giovedì 31 ottobre 2013

Torino condanna Istanbul, la Turchia (non) trema

Il casco blu Maurizio Braccialarghe non ha avuto pietà: la Turchia si è comportata male nella gestione della politica interna e, di conseguenza, deve essere punita. Braccialarghe è l'assessore alla Cultura del Comune di Torino e la severa punizione comminata ad Erdogan è l'esclusione di Istanbul come ospite d'onore di Torino per l'intero 2014. La città sul Bosforo se ne farà una ragione e sarà sostituita da Berlino. Poi, se il casco blu deciderà di perdonare il governo di Ankara, Istanbul potrebbe eventualmente essere riammessa l'anno successivo. Perché il grande esperto di Kultura ha chiarito di non voler rinunciare al rapporto con il Paese arabo. Arabo? Neanche per sbaglio, la Turchia non è araba. Ma l'eroico giustiziere culturale non lo sa. O fa confusione. D'altronde è stato prelevato dalla Rai per fare l'assessore di Fassino, mica si può pretendere troppo. Per lui è importante solo la giustizia internazionale. E lui si sente il giustiziere. A Istanbul si son permessi di progettare la distruzione di alberi per far posto ad un centro commerciale? E lui punisce. A Torino si son permessi di progettare la distruzione di alberi per far posto ad un parcheggio sotterraneo (ed inutile)? E lui punisce. I progettisti? No, i residenti che vogliono difendere gli alberi. Mica siamo a Istanbul, noi. Noi gli alberi li possiamo abbattere. Ed i centri commerciali li piazziamo negli edifici storici, abbattendo qua e là e vietando le proteste. Ma questi turchi-arabi non possono pretendere di fare altrettanto. E poi, chissenefrega dei turchi? Gli scambi commerciali possono essere cancellati, tanto siamo tutti ricchi e la crisi è finita. E non vogliamo neppure i loro investimenti, non abbiam bisogno di soldi, noi. Il Comune aumenta i parcheggi a pagamento e siamo a posto. E poi ci sono altri problemi da risolvere. Tipo la presenza del Papa al prossimo Salone del libro. Annunciata, strombazzata, pubblicizzata. Peccato non sia per nulla sicura. Ed allora si cerca di coinvolgere l'Argentina nel Salone del Libro, in modo da far pressioni sul Papa attraverso Buenos Aires. Ma l'Argentina non era quel Paese cattivo e peronista? Ed i peronisti non erano i brutti e sporchi fascisti e nazisti? Sì, certo. Ma ora fanno comodo e diventano belli e democratici. Tanto, se i turchi sono arabi, gli argentini possono anche essere nordamericani, wasp, qualsiasi cosa. Braccialarghe: un mito.

mercoledì 30 ottobre 2013

Supermercati del Pd contro la cultura italiana

La cultura di un popolo, checché ne pensino Boldrini e ministri estranei, è legata alla sua storia. E la storia di un popolo si vede, anche, nelle opere lasciate da chi ci ha preceduto. Sarà forse per questo che la furia iconoclasta di una sinistra ottusa e antipopolare si abbatte su tutto ciò che ricorda il passato, le radici, le tradizioni. Torino dispone di uno splendido motovelodromo, retaggio dell’epoca in cui l’architettura era importante, affidata a gente capace e non a star presuntuose ed arroganti, oltre che immeritatamente strapagate. E allora come pensa di valorizzare il motovelodromo la giunta guidata dal compagno Piero Fassino? Ma sostituendo lo sport con un imperdibile supermercato. Dimentichiamo un passato ricco di valori e creiamo un futuro di acquisti compulsivi. Il mercato unico Dio da adorare. E distruggiamo ciò che potrebbe farci pensare ad altro. Furia iconoclasta contro un’opera che ricorda un’epoca che ripugna a Fassino? Magari c’è anche questo (anche se il motovelodromo è stato realizzato prima dell'era fascista, però da un architetto che ha continuato a creare anche durante gli anni successivi: dunque l'opera è colpevole), ma non solo. Il Palazzo del Lavoro, capolavoro di un altro grande architetto, è stato realizzato per il centenario dell’Unità d’Italia, dunque per il 1961. Giace abbandonato. E come vuol recuperarlo la giunta rossa? Ovviamente con un altro imperdibile supermercato. Che altro si può fare? Quali altri valori deve suscitare un’opera architettonica? Consumi e consumi, per chi se li può permettere. E gli altri si arrangino. Persino ai murazzi, lungo il Po, si vogliono piazzare bancarelle per prodotti destinati ai radical chic con portafoglio gonfio. Vogliamo mica ricordare una Torino sabauda? Cancellare e mercificare. Ma se a Torino si punta sui supermercati per cancellare la memoria, a Marina di Massa si preferisce lasciar decadere l’architettura, in modo che con essa svanisca ogni ricordo. La colonia marina Ettore Motta-Montedison sorge sul lungomare, immensa, con un grande parco, spettacolare ricordo di un’era in cui il governo si occupava dei bambini poveri e offriva loro una vacanza al mare. Ed ora? Abbandonata, con la piscina interrata. Lasciata a disposizione di vandali e imbecilli che la devastano. Eppure potrebbe essere recuperata per ospitalità alberghiera, per ristoranti, per Spa. Per quel che si vuole. Si attraversa la stradina e si è in mare. Ma l’Italia del turismo promesso e mai realizzato ignora, preferisce ignorare. Per cancellare il passato. Così come fa la Fiat con la sua meravigliosa colonia a poche centinaia di metri. Ormai ex Fiat, e dunque recuperata e rimessa a disposizione di centinaia e centinaia di bambini. Dunque funziona e, ovviamente, Fiat diserta le celebrazioni per gli 80 anni della torre. Vogliamo mica ricordare agli italiani che in certi anni la Fiat era obbligata ad occuparsi dei propri lavoratori e dei loro figli? E altri gruppi, privati, hanno recuperato la colonia Torino 28 ottobre, per farne un frequentato Ostello. Ma i Comuni no. I Comuni preferiscono che tutto cada in rovina, cancellando la memoria, cancellando la storia e la cultura di un popolo. L’unica cultura ammessa è quella del consumo, del mercato, del supermercato.

martedì 29 ottobre 2013

Da Trento all'Italia intera: il centrodestra crolla con questi dirigenti

Spazzato via dalla Valle d'Aosta. Ma sembrava una curiosità legata ad un territorio particolare. Ed ora spazzato via dal Tirolo del Sud (Alto Adige?), ma le condizioni sono sempre particolari. E spazzato via dal Trentino. Il centrodestra, nel suo complesso, non si limita a perdere, ma viene spazzato via, eliminato, cancellato. Ad Aosta neppure un consigliere regionale. Nel Nord Est percentuali da prefisso telefonico e, soprattutto, un'immagine annientata. Nessuna capacità di far politica, di comprendere le esigenze delle popolazioni, i problemi veri. In Sud Tirolo gli italiani sono una minoranza, ma con una differenza minima rispetto alla popolazione di lingua tedesca. Risultato del voto? I partiti italiani, nel loro complesso, ridotti al 25%. Ed il centrodestra annientato. Gli italiani di centrodestra hanno preferito votare per i partiti di area di lingua tedesca, perché non si fidano di quelli italiani, privi di ogni credibilità. Ed in Trentino è andata pure peggio. La "scomparsa" di Dellai, padrone storico della Provincia ed ora assurto ad incarichi nazionali nella rissosissima Scelta Civica, aveva fatto illudere molti sulla possibilità di un cambiamento nella gestione politica del Trentino. Invece niente. Il centrosinistra, ma trascinato da un partito locale come il Patt, ha stravinto, con quasi il 60% dei consensi. E tra gli avversari il primo schieramento è diventato quello delle liste civiche, poco sotto il 20%. I partiti storici del centrodestra, anche in questo caso, sono stati massacrati. Incapaci di aggregarsi, di fare squadra, di fare sistema. Forza Italia in versione trentina è stata un fallimento. Fratelli d'Italia non pervenuti (meno del 2%), Samorì scomparso. A sorpresa ha tenuto la Lega Nord. E questo dovrebbe far riflettere, così come il risultato delle civiche. In Consiglio entrano, per la Lega, personaggi come Fugatti o Civettini. Gente che ha lavorato sul territorio e che è stata premiata. Così come è stato premiato Borga, delle civiche, che non si è mai nascosto, non si è mai negato. E il Patt, nel centrosinistra, ha fatto le stesse scelte. Ma gli elettori del centrodestra che scelte reali avevano? Votare per i pochi candidati credibili oppure restare a casa. E in buona parte sono rimasti a casa, con un calo del 10% dei votanti, un record negativo. D'altronde perché votare per chi non ha credibilità? Per chi preferisce tutelare il proprio ego, il personalismo assoluto, invece di puntare ad accordi ed alleanze? E logicamente sono rimasti ad assistere all'inevitabile vittoria del centrosinistra. Tutelati da movimenti locali in Valle d'Aosta ed a Bolzano, rassegnati a Trento. E nel resto d'Italia? Non andrà diversamente. Non avrebbe alcun senso. Le segreterie dei partiti sono convinti che, nel disastro del popolo italiano, gli elettori siano affascinati dagli sponsor di Renzi o dai problemi giudiziari di Berlu. Che si rechino in massa alle urne per votare chi li massacrerà nel nome dell'Europa e dei mercati. Non è così. Aostra, Trento, Bolzano hanno spiegato, al centrodestra, che è finita la festa di un voto acritico ai soliti personaggi inutili e perdenti. Il segnale è chiaro: o cambiate subito o subito andate a casa e ci restate.

lunedì 28 ottobre 2013

Renzi scarica i traditori del Pdl?

