venerdì 30 dicembre 2016

Per Gentiloni il referendum non è mai esistito

Il referendum? Quale referendum? In Italia c'è stato un referendum? Paolo Gentiloni forse non ha ancora capito perché gli abbiano cambiato ufficio. Forse non sa che è il nuovo presidente del Consiglio. Ha sostituito il bugiardissimo perché quest'ultimo è stato pesantemente sconfitto in un referendum sulle riforme. Ma Gentiloni non lo sa e annuncia che proseguirà con le riforme del bugiardissimo. Fregandosene completamente del voto, netto, degli italiani. Massì, han fatto giocare i sudditi, hanno lasciato che si godessero il finto trionfo e poi tutto è tornato come prima. Avanti con le riforme come se nulla fosse successo. D'altronde Gentiloni è il degno compare di Tsipras. Il leader greco aveva chiesto ai sudditi di pronunciarsi sui diktat della troika. I greci hanno detto No e Tsipras ha subito detto Sì. E' la democrazia 4.0, bellezza. E chissenefrega del voto, delle idee, delle promesse. In Italia il bugiardissimo, dopo aver annunciato il ritiro dalla politica, si è creato il governo Renziloni con la sua Maria Elena Etruria messa a fianco di Gentiloni per controllare e riferire. E intanto si prepara il grande inciucio con Berlu. Incapace di riconquistare consensi, Berlu si limita a tutelare le proprietà di famiglia offrendo in cambio un pacchetto di voti. Un bell'accordo tra lui e il bugiardissimo e ci scappa anche una difesa di Mediaset contro lo straniero Bolloré. Perché i grandi capitalisti italiani si entusiasmano del mercato europeo quando si tratta di far emigrare i giovani italiani, ma si lamentano del mercato quando i francesi scalano le loro aziende grazie all'incapacità dei manager italiani. A destra, pare incredibile, qualcosa si sta muovendo, almeno a livello di annunci di fine anno. Marcello Veneziani sogna un rilancio del Secolo d'Italia, sempre online, accompagnato da un settimanale cartaceo. Bella idea, ma le idee marciano con le gambe degli uomini e con i soldi della Fondazione. E allora bisognerà vedere quali saranno gli uomini e le donne coinvolte nell'operazione. A destra non mancano gli intellettuali, in ogni settore. Da chi si occupa di sport (ma anche di politica, di cultura, di cronaca) su Barbadillo agli esperti di storia e di letteratura come Cimmino, da economisti come Gallesi a romanzieri come Buttafuoco e Ballario. E poi centri studi di politica internazionale, analisti politici come Valle, esperti di musica, di arte. Ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta, anche pescando in quell'area che rifiuta, giustamente, l'etichetta di "destra" sputtanata da squallidi personaggetti. L'unico errore da evitare è di coinvolgere la solita fallimentare cricca dei soliti noti. Hanno già dato e hanno dato male (in realtà hanno preso, più che dare).

giovedì 29 dicembre 2016

Inps preoccupata: chi ha pensioni alte vive più a lungo

Meno male che Boeri c'è. Tito Boeri, il presidente dell'Inps, ha indicato chiaramente come superare la crisi italiana, come ridurre il debito e ripartire. Un metodo semplice e, senza alcuna ironia, di sicuro successo. E' sufficiente far morire prima gli anziani. In altri tempi si sarebbe definita la proposta di Boeri come eugenetica o come genocidio di massa. Ma nel tempo dei mercati imperanti diventa una ricetta brillante, da vero economista. Potrebbe persino aspirare al Nobel. Dunque Boeri ha illustrato alcuni dati che, onestamente, erano abbastanza intuibili. Al crescere dell'assegno pensionistico corrisponde anche un allungamento degli anni di vita. Chi incassa di più può permettersi di curarsi, di mangiare e bere meglio, di soggiornare in località turistiche dove l'aria è più salubre rispetto alle città inquinate e dove la criminalità non rappresenta un pericolo costante con cui fare i conti. Dopo una vita di lavoro, dunque, ci si può godere una serena vecchiaia. Ma questo non va bene per i conti dell'Inps. Perché Boeri preferisce i pensionati più poveri, quelli che ricevono un assegno minimo e non possono curarsi adeguatamente, magari costretti a racimolare gli avanzi al termine di qualche mercato rionale. Quelli che vivono, male, con il terrore di non riuscire a pagare il riscaldamento o la bolletta della luce. Quelli che vivono in quartieri degradati, dove la criminalità alloggia sullo stesso pianerottolo. Quelli che, in pratica, vivono male e crepano presto. E non vale fuggire all'estero, in Paesi come il Portogallo dove l'assegno pensionistico italiano arriva "pieno", senza il furto delle tasse. Perché il pensionato italiano in fuga, anche con un assegno basso, rischia di vivere bene all'estero e di morire tardi. Bisognerà tagliargli la pensione, in modo che viva male anche negli altri Paesi. Eppure, di fronte a questo elogio dello sterminio degli anziani, tutti hanno taciuto. Istigazione al massacro? Macché, semplice politica economica di buon senso. E allora possiamo procedere su questo sentiero del risparmio. Magari eliminando fisicamente l'anziano il giorno successivo alla sua uscita dal lavoro. O, meglio ancora, il giorno precedente. Così si evitano le inutili ed ipocrite feste di addio con i colleghi, un insulto alla produttività. I vecchi asini e muli che non servono più vengono accolti in apposite strutture dove possono trascorrere serenamente gli ultimi anni dopo una vita di fatica. Gli anziani umani devono essere abbattuti quando non servono più, per non appesantire i conti dell'Inps e per non ridurre i compensi di Boeri

