lunedì 31 agosto 2015

Due anziani italiani assassinati? Bergoglio tace

Che guerra c'è in Costa d'Avorio? Nessuna. Eppure l'invasore accusato di aver assassinato due anziani  coniugi in Sicilia, e' un ivoriano ospitato, a spese nostre, nel Cara di Mineo. Ma all'ospite, non invitato, non bastavano vitto e alloggio, con benefit vari. Ora è accusato di duplice omicidio per derubare due persone che non facevano del male a nessuno. Magari si scoprirà che è innocente e che aveva casualmente trovato telefonino, computer e altri oggetti delle vittime. Che, casualmente, aveva indossato pure i vestiti di una delle due vittime e che aveva riposto i vestiti sporchi di sangue nella borsa dove c'era la refurtiva. Ma il problema e' un altro: perché questo giovanotto, di sana e robusta costituzione, era ancora ospite al centro accoglienza e non era stato rispedito a casa sua dove la guerra non c'è? Perché noi dobbiamo pagare le tasse per garantire un'occupazione ben retribuita ai professionisti dell'accoglienza? In questi giorni, dopo la sortita della Merkel a proposito dei profughi siriani, i media di servizio hanno trascurato una piccola parte del discorso della signora. La parte in cui Merkel spiegava che i profughi siriani sono una cosa e gli invasori in arrivo dai Paesi senza alcuna guerra sono tutt'altra cosa. E devono essere rispediti a casa loro. Anche perché un Paese non può crescere e svilupparsi se giovani uomini sani e in forze se ne vanno alla ricerca di un mantenimento a spese altrui in Europa. Dignità vorrebbe che i giovani rimanessero anche nei Paesi in guerra, per combattere invece di fuggire. Mandando all'estero, a cercare protezione, solo le donne, i bambini, gli anziani. Ma come scriveva Manzoni, se il coraggio non lo si ha.. Ma se si può far finta di nulla sulla fifa di chi non vuol combattere, non si deve far finta di nulla su chi scappa da Paesi in crescita, dove ci sarebbe solo da lavorare. Non e' un problema di solidarietà, di accoglienza, di carità. E' solo lo squallido tentativo di farsi mantenere. E se cibo, alloggio e sanità non bastano, ci si può sempre arrangiare in altri modi meno legali. Tanto dal Vaticano ci si indigna solo contro i mancati soccorsi ma si tace, fastidiosamente, di fronte ai tanti, troppi omicidi commessi dagli invasori

mercoledì 26 agosto 2015

Bugiardissimo tour, per nascondere l'invasione con l'Imu

Il bugiardissimo in tour. Sembra il titolo di uno spettacolo di Crozza, ma è la realtà che riguarderà 100 città italiane investite dal ciclone del premier impegnato a recuperare consensi. Perché un sondaggiobblicato dal giornale.it assicura che il Pd perde milioni di voti grazie alle demenziali politiche sugli invasori. Dunque occorre correre ai ripari. Andando nei teatri di tutta Italia a raccontare che le tasse sulla casa spariranno. Imu, Tasi? Mai più. Tutti più ricchi, più posti di lavoro, scuole più belle, il Rinascimento italiano. Qualcuno ha dubbi? Provvederanno i giornali di comodo a rassicurare, a tranquillizzare, a garantire. I tagli alla sanità? Ci sono, e' vero, ma è meglio curarsi poco  ed evitare le analisi: se non sai di essere malato, vivi meglio e non spendi per le medicine. Ottimismo ci vuole. Una mela al giorno leva il medico di torno, no? Ed il bugiardissimo ti leva il medico perché costa. Quanto alla mela, se la vuoi la vai a raccattare nell'immondizia al mercato. Quelle buone sono destinate agli invasori. Perché quello dell'invasione resta un problema. Per colpa della Germania e della Francia, ma anche della Gran Bretagna e dell'Ungheria. Tutti questi egoisti che si dicono pronti a suddividere i profughi in fuga dalle guerre, ma che pretendono che gli altri vengano rimandati indietro. Perché l'Europa non può garantire lo stato sociale per tutti quelli che non han voglia di lavorare a casa loro e pretendono di essere mantenuti da noi. I giornali di servizio italiani continuano a raccontare di guerre finite da decenni e quelle carogne di europei vengono a ricordare che in Etiopia la guerra non c'è più e che è il Paese con la maggior crescita del Pil (10 volte quella italiana). E in Ghana? In Kenya? In Gabon? Ora persino la Turchia, secondo gli italiani, e' un Paese in guerra. Poiché è un Paese Nato, se fosse in guerra lo saremmo anche noi. Ma si sorvola. L'importante è mescolare le tante menzogne con un briciolo di verità. Storytelling. Non le notizie, ma le storie inventate. La stessa logica alla base del tour del bugiardissimo. D'altronde l'opposizione non offre molte alternative. Berlu pensa di contrastare il Pd con l'acquisto di Balotelli, gli altri hanno la testa in ferie allungate. Se ne riparlerà ad Atreju? Ne riparleranno i salviniani con ipotetiche scuole di formazione? Ricomparirà Grillo nonostante i grillini favorevoli agli invasori? Intanto il bugiardissimo  tour andrà avanti