Renzi non vuole più fare accordi con il Pdl. Ma quale Pdl? Quello che diventerà Forza Italia o la componente di Alfano che si trasformerà nella nuova Balena Grigia democristiana? Il rischio, per gli Alfano ed i Quagliariello di turno, è che Renzi sia sincero. E dopo averli usati per spaccare il partito di Berlu, li scarichi miseramente nella pattumiera non della Storia ma della semplice cronaca. La vicenda di Fini, osannato e difeso pure per lo scandalo di Montecarlo, e poi gettato via quando non serviva più al Pd, dovrebbe far riflettere. Ma per riflettere occorrerebbe disporre di un cervello pensante. Non è il caso. D'altronde, su La Stampa di ieri, un'intelligente analisi di un professore della Luiss sottolineava come Forza Italia e Pdl siano soprattutto contenitori di voti personali di Berlu. Quanti? Almeno 5-6 milioni, secondo il docente. Probabilmente molti di più, perché diventa difficile da immaginare una folla di qualche milione di persone al seguito di De Girolamo, Sacconi e altre anime belle. Certo, la componente di Cl ha ancora un peso non indifferente. Ma non è per nulla scontato che si voglia suicidare politicamente affidandosi a personaggi con notevoli problemi di ogni sorta. Ma esiste un altro fronte che potrebbe essere penalizzato dal ritorno di Forza Italia e, magari, dal lancio come candidato premier di Marina Berlusconi. E' il fronte della destra, che sta recuperando poche intenzioni di voto grazie allo sfascio del Pdl. Ma che potrebbe perdere tutto ciò che sta conquistando, nel momento in cui Berlu si scatenasse con una chiamata alle armi metaforica ma comunque "forte". Cosa potrebbe opporre una destra ricompattata nel nome dell'ex ministro montiano Terzi? Già, proprio il disastroso ministro degli Esteri che ora viaggia stabilmente con i leader dei Fratelli d'Italia. Grande immagine, grande personaggio. Grande fuga di voti assicurata. Carisma? Zero. Solite facce di antichi colonnelli, incapaci di mettersi da parte per far crescere una nuova generazione, capace e credibile. Una generazione che esiste, ma che non trova spazi. E anche l'allargamento a Storace ed a tutta la galassia di microformazione appare come un banale tentativo di creare un cartello elettorale in grado di superare lo sbarramento del 4% alle Europee. Un po' poco per contrastare un movimento come Forza Italia sostenuto, eventualmente, da molti soldi e da qualche faccia nuova. I 5-6 milioni di voti "personali" di Berlu avrebbero anche una funzione di traino per altri elettori. La faccia di Terzi avrebbe la funzione di allontanare i voti dalle destre per spedirli nell'astensione o nelle braccia di Forza Italia. E se la destre "rassemblate" fallissero anche la prova delle Europee, troverebbero crescenti difficoltà nel ritagliarsi un ruolo a livello nazionale. Obbligando l'Italia a sorbirsi l'arroganza e la presunzione del vuoto pneumatico di Renzi e, soprattutto, obbligando l'Italia a pagare per accontentare gli sponsor del sindaco di Firenze che finge di essere Gianburrasca ed è solo il portavoce di un sempre più vasto fronte di affaristi, speculatori, imprenditori pronti a governare qualche Regione per farsi gli affari propri.

venerdì 25 ottobre 2013

Destre in silenzio, disinformatia sinistra

Mentre le destre si dividono, si aggregano, si scontrano sognando di superare lo sbarramento del 4% alle elezioni europee, per mandare qualcuno ad incassare una cospicua prebenda, dal fronte opposto partono bordate contro tutto ciò che può sembrare politicamente scorretto. O anche, semplicemente, contro tutto ciò che non controllano. Ovviamente fanno benissimo, dal loro punto di vista. Perché, con la mistificazione e disinformazione, spazzano via preventivamente ogni eventuale ostacolo per una loro vittoria totale e definitiva. Questo spiega la ferocia, e le menzogne, utilizzate per attaccare un premio storico-letterario come l'Acqui Storia. Reo di essere libero ed indipendente. Si è arrivati ad un intervento in Senato, con un ex assessore regionale piemontese (non particolarmente rimpianto per le sue attività) che ha lamentato l'assenza di riferimento alla divisione Acqui nel corso della consegna dei premi a storici e personaggi della cultura italiana. Eppure, se il senatore si fosse degnato di guardare i filmati della manifestazione, avrebbe scoperto che un reduce della divisione era salito sul palco per ricevere un premio dalle autorità che l'avrebbero ignorato. Mentre l'Unità spiegava che se il premio porta quel nome, significa che i libri premiati devono occuparsi solo di quel tema e secondo i dettami della verità rivelata (dall'Unità, ovviamente). Così il premio Strega dovrà esaltare l'omonimo liquore ed il premio Campiello non potrà neppure sognarsi di premiare un libro che abbia il cattivo gusto di occuparsi di calli veneziani o di argomenti ancor più lontani. La malafede è evidente. Ma non è certo una novità. E non sconforta più di tanto: gli eredi della disinformatia sovietica hanno rinnegato Putin ma non certo i metodi del Kgb. Ciò che sconforta, invece, è il silenzio totale di quei politici che, in teoria, dovrebbero essere impegnati a difendere la libertà di pensiero. Quei politici che saranno spazzati via dalle verità rivelate propinate da stalinisti dell'ultima ora. Quei politici che preferiscono occuparsi delle poltrone di Bruxelles, non capendo che gli attacchi contro le iniziative intellettuali (così fastidiose per chi ha paura di dover studiare qualcosa) sono solo un aspetto dell'offensiva contro chi non si allinea. A Roma si favorisce un'occupazione a pochi metri da Casa Pound affinché scoppino incidenti che giustifichino lo sgombero di Cpi. In Grecia si tolgono i finanziamenti ad un partito regolarmente in Parlamento come Alba Dorata. In Francia si attacca in ogni modo il Front National per evitare un successo elettorale clamoroso. In Italia si comincia da un premio letterario. Ma si proseguirà. E dalle scelte che la Fondazione di Alleanza Nazionale farà a proposito dell'utilizzo di 1 milione di euro per progetti politici, si capirà se le nuove formazioni a destra punteranno sulla capacità di fare una controinformazione efficiente o continueranno a spartirsi i soldi attraverso progetti inutili presentati da amici e parenti

Ugl: 400 euro di salario. Ce lo chiede la mafia

Vivere con meno di 500 euro al mese, a Milano. Missione impossibile? Impresa riservata ai pensionati? Macché. L'Italia dell'austerità e dell'obbedienza ai mercati ed all'Europa è riuscita nel miracolo. Oddio, forse c'è anche una sorta di obbedienza nei confronti delle mafie salite al Nord grazie alla geniale invenzione delle gare al massimo ribasso. In ogni caso - come denunciato dall'Ugl - che si tratti di imprese di pulizia o di call center, sta aumentando la popolazione costretta a sopravvivere con 400-500 euro al mese. Sopravvivere, non vivere. Perché una cifra così indecente non consente nulla di più di una sopravvivenza sempre al limite, sempre più disperata. Prendere o lasciare, e se si lascia ci sono gli schiavi fatti arrivare in massa dall'Africa per offrire alle mafie la manodopera a basso costo e totalmente irregolare. Ma i cialtroni del politicamente corretto - quelli che vogliono sbarchi liberi e pure la raccolta degli aspiranti migranti con aerei e navi a spese nostre - fingono di non sapere, di non capire. Idioti o al servizio delle mafie? Intanto i poveri cristi italiani devono accettare lo sfruttamento più indegno. Precari a vita, senza prospettive se non quella di passare dalla povertà all'accattonaggio. Ma la logica mafiosa del massimo ribasso si estende a tutti i settori. E porta a riduzioni di salario anche tra le fasce un tempo benestanti. Dall'edilizia alla sanità. Vuoi lavorare come azienda? Allora devi competere con chi offre servizi a prezzo più basso. E come fa ad abbassare i prezzi? Perché deve solo riciclare il denaro sporco e, dunque, non ha problemi di bilancio. Il denaro affluisce e viene ripulito. I dipendenti non vengono messi in regola o, nella migliore delle ipotesi, hanno un contratto ma ricevono meno di quanto indicato in busta paga. E le aziende oneste, per provare a sopravvivere, tagliano gli stipendi e riducono gli occupati. In entrambi i casi la qualità del servizio crolla, nell'indifferenza generale. Ce lo chiede l'Europa? Forse ce lo chiede la mafia. Ma forse è la stessa cosa.