mercoledì 28 dicembre 2016

Il lavoro non conta, i sudditi si adeguino

La sicurezza di un lavoro? E' l'ultimo dei pensieri dei giovani. Lo assicura il solito esperto politicamente corretto. Che non spiega quali siano le priorità per i ragazzi e le ragazze alle prese con una disoccupazione al 40%. Forse il cellulare nuovo, forse una vacanza ai Caraibi, forse un minilavoro da 300 euro al mese. Indubbiamente sono queste le vere basi su cui costruire la ripresa del Paese. Lo sfruttamento, la concorrenza sempre più selvaggia con le nuove opportunità, la fuga all'estero per cercare imprenditori più lungimiranti e che paghino per la qualità del lavoro realizzato. L'importante è che gli esperti comunichino per compartimenti stagni. Così chi difende lo sfruttamento evita di leggere le analisi di chi valuta la mancata crescita dei consumi delle famiglie italiane a Natale. Meglio far finta di non capire che, se cresce l'insicurezza del lavoro, cresce anche la paura di spendere e consumare. Bisogna anche evitare di leggere le previsioni di altri esperti relative al 2017, con l'ipotesi di maggiori costi (a parità di consumi) di mille euro per ogni famiglia italiana. Ma il governo Renziloni metterà mano ai voucher, giusto per evitare il referendum voluto dalla Cgil. Una stretta sulle regole, tanto nessuno le fa rispettare. E poi tutto come prima. Con gli italiani costretti a pagare per salvare le banche distrutte dai grandi speculatori in quota sinistra. Che si tratti del Montepaschi o di Banca Etruria: loro fanno i danni, i sudditi devono pagare. E a vigilare su tutto ci sarà ovviamente lei, Maria Elena Etruria, simbolo dell'arroganza di un potere che si sente al di sopra di tutto e di tutti. Nessuna illusione in una magistratura che ha chiuso, per anni, un occhio per poter guardare solo da un lato. Ma ora non c'è neppure più bisogno. Berlu sogna Draghi come candidato premier di tutto il centrodestra e delle destre. Peccato che le destre e buona parte del centrodestra inorridiscano di fronte ad una simile proposta. Che, guarda caso, piace a Donna Crespi, la zarina rossa di Milano. E allora, in nome di una tecnocrazia che affama i popoli, cosa ci sarebbe di meglio di un bel partito nuovo con Berlu ed il bugiardissimo? Richiamando Alfano e Verdini, una grande ammucchiata che piacerebbe tanto all'Europa degli speculatori, ai grandi quotidiani (sempre più piccoli, in realtà), alle tv di Stato e di Berlu.

martedì 27 dicembre 2016

Argentina e Italia più povere grazie a Macri e al bugiardissimo

Quanto andavano d'accordo il bugiardissimo e il presidente argentino Macri. In teoria uno era di sinistra e l'altro di destra, lampante dimostrazione di come le due definizioni non abbiano più alcun senso. Tutti e due impegnati ad impoverire i rispettivi sudditi per far contenti i mercati. Tutti e due impegnati a riformare i Paesi che avevano l'onere di governare. Tutti e due alle prese con il totale fallimento delle politiche economiche. Ciò che cambia è il risultato finale. Il bugiardissimo, bocciato in un referendum che lui - in preda all'hybris - aveva scelto di personalizzare, è stato costretto a dimettersi anche se sta programmando il suo ritorno sulla scena dopo aver promesso l'abbandono della politica. Ma, si sa, mantenere le promesse non è nel suo carattere né in quello di Maria Elena Etruria, rimasta incollata alla poltrona nonostante la promessa di andarsene. Quanto a Macri, il totale fallimento della sua politica di lacrime e sangue non lo ha certo spinto alle dimissioni o a rivedere la sua politica iperliberista, tanto amata dai banchieri e dagli speculatori nordamericani. Il Pil è crollato, l'inflazione è alle stelle ed aumenta a milionate il numero di chi vive al di sotto della soglia di povertà. Ma il presidente se ne frega e si limita a cambiare il ministro dell'economia. Non per cambiare politica, ma solo per trovare un capro espiatorio. E, naturalmente, promette un 2017 di ripresa e di successi. Proprio come faceva il suo amico bugiardissimo. D'altronde anche in Italia, di fronte alle polemiche suscitate dal riconfermato ministro della disoccupazione e dello sfruttamento, Poletti, ci si limita a blindare il ministro affiancandolo con sottosegretari di stretta osservanza bugiardiniana. E lo stesso succede per il nuovo ministro dell'istruzione, della ricerca e dell'università. Visto che di queste cose il ministro non sa nulla (l'università non l'ha mai frequentata e la ricerca è quella della poltrona), sarà affiancata da chi sa distinguere il banco di una scuola da quello del fruttivendolo. Magari si potrebbe anche pensare ad uno scambio culturale politico: Macri manda in Italia i suoi ministri in disgrazia e noi gli rifiliamo quelli che non convincono più il giglio tragico.

giovedì 22 dicembre 2016

Delinquente, terrorista, ma sempre una "grande opportunità"

La storia di Anis Amri, il tunisino accusato di essere il responsabile della strage di Berlino, è l'emblema della totale incapacità europea di contrastare delinquenza e terrorismo. Tutti paralizzati dal politicamente corretto e dalla paura delle reazioni di quella banda di cialtroni radical chic che si considerano una casta privilegiata di opinionisti e di intellettuali. Dunque il tunisino arriva in Italia con il classico gommone. Quello che, spiegano lorsignori, non verrebbe mai utilizzato dai terroristi. E, in effetti, all'epoca Anis non era un terrorista. Ma non fuggiva da inesistenti guerre in Tunisia. Fuggiva dalla galera perché già al suo Paese aveva iniziato a fare il delinquente. Davvero una grande risorsa per l'Italia, davvero una grande opportunità, con la speranza che un giorno ci avrebbe pagato le pensioni. Nel frattempo arriva e mente sull'età, per ottenere l'accoglienza riservata ai minorenni. Ma lui è già maggiorenne. E tanto per farsi notare incendia subito il centro di accoglienza dove è ospitato a spese nostre. Si vede che l'aragosta a pranzo non gli era piaciuta. O forse i programmi in Tv non erano di suo gradimento. Accumula qualche altro reato, la grande risorse, e finisce in galera. Quattro anni senza riuscire a convincere la Tunisia a riprenderselo, tanto per chiarire la capacità italiana di farsi valere sulla scena internazionale, anche nel Mediterraneo. Poi Amri esce, con immancabile decreto di espulsione che, immancabilmente, non viene fatto rispettare. Mica è un italiano che deve rispettare le leggi, lui è un'opportunità. Che, per fortuna, decide di andare a far danni in Germania. Si avvicina ai terroristi e gli inquirenti tedeschi lo sanno. Ma Merkel ha deciso che tutti gli invasori sono i benvenuti, anche se delinquenti con aspirazioni terroristiche. Dunque niente rimpatrio in Tunisia e neppure un rinvio verso l'Italia. Non ci sono le condizioni, secondo gli accoglienti tedeschi. Che ora scoprono gli effetti devastanti dell'accoglienza. Ma non dobbiamo chiuderci, ordinano i cialtroni politicamente corretti. Tutt'al più chiudiamo i mercatini di Natale o li blindiamo. Sai che bella festa, tra blocchi di cemento e poliziotti con i mitra. Mentre l'arcivescovo di Torino e la Compagnia di Sanpaolo (la fondazione bancaria) mettono a disposizione edifici e denaro per accogliere i migranti e per trovare loro un lavoro. E gli italiani? Possono tranquillamente andarsene all'estero, sperando di non finire schiacciati da un camion a Berlino o sul lungomare di Nizza.