martedì 25 agosto 2015

La Cina fa paura, ma la lezione non viene capita

La Cina e' vicina? Si', quando si tratta di spaventare i mercati isterici e basati sull'ignoranza dei piccoli investitori. Ma è lontanissima, la Cina, quando si tratta di prendere atto di una realtà che assomiglia alla nostra. Gli analisti sono ancora dubbiosi sulle ragioni di questa crisi asiatica. Voluta dal governo di Pechino per fare i conti interni con una classe dirigente arrogante e pericolosa, sempre più lontana dal partito? O frutto di una speculazione internazionale che ha messo sotto attacco la Cina per impedire le alleanze con la Russia, con l'America Latina, con i Paesi emergenti? O, semplicemente, conseguenza di clamorosi errori sul piano economico e finanziario? In ogni caso Pechino frena e il mondo si interroga sugli effetti. Ci sono i vertici delle aziende occidentali che favoriscono il diffondersi della paura in Borsa. Hanno venduto le azioni ai massimi, hanno scatenato il terrore tra i piccoli, facendo crollare i titoli, e riacquisteranno ai minimi. Non è certo una novità e non c'è bisogno di Pechino. Ma il problema e' sull'economia reale. Come ha spiegato Verda in un'intervista al Nodo di Gordio, il prezzo del petrolio potrebbe scendere ancora. E questo e' un bene per chi lo compra e produce. Già, ma la produzione a chi la vende? I Paesi produttori di petrolio e gas avevano visto crescere una cospicua classe media che acquistava prodotti di qualità, compresi quelli italiani. Ma ora, con il petrolio a prezzi da saldo, la ricchezza svanisce e gli acquisti pure. Inoltre la svalutazione della moneta cinese favorisce le esortazioni di Pechino ma penalizza le importazioni. Il Brasile e' in crisi e gli altri Paesi latinoamericani puntavano proprio sugli investimenti cinesi per rilanciare l'economia. Quanto a Pechino, e' alle prese con una spaventosa bolla immobiliare, ma anche con la mancanza assoluta di trasparenza finanziaria. E la botta assestata ai piccoli risparmiatori che hanno investito in Borsa ridurrà i costumi interni, già troppo bassi. Perché uno dei problemi cinesi era proprio quello della debolezza del mercato interno. Come in Italia. L'export e' importantissimo, ma un Paese non sopravvive a lungo se il mercato interno non decolla perché il fisco, in Italia, massacra i cittadini. Una lezione che il governo italiano finge di non capire. Mentre la debolezza della moneta cinese ridurrà le importazioni di prodotti italiani e favorirà lo sviluppo di una industria cinese più competitiva.

lunedì 24 agosto 2015

Affamare i bambini, distruggere le case: non è una creazione dell'Isis

"E' difficile piegare con le armi un popolo fiero, combattivo, coraggioso; ma mettete alla fame i suoi vecchi, i suoi bambini, le sue donne; distruggete sistematicamente le sue case e vedrete i fucili cadere dalle mani dei combattenti". Un proclama dell'Isis? No, la filosofia del generale americano Philip Henry Sheridan. Enunciata ancor prima del 1870. La stessa filosofia che era alla base della guerra degli inglesi contro i boeri, dei nordisti contro i sudisti. Aggiungete la guerra ai monumenti, come la distruzione di Montecassino o di Dresda, i bombardamenti a tappeto su musei e chiese storiche e sarà facile capire da dove hanno imparato i tagliagole dell'Isis. Napoleone, prima del generale gentiluomo yankee, depredava i Paesi sconfitti, ma per trasportare in Francia le opere d'arte. Non per distruggerle. Perché l'Europa, tra massacri e sterminii, ha sempre guardato alle opere d'arte come ad un patrimonio comune da tutelare. A differenza dei democratici d'OltreOceano che hanno pianificato l'eliminazione del proprio Sud, dell'America Latina, del Giappone e della stessa Europa. Salvo, poi, presentarsi come i liberatori generosi e comprensivi. Ora tutti si indignano per la distruzione dei reperti archeologici in Siria e in Irak. Giustamente si indignano. Ma sono sempre pronti a far finta di nulla sulla distruzione americana di tanti capolavori europei. I film propagandisti si interrogavano su Parigi che avrebbe potuto bruciare, ma ignoravano Dresda che bruciava davvero. O Berlino distrutta. Per non parlare dei tanti monumenti italiani realizzati tra le due guerre e per questo distrutti alla fine del conflitto come opera del Demonio. Tutti meravigliosi maestri dell'Isis. Ma si fa prima a far finta di nulla.