giovedì 24 ottobre 2013

Il carciofo Berlu, la Balena grigia e la carenza di materia grigia

Una foglia dopo l'altra. Berlu si è ormai trasformato in un carciofo ed i suoi nemici lo sfogliano, progressivamente, sino a farlo sparire del tutto. Con una evidente accelerazione, tra l'altro. Lo si è visto oggi, con un attacco concentrico di tutti i principali quotidiani, quelli ufficialmente schierati e quelli che fingono di essere super partes. Il rinvio a giudizio per la presunta corruzione di un parlamentare è semplicemente assurdo. Che differenza c'è tra l'offerta di denaro e la promessa di una poltrona da ministro o da sottosegretario? Ma ormai l'assalto finale è scattato. E va bene tutto. D'altronde, grazie ai suoi brillanti consiglieri, Berlu ha rinunciato a lottare. Trasformandosi in un personaggio patetico, a spasso con Dudu, manca solo la panchina e la partita a bocce. La Cara Salma ha superato ogni limite, non può neppure essere criticato, vietate le battute. Tutti credono a quello che afferma Daniela Santanché, ma l'unico a ribadire le considerazioni è Grillo. Sommerso dall'indignazione a comando, con la Cara Salma che vieta ogni critica alle istituzioni, composte da lui e ancora e sempre lui. E la squadra di Berlu che fa? Si spacca, tra chi cerca già nuovi alleati per creare la nuova Balena Grigia democristiana e chi non sa dove andare, nella consapevolezza che senza Berlu i voti non ci sono. Ma è evidente che i lealisti alla Fitto non sono in grado di fronteggiare le offensive di un fronte che si allarga sempre di più. Anche perché Berlu non può neppure contare sul sostegno di un Tg5 alfanizzato e diventato il Tg di riferimento della Balena Grigia, con attacchi feroci contro chiunque si collochi a destra o non sia politicamente corretto. La Balena naviga, spacca Scelta Civica, spacca il Pdl ed è pronta a spaccare il Pd. O, nel caso non ci riuscisse, è pronta ad alleanze con il Pd affidato a Renzi. A quel punto il progetto degli speculatori, dei mercati, della Germania sarebbe riuscito alla perfezione: l'Italia distrutta e alla mercé di tutti. Non più un concorrente, ma un Paese di servizio. E Berlu? Confinato sulle panchine o spedito in Russia. A rimuginare sulle scelte assurde che l'hanno portato a circondarsi di idioti, traditori, incapaci. I disastri del think tank Vedrò sono evidenti. Ma le qualità dei ministri del Pdl scelti tra le fila di Vedrò erano evidenti anche prima. Eppure Berlu, dopo il grande recupero elettorale, ha indicato proprio quei nomi. Ma non è solo la Balena Grigia a spaccare gli schieramenti. Perché la mancanza di materia grigia fa danni anche a destra. Fratelli d'Italia allargati contro una rinnovata Alleanza Nazionale che aggrega di tutto e di più. Le elezioni europee fanno paura, con lo sbarramento al 4%. Ma non è una buona ragione per imbarcare Aledanno e, soprattutto, per farlo uscire dalla sua Roma. Ha fatto danni in città? Ed ora, con le prime esternazioni, fa danni anche in Trentino. In attesa dei danni dell'ex ministro degli esteri, il genio della vicenda dei marò. L'ideale per conquistare il 4% e trasformarsi in un punto di riferimento credibile. Affidandosi, per di più, ai media controllati dagli avversari, poiché in 20 anni di governo con Berlu la destra non è mai stata in grado di crearsi una rete informativa adeguata. E non è certo colpa degli altri.

mercoledì 23 ottobre 2013

De Girolamo, il volto del disastro italiano

C'erano una volta le Tribune politiche dove i rappresentanti dei partiti sconfitti alle elezioni si esibivano in mirabolanti arrampicate sugli specchi. "E' vero che il mio partito ha dimezzato i voti, ma se raffrontiamo il dato nazionale odierno con la percentuale ottenuta nel '52 nel mercato rionale di Vattelapesca, registriamo un confortante progresso dello 0,1%". Ecco, la performance del ministro, in quota Vedrò, De Girolamo è stato di questo tipo. La miracolata del think tank lettiano si presenta in tv a parlare della indegna stangata messa in atto dal suo governo Alfetta, dal consiglio dei ministri scelti da Vedrò di cui lei dovrebbe essere parte integrante. Ma chiarisce subito che lei non sa nulla. Le mostrano le analisi di esperti, di centri studi di varia appartenenza ideologica, di industriali, artigiani, sindacati. Tutti concordi nel giudizio negativo. E lei, la miracolata? Boh, il ministro dell'economia mi ha detto che va tutto bene ed io mi fido. Un'idea, personale, se la sarà fatta? Improbabile. "Noi del Pdl siamo contro l'Imu sulla prima casa". E le spiegano che il governo Alfetta ha cambiato nome alla tassa ma la farà pagare. E vabbuò. Si è fatto quel che si è potuto. Pare la cugina di Schettino. Poi, però, prova a dire che se ci sono stati errori nella manovra, si va in Parlamento e la si cambia. Insomma, i ministri di Vedrò hanno giocato. Erano su scherzi a parte. O forse su scherzi a parte hanno messo gli italiani per vedere l'effetto che fa. E poi - aggiunge la miracolata - mica è colpa sua e della sua generazione se l'Italia è in crisi. Ripete, il ministro, le stesse banalità che il giorno prima aveva pronunciato una ragazza reduce dalla protesta a Roma. Lei, la giovane vera, aveva spiegato che bisogna colpire i pensionati per dare più soldi ai giovani. Il migliore esempio del lavoro compiuto prima dal grigiocrate Monti e poi da Alfetta per dis integrare questo Paese. Bianchi contro neri, giovani contro anziani, ricchi magistrati contro poveri pensionati. Magari la ragazzina era orfana e, dunque, merita comprensione e scuse. Ma in caso contrario, i vecchi a cui vuol ridurre la pensione sono quei nonni che - se mamma e papà lavoravano - andavano a recuperarla all'asilo ed a scuola. Quei nonni che dai soldi della pensione fanno uscire il regalino per la nipote a Natale ed al compleanno. Quei nonni che, sempre più spesso, rinunciano a parte della pensione per aiutare mamma e papà a far la spesa, a pagare il mutuo. O rinunciano ad andare al cinema perché i soldi servono alla nipote per la benzina, per le sigarette, per l'aperitivo. Ma lei, la ragazzina reduce dalla piazza, vuole impoverirli ulteriormente. Che crepino, ora che non servono più. Per la gioia di Vedrò e di Bilderberg, l'Italia del futuro sarà rappresentata da De Girolamo e dalla ragazzina egoista.

martedì 22 ottobre 2013

Esaltano la povertà per avere gli schiavi

..."Ricominciamo da quando eravamo più poveri..". Già lo cantavano i Pooh, ma in precedenza anche Gino Paoli, e non solo. Il ricordo di un'Italia povera ma bella, povera ma con voglia di lottare, povera ma qualunque cosa, riaffiora sui giornali, in tv, nei discorsi da bar. Se siamo stati poveri, e siam diventati benestanti, possiam ben tornare ad essere poveri e ricchi solo di buone intenzioni. Così facciam contenti i mercati e pure l'Europa. Peccato che non sia proprio così. L'Italia è uscita dalla guerra stremata, con povertà vera, ma con una dotazione di macchinari industriali d'avanguardia (quelli non distrutti dai bombardamenti dei generosi Alleati). E con una struttura economica che aveva ancora una forte base agricola. Si è ripartiti con sacrifici, con coraggio, ma grazie anche ad una situazione internazionale che favoriva crescita e speranza nel futuro. Oggi non è così. Se oggi contraiamo i consumi, perché ce lo chiede l'Europa e perché il governo Alfetta emanazione di Vedrò ci massacra con le tasse, distruggiamo tutta un'economia basata proprio su questi consumi. La stragrande maggioranza delle imprese italiane vive di mercato domestico. Se eliminiamo il mercato domestico creiamo milioni di disoccupati. Senza speranza di trovare nuovi lavori. L'agricoltura impiega sempre meno persone, il turismo è in difficoltà, i servizi non sanno più chi servire. Di conseguenza l'industria deve ridurre la produzione perché l'estero non assorbe tutto. E, soprattutto, all'estero non riescono ad andare le Pmi. Anche per errori loro, indubbiamente, ma le conseguenze ricadono su tutti. Ed ora la banda di Vedrò ha messo sotto attacco la casa. Per garantire agli amici degli amici mega speculazioni sulle abitazioni che dovranno essere svendute da chi non riuscirà a pagare tutti i balzelli. Quando in trasmissioni come Piazza Pulita si invitano giovanotti arroganti che spiegano come in altri Paesi lo Stato spenda di più per le politiche della casa, ignorando che in Italia l'80% delle abitazioni sono di proprietà delle famiglie e dunque il problema sarebbe quello di ridurre le tasse e di acquistare, dai palazzinari, gli alloggi vuoti per metterli sul mercato a prezzi adeguati alle fasce più deboli, è evidente che si vuol solo fare disinformazione. Sperando di scatenare guerre tra poveri, distraendo i disperati dall'attacco ai veri responsabili del disastro. Loro, i signori di Vedrò, vogliono un'Italia di poveri da sfruttare, in concorrenza con milioni di immigrati da far arrivare. E senza speranze per il futuro. Bisogna ritornare poveri per rimanere poveri.