mercoledì 21 dicembre 2016

Ma destre e centrodestra hanno un programma?

Il bugiardissimo, dopo aver finto di fare autocritica, ha già annunciato che in vista delle prossime elezioni predisporrà una piattaforma programmatica. Insomma, metterà giù le linee guida del suo prossimo governo. Magari saranno le solite promesse senza alcuna attinenza con la realtà e saranno prontamente ignorate dopo il suo ritorno a Palazzo Chigi, ma almeno saranno proposte su cui confrontarsi. I suoi avversari, invece, niente. Sì, i grillini insistono sul reddito di cittadinanza, prepareranno un bel progetto sull'energia, ma è davvero poca cosa. Eppure anche questa è una gran cosa se confrontata con il vuoto pneumatico sul fronte del centrodestra e delle destre. Un fronte che pare interessato solo ai meccanismi di voto, ma senza degnarsi di preparare un programma su cui votare. I soliti slogan contro l'Europa e contro gli invasori. Poi basta. Vogliamo dire qualcosa sull'articolo 18? Sui voucher? Sul ruolo di Confindustria, sull'energia, sull'agricoltura? C'è un'idea sulla Libia che vada al di là del rimpianto per Gheddafi? C'è un progetto sulla valorizzazione dei beni culturali e si sa con quali soldi intervenire? Un programma per il rilancio del turismo? E sulla scuola si è rimasti fermi alle tre "I" della stupidità berlusconiana? Magari hanno già studiato tutto, preparato un programma vincente e si sono soltanto dimenticati di raccontarlo in giro. O l'hanno anche raccontato e noi, stupidi, non ce ne siamo accorti. Sarà colpa dei giornali di regime che si occupano sempre e soltanto delle discussioni sul proporzionale o sul maggioritario. Senza degnare di informare il popolo sul programma di governo più bello del mondo, più credibile e realizzabile. In grado di assicurare all'Italia un nuovo Rinascimento. Proprio come aveva promesso il bugiardissimo. Ma le destre, che spesso ignorano cosa sia il Rinascimento, sapranno rilanciare l'Italia. Magari affidandosi al gruppo dirigente che guida le aziende di Berlu. Quel gruppo dirigente così efficiente e preparato da essere costretto ad andare a piagnucolare dal nuovo governo per farsi difendere dall'orco cattivo Bolloré. Un gruppo dirigente che ha votato SI al referendum, proprio come tutti quegli imprenditori che non sanno fare impresa. Ma è una coincidenza, ovviamente

martedì 20 dicembre 2016

Strage a Berlino, la colpa è di chi insiste con il Natale

La Germania cercherà magari di far passare la strage del mercatino di Natale di Berlino come un incidente dovuto ad un autista ubriaco. Ma la responsabilità è chiara: il colpevole è chi insiste a festeggiare il Natale. Hanno ragione le tante maestre ed i presidi italiani che vogliono eliminare il presepe dalle scuole. Certo, considerando il livello di preparazione degli studenti italiani sarebbe meglio che si occupassero d'altro, ma intanto eliminare il presepe sarebbe già un primo passo per eliminare il Natale. E non si illudano i neo pagani che festeggiano il Solstizio d'Inverno: va abolito anche quello. Non c'è nulla da festeggiare. D'altronde gli yazidi, considerati pagani dai dominatori e dai loro servi politicamente corretti, servono solo come bersagli umani per le nuove reclute o come schiave sessuali. Sottomissione. Houellebecq l'aveva perfettamente chiarito: bisogna adeguarsi, bisogna cedere, bisogna sottomettersi. E poi, in fondo, il Natale è solo un momento di sfrenato consumismo. Aboliamolo e apriamo ai saldi per 365 giorni all'anno. Non proprio 365, bisogna rispettare il Ramadan. E poi eliminiamo quelle cattedrali che rappresentano una provocazione nei confronti dei nuovi italiani, dei nuovi europei. Cancelliamo, bruciamo quelle tele oscene con madonne che mostrano il seno mentre allattano. Bruciamo la Divina Commedia e, per par condicio, anche Il Mercante di Venezia che, tanto, viene ormai rappresentato con tagli vergognosi o con premesse demenziali. Ma è il Natale il vero pericolo, la vera minaccia all'integrazione e alla sottomissione. E' mai possibile che per far contenta la Coca Cola che ha colorato di rosso un tipo grasso noi ci ritroviamo ad infastidire coloro ai quali dovremmo essere sottomessi? E' indispensabile una campagna di informazione corretta, magari per arrivare ad un referendum che abolisca questa festa inutile. E gli abeti, poi? Alberi inutili, da sostituire con le palme, anche a 2.000 metri. Tanto, con il riscaldamento globale, queste alberi provocatori non avranno scampo. Meglio portarsi avanti ed iniziare l'abbattimento.