martedì 11 agosto 2015

La grande ignoranza della Cei

Nunzio Galatino, segretario generale della CEI, attacca i piazzisti da 4 soldi che, per qualche voto in più, dicono cose straordinariamente insulse. Fantastico. Al di la' della inaccettabile ingerenza della banda dei vescovi nella politica degli Stati laici (libera Chiesa in libero Stato, mai sentito?), e' proprio Galatino a dimostrare una clamorosa ignoranza. O una totale faziosità. Lui, segretario della CEI, fa l'esempio della Giordania, Paese quanto mai accogliente che ha accolto 2milioni di profughi a fronte di una popolazione di 6 milioni. Profughi siriani, nella quasi totalità. Vicini di casa, con medesimi usi e costumi. Vicini che non vengono accolti negli hotel a 4 stelle dotati di ogni confort ovviamente gratuito. Ma Galatino, nella sua voglia di interferire con la politica e con la vita degli italiani, finge di dimenticarsi del "settembre nero" giordano, con stragi immense dovute proprio alla convivenza dei giordani con i rifugiati palestinesi che ora rappresentano la maggioranza del Paese. Dimentica, l'anti piazzista così ben preparato, che il Pil della Giordania cresceva del 4,5% all'anno a fronte dello zero virgola italiano. E che ora la crescita del Pil giordano si è dimezzata proprio a causa dei profughi. Dimentica, Galatino, che in Giordania continuano ad affluire enormi aiuti internazionali, in arrivo da quei Paesi come l'Italia che diventano sempre più poveri per accogliere gli invasori e che, di conseguenza, avranno sempre meno soldi da regalare ai Paesi come la Giordania. Dimentica, Galatino, che l'arrivo degli invasori ha ingrassato le casse delle organizzazioni amiche della CEI, ma ha costretto gli italiani ad accettare salari sempre più bassi e con minori garanzie. Ma tra le tante cose che dimentica, Galatino, c'è anche il comportamento tanto poco caritatevole dei suoi vescovi. In Valle d'Aosta e' stato chiuso l'unico cinema di Ayas perché il vescovo ha rifiutato lo scambio tra l'edificio della Chiesa che ospitava la sala di proiezioni ed un altro edificio proposto dal Comune che, a suo carico, avrebbe ristrutturato il cinema. Certo Galatino, e' molto più facile essere generosi con i soldi degli altri

lunedì 10 agosto 2015

Bergoglio, muto sulla lavoratrice uccisa dallo sfruttamento: era italiana

Respingere gli invasori, spiega il Papa, e' un atto di guerra. Non perde occasione, il Pontefice, per pontificare sugli invasori e sui doveri degli italiani di impoverirsi per garantire hotel e wifi ai nuovi arrivati. Parla e parla. Poi, improvvisamente, diventa muto. Muto di fronte alla morte della lavoratrice  schiantata nei campi dove veniva sfruttata a 3 euro all'ora. Già, era italiana, impegnata in quei lavori che, secondo i coglioni buonisti e politicamente corretti, gli italiani non fanno più. Lei, invece, quel lavoro lo faceva, a 3 euro per poter battere la concorrenza dei nuovi schiavi portati in Italia con il sostegno del Papa ed i guadagni delle coop e della Caritas. E' morta, la lavoratrice italiana, ma il Papa se ne frega. Se ne fregano vescovi e preti. Muto, il Pontefice che costruisce ponti per gli invasori e li distrugge per gli italiani, anche di fronte ai numerosi stupri commessi dagli invasori. Ai danni di ragazze italiane che, in quanto italiana, non meritano rispetto ne' attenzione. Muto, il Papa, di fronte ai suicidi per disperazione economica. Che aumentano, anche sei media li nascondono,  come nascondono reati commessi dagli invasori. Per la nuova Chiesa esistono persone che hanno solo diritti, gli invasori, ed altre che hanno solo doveri, gli indigeni. Dovere di pagare le tasse per mantenere a far nulla gli invasori. Dovere di versare l'8 per mille alla Chiesa in modo che i preti possano soccorrere gli invasori. Dovere di rinunciare alle cure sanitarie perché l'Italia deve risparmiare i soldi da destinare alle cure degli invasori. Dovere di non far figli perché negli asili i posti sono riservati agli occupanti. Nel silenzio, colpevole più che fastidioso, di tutta la gerarchia della Chiesa. E chi si ostina, da destra, a difendere i comportamenti di Bergoglio illudendosi di una sua componente peronista, dovrebbe rileggersi i discorsi di Peron a difesa degli argentini, del popolo argentino, non di chi arriva e pretende tutto senza offrire nulla. I migranti italiani, dall'America a Marcinelle, non arrivavano in nuovi Paesi pretendendo hotel di lusso, cibo gratis e di proprio gradimento, soldi in regalo per le piccole spese. Andavano per lavorare, non per farsi mantenere.