lunedì 21 ottobre 2013

Cardini: La Storia è revisionista o non è Storia

"La storia o è revisione continua o non è storia". Franco Cardini, il più grande medievista italiano, non lascia dubbi sul suo pensiero relativo alla legge che questa maggioranza di analfabeti vuole introdurre per negare la libertà di pensiero. E si è visto in occasione delle consegne del Premio Acqui Storia cosa intendano, i politicamente corretti, per analisi storica e verità. Con tanto di denuncia - anche per ricostituzione del Partito Fascista - non solo nei confronti di chi scrive libri che pongono dei dubbi su alcune ricostruzioni, ma pure nei confronti delle giurie che hanno votato per questi libri. E visto che i politicamente corretti sono anche lettori scarsamente attenti, tra i denunciati figurano pure i giurati che hanno votato per un altro libro, dedicato a Verlaine e Rimbaud. Ma forse, in questo odio per tutto ciò che non è stato approvato ufficialmente, il denunciante avrà pensato che i due poeti francesi siano dei facho, seguaci di Marine Le Pen. Ma, a livello di menzogna e falsificazione, si sta andando decisamente oltre. La Stampa attacca pesantemente l'organizzazione del premio (forse perché il vincitore di una delle sezioni, quello più contestato, è un giornalista del Corriere della Sera), inventandosi anche un "me ne frego" lanciato pubblicamente dal responsabile dell'Acqui Storia. Curioso che, a sentire la pubblica dichiarazione, sia stato solo il gornalista che non era presente, e non le mille persone che affollavano il teatro. E neppure le telecamere. Ma si va oltre. Perché l'Anpi della provincia di Alessandria ordina di premiare solo i libri in cui sia ricordata la Divisione Acqui, a cui è dedicato il nome del Premio. Come se al Premio Strega potessero partecipare solo i libri in cui si parla di bevande alcoliche ed al Campiello i libri su Venezia. Non importa la qualità dei volumi, basta che siano politicamente corretti. Un delirio senza fine. Eppure il direttore della Stampa non era parso molto schifato quando era andato ad Acqui a ritirare il premio assegnatogli dai feroci revisionisti. Ma questo, ovviamente, non viene ricordato. Così come, nel delirio collettivo e senza fondo, si ignorano completamente i nefasti effetti della lotta contro il revisionismo storico. Perché i custodi della verità rivelata non sono soltanto i politici di oggi. Sono occorsi duemila anni per iniziare a raccontare una verità diversa su Nerone. E gli antirevisionisti hanno bloccato, per decenni, la scoperta del funzionamento della lingua dei Maya. Non per motivi ideologici, ma perché lo studioso americano che aveva sbagliato tutto non tollerava che dei giovani (per di più russi) fossero arrivati dove lui non era arrivato. E lo stesso vale per gli scienziati. Senza revisionismo saremmo ancora all'idea della Terra come centro, immobile, dell'Universo. Il revisionismo è la base della cultura, storica come pure scientifica ed anche linguistica. Ma i custodi della verità sopravvivono solo se non vengono smascherate le loro menzogne.

venerdì 18 ottobre 2013

Chi sostiene il governo Alfetta? Solo il think tank "Vedrò"

Il governo Alfetta, sostenuto da Pdl, Pd, Scelta Civica e gruppuscoli a densità variabile, vara una manovra oggettivamente ridicola. Dove l'unica stabilità garantita è quella di una crisi lunga e stabile. Bene, anzi male. Così male che nel Pdl, nel Pd e pure in Scelta Civica scoppiano risse furibonde proprio riguardo alla stupidità assoluta della manovra. Sorge dunque spontanea la domanda: ma questo, che governo è? Da chi è sostenuto? A chi fa riferimento? Fassina mincaccia di andarsene, il Pdl sembra sempre sul punto di spaccarsi tra lealisti e ministeriali infami, il grigiocrate Monti sbatte la porta (tanto è senatore a vita, che gli frega?). Il blocco a sostegno del pessimo Alfetta, dunque, pare composto solo dalla banda di Vedrò, il sedicente centro studi che raggruppa trasversalmente buona parte dei membri del governo, imprenditori, finanzieri, poteri forti vari. Il Bilderberg dei poveri, anche se i componenti manco sanno cosa sia, la povertà. E forse l'uscita di Monti da Scelta Civica è solo la conseguenza di una manovra massacrante nei confronti degli italiani, ma non così distruttiva come piacerebbe alla speculazione internazionale. Vedrò, invece, riesce a produrre questa manovra da incompetenti. Una presa in giro nei confronti dei lavoratori più poveri, che incasseranno un'elemosina per poi pagare di più per le nuove tasse su casa, rifiuti e servizi. Oltre a pagare di più pure per l'Iva. Questo vale solo per i più deboli dal punto di vista delle retribuzioni. Perché gli altri, quelli dell'odiato ceto medio, non avranno neppure l'elemosina, ma solo gli aumenti delle tasse. E le pensioni? Una manovra semplicemente schifosa. Che considera "ricchi" tutti coloro che incassano più di 2mila euro dopo una vita di contributi pagati. E, dunque, devono essere drasticamente impoveriti. Sarebbero anche quelli che danno da lavorare alle agenzie di viaggio fuori dall'alta stagione, che acquistano prodotti made in Italy invece di accontentarsi delle magliette cinesi. Niente da fare. Distruggiamo made in Italy e turismo. In compenso evitiamo di penalizzare le pensioni d'oro, perché sono quelle che ricevono i magistrati che, con grande sportività, hanno bocciato come incostituzionale ogni prelievo sui loro emolumenti. Loro sì che sanno cos'è la solidarietà nei confronti dell'Italia. Sono così solidali che, se ben pagati, potrebbero anche entrare a far parte di Vedrò. Per portare a termine la distruzione dell'Italia

giovedì 17 ottobre 2013

La destra italiana rinnega sempre per non vincere mai

Il povero Pagnoncelli, sondaggista di riferimento di casa Floris (quello che, tanto per ricordare, non si era accorto del crollo di Bersani), ha ammesso sconsolato a Ballarò che gli italiani non vogliono l'abrogazione del reato di clandestinità. Eppure - ha aggiunto il prode sondaggista politicamente corretto - prima di porre la domanda avevamo ben ricordato la tragedia di Lampedusa. Esempio fulgido di sondaggio non indotto. Eppure, nonostante i condizionamenti un tantinello faziosi, gli italiani non hanno abboccato. Peccato. Bisogna mettere in campo altre strategie. Appogiandosi al Tg5, ad esempio. Che è ormai perfettamente Alfanizzato, schierato con il politicamente corretto e nemico senza remore di ogni idea considerata di destra. Dal boia nazista al povero eroico migrante, dai beceri cori di razzismo territoriale allo stadio sino alla difesa di Balotelli che aggredisce un cameramen dopo aver chiarito di non essere un testimonial contro la camorra. E in mezzo qualche bell'attacco contro Marine Le Pen e Alba Dorata. Al confronto quelli del Tg3 sono dei dilettanti. Ma gli ex alleati che fanno? Nulla, ovviamente. Si preparano probabilmente ad una nuova alleanza elettorale con il compito di portatori di borraccia. Anzi, tanto per dimostrarsi ossequienti e allineati, a Torino i fardelli d'Italia mettono sotto accusa uno dei loro consiglieri comunali, reo di saper leggere e scrivere. Cos'ha fatto di così terribile? Ha riportato un documento con cui gli Alleati (non del Pdl, ma forse i vertici subalpini di FdI non se ne sono accorti) minacciavano rappresaglie nella misura di 50 fucilati per un loro morto. Rispetto al 10 a 1 dei tedeschi. Nessuno ha contestato la veridicità del documento, ma si è semplicemente chiarito che non bisogna divulgarlo. Negazione della Storia per evitare di essere accusati di negazionismo. Oddio, quando in Italia si parla con politici di Fdi dei vertici torinesi, nella migliore delle ipotesi si vedono gli interlocutori alzare gli occhi al cielo. Ma il segnale è comunque inquietante. Eppure, a pochi km di distanza, Madame Le Pen conquista spazi ed elettori. Cambiando il partito, indubbiamente (e non in meglio), ma senza mai sognarsi di rinnegare qualche posizione di Jean Marie, il padre. Così come il patriarca si guarda bene dal dissentire pubblicamente sulle scelte della figlia. Marciano insieme, senza rinnegare, e vincono. Da loro, in Francia. In Italia, come diceva Moretti, con questa classe dirigente la destra non vincerà mai.