lunedì 19 dicembre 2016

Il ceto medio si piange addosso

Il ceto medio si sente emarginato. E, a parte la fascia alta e altissima, si sente anche impoverito e non scorge opportunità di miglioramento per il prossimo anno. Non è certo una novità ma, dopo l'esito del referendum, pare se ne siano accorti anche alcuni media di servizio. Certo, per il bugiardissimo la responsabilità della sua sconfitta non è da attribuire alle condizioni socioeconomiche del Paese che, evidentemente, lui considera in grande miglioramento. A suo avviso la sconfitta è legata solo ad errori di comunicazione. Non male, considerando quanto ha speso per il guru americano. Evidentemente il bugiardissimo ritiene che campare con i voucher faccia felici i giovani, che rischiare di perdere il lavoro ed il salario renda entusiasti i ceti medi ancora in attività, che le pensioni da fame e le cure sanitarie sempre più care migliorino l'umore degli anziani. Al di là di tutto questo, però, resta l'emarginazione di un ceto medio imbelle e rassegnato. Si sentono emarginati e non fanno assolutamente nulla per cambiare la situazione. Quando proprio si sentono in vena di eroismi, disertano il voto. Forse convinti che il bugiardissimo si spaventi di fronte ad un segnale che, al contrario, lo rafforza. Oppure, altra forma di eroismo, rinunciano alla lettura dei giornali, per punire il potere con la loro ignoranza. Gli alibi non mancano: l'informazione è controllata dai soliti poteri forti. Ma quando nascono iniziative dei poteri deboli, il ceto medio le ignora e non le sostiene. Non crede più in nulla, si richiude in se stesso. L'importante è trovare un alibi alla propria resa, alla propria fuga nel nulla. Assolutamente apprezzabile, quando l'uscita dal mondo si accompagna anche alla rinuncia al mugugno. Invece no. Non si fa nulla perché tutto è inutile, poi però si borbotta contro le tasse, contro la criminalità e le discriminazioni a favore dei clandestini. Ci si indigna per l'incapacità della Raggi e ci si indigna pure quando la Raggi tenta di far rispettare le regole sull'immondizia. Un ceto medio rancoroso ed impotente, rancoroso proprio perché impotente. E impotente perché andare oltre al rancore richiederebbe uno sforzo, richiederebbe una generosità personale che manca completamente. E' più facile confondere il volontariato con le cooperative che lucrano sui migranti piuttosto di impegnarsi in qualcosa di diverso dal mugugno. "Tanto sono tutti uguali", ma chi si sente migliore dovrebbe almeno provare a dimostrarlo. Perché l'alternativa è solo il progressivo impoverimento e la definitiva uscita di scena

venerdì 16 dicembre 2016

Da Marra a Fini, classe dirigente fallimentare

Raffaele Marra, fedelissimo del sindaco Raggi dopo essere stato superfedele a Gianni Alemanno, e' stato arrestato per una vicenda di corruzione che nulla ha a che fare con il nuovo sindaco ma è legata alla disastrosa gestione del patrimonio ENASARCO. Il problema non è se qualche politico ha beneficiato dei comportamenti di Marra, il problema è il criterio con il quale un simile personaggio sia stato scelto sia da Alemanno sia dalla Raggi. Ed i criteri che hanno spinto la sinistra a scegliere Sala, ora indagato per l'Expo, come sindaco di Milano. A destra il simbolo di questo schifo di una politica fallimentare e' rappresentato indubbiamente da Fini, con la casa di Montecarlo e la gestione dei rapporti con la compagna Tulliani e con il cognato. Senza dimenticare suocera ed ora anche il suocero. L'ex leader di An sostiene di essere un coglione e di non essersi accorto di nulla. Non ci crede nessuno, ma anche se fosse così, perché mai la destra si è affidata ad un simile personaggetto? Per servilismo e spirito gregario? Per l'incapacità di esprimere politici di maggior caratura? La politica è fatta di idee, di programmi, ma anche di uomini e donne che rappresentano queste idee e che sostengono questi programmi. A destra si è cercato di nascondere dietro leader improbabili ed improponibili il totale vuoto di idee. Mentre il centrodestra era convinto che i programmi fossero quelli delle TV di Berlu. E a sinistra e' stata sufficiente la coppia bugiardissimo-Maria Elena Etruria per mandare in soffitta progetti ed ideali. Per poi affidare il ministero dell'istruzione a chi non è stata neppure in grado di farsela, un'istruzione. La classe dirigente di questo Paese! D'altronde la società civile non è migliore. Ora tutti schierati in difesa dei programmi TV americani di Mediaset in nome di un'italianità che Mediaset ha sempre ignorato, rappresentandone solo gli aspetti peggiori. Ma non una parola sull'incapacità dei vertici di Mediaset nell'affrontare la globalizzazione, non una parola sui tanti imprenditori italiani che banfano di concorrenza e poi cedono le aziende a qualsiasi imprenditore straniero che mette sul tavolo un mucchio di soldi e continua a far impresa in Italia, dove gli italiani sostengono che non si possa lavorare.

mercoledì 14 dicembre 2016

Bolloré prende a schiaffi Pier Silvio e Confalonieri

Ma quanto è cattivo, Vincent Bolloré? Il finanziere bretone sta scalando Mediaset, come ha scalato in passato altri gruppi italiani, e le reazioni sono incentrate sulla critica alla furbizia ed alla scorrettezza del leader di Vivendi. Non c'è dubbio che Bolloré sia stato scorretto. Siglando un patto con la famiglia Berlusconi e poi violandolo. Ma loro, i Berlusconi ed i loro grandi manager, cosa facevano nel frattempo? Troppo impegnati, da Pier Silvio a Confalonieri, a rendere omaggio al bugiardissimo per accorgersi che l'amico Vincent li stava fregando? Troppo impegnati a creare palinsesti per minorati mentali per accorgersi che la tv, nel mondo, è profondamente cambiata e pretende contenuti differenti? Per carità, nessun programma per chi ha un quoziente intellettivo decoroso e interessi culturali al di sopra del rasoterra. Ma anche la programmazione per rimbecillire i telespettatori deve essere fatta meglio. Invece qui si puntava sulle barbaredurso, sui talent sempre più uguali, sui giochini scemi, sulla riproposizione continua dei soliti personaggetti trasformati in Vip credibili solo tra di loro. Perché mai Bolloré avrebbe dovuto investire una montagna di quattrini per un'alleanza con i responsabili di questa programmazione? E la presenza sulla telefonia mobile? Lui, il francese, pensava alle reti, al modo di far viaggiare i contenuti e loro, i Berlusconi, gli volevano rifilare dei contenuti per massaia rurale Anni 50? Adesso Bolloré si è messo di traverso. E romperà le scatole, magari solo per ridurre le conseguenze negative della sua scorrettezza in merito al mancato rispetto degli accordi firmati. Ma il problema non è Bolloré, non è Vivendi. Il problema è la classe dirigente italiana. Che si crede tanto furba, quando deve competere con piccoli pescecani locali, con il cumenda o con il pizzicagnolo. Ma poi va in crisi, la nostra grande casta padronale, quando il confronto è con i pescecani veri, quando il confronto si fa a livello globale. Proprio loro, i sedicenti Vip italiani, che banfano di globalizzazione ma non sanno affrontarla. Perché, per loro, gli unici strumenti sono rappresentati dal taglio dei costi e dai licenziamenti. Altre idee? Non pervenute

