nuova legge sul lavoro imposta dal petit non e' in linea con il massacro sociale voluto dal bugiardissimo. Ma almeno i francesi sono scesi in piazza a protestare mentre i giovani italiani, quelli più penalizzati dal jobs act, scendevano in piazza per conquistare l'ultimo smartphone o per ottenere un autografo da Saviano. Forse convinti di ricevere il famoso assegno da 500 euro. Il bugiardissimo conta su queste pecore per vincere il referendum. Una scommessa rischiosa.

martedì 17 maggio 2016

Niente progetti e neppure uno slogan: le amministrative dell'astensione

La politica fa di tutto, e lo fa scientemente, per allontanare i sudditi. E la scelta del bugiardissimo di non permettere il voto al lunedì per le amministrative va proprio in questa direzione. Meno votano più vinciamo. Ma non solo quello: meno votano e meno si interessano alle porcate governative, alle vicende di Banca Etruria, ai conflitti di interesse, al familismo della banda toscana. Il popolo bue si deve occupare del compleanno della regina Elisabetta o della sfilata di attrici al festival di Cannes. Così non si preoccupa dei tagli alle pensioni o dei finti voucher per il lavoro dei giovani. Non stupisce, quindi, che i partiti legati al governo stiano facendo una campagna elettorale di infimo livello, tra promesse che nessuno ascolta e slogan che farebbero cacciare qualsiasi pubblicitario. Non un'idea, non uno slancio. È giusto così. È come una squadra che sta vincendo la partita ed ha tutto l'interesse ad addormentare il gioco. Peccato che ad addormentare la partita politica contribuiscano anche le opposizioni che, invece, avrebbero tutto l'interesse a vivacizzare il confronto. Invece nulla. C'è da chiedersi, allora, se si tratti solo di incapacità o se ci sia la volontà di perdere nella convinzione di non essere in grado di amministrare le città. D'accordo, non c'è più Boccasile a disegnare i manifesti. Ma qualcosa di meno banale (nel migliore dei casi) non si riesce a produrlo? Ed uno slogan accattivante? E un'idea, una sola, non riescono a proporla? Cosa cambierà a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli se vincerà uno o l'altro? Più onesta' e trasparenza. Si', va bene, ma poi? Quali sono i grandi progetti? Quali sono le rivoluzioni sociali, urbanistiche, economiche? Il massimo del cambiamento sembra essere la moglie di uno dell'opposizione al posto del marito di una della maggioranza. Con rispettivi figli ed amici da piazzare. Non proprio il massimo per tornare dal ponte di giugno in tempo per votare

venerdì 13 maggio 2016

Guidare senza patente? Ora si può, se sei allogeno

Bisogna alleggerire il lavoro dei magistrati. Dunque non si può far perdere tempo a lorsignori con sciocchezze tipo guidare senza patente o senza assicurazione. Non con la patente dimenticata a casa o con l'assicurazione scaduta. Proprio senza averle mai avute. E che sarà mai? Bisogna impiccare sul posto chi ha osato bere una birra prima di mettersi al volante, con fucilazione immediata per chi ha bevuto del vino. Ma se la patente non l'hai mai avuta, che problema c'è? E se distruggi l'auto o la moto di un'altra persona e non hai neppure l'assicurazione, vorrai mica infastidire i magistrati con queste quisquilie. Il fatto che la stragrande maggioranza degli automobilisti senza patente e senza assicurazione non sia indigena, e' solo un caso. Il fatto che la stragrande maggioranza delle vittime di queste brave persone non sia allogena e' solo un altro caso. Ma i legislatori hanno avuto la bella pensata di prevedere sanzioni economiche pesanti per chi guida senza patente e senza assicurazione. Certo, ci sarebbe quel piccolo problema legato a chi, alla guida dell'auto, e' pure senza fissa dimora o risulta, immancabilmente, senza risorse per pagare le sanzioni e per risarcire le vittime. Ma ci faremo mica frenare da queste sciocchezzuole nella nostra marcia verso l'integrazione e la modernità. È come per le multe sugli autobus affibbiate ai "grandi doni" ed alle "grandi opportunità". Una falsa dichiarazione di identità o di domicilio e tutto e a posto. Le multe le paghino i pensionati italiani, tutti così sfacciatamente ricchi. Mica si possono offendere i grandi doni con la pretesa del pagamento di un biglietto. Niente biglietto, niente patente, niente assicurazione. E se succede un incidente, colpa degli indigeni italiani che si sono messi per strada senza chiedere il permesso alle grandi opportunità che non sanno guidare.