mercoledì 16 ottobre 2013

Agli italiani cibo scaduto, ai clandestini menu personalizzati

L'80% delle famiglie torinesi consuma abitualmente il cibo anche dopo la data di scadenza. I dati sono della Camera di Commercio subalpina, ma non sono diversi da quelli di altre realtà italiane. Non si butta via niente perché non c'è più la possibilità di risparmiare. E mentre il governo Alfetta taglia i fondi per le pensioni degli italiani, e utilizza i soldi per gli immigrati (a cui dovrà essere data una pensione, secondo i voleri del ministro 1-2-x), a Torino la spesa delle famiglie per la salute è pari al 3% della spesa complessiva. Poco più della metà rispetto alla percentuale milanese. Crollano i consumi considerati non indispensabili, a partire dall'auto, dagli elettrodomestici, dai prodotti hitech. E si dimezza quasi la percentuale di famiglie che consuma un pasto fuori casa: notte fonda per ristoranti e pure per le pizzerie. Chi ancora si permette una cena al ristorante, riduce comunque la spesa. E la cultura? Manco a parlarne. Soldi per concedersi una serata a teatro non ci sono, al cinema neppure. La cura della persona precipita a livelli minimi, la spesa per l'abbigliamento non è più prevista. Le vacanze? Quelle lunghe sono ormai un tabù, quelle mordi e fuggi sopravvivono purché si riesca a spender poco. Un quadro desolante, anche se certamente non rappresenta una sorpresa. Le vecchine italiane costrette a cercare il cibo nei bidoni dell'immondizia si moltiplicano, mentre gli ospiti del ministro 1-2-x per la dis integrazione pretendono menu ad hoc, tv al plasma e una cifra da spendere quotidianamente per i propri svaghi. Ma un conto è vedere un esercito di disperati italiani far la coda davanti alle mense della carità, un altro conto è scoprire, dai dati ufficiali, che l'80% delle famiglie non tutela più la propria salute e si rassegna a mangiare cibo scaduto. Questa è la realtà del made in Italy, questa è l'Italia che esporta lo "stile di vita". Bugiardi, ipocriti, criminali. Un governo di cialtroni che si apprestano a massacrare ulteriormente un popolo allo stremo con le nuove tasse in arrivo. Hanno preteso la raccolta differenziata perché permetteva di risparmiare? Ed ora aumentano le tariffe per la raccolta rifiuti. Ma c'è, in tutto questo, un briciolo di giustizia. Piccolo piccolo, insignificante. Ma c'è. A crollare sono anche gli acquisti di prodotti equosolidali. Perché la gauche caviar, la sinistra radical chic, mangiava gamberoni e imponeva al suo popolo di comprare pessimi prodotti per aiutare i Paesi africani o di chissà dove. Ora la gauche caviar prosegue con i gamberoni e lo champagne, ma il suo popolo non ha più soldi da dare al commercio equosolidale. La farsa è finita, non solo la festa.

martedì 15 ottobre 2013

Aboliamo i pensionati! La ricetta del Pd

Il governo Alfetta toglie miliardi di euro (miliardi, non milioni) alla già disastrata sanità italiana e spende i soldi per far arrivare, con ogni comodità, decine di migliaia di clandestini che dovranno essere mantenuti a spese della collettività italiana. L'idea che il Pd (sostenuto dal Pdl) ha del denaro altrui è perlomeno curiosa. A Quinta Colonna una incazzosa e arrogante parlamentare del Pd risponde ad una pensionata che lamenta il taglio della pensione di reversibilità al 40% della somma originale. E cosa risponde la rappresentante del popolo. Che è un'ingiustizia. Il taglio alla pensione? No, è un'ingiustizia che venga pagata. Perché, spiega l'illustre incazzosa, chi versa 35-40 anni di contributi, ha già goduto a sufficienza di quel che ha versato. Anche se crepa prima di andare in pensione? Anche se crepa un mese dopo lasciando moglie e figli senza reddito? Mah. D'altronde l'incazzosa non ha fatto una piega di fronte alla vicenda di una signora, con 5 figli, sfrattata e che ha perso il lavoro. Il marito è morto nei giorni scorsi, perché non ce la faceva più. Suicida? No, morto di crepacuore, così non entra nelle statistiche dei morti per disperazione. Ma l'incazzosa mica si commuove. Giusto, la vedova è italiana, mica una straniera da aiutare. E per di più la donna, italiana, ruba il lavoro ad un'immigrata perché, per sopravvivere, va a fare le pulizie in una famiglia. Cioé fa uno di quei lavori che, secondo le anime belle del Pd, gli italiani rifiutano. Ma non sono soltanto i parlamentari ad avere una strana concezione del denaro altrui. Pisapia, a Milano, mette all'asta il diurno Cobianchi, sotterranei di piazza Duomo. Cessi e barbiere, ristorazione in un posto che non ha proprio una grande visuale verso l'esterno. Mille metri alla modica cifra di 800mila euro all'anno di affitto, per 18 anni. I pratica dovrebbe garantire un utile (non un incasso) minimo di duemila euro al giorno per garantire solo la copertura dell'affitto. Curiosamente le aste sono finora andate deserte. Altra città, altro sindaco di sinistra, altro modo di far cassa. A Torino in uno dei corsi per entrare in città, e per attraversarla, si vuol mettere l'ennesimo multavelox. Così si incassano montagne di soldi. Ma per avere l'autorizzazione si deve restringere la carreggiata da due ad una sola corsia di marcia. Provocando colossali ingorghi, ovviamente. Ma la benzina delle auto in colonna la pagano gli automobilisti mentre le multe le incassa il Comune. E l'inquinamento? E il tempo perso che si trasforma in inefficienza della logistica, in ritardi, in sprechi economici? Non contano nulla. Tanti, maledetti e subito. La logica di quelli che il governatore del Piemonte, Roberto Cota, definisce come i "salotti radical chic". Peccato che siano frequentati da qualche suo assessore. Peccato che Cota non abbia mai costruito un centro di confronto alternativo ai salotti radical chic ed in grado di influenzare la società subalpina.

lunedì 14 ottobre 2013

Basta un click contro il sistema Alfetta

Che fare? Se lo chiedeva Lenin e se lo chiedono, quotidianamente, i tanti che non sopportano più questo stato di cose e questo Stato in particolare. Che fare? Se si guarda Lucignolo, sui canali Mediaset, e si crede che quella descritta sia la vera Italia, c'è solo una cosa da fare: andarsene il più lontano possibile, distruggere il passaporto e inventarsi un'identità kazaka, peruviana, congolese (così ti fanno ministro a prescindere), francese. Oppure si pensa che le tv Mediaset alfanizzate siano ulteriormente peggiorate sotto l'aspetto della qualità. E dopo aver cancellato le reti Rai dal telecomando - onde evitare il profluvio di comparsate renziane e di servilismo nei confronti della Cara Salma - si provvede ad eliminare anche tutti i canali Mediaset che fanno dis informazione. Non è un gesto di mera frustrazione, ma una precisa scelta con risultati concreti. Perché la Rai vive anche attraverso la rapina del canone, ma non solo. E Mediaset vive solo di pubblicità. Dunque smettendo di farsi del male e cancellando le menzogne quotidiane si incide, e non poco, sulle scelte degli investitori pubblicitari. Che spendono vagonate di soldi proprio per Rai e Mediaset. Certo, lo spot strappalacrime di Mediaset sulle sue migliaia di dipendenti può frenare il dito che sul telecomando cerca qualcosa di meglio. Ma occorre pensare ai milioni di italiani rovinati da un governo sostenuto anche attraverso lo squallore dei Tg di comodo. Berlu è stato ricattato ed obbligato ad assumere chi non voleva? Ora si vedono i risultati. Condannato, costretto a pagare 500 milioni ad un editore rivale, umiliato dai suoi uomini. Davvero un grande successo. E cosa fa? Diventa sempre più agnello con Tg sempre più indecenti. E allora si spegne. Magari è la volta che ai vertici delle tv di Berlu capiscono qualcosa. Improbabile ma non impossibile. Magari scoprono che si possono fare politiche diverse e vincere, come in Francia. Ma chi vuol reagire non deve limitarsi a spegnere. Deve anche accendere. Difficile? Basta cliccare sui siti che raccontano un'altra verità, LA verità. Dallo sport alla geopolitica, dall'economia alla cultura: c'è solo l'imbarazzo della scelta. Ma occorre che una scelta sia fatta. Occorre un intervento attivo. Basta un click. Basta un "mi piace". Nel mare magnum del web, i pubblicitari osservano anche questo indice di gradimento. Lo misurano. E spendono. E più investono più la qualità dei siti cresce. Non è tollerabile che qualcuno si interroghi sul "che fare" e poi, per banale pigrizia, non si degni di leggere qualcosa di alternativo e pure gratuito. Non è tollerabile che qualcuno si interroghi sul "che fare" e poi acquisti a caro prezzo i prodotti sostenuti da imprenditori del politicamente corretto. Si deve fare sistema, si devono realizzare iniziative anche imprenditoriali coinvolgendo non chi costa di meno ma chi è più bravo. E di gente capace, tra chi non ama questo Stato, ce n'è in abbondanza.