martedì 13 dicembre 2016

Renziloni, governo da sacrificare per il ritorno del bugiardissimo

Un governo patetico. Il Renziloni avrebbe come compito il tentativo di ricucire lo strappo tra il governo degli oligarchi (al servizio della speculazione globale) ed il popolo. Uno strappo sancito dal risultato del referendum. E allora cosa si fa per ricucire? Squadra che perde non si cambia e, dunque, la povera Giannini paga per tutti. D'altronde se i giovani hanno votato No, la responsabilità è del ministro dell'Istruzione, non delle criminali politiche del lavoro e della disoccupazione. Colpa del ministro, non dello sfruttamento, dei clandestini liberi di fare ciò che vogliono con i soldi delle tasse degli italiani. E allora Maria Elena Etruria perde sì il ministero delle Riforme che non si fanno, ma va a fare il sottosegretario alla presidenza. Tanto per controllare Gentiloni per conto del bugiardissimo. E il deleterio Alfano smetterà di far danni con i clandestini per andare a far danni agli Esteri. Non se ne va il pessimo Poletti e non se ne va la ridicola Lorenzin. Tutti insieme appassionatamente. Anche Lotti, il più fedele tra i fedeli del bugiardissimo. Piazzato al ministero dello Sport, che prima non esisteva. Strana la decisione di creare un nuovo ministero, se il governo deve solo fare la riforma elettorale e poi andare a casa. Ma forse non han voglia di fare in fretta. Perché tanti parlmentari perderebbero la pensione, se andassero a casa prima dell'autunno. E poi Berlu deve riottenere dall'Europa l'agibilità politica per potersi accordare con il bugiardissimo. Sulla base di una legge elettorale proporzionale che permetta gli inciuci. Ma prima il governo Renziloni dovrà mettere mano alle stangate imposte dall'Europa per correggere le pagliacciate del bugiardissimo. Tagli e tasse. Per dar la colpa a Gentiloni e Padoan e per ritornare in campo invocato dagli idioti che non hanno capito come i tagli e le tasse siano la conseguenza delle mance a pioggia del bugiardissimo. Dunque l'ex premier tornerà in campo sacrificando Maria Elena Etruria e gli altri ministri. D'altronde per allearsi con Berlu e Verdini ha bisogno di caselle libere nella compagine di governo. E se elimina Maria Elena, fa anche felice Agnese. E poi eliminerà i fastidiosi compagni del Pd che parlano ancora di sinistra perché non han capito che la sinistra, come la destra, serve solo a far arricchire il grande capitalismo globalizzato. Tutto un gioco tra di loro, gli italiani sono esclusi. Coinvolti solo quando devono pagare, tacendo. Il Rinascimento Italiano, promesso dal bugiardissimo, ce lo aspettavamo un po' diverso

lunedì 12 dicembre 2016

REnzi-Etruria non schiodano, le destre chiacchierano, Berlu inciucia

Ritirarsi dalla politica, tornare alla vita privata significa cambiare ministero, come si appresta a fare Maria Elena Etruria? O significa rimanere al vertice della segreteria del Pd preparandosi a tornare in corsa per un nuovo governo, come farà il bugiardissimo? Ovviamente ciascuno è libero di comportarsi come meglio crede, può rimangiarsi la parola data, può ignorare le promesse ribadite. Certo che, dopo, diventa difficile credere a programmi elettorali elaborati da simili personaggi. Ma il bugiardissimo è convinto che sia sufficiente un maggiore impegno sui social per riconquistare il voto dei giovani. Che se ne fregano dei posti di lavoro, della possibilità di crearsi una famiglia, della loro stessa sopravvivenza. No, ai giovani interessa solo cinguettare con il bugiardissimo. O, tutt'al più, farsi conquistare dal sorriso di Maria Elena Etruria. La situazione sarebbe perfetta per l'opposizione. Se esistesse un'opposizione. Invece esistono solo degli slogan. Recitati benissimo da Dibba anche nel confronto con il pessimo Minoli su La 7. Ma accompagnati da progetti fumosi, poco credibili e, soprattutto, raramente utili in prospettiva. Meno male che c'è il centrodestra. Con Berlu interessato solo a un modello elettorale proporzionale che gli consenta ogni inciucio con il bugiardissimo. I programmi per il rilancio dell'Italia? Inesistenti, tanto bastano quelli del Pd: vanno bene per tutti, tranne che per gli italiani. Ma ci sono anche le destre. Ed i programmi, in questo caso, sono chiarissimi: rimandiamo a casa loro i clandestini che, come certificato dall'Unione europea, rappresentano (almeno) l'80% dei migranti. Fantastico! E poi? Già, ci dovrebbe essere anche un poi. Che non può essere limitato all'invio di due spazzini in più alla Garbatella. O alla pulitura dell'alveo dei fiumi in Bergamasca. Recuperiamo la sovranità nazionale! Bellissimo. Ma come? E dopo? Se il fronte delle destre e del centrodestra vuole riallearsi in vista delle prossime elezioni politiche, dovrebbe riuscire a produrre un programma condiviso, non degli slogan e basta. Ma poi, davvero tutti vogliono votare al più presto? Berlu no, perché vuole aspettare la sua riabilitazione europea per tornare in campo. E Salvini e Meloni? Pensano davvero di vincere senza struttura, senza squadra, senza progetti? Per fortuna a rallentare tutto provvede la Consulta che prende tempo sull'Italicum. E ha scelto, come relatore, un ex Nuova Destra trasmigrato attraverso la vecchia sinistra socialista per arrivare alla sinistra estrema, riposizionarsi sui berluscones ed approdare al renzismo. Un perfetto italiano, chiamato ad occuparsi di una legge elettorale all'italiana e da eliminare perché diventata italianamente scomoda.