mercoledì 11 maggio 2016

Chi vota sì, vota come il padre della Boschi

Chi vota sì al referendum di ottobre vota come il padre della Boschi. Dopo che il geniale ministro del bugiardissimo ha deciso di fare del referendum una questione personale, e' evidente che il voto di ottobre non riguarderà più le riforme da abrogare o confermare ma imporrà una semplice scelta: volete che la banda del bugiardissimo e di Banca Etruria continui a distruggere questo Paese o preferite che se ne vadano tutti a casa? E non ha alcuna importanza che manchi una figura di riferimento per sostituire il capo del governo. Chiunque, o quasi, andrà meglio del bugiardissimo. E chiunque, o quasi, andrà meglio della banda che ha considerato i ministeri come una filiale delle banche dove lavorano i vari papà. Non si rilancia l'Italia con qualche riforma che cancelli ogni parvenza democratica, non si rilancia con l'introduzione della schiavitu' come forma ideale di lavoro. Ma, soprattutto, non si rilancia con queste persone. Un sistema di potere marcio anche quando è onesto. Un tempo si parlava di "prevalenza del cretino". Oggi è un dilagare di imbecillità e di ignoranza. A tutti i livelli, non solo in politica. I cialtroni che assicurano che eventuali terroristi non arriverebbero con i barconi sono stati smentiti dagli ultimi arresti al Cara di Bari. I cialtroni che si riempiono la bocca di integrazione sono stati smentiti dall'arresto di uno dei "grandi doni" che marciava per l'integrazione mentre pensava agli attentati. E chi assicura che la ripresa era ormai consolidata e' stato smentito dai dati sulla frenata della produzione industriale. Bugie e banalità che si scontrano con la realtà. Ma per la banda del bugiardissimo e' la realtà che sbaglia e che deve allinearsi alle menzogne. D'altronde, per questo sistema di potere, la criminalità non esiste e l'unico rischio per la sicurezza e' rappresentato dalla sfilata degli alpini ad Asti. Dove il questore ha pensato di vietare il vino ed i super alcolici dopo le 9 di sera. Rapine, spaccio, furti? Tutte sciocchezze. L'Italia riparte imponendo il divieto di bere vino.

martedì 10 maggio 2016

I populisti vincono, ma non in Italia

"I greci sono soddisfatti". Basterebbe questa affermazione del solito quotidiano di servizio per dimostrare quanto sia caduto in basso il giornalismo italiano. D'altronde da certa gente è difficile attendersi un po' di correttezza. Come quella necessaria per raccontare gli scontri di piazza ad Atene, tanto per chiarire quanto sono soddisfatti i greci. Ma l'ordine e' quello di nascondere la protesta, la rabbia, le difficoltà. Tutto va bene. Va così bene, secondo i disinformatori, che diventa difficile spiegare ai lettori italiani (sempre meno) perché nel resto d'Europa aumentino i consensi i partiti ed i movimenti che i quotidiani di servizio definiscono "populisti". Certo, da disertori della vanga trasformati in opinionisti non si possono pretendere analisi acute, oneste, intelligenti. Così non riescono a spiegare le differenze tra gli austriaci che han vinto il primo turno delle presidenziali ed i polacchi al governo, tra la destra populista al governo in Ungheria e la destra populista che in Ungheria e' all'opposizione. Una protesta che dilaga, al Nord e ad Est. Ma una rabbia senza sbocchi in Grecia, il nulla in Spagna, la rassegnazione ebete in Italia. Tra i Paesi neolatini solo la Francia ha un movimento definito populista di destra in grado di vincere. Sarebbe il caso di porsi delle domande e di darsi delle risposte, alla Marzullo. In Grecia, Alba Dorata si è radicata, sta lavorando bene, ma non riesce ancora a sfondare. In Spagna l'inconcludenza delle destre ha fatto sì che la rabbia antisistema trovasse sbocco in Podemos e l'insoddisfazione venisse rappresentata da Ciudadanos. E in Italia? Marciare divisi per colpire uniti? No, marciare divisi e non colpire mai. Problemi, gravi, di leadership. Problemi, gravissimi, di mancanza di programmi. Problemi, insolubili, di mancanza di capacità d comunicazione. Così, inevitabilmente, la rabbia viene incanalata nel voto ai 5 Stelle o nell'astensione. Ma di fronte a ogni insuccesso si ripete la stessa litania, si riparte con altri proclami e senza nuove idee, senza progetti, senza speranze e, ormai, senza illusioni. Tra chi è convinto che Roma non sia caput mundi ma sia il mondo intero e fuori non ci sia nulla; tra chi è convinto che la politica serva solo a tutelare le proprie aziende; tra chi è convinto che con uno slogan ben azzeccato si aggiusti tutto. E tutti muoiono d'invidia di fronte ai risultati che i partiti populisti ottengono oltre le Alpi.