venerdì 11 ottobre 2013

Renzi, grullo o Pinocchio?

Matteo Renzi non rischia la squalifica per discriminazione territoriale. La sua intervista, l'ennesima, concessa a Bianca Berlinguer (una giornalista non proprio super partes) è stata uno splendido esempio di sceneggiata napoletana. Patetica, strappalacrime. Politicamente corretta e tanto ipocrita. L'immagine delle mamme con bambini che fuggono e annegano davanti a Lampedusa, gli uomini volenterosi che rischiano la vita per conquistare un futuro migliore. Mancava la lacrima di prammatica ed era perfetto. A Firenze, evidentemente, non sono arrivate le immagini del bastardo che ha ammazzato a picconate tre italiani a Milano. Non arrivano le immagini dei bambini italiani uccisi da rom ubriachi al volante di auto che non dovrebbero possedere (considerando che si fanno mantenere e non hanno lavori regolari). Non arrivano neppure le notizie su quelle donne, annegate a Lampedusa, che erano state rinchiuse nelle stive dopo essere state violentate da quegli eroi che erano sulla barca solo per conquistare un futuro migliore. Non arrivano, a Firenze, le immagini delle pensionate italiane che raccattano qualcosa da mangiare nei bidoni della spazzatura. Non arrivano le immagini degli sfrattati mentre il sindaco di Lampedusa chiede case accoglienti per gli immigrati (ovviamente con tv al plasma e satellitare). Nascondiamo tutto, raccontiamo solo quello che fa comodo. Tanto lorsignori vivono in zone dove questi problemi non esistono. E quando sarà primo ministro, provvederanno le scorte (pagate da noi) ad evitargli spiacevoli incontri. I suoi padroni vogliono gli schiavi e Matteo, un po' grullo e un po' Pinocchio, esegue. Facciamoli arrivare tutti. Perché gli sponsor devono avere masse di disperati da sfruttare a piacimento. Tanto provvedono i media di servizio a raccontare la realtà come si deve e non come è. Così si evita di raccontare che uno dei grandi sostenitori del gruppo-Pinocchio ha creato una srl per provvedere agli acquisti e poi, prima di pagare i fornitori, ha deciso di farla fallire. No, degli sponsor si raccontano solo i successi mirabolanti. Male che vada ci sarà sempre un'intervista al Tg3 per attaccare Grillo e la Lega e per difendere gli sponsor sfruttatori.

giovedì 10 ottobre 2013

Nell'Italia morta, segnali di vita

Il Consiglio dei ministri trova i soldi per gli immigrati e non li trova per cassintegrati e vittime della mafia. La Cara Salma vuol rimettere in libertà migliaia di criminali e che gli italiani si arrangino. Il governo Alfetta vuole i funerali di Stato per gli immigrati annegati ma li ha evitati di fronte alle stragi di imprenditori, lavoratori e pensionati suicidati dalla politica di austerità imposta da questo Stato e portata avanti da Equitalia. Il cui capo supremo, Befera, dichiara 700mila euro di introiti all'anno ma assicura di non essere ricco. Ricchi, secondo Equitalia, sono quelli che guadagnano 7mila euro all'anno e non riescono a pagare le tasse. Uno schifo assoluto. Eppure.. Eppure qualcosa si muove. Lentamente, ma si muove. Piccoli segnali, per ora. Come la fuga di telespettatori di fronte a Striscia la Notizia normalizzata e politicamente corretta. Come il disgusto per l'indecente esordio di Radio Belva. Come l'inchiesta di La Gabbia (su La 7 di Cairo) su Vedrò, il Bilderberg dei poveri, ma pur sempre Bilderberg. In grado, persino, di trasformare la De Girolamo in un ministro (e finalmente si è capito perché). Ma il segnale di maggior vitalità è arrivato dagli stadi. Magari finirà in nulla, come sempre. Ma per ora l'annunciata intesa tra tifoserie anche nemiche sta mettendo in difficoltà quella cosa brutta e politicamente corretta che è la Figc. La scemenza assoluta del grigiocrate Monti, che voleva trasformare l'Italia in un Paese noioso (e l'ha trasformata in un Paese disperato), passa anche attraverso gli stadi. Dove, secondo i politicamente corretti e noiosi, si può al massimo battere le mani compostamente. Vietati i fischi agli avversari se solo sono abbronzati, vietati i fischi a giocatori provenienti da regioni differenti rispetto ai tifosi che fischiano (i napoletani possono solo fischiare giocatori di Napoli, se uno è nato a Salerno è discriminazione territoriale; ma nei derby la discriminazione scatterà quartiere per quartiere?). Se i tifosi riusciranno a piegare la Figc, la vittoria rappresenterà un esempio per tutti i settori della popolazione. Allargandosi dal tifo sportivo alle tasse, dai multavelox alla burocrazia sempre più ottusa. Scendono in piazza, a Torino, i cittadini che protestano contro lo smantellamento dell'ospedale Valdese: funzionava bene, dunque andava chiuso. Certo, la Francia è un'altra cosa. Con il terrore della gauche caviar e dei politicamente idioti di casa nostra di fronte ai sondaggi che danno Marine Le Pen ed il FN al primo posto nelle scelte degli elettori. Noi cerchiamo di riciclare personaggi stracciati alle ultime elezioni, alle prese con guai giudiziari e con l'immagine di servilismo nei confronti di Paesi stranieri. Ma dalla protesta della base degli italiani, se non prevarranno stupidi campanilismi, potrebbe nascere qualcosa di diverso.

mercoledì 9 ottobre 2013

L'Imu ed il Pd: Partito delirante o Partito depredatorio?

Anche i ricchi piangono! Era lo slogan della sinistra in occasioni di elezioni non troppo lontane. Ed ora il Pd, corrente renziana, ha chiarito chi sono i ricchi. Quelli che, ad esempio, possono permettersi a Torino un mega appartamento da ben 33 metri quadrati. Eh sì, c'è da scialare. Avran sicuramente evaso e portato i soldi in Svizzera per potersi permettere una camera, cucina e bagno (piccolo). Ma se Torino, guidata dalla sinistra, è così rigorosa, a Milano e Roma si esagera nel lassismo. Per essere considerati ricchi dal Pd (Partito demente o Partito disinformato?) bisogna avere anche il tinello, oltre al cucinino. D'altronde la Milano da bere è ben più ricca e spende senza controllo. Persino il tinello! Monolocali, bilocali: che pretese, gli italiani. Si son montati la testa, pretendono di vivere al di sopra delle rispettive possibilità ed il Pd (Partito depredatorio o Partito disintegrante?) li castiga. Una proposta criminale, prima ancora che assurda. E ritirata, ma solo dopo le proteste generali. Allora perché provare a farla passare? In fondo le risposte sono solo due. O davvero il Pd (quota renziana e non è un dettaglio da poco) è completamente disinformato, non ha idea della realtà italiana, non sa che i valori catastali nelle grandi città sono molto diversi da quelli delle campagne del Sud; oppure è semplicemente al servizio di quei criminali speculatori stranieri che vogliono azzerare non solo la borghesia ma anche la classe operaia meno disperata. Entrambe le opzioni sono credibili. Da un lato è sufficiente osservare la preparazione, su qualsiasi tema, dei politici Pd che vengono spediti nei talk show televisivi per far propendere per un errore dovuto alla totale ignoranza (qualcuno ricorda gli strafalcioni madornali dei politici, non solo del Pd, di fronte alle domande sui 150 anni dell'Unità d'Italia?). Dall'altra basta ricordare l'incontro milanese di Renzi con i rappresentanti dei poteri forti per propendere per una scelta di servizio a favore di chi vuol ridurre l'Italia come la Germania Est. E non a caso Scelta Civica, il partito del grigiocrate Monti e dei proprietari della Kamchatka, insiste nel voler far pagare l'Imu a tutti questi miliardari con cucina e tinello (e pure senza tinello). Intanto i consumi delle famiglie italiane crollano. Ma ovviamente, non frega nulla a Monti, alla Boldrini e al ministro 1-2-x: l'importante è che aumenti il numero di immigrati, così come aumentano le tasse e la povertà degli italiani.