sabato 10 dicembre 2016

Il bugiardissimo si farà il Pdr, partito dei ricchi

Se Mattarella non lo richiamerà al governo, il bugiardissimo potrà tirare un sospiro di sollievo. Perché le sue menzogne stanno emergendo, una dopo l'altra. E lui avrebbe avuto difficoltà ad affrontare la realtà. Eppure tutti lo avevano aiutato a nascondere la polvere sotto al tappeto. A partire dall'Unione europea che solo dopo il voto ha spiegato che le promesse elettorali del bugiardissimo erano insostenibili e che l'Italia doveva prepararsi ad una manovra lacrime e sangue. Meglio che sia un altro a farsene carico. Per questo il bugiardissimo sognava un governo di larghe intese, magari insieme a Berlu, per scaricare sugli altri gli errori del suo governo. Ma dopo il referendum, guarda caso, sono comparsi anche i dati sulla povertà che in Italia coinvolge 17 milioni di persone, poi quelli sulla disoccupazione giovanile che è tornata ad aumentare (all'improvviso, e' ovvio..) ed ora sul Pil che resterà al di sotto dell'1% anche il prossimo anno. Una realtà che non ha nulla a che fare con le menzogne del bugiardissimo sul nuovo Rinascimento italiano. Ma lui, il bugiardissimo, vuole solo evitare di farsi carico della manovra. Anche tutti gli impegni a ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta erano falsi. Le consuete bugie, sue e di Maria Elena Etruria. Anche lei aveva assicurato il ritiro dalla politica in caso di sconfitta. Ed ora i due bugiardi stanno studiando come riprendersi la scena. Magari con un loro nuovo partito, per avere mani e grembiulini liberi. Il grande Pdr, che non sarà più il Partito di Renzi ma il Partito dei Ricchi. Recuperando Berlu e Confalonieri con i vertici delle associazioni imprenditoriali. È vero che in Italia i ricchi sono pochi per far vincere un partito, ma gli illusi che si sentono ricchi o che fingono di esserlo sono tanti. Quelli che obbligano i figli a mangiare prodotti di infimo livello perché i soldi servono a comprare un'auto appariscente anche se di terza mano. Quelli che dormono in auto per permettersi un giorno in spiaggia a Capalbio dove si fanno una foto con un personaggio famoso sullo sfondo e poi la postano su Facebook . Eccoli i nuovi elettori del Pdr. E il Pd resti pure a Franceschini. Il Savonarola ferrarese che ha sconfitto il fiorentino Renzi il magnifico. Se poi Franceschini non ha la statura morale di Savonarola e se Renzi non è fiorentino e tantomeno magnifico, pazienza.

venerdì 9 dicembre 2016

La Libia cambia, l'Italia non se ne accorge

La crisi di governo ha evidenziato, ma certo non provocato, gli immancabili errori della politica estera italiana. A partire dalla Quarta Sponda, dalla dirimpettaia Libia. Non è bastato il suicidio politico del sostegno a Sarkozy e Cameron per abbattere ed assassinare Gheddafi. L'Italia, cagnolino al guinzaglio dell'On, ha appoggiato Al Sarraj, il ras di Tripoli, senza la minima capacità di valutazione di ciò che avveniva sul terreno. Così ci siamo persi il rafforzamento, in Cirenaica, del generale Haftar appoggiato dall'Egitto poi dalla Russia e pure dalla Francia che, come di consueto, gioca su due tavoli e sostiene entrambi i concorrenti. E potrebbe vincere su entrambi i fronti. L'alleanza tra Russia ed Egitto ha portato il Cairo (sunnita) a sostenere Assad in Siria, in contrasto con i sunniti sauditi. D'altronde la Russia era alleata dell'Egitto ai tempi dell'URSS ed è interessata ad avere una nuova base nel Mediterraneo, oltre a quella in Siria. Tutto di fronte a noi. Che ci occupiamo della Libia solo per andare a recuperare sulle sue coste le legioni di clandestini che arricchiscono i trafficanti di schiavi e le Ong che campano sul mantenimento dei migranti. Siamo all'80% di clandestini sul totale dei migranti, assicura l'Unione europea. Ma l'Italia fa finta di nulla. E non sa più se continuare a sostenere Al Sarraj o se puntare su un riposizionamento, seguendo francesi e russi. Cerchiamo di attirare capitali dalle monarchie del Golfo senza valutare le conseguenze, ci confondiamo, procediamo a tentoni mentre il mondo usa il cervello, le analisi, gli studi. Gli altri sono attenti al greggio, l'Italia vuole solo gli schiavi. Gli altri cambiano alleanze sulla base di strategie, l'Italia attende ordini dall'estero.