lunedì 9 maggio 2016

Raddoppia l'insofferenza per il politicamente corretto, grazie ai giornali

Una banale lite di condominio e' stata trasformata, dalla Stampa, in un vergognoso atto di discriminazione nei confronti di una coppia omosessuale. Che, in quanto tale, avrebbe il diritto di non pagare le spese condominiali e di appropriarsi di spazi comuni. Ma si sa, per risollevare le sorti del quotidiano venduto a De Benedetti si prova qualunque cosa. Il bello, però, è arrivato dopo. Quando da una ricerca pubblicata dal quotidiano e' emerso che, negli ultimi anni, la percentuale di intolleranti nei confronti degli omosessuali sarebbe raddoppiata. Parallelamente alla crescita del l'insofferenza nei confronti degli islamici. Ovviamente il quotidiano ha evitato di assumersi ogni responsabilità per questi risultati. Mentre invece appare piuttosto evidente che l'intolleranza cresca con l'aumento della disinformazione politicamente corretta. Vietato essere eterosessuali, vietato essere indigeni. E, inevitabilmente, gli indigeni eterosessuali cominciano ad innervosirsi. L'intolleranza cresce con l'obbligo di rinunciare alle proprie tradizioni, alla propria cultura, alle proprie abitudini per accodarsi alle regole imposte da lorsignori. Sei indigeno e non mandi i figli a scuola? Arrivano le assistenti sociali e ti tolgono i figli. Sei allogeno e non li mandi a scuola? Libero di fare ciò che vuoi. Sei eterosessuale e non paghi le spese condominiali? Ladro! Sei omosessuale? Bisogna comprendere. La normalità passa dal rispetto delle regole, uguali per tutti. Non dalla cancellazione dei diritti degli indigeni. Sei allogeno e non vuoi mangiare, a scuola, il prosciutto? Ti si cambia il menù. Sei indigeno e, per ragioni di salute, hai bisogno di un menù particolare? Fai domanda, fai le visite, fai l'iter burocratico e poi si vede. Ovvio che l'intolleranza cresca. Ovvio che le tensioni aumentino. Sei indigeno e senza lavoro? Arrangiati. Sei allogeno? Nascono i percorsi per inserirti nel mondo del lavoro. Ma non devi arrabbiarti, se sei indigeno e vieni superato nelle liste per la casa popolare o per mandare i figli alla scuola materna. Se ti arrabbi non sei politicamente corretto. Ed i disinformatori si infastidiscono per il tuo atteggiamento. Varrebbe anche per la legge che impedirà di aver opinioni storiche diverse da quelle imposte. Ma, considerando l'ignoranza dilagante nel Paese, il problema di avere un'idea della storia si pone per poche persone. Ed ancor meno giornalisti.