martedì 8 ottobre 2013

Corriere: crollano le visite mediche. Sanità pubblica allo sbando

Corriere della Sera Salute: "esami e visite in calo del 9%". I ticket, sempre più cari, impediscono ad una vasta parte di popolazione italiana (quella che paga, nell'indifferenza del ministro 1-2-x della dis integrazione) di curarsi e, soprattutto, di fare prevenzione. In alcune Regioni - precisa il Corriere - i ticket costano più della stessa prestazione. E impongono tempi di attesa intollerabili. Cronaca Qui (quotidiano torinese): "Attese record per esami e visite, un anno per una mammografia". Bussolengo (Verona): si chiudono reparti di eccellenza a prescindere dalla qualità e pure dai numeri. La sanità, in Italia, è diventata un optional per i cittadini ed un business per i soliti amici degli amici. Le cure gratuite sono un regalo agli stranieri, gli italiani devono pagare sempre di più. E se non ci riescono, come sottolinea il Corriere, possono anche crepare. Mentre il servizio peggiora, in ogni parte d'Italia, anche nelle regioni come il Piemonte che si vantavano di essere all'avanguardia. E in Veneto, altro gioiello della sanità nazionale? Si investono decine e decine di milioni di euro per ammodernare un ospedale, pubblico, e dopo pochi anni si decide di chiudere i reparti migliori. Che, tra l'altro, rispettano anche le soglie quantitative, oltre che qualitative. Più di mille parti all'ospedale, pubblico, di Bussolengo e molti meno nella struttura, privata, di una città vicina. Ed allora che si fa? Si chiude la struttura pubblica e si rafforza quella privata. Dove, grazie alle convenzioni, confluiranno comunque soldi pubblici. E' evidente che, da Nord a Sud, i criteri di base della politica sanitaria non siano quelli della salute del cittadino, perlomeno di quello italiano. Ormai pare quasi che l'interesse primario sia l'investimento in edilizia. Si abbandonano strutture appena rimodernate e messe a norma per costruirne di nuove a qualche decina di km. Per poi, possibilmente, procedere con qualche bella speculazione immobiliare sulle aree dismesse. I costi? Elevati ed immotivati. I benefici? Solo per i costruttori e la sanità privata. Senza dimenticare le ricadute sulle agenzie, sempre più numerose, che si occupano di portare all'estero i malati italiani. Turismo della salute, indirizzato verso l'Albania, il Montenegro, la Romania. Ormai da ogni Paese dell'Est arrivano proposte sempre più allettanti per cure odontoiatriche, per visite oculistiche, per interventi chirurgici. Volo ed intervento a prezzi da saldo. Ovviamente si deve rinunciare alle visite di controllo. Ma in un'Italia dove la salute diventa un lusso, ci si deve accontentare del primo intervento. Poi ci si arrangia. O si approfitta del viaggio all'estero per procurarsi un passaporto falso e spacciarsi per straniero. Magari clandestino. Ed allora, finalmente, si potrà approfittare di cure anche nel nostro Paese.

lunedì 7 ottobre 2013

Salvate il soldato Silvio, e muoia tutto il resto

Salvate il soldato Silvio! Se il Pdl fosse mai stato capace di far politica attraverso il cinema (l'arma più forte, come ben spiegava il Duce e come aveva perfettamente compreso il Pci), ora potrebbe lanciarsi in un film sulla patetica fine di un'esperienza politica ed umana. Quella umana, ovviamente, è la vicenda di Berlu. Che resterà un uomo ricco e potente, e sicuramente un uomo più vero rispetto ai valletti che ora lo hanno tradito, ma che uscirà distrutto da questa esperienza. Sotto questo aspetto ha ragione Letta: la parabola si è conclusa. Ma quella che andrà a concludersi, ingloriosamente, è la vicenda politica di questa banda di inetti, pasticcioni, ruffiani. Quanto vale un partito di Alfano? A dar retta ai sondaggi, vale molto poco. A dar retta alla gente, ancora meno. Perché votare per questo pezzo di balena grigia quando è molto più conveniente, e vincente, puntare sui democristi alla Renzi, alla Letta, persino alla Bindi? Non è bastato il disastroso governo del grigiocrate Monti per far capire ai valletti traditori che l'Italia non vuole e non può ripetere una simile ignobile esperienza? Perché appoggiare il valletto Alfano quando gli ordini della City e di Wall Street arrivano direttamente a Renzi? Perché inventarsi un progetto politico per il partito dei valletti traditori quando i poteri forti hanno già scritto il programma di Renzi e, nel frattempo, sostengono Letta? Perlomeno i falchi spennati hanno avuto la dignità della riconoscenza. Che non basta, per far politica. Ma che umanamente è già qualcosa. E che potrebbe persino permettere a questi beneficiati di Berlu di ottenere i voti necessari per una modesta sopravvivenza all'opposizione. E per chi non ha alternative lavorative, va bene anche questo. Ma poi? Chi erediterà i voti di uno schieramento in teoria maggioritario tra gli italiani ma che non riesce ad ottenere un'adeguata rappresentanza? Si stanno rispolverando le mummie dei vari gruppetti, nell'illusione di travasare i voti dal defunto Pdl a qualche altra bara altrettanto inutile. In un'Italia di centrodestra alla ricerca di un leader si propongono personaggi improponibili, da Montezuma all'Oscar della menzogna universitaria, dai trombati del prefisso telefonico ad un ancor più grigio e tecnocrate Monti. Mentre a sinistra l'ex area Pci del Pd evita la rottura solo perché consapevole che una scissione non garantirebbe la rielezione di molti compagni. E la classe dirigente italiana - quella che ha distrutto il Paese - organizza convegni e manifestazione per Renzi: un politico all'americana, non solo nella camicia bianca all'Obama ma, soprattutto, nell'essere il pupo che tiene buone le masse mentre viene manovrato dalla finanza straniera.

venerdì 4 ottobre 2013

L'Italia va, ma dove va?

L'Italia del politicamente corretto celebra una giornata di lutto nazionale per dei poveri cristi che nulla hanno a che fare con questa nazione, a parte la sfortuna di essere morti all'interno delle acque territoriali. Chissà perché la balena grigia che sgoverna questo Paese non ha previsto lutti nazionali per le centinaia di migliaia di morti delle guerre americane in Irak. Un problema di distanze chilometriche? E la Cara Salma urla che è una vergogna. Già, la Cara Salma. Lo stesso che esaltava i carri armati tedeschi che invadevano l'Unione sovietica, e poi i carri armati sovietici che invadevano l'Ungheria, e poi le bombe di D'Alema che invadevano la Serbia e quelle anglofrancesi che invadevano la Libia. Ora i barconi che invadono l'Italia. Come i cagnetti di Pavlov, basta un'invasione e scatta l'applauso. Intanto, però, l'Italia continua come prima. Con le code, sempre più lunghem di italiani ed immigrati di fronte alle mense che distribuiscono cibo ai disperati. Ma questa non è una vergogna, per la Cara Salma e manco per il Papa. L'Italia va avanti con donne, uomini, bambini e anziani uccisi quasi ogni giorno da auto guidate, male, da invasori più o meno ubriachi. Ma questa non è una vergogna. Va avanti, l'Italia, con fabbriche che chiudono, con lavoratori che perdono occupazione e salario, con la povertà che cresce e la luce in fondo al tunnel che vede solo la Cara Salma. L'Italia va avanti tra minacce di teppisti travestiti da terroristi in Val Susa, con il guru di Lotta Continua che parla di sabotaggi mentre si fa immortalare in servizi di moda. L'Italia va avanti con indicazioni sempre più catastrofiche sull'andamento del Pil, con sempre più giovani costretti ad andarsene per far posto agli immigrati. L'Italia va avanti mentre Berlu va a casa e lascia il partito all'uomo che ama tanto star vicino al ministro 1-2-x della dis integrazione del Paese. Ma sino a quando l'Italia può andare avanti così? Sino a quando accetterà tutto? Una notizia positiva arriva dai sondaggisti: il Pdl affidato ad Alfano vale il 10%, dunque ancor meno di quanto sostenga Berlu. E la fine di questo pezzo di balena grigia potrebbe riaprire i giochi e, soprattutto, potrebbe riaprire gli occhi agli italiani