giovedì 6 agosto 2015

Berlu si compra il centro studi e torna al centro

La vuoi la Ferrari? Papa' te la compra. In questo caso la Ferrari e' un prestigioso Centro studi ed il padre e' Berlu. Che non è certo noto per la grande cultura ma che, nonostante i danni dell'età, un po' di fiuto politico l'ha conservato. Così si è reso conto che il nulla cosmico della produzione politica e culturale dei suoi sempre meno numerosi sodali di Forza Italia avrebbe condotto il partito ad essere una stampella della Lega salviniana. Poteva sperare, Berlu, che i suoi improvvisamente andassero a scuola e imparassero qualcosa? Certo che no. Ed allora, da tipico padre alla Signor G, ha deciso di comprare un Centro studi e di regalarlo al partito. Ci si può chiedere quanto siano felici gli studiosi e gli analisti per essere comprati in un solo pacchetto, manco fossero un paio di kg di orate. Ma riceveranno sicuramente la promessa di conservare l'autonomia culturale e questo basterà. D'altronde chi, in Forza Italia, potrebbe mettere in discussione l'indipendenza culturale di chi sa leggere e scrivere? La Pascale? Però la scelta del centro studi da acquistare dimostra che Berlu sta riportando il partito verso il centro, lasciando il presidio della destra a Salvini e Meloni. Che, sul fronte dei Centri studi e degli studi senza centri, continuano ad arrancare. La Lega aveva tentato, in primavera, una ricognizione sui Centri studi vicini o almeno non ostili. Senza che si arrivasse ad un progetto organico al di la' della riscoperta dell'ondivago Valditara per le iniziative al Sud. Quanto a Fdi e dintorni, si resta fermi in attesa di capire cosa fare delle sostanziose disponibilità della Fondazione An. Il tempo che passa serve solo a smorzare gli entusiasmi iniziali (peraltro entusiasmi contenuti) mentre aumentano dubbi e perplessità. Qualsiasi iniziativa richiede almeno un briciolo di fiducia reciproca. Che è difficile da ricostruire dopo che i vertici di partito e di realtà economiche limitrofe si sono distinti soprattutto per le fregature nei confronti della base. "Camerata, camerata, fregatura assicurata": una realtà, più che una provocazione. Quante centinaia di migliaia di euro non han pagato Linea ed Officina ai giornalisti che scrivevano per le due testate? E quanto non han pagato altri esponenti politici dell'area per le pubblicazioni personali e di corrente?  Per non ricordare la demenza di sindaci ed assessori che, dal Nord al Sud, hanno ignorato le iniziative culturali di area sperando di ingraziarsi gli avversari. Ora si vorrebbe ripartire senza aver saldato i debiti pregressi, non solo economici ma soprattutto umani e politici, chiedendo alla base di fidarsi e di collaborare.