mercoledì 4 maggio 2016

I compagni che sbagliano, tra droga e piscine

Passano i decenni, ma siamo sempre alle prese con i compagni che sbagliano. Anzi, si cerca anche di far notare che a sbagliare no sono i compagni del Pd, ma i compagni magistrati che non sopportano più il bugiardissimo è la sua morosa. D'altronde aver a disposizione quotidiani e TV dovrà ben servire a qualcosa. E non c'è dubbio che il Pd sappia usare bene l'informazione di servizio. L'arresto del sindaco di Lodi, accusato di aver truccato un bando per le piscine, e' stato utilizzato come manna dal cielo. Perché l'accusa può essere contestata ma, in compenso, serve a nascondere l'arresto del consigliere del Pd di Siracusa, beccato con 20 kg di droga. In questo caso il reato è evidente, giustificazioni non ce ne sono. Meglio, dunque, passare a discutere del sindaco di Lodi, facendo emergere anche i difensori dell'arrestato, a partire dal compagno Bersani. Un compagno che dorme, invece di sbagliare. L'importante è non parlare di Siracusa e di far dimenticare Banca Etruria e la famiglia Boschi. E magari anche la famiglia Lotti, e pure Carrai ed anche il babbo del bugiardissimo. Perché della Guidi già non si parla più. Miracolo della disinformazione italiana al servizio del bugiardissimo. Ci si può dedicare al clamoroso successo di Ranieri, tanto il bugiardissimo si è già preso il merito anche del successo del Leicester in premier Ligue. Farà dare a Ranieri una onorificenza, ha già promesso. Tanto non costa nulla e rende in visibilità perché la disinformazione italiana sarà prontissima a seguire la premiazione con interviste. A Ranieri? Ma no, a Renzi. Perché se un non più giovane allenatore italiano vince in Inghilterra, il merito di chi è? Ma del bugiardissimo, evidentemente. Si prenderà anche il merito di avere fatto lui la formazione, come si è preso il merito di aver costruito il tunnel del Gottardo in Svizzera. Ma bisogna capirlo: quando a scuola si studiava la geografia, il piccolo bugiardissimo era in cortile a giocare con la Boschi.

lunedì 2 maggio 2016

La "bonaria"'guerra di Parigi all'Italia

Qualche grande esperto di politica internazionale aveva spiegato, su un quotidiano della galassia De Benedetti-Elkann, che in Libia la Francia era impegnata in una "bonaria" concorrenza con l'Italia. Le virgolette per "bonaria" non erano della giornalista che, evidentemente, deve avere una particolare concezione della bonarietà. Perché il ruolo di Parigi, in Cirenaica, e' tutt'altro che improntato alla bonaria concorrenza con l'Italia. La Francia, grazie all'alleanza con l'Egitto e con il generale libico Haftar, sta mettendo le mani sui più importanti giacimenti ed impianti petroliferi di tutta la Libia. Per lasciare all'Italia, in prospettiva, solo gli impianti della Tripolitania. Magari in condominio con gli inglesi. Ma nella bonaria concorrenza non c'è solo il petrolio. Grazie alla pessima gestione della vicenda Regeni, i rapporti tra Roma ed il Cairo si sono deteriorati. E, non a caso, sono aumentati a dismisura le partenze di invasori dalle coste egiziane e cirenaiche. Non si tratta di profughi siriani, ma di africani in cerca di mantenimento a spese altrui. A spese nostre. E mentre dalle aree di interesse francese partono i barconi, subito raccattati in mare dalle nostre navi, Parigi chiede di prolungare i controlli alle frontiere per evitare che l'Italia lasci defluire verso Nord i migranti fatti partire dagli alleati dei francesi. Fregati persino dal poco geniale Hollande. Ma in Italia tutti fingono di non accorgersene. Così come han fatto finta di nulla di fronte alla cessione alla Francia di acque territoriali italiane. Tutto va bene, la politica estera italiana e' una meraviglia. L'importante è che sui quotidiani di servizio escano solo gli annunci, falsi, del bugiardissimo. Siamo amici di tutti e tutti ci temono e ci rispettano. Tutti approvano le nostre misure sui clandestini, tutti sono d'accordo con noi sull'eliminazione delle barriere ai confini. E se arrivano le smentite, basta titolare le prime pagine sul l'inaugurazione di viadotti già esistenti o sui nostri lavori al Gottardo, fatti e pagati dagli svizzeri ma basta non precisarlo.