giovedì 8 dicembre 2016

Rovazzi fascista sei il primo della lista

Eh sì, l'hanno presa proprio male la sconfitta al referendum. Non tanto il bugiardissimo, costretto a scoprire di essere tanto odiato. Chissà come faceva a credere di essere amato quando si faceva proteggere da eserciti di poliziotti e carabinieri per ogni uscita pubblica. E neppure la sua corte dei miracoli che ha scoperto 17 milioni di poveri in Italia. No, quelli che l'hanno presa male sono gli intellettuali di servizio. Indignati perché il popolo non si è fidato di loro, perché ha osato ribellarsi. Ma loro non demordono e preparano la rivincita. Accusando tutto e tutti. Il primo colpevole? Rovazzi. Un pericoloso cantante sovversivo che, diversamente dai suoi colleghi, osa sbeffeggiare i luoghi comuni del politicamente corretto. E la censura cosa fa? Non interviene? Matteo, pensaci tu e caccialo dalle radio e dal web. Rovazzi figlio della lupa (autentica definizione della Busiarda-La Stampa). E poi come tollerare il criminale Zaia che vuole insegnare il veneto nelle scuole venete? Il dialetto è morto, assicura Camon, perché è morta la società che lo utilizzava. Dunque, in una società globalizzata e' meglio cancellare anche l'italiano - lingua di un'epoca superata - per passare all'inglese per tutti. Ma anche l'ingrato ceto medio e' colpevole e deve essere punito. È vero che il bugiardissimo l'ha impoverito, ma bisognava fare di più e si dovrà eliminarlo completamente. Con nuove tasse sulla casa, con la patrimoniale. Perché bisogna ridurre le differenze sociali. E visto che i ricchi amici del bugiardissimo non possono essere toccati, si dovrà impoverire ulteriormente il ceto medio per renderlo uguale ai 17 milioni di poveri. D'altronde chi può opporsi a questi disegni? Il centrodestra pronto all'accordo con il bugiardissimo per tutelare le aziende del capo? Le destre incapaci persino di giocare sul l'annuncio ritrattato dell'uscita dalla politica di Maria Elena Etruria? Le destre che si commuovono per la dignitosa uscita di scena del bugiardissimo e non si accorgono che è la stessa scena dell'addio di Cameron, copiata dal guru della comunicazione?

mercoledì 7 dicembre 2016

Occuparsi dei poveri? No, e' di destra

Non se ne erano accorti. Lo ha spiegato il ministro Del Rio. In Italia oltre 17 milioni di persone sopravvivono al di sotto della soglia di povertà o comunque in in una situazione di difficoltà economica, ma il governo del Pd non lo sapeva. Il bugiardissimo era troppo impegnato a frequentare i banchieri, i suoi ministri passavano il tempo a trovare i soldi, nelle tasche degli italiani, per mantenere l'esercito dei migranti e nessuno si accorgeva che gli italiani diventavano sempre più poveri. Il ceto medio veniva spazzato via da politiche fiscali demenziali prima ancora che criminali, ma loro non se ne accorgevano. Maria Elena Etruria doveva occuparsi dei pasticci bancari del padre, il ministro Martina si inventava regole per consentire la concorrenza sleale in Italia, Poletti magnificava lo stile di vita dei giovani e meno giovani che campavano solo con i voucher. Troppo distratti per comprendere il disagio degli italiani. O così in malafede da entusiasmarsi per la fuga dei cervelli. Strano? Per nulla. Oggi la Busiarda (la Stampa) spiega che difendere i poveri e' un atteggiamento di destra. E visto che la destra latita e non ha nulla da proporre, secondo la Busiarda e' Grillo a spostarsi a destra e puntare sui poveri. Che, essendo poveri, non dovrebbero avere il diritto di votare, in base alle valutazioni dei radical chic politicamente corretti. Quelli che, grazie al sostegno del prefetto, respingono i migranti da Capalbio perché è una località turistica per ricchi. E pretendono di confinarli a Goro perché è una località di poveri. I bobo che girano film a Lampedusa, che organizzano concerti a Lampedusa, che propongono Lampedusa per il Nobel per la pace. E poi scoprono che a Lampedusa i No vincono con quasi l'80% dei voi. Così politicamente corretti da commuoversi sino alle lacrime di fronte alla "nobile uscita di scena" del bugiardissimo, accompagnato dalla moglie. Per poi scoprire che il guru della campagna elettorale del bugiardissimo era lo stesso di Cameron e che la scena del nobile addio del bugiardissimo era identica a quella di Cameron, moglie compresa. L'ennesima buffonata. Ma loro, ovviamente, non se ne erano accorti.

martedì 6 dicembre 2016

Il 40% dei voti e' del bugiardissimo ?

Ma il bugiardissimo ha davvero perso? Certo, lo smacco del referendum e' evidente e il margine di vittoria del No e' consistente. Ma quel 40% rappresenta il bacino elettorale del bugiardissimo e del Pd in caso di ritorno alle urne per le politiche? Una valutazione e' difficile. Un quarto degli elettori del Pd ha votato per il No ma non sono stati pochi gli elettori del centrodestra che hanno scelto il Si. Tutti pronti a tornare agli ovili di appartenenza alle prossime elezioni? È evidente che il quadro della politica e' cambiato profondamente. Sono finiti i partiti ideologici e si vota sulla base delle emozioni. Il bugiardissimo ha potuto contare sul l'appoggio di tutti i principali quotidiani e di tutte le TV, pubbliche e private (disgustosa l'intervista zerbinata di Del Debbio). Il fronte del No aveva il sostegno del Fatto Quotidiano e della Verità. Ma, come negli Stati Unit, anche in Italia il giornalismo schierato e di servizio ha perso clamorosamente. Ed hanno perso i sedicenti Vip scesi in campo con dichiarazioni di voto a favore del Si, dagli chef stellati sino al Volo, da attori apprezzati solo dai giornalisti italiani sino a cantanti sopravvalutati dalla consueta compagnia di giro. E poi i vertici di Confindustria, Coldiretti, associazioni di commercianti ed artigiani. Non è bastato. Perché dall'altra parte c'erano gli italiani, soprattutto i giovani, quelli che sopravvivono a stento con la paghetta dei genitori e con qualche lavoro saltuario pagato con i voucher. Giovani che si infastidiscono quando il finanziere a capo del bugiardissimo, David Serra, sostiene che un voucher al mese rappresenta un posto di lavoro nelle statistiche presentate dal governo. Provi lui, il finanziere che pontifica sull'Italia stando a Londra, a campare con un voucher al mese. Difficile credere che questi giovani possano votare per il Pd del bugiardissimo alle prossime elezioni. E gli imprenditori, soprattutto quelli piccoli,  trasformeranno il Si in un sostegno elettorale al Pd? Ma, innanzi tutto, il Pd sarà ancora del bugiardissimo ? Oppure il premier dimissionario cercherà di costruirsi un partito tutto suo, aggregando spezzoni di quel che resta di Forza Italia, magari lo stesso Berlu, per schierarsi più al centro e meno a sinistra?  Ovviamente dovra'  liberarsi di personaggi come Maria Elena Etruria, la vera sconfitta del referendum. Quella che aveva assicurato il suo ritiro dalla politica in caso di vittoria del No e invece adesso resta "al servizio delle istituzioni". E poi, con quale legge elettorale si andrà a votare? Se il bugiardissimo e' convinto di valere il 40% o poco meno, sosterrà l'Italicum, perché la delusione dei 5 stelle a Roma e Torino potrebbe impedire il sostegno degli elettori ai grillini in caso di ballottaggio tra Pd e 5 stelle. Di sicuro continua a latitare il terzo polo, più o meno a destra.

lunedì 5 dicembre 2016

Il lattaio Padoan dopo il bugiardissimo?