giovedì 3 ottobre 2013

Migranti annegati: chi favorisce l'immigrazione è colpevole

Altri migranti annegati davanti alle coste italiane. E' l'inevitabile risultato delle politiche idiote, prima ancora che criminali, messe in atto dal governo Alfetta. Sì, proprio quello salvato dal vergognoso voltafaccia di Berlu. Il governo dell'afroministro 1-2-x, con alla presidenza della Camera l'ex signora della Rai impegnata nella realizzazione di programmi con donne sculettanti. Un governo che non fa nulla per scoraggiare i viaggi di chi arriva da ogni parte del mondo in cerca di un alloggio gratis, pasti caldi, assistenza sanitaria, scuola gratuita. Il tutto pagato dai contribuenti italiani. Un governo che non fa nulla per impedire il traffico di schiavi e l'arrivo di braccia, perché a molti fa comodo poter contare su una massa di disperati pronti a lavorare in nero. Mentre l'Istat certifica che la disoccupazione giovanile italiana ha superato la soglia record del 40%. Abbiamo bisogno di questi immigrati? Assolutamente no. Abbiamo bisogno di cervelli da altri Paesi, per sostituire i nostri in fuga? Forse sì. Ma sono soprattutto i Paesi d'origine ad aver bisogno di cervelli, di giovani in grado di diventare una nuova classe dirigente che favorisca lo sviluppo di quei Paesi. Ma il governo Bilderberg non è sensibile a questi aspetti. Individualismo assoluto, ciascun per sé ed il welfare italiano per tutti. Si viene a studiare in Italia - con costi enormi per il nostro Paese - e poi non si torna a casa per mettere a frutto una laurea. Nessun senso di appartenenza, nessuna solidarietà, nessuno spirito sociale. Io ce l'ho fatta, i miei connazionali si arrangino. Salvo, poi, piangere di fronte ai migranti annegati e chiedere la solidarietà degli italiani. Ma come? Tu abbandoni il tuo Paese, te ne freghi delle necessità dei tuoi fratelli, pensi solo a te stesso e poi pretendi che siano gli italiani ad occuparsi del tuo Paese? Squallido, ignobile, falso. Ma gli italiani abboccano sempre. E la prossima volta manderemo le navi e gli aerei per trasportare, gratuitamente, chiunque voglia venire ad approfittare dei nostri alloggi popolari, delle nostre strutture. E piangeremo, in silenzio per non disturbare gli ospiti, quando i nostri figli non troveranno lavoro o quando le tasse aumenteranno per pagare i servizi ai nuovi padroni. Bilderberg ordina, il governo Alfetta esegue.

mercoledì 2 ottobre 2013

La cultura gestita da Pdl? Meglio le perle ai porci

Il regista Pupi Avati e lo storico Franco Cardini (tra l’altro direttore del Nodo di Gordio); Gianpaolo Pansa e Roberto Napoletano; Pier Francesco Pingitore e Graziano Diana. E poi scrittori e storici come l’ambasciatore Maurizio Serra, come Ottavio Barié, Giuseppe Marcenaro, Dario Fertilio. Sono i premiati dell’annuale appuntamento con l’Acqui Storia, il più prestigioso premio europeo in ambito storico. E dunque, essendo prestigioso, praticamente ignorato dall’assessorato alla Cultura del Piemonte (in mano al Pdl-Forza Italia) che concede una sempre più misera elemosina. D’altronde i premiati non sono stati indicati dal direttorio che guida, con ferrea egemonia rosso-azionista, il Salone del Libro di Torino e che incassa lauti finanziamenti regionali. E tra i premiati - che non hanno tessere in tasca e non rappresentano quel pericolo nero che tanto spaventa la Di Girolamo – non figura neppure qualche guru del mondo dei dj, più apprezzato in assessorato rispetto ad una cultura storica non sempre allineata ai gusti degli dei del Salone del Libro. Dunque meglio tagliare i finanziamenti, per riservarli alle iniziative politicamente corrette, ai progetti che entusiasmano la sinistra autoreferenziale, agli autori indicati dalla nomenklatura. Agli amici degli amici, insomma. Ai soliti noti, ma noti soprattutto nei salotti della gauche caviar. Decine e decine di migliaia di euro spesi per due giorni di inutili "Portici di carta" e per 5 giorni di esibizione a Francoforte di alcune case editrici, senza dimenticare la folle iniziativa negli Stati Uniti. Mentre i soldi vengono tolti all’unica libreria torinese riservata agli editori piemontesi, provocando la chiusura della libreria ed il taglio di posti di lavoro. I soldi son solo per loro, per il mondo degli amici degli amici. E che gli altri si arrangino o, ancor meglio, spariscano. E invece no. Un Comune di non grandi dimensioni come Acqui riesce non solo a non far sparire gli storici da premiare sulla base della qualità e non della correttezza politica; ma riesce anche a far convergere sulla città registi, giornalisti famosi, autori di spettacoli teatrali. Perché, a volte, l’intelligenza sopperisce alla mancanza di fondi. Mentre i fondi non sempre riescono a sopperire alla mancanza di intelligenza e di cultura. Ma l’intelligenza fa paura. Agli avversari politici, che non sono più abituati ad essere contrastati sul loro campo preferito, quello culturale. E si innervosiscono, quando devono ammettere il successo di iniziative senza il loro imprimatur. Ma l’intelligenza fa paura anche agli alleati politici che si scoprono carenti, inadatti, incompetenti. E, dunque, cercano in ogni modo di penalizzare iniziative di successo nel terrore di venire scavalcati, messi da parte. Un rischio inesistente, perché questa politica italiana preferisce premiare gli inetti, che non creano problemi e che, vista la qualità, non possono far ombra proprio a nessuno

martedì 1 ottobre 2013

La balena grigia pronta a nuotare verso la fogna

La balena grigia - erede ancor più lurido della balena bianca democristiana - scalda le pinne. E si prepara all'ammucchiata indecente, mescolando ciellini dalle finte aperture sociali con i montiani di lacrime e sangue. Alfano, il politico a cui manca sempre il quid, non vuol rinunciare all'accoppiata con BurLetta per mantenere la guida dell'Alfetta. Tutti, ovviamente, non per ragioni di poltrone ma per senso di responsabilità. Perché la ripresa, che non esiste se non nelle loro dichiarazioni false, non deve essere arrestata. Per questo aumentano l'Iva e cercheranno di rimettere l'Imu. Tanto per rilanciare le famiglie. Verso il baratro ed il suicidio, ma si son dimenticati di dirlo. Ma, tra mezze parole e smentite, son tanti quelli che potrebbero approdare nella balena grigia, con Monti e magari Casini. No, Fini no. Non lo cerca più nessuno mentre gli scrivono un libro che non sarà fondamentale. Ma gli altri son già tutti lì. L'orgia dei "signori nessuno" che solo gli errori di Berlu hanno trasformato in personaggi. Dannosi per l'Italia, ma personaggi. Ed allora facciamo navigare questa orrenda balena grigia. Con i Quagliariello, Lupi, la Di Girolamo, la Lorenzin, pure Cicchitto. E Sacconi? Non vogliamo balenizzarlo? Ex Dc, ed Psi, miracolati vari. Tutti insieme, sperando che la bendizione impartita dalla Cara Salma scenda su di loro per trasformarli da comparse e residuati imbelli in politici di primo piano. Per la durata del governo Alfetta, lameno. Perché, dopo, gli ex potranno finalmente ritirarsi a vita privata mentre le comparse miracolate da Berlu torneranno nell'anonimato da cui non avrebbero mai dovuto essere pescati. La Di Girolamo, che non vuole morire "fascista" (ma che cosa ne sa del fascismo? più o meno quello che ha dimostrato di sapere di agricoltura come ministro del settore) potrà seguire il marito, il compagno Boccia del Pd più aperto alla balena grigia. Non è che il futuro degli altri, i fedelissimi, appaia più ricco di certezze. Berlu non è eterno, checché ne pensi lui, e la sua corte non appare particolarmente preparata per gestire in autonomia un partito. Idee? Non pervenute. Promesse sì, quelle non mancano mai. Eliminare l'Imu, ridurre le tasse, abolire Equitalia. Etc etc. Le solite cose, insomma. Quelle promesse sempre e realizzate mai. Ma idee? Strategie? Posizioni in politica estera? Accordi sul piano interno? Rapporti con il mondo al di fuori delle segrete stanze? Per il momento si contraddistinguono per arroganza e scortesia, supponenza e mancanza di disponibilità. Non è il massimo per ripartire. E gli alleati verso destra? Non pervenuti. L'ammucchiata sognata dai trombati come Aledanno e Storace non pare decollare. Fardelli d'Italia non riesce a liberarsi della zavorra di volti vecchi e sputtanati. Di queste incapacità può approfittare la balena grigia, nuotando nella melma della mediocrità generale. Verso il mare aperto? No, verso la fogna finale