mercoledì 5 agosto 2015

Isotta: criminalità come ammortizzatore sociale

Il musicologo Paolo Isotta, nel suo ultimo libro "La virtù dell'elefante" (finalista all'Acqui Storia), oltre a discettare brillantemente sulla storia della musica e dei protagonisti di ieri e di oggi, avanza un dubbio: non è che in Italia si sia deciso di considerare la criminalità come un ammortizzatore sociale? Un dubbio legittimo, quasi una domanda retorica. Perché, di fronte alle proteste contro i falsi invalidi, contro gli operai forestali di regioni con poche foreste, di fronte alle indecenze crocettiane e dei suoi sodali, i governi hanno preferito puntare sulla criminalità che, per sminuirne l'impatto emotivo, viene definita microcriminalità. Utilizzata come forma di redistribuzione del reddito. Togliendo ai più deboli, a partire dai pensionati, il poco che hanno per regalarlo a nullafacenti liberi di delinquere. Anzi, di micro delinquere. Così gli zingari sono liberi di rubare negli appartamenti delle zone periferiche delle città, laddove non vivono i signori del potere locale, ma i proletari, i sottoproletari, gli anziani indifesi. E gli invasori, insieme agli italiani, sono liberi di spacciar droga in ogni zona. Per evitare di mandarli in galera questo ignobile governo ha pure deciso che, per così poco, non val la pena di affaticarsi con carcerazioni che penalizzerebbero il lavoro di questi onesti spacciatori. Le mafie ringraziano ma, d'altronde, anche le mafie devono provvedere ai loro affiliati. Anche la mafia e' un ammortizzatore sociale in questa Italia. Ed allora lo scippo diventa la normalità, neanche lo si denuncia più. Così le statistiche sui reati migliorano. E si comprende anche come faccia a sopravvivere l'esercito dei giovani che non studiano e non lavorano. La maggior parte grazie ai soldi di mamma, papa' e nonni, la minoranza con i guadagni da micro delinquenza. Un Paese così non ha futuro. Si fanno partire i cervelli e si lascia campo ai piccoli delinquenti. Purché non vadano a dar fastidio nei quartieri dove vivono i signori del potere. Allora la micro delinquenza si trasforma in allarme sociale. Allora piovono le proteste ed i media di servizio insorgono. Gli ammortizzatori sociali diventano assistenzialismo, si invocano pene severe. Ma gli organizzatori della micro delinquenza lo sanno. Così gli zingari non rubano mai nelle case di sindaci e prefetti, gli scippatori cercano le prede sugli autobus dove gli uomini di potere non salgono, gli spacciatori non si ritrovano davanti alle ville del potere. E si può proseguire con crimini che sono piccoli solo per chi non ne è vittima.

martedì 4 agosto 2015

Quando il Corriere scopre che le regole non valgono per gli invasori

Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera, interviene a proposito degli invasori e pone un quesito semplice semplice agli ottusi del buonismo senza limiti purché rivolto solo agli stranieri. Si chiede, Galli della Loggia che non è certo un leghista o un destrista, perché mai i buonisti ottusi non si rendano conto che è proprio il loro atteggiamento a produrre razzismo e xenofobia. Una sacrosanta reazione contro comportamenti inaccettabili. Comportamenti dei buonisti, non degli invasori. Altre domande possono essere aggiunte a quelle del Corriere. Perché mai un pensionato italiano, che ha lavorato e pagato le tasse tutta una vita, deve vedersi ridotta la pensione perché i soldi non ci son più visto che servono per mantenere gli invasori? Perché mai i pensionati italiani più poveri devono frugare nell'immondizia per procurarsi il cibo quando gli invasori buttano nell'immondizia il cibo pagato da tutti noi perché non di loro gradimento? Perché mai tanti italiani non possono permettersi le vacanze neppure allaPensione Mariuccia mentre gli invasori, ospitati a spese nostre in hotel a 3 e 4 stelle, protestano perché manca il wifi o il satellite per la tv? Perché mai le giovani coppie italiane che hanno avuto il coraggio di mettere al mondo un figlio, si vedono scavalcate nelle graduatorie per il nido e l'asilo dalle famiglie degli invasori che non hanno mai pagato un euro di tasse in Italia? Perché mai gli invasori, che rappresentano il10% della popolazione devono avere il 50% di case popolari? Perché agli zingari ed agli invasori si deve procurare un lavoro e agli italiani no? Perché gli invasori sono liberi di urinare e defecare in mezzo alla strada, sul marciapiede o contro un portone mentre i vigili urbani girano la testa, attenti solo ai divieti di sosta degli italiani? Perché si tagliano i servizi sanitari agli italiani per garantirli agli invasori? Perché chi vive vicino ai campi zingari deve respirare i fumi tossici dei roghi per recuperare il rame dai cavi rubati? Perché non si interviene contro la libertà di scippo nel metro, sugli autobus, sui treni? Perché i giornali nascondono le notizie su stupri commessi dagli invasori? Ma le domande sarebbero infinite, senza risposta. Per Galli della Loggia basterebbe far rispettare le regole per ridurre l'odio contro gli invasori. Già. Ma chi spiega ai cialtroni buonisti che le regole devono valere anche per gli invasori?