Il bugiardissimo va a casa. Non per sempre, purtroppo. Probabilmente si medicherà le ferite per poi tornar sulla scena. Forse non tornerà più Maria Elena Etruria, ma ce ne faremo una ragione. Ora toccherà a Mattarella decidere a chi affidare l'incarico per un nuovo governo. Il lattaio Padoan? Il ministro che ignora il costo di un litro di latte ma che pretende di decidere il futuro economico delle famiglie italiane? Oppure un governo di scopo per cercare di coinvolgere Berlu e le sue TV? Di certo non sarà il turno del centrodestra. Ci sarà mai un turno del centrodestra? Difficile ipotizzarlo con questa classe dirigente. Forse sarebbe meglio un reincarico al bugiardissimo per rafforzare la protesta, ma solo con la protesta non si va da nessuna parte. Inclusi contro esclusi, ma chi rappresenta gli esclusi? I 5 stelle? Certo non i moderati del centrodestra sempre appiattiti sulle associazioni imprenditoriali che giustificano le politiche di sfruttamento, che agevolano le invasioni. Che si entusiasmano per i voucher in nome della flessibilità. I servi sciocchi ed impoveriti delle grandi associazioni non possono rappresentare gli esclusi, non possono ottenere il voto di giovani a cui viene negato il futuro perché bisogna puntare sullo sfruttamento globalizzato. Le future elezioni non possono essere vinte da chi non è in grado di dotarsi di un programma e di mezzi di informazione per diffonderlo. Il Pd ha perso questa battaglia, non la guerra. Anzi, la spaccatura interna garantisce alla sinistra del Pd la possibilità di rivolgersi ancora ai giovani che, in massa, hanno bocciato il referendum del bugiardissimo. D'altronde a chi dovrebbero rivolgersi? Magari ai 5 stelle, perché di fronte a disoccupazione e sfruttamento la risposta può anche essere "di pancia", come ha chiesto Grillo per il referendum. Il centrodestra e la destra non hanno programmi per la pancia e neppure per la testa. Serve chiarezza, serve un programma vero per capire chi sta con chi. Con gli sfruttatori o con gli sfruttati? Con gli inclusi o con gli esclusi? È ora di scelte precise. Oppure è ora di andarsene a casa, ma senza la possibilità di tornare.

giovedì 1 dicembre 2016

Al voto un popolo di accattoni

E' un peccato che la campagna elettorale per il referendum sia ormai alla fine. Altre due settimane e il bugiardissimo avrebbe promesso anche la cura anti cancro, la ricrescita dei capelli, la fontana della giovinezza. Ma già così non c'è da lamentarsi: soldi per i contratti degli statali, soldi per le pensioni, soldi per i diciottenni. Poi, da lunedì, si vedrà cosa potrà essere realizzato davvero. Perché in Europa hanno già detto che la manovra del bugiardissimo non va bene. Ma per non rovinare le promesse referendarie se ne riparlerà a urne chiuse. E il bugiardissimo potrà sempre dar la colpa a Bruxelles se non potrà mantenere gli impegni. Perché da qualche parte bisognerà pur trovarli, tutti questi soldi. L'Europa, nella migliore delle ipotesi, concederà all'Italia di spendere soldi italiani, non è che le risorse potranno arrivare da Bruxelles. Ma agli italiani non importa nulla di questi particolari. I sudditi applaudono il padrone che lancia i resti del banchetto alla folla affamata. Forse ha ragione Boldrini quando propone di cambiare le scritte sulle opere del passato. Non tanto gli anni, in numeri romani, dell'Era Fascista. Ma la scritta dell'Eur andrebbe cambiata, anzi proprio cancellata. Già la definizione di palazzo della civiltà italiana non ha più ragione di esistere. E poi diventa ridicola, quasi offensiva, la scritta che campeggia sul palazzo. Un popolo di eroi, questo? Meglio scrivere "popolo di cortigiani". Navigatori? Chiedere a Schettino. Poeti? Beh, abbiamo Fedez. Santi? Meglio evitare l'argomento, di fronte al vuoto delle chiese grazie anche a monsu Bergoglio. E gli artisti? Le oscenità banali che vengono spacciate per arte fanno rivoltare nella tomba non solo Leonardo e Michelangelo, Caravaggio e Tintoretto, ma anche i più bistrattati produttori di croste dell'Ottocento. E i pensatori dove sono? Quelli dei think tank che sfornano gli ordini da impartire al bugiardissimo. Gli scienziati magari ci sono, fuggiti all'estero e per questo meritevoli della definizione di trasmigratori. No, meglio cancellare la scritta, meglio abbattere l'Eur ed anche il Colosseo. Cancelliamo una grandezza che non ci appartiene più. Popolo di accattoni, di furbetti a caccia di concessioni dal potente di turno. Questa è l'Italia che andrà al voto domenica. O che resterà a casa perché anche scegliere è diventato troppo faticoso. Occorrerebbe pensare, ma è un'attività che non è più prevista. Popolo di aspiranti chef, di aspiranti commissari tecnici del calcio, di aspiranti veline. Aspirare si può, l'importante è che nessuno chieda un po' di impegno per allenare in terza categoria, per imparare a cucinare un uovo sodo, per imparare a muovere due passi di danza. Comunque vada domenica, lunedì l'Italia resterà quella di sempre.