martedì 30 aprile 2013

Via l'Imu, ma in cambio di cosa?

L'Imu sulla prima casa si può togliere. E l'aumento dell'Iva non ci sarà. Come non entusiasmarsi di fronte ai primi annunci del governo deo democristiano? Come non stupirsi ricordando che, nella recente campagna elettorale, proprio i signori del Pd che ora guidano il governo avevano assicurato che non si poteva togliere l'Imu, che bisognava essere seri e sobri? Ed il governo neo Dc è sostenuto anche dagli uomini di Monti, quelli che spiegavano che non solo l'Imu era indispensabile ma che anzi occorreva una manovra aggiuntiva. Già, sino alla scorsa settimana i politici dell'area Monti-Bersani parlavano di altri 16-17 miliardi da recuperare quest'anno per fare i compiti richiesti dai mercati, dall'Europa. Oggi se ne sono dimenticati. Dunque occorre risolvere un dubbio: o le misure imposte da Monti non servivano all'Italia e hanno provocato un centinaio di suicidi e disperazione collettiva (e allora l'ex premier dovrebbe essere incriminato), oppure Letta ci sta prendendo in giro e si prepara ad una immensa porcata. Perché i soldi dell'Imu e del mancato aumento dell'Iva, dove li trova? Solo gli idioti malati di demagogia anticasta, e incapaci a fare le 4 operazioni, possono pensare che i risparmi sugli stipendi dei politici e dei finanziamenti ai partiti possano consentire l'eliminazione dell'Imu. Allora i soldi ci sono? Perché solo gli incompetecnici in malafede possono continuare a mentire sul risanamento dell'Italia. Monti ha fatto lievitare il debito pubblico a livelli record, nonostante il record di tassazione ed il record di disoccupazione. Su quel fronte, dunque, solo menzogne e niente soldi. Allora cosa ha promesso la famiglia Letta ai mercati in cambio del via libera alla riduzione della macelleria sociale? Cosa svenderà l'Italia? I grandi marchi privati italiani stanno già venendo acquistati in serie dagli imprenditori stranieri. Perché gli imprenditori che investono esistono ancora, fuori dall'Italia. E continuano a produrre qui, non a casa loro. La russa Gancia, la francese Richard Ginori, l'americana Martini & Rossi, e poi spagnoli, giapponesi, cinesi, indiani. Sostituiscono le inette proprietà italiane e mantengono i marchi italiani. Ma questo non rientra nel gioco di Letta. E allora cosa mette sul piatto? L'Eni? L'Enel? Finmeccanica? I suoi veri padroni, quelli di Oltreoceano e della City, cosa si prenderanno per concedere ai loro commessi italiani di strangolare l'Italia poco a poco e non in una volta sola? Lo vedremo presto. E nonostante i media di servizio che censurano le notizie, ce ne accorgeremo sulla nostra pelle.

lunedì 29 aprile 2013

Il momento di opposizioni preparate ed intelligenti

Certo, era più comodo prima. Quando i tanti disperati italiani, rimasti senza lavoro e senza prospettive grazie al governo degli incompetecnici, sceglievano di suicidarsi. Nella sostanziale indifferenza dei media. Se il suicidio non era triplice, le prime pagine erano negate. Ora che la rabbia sceglie la strada alternativa, quella di sparare ai rappresentanti di questo sistema marcio, lo spazio per l'informazione si trova. D'altronde al nuovo governo democristiano fa gioco, come ai governi di un tempo, poter rispolverare la strategia della tensione. Cosa c'è di meglio di un idiota che spara a due carabinieri per imporre qualche stretta straordinaria? Un po' di censura, se non basta l'autocensura. Ed allora le poche opposizioni rimaste in questo derelitto Paese faranno bene a fare molta attenzione. Al regime, ad esempio, farebbe comodo un bell'attentato anti immigrati, tanto per sollevare a comando l'opinione pubblica ed obbligare anche il Pdl ad accettare lo ius soli. C'è qualche idiota disponibile a fare un attentato o il regime dovrà provvedere da solo, come in passato? Ecco, di fronte a questi scenari è indispensabile che le opposizioni capiscano come muoversi. Con coraggio, con la schiena dritta, ma con grande intelligenza. Non con strilli per strada, ma con iniziative precise, mirate, di spessore. Perché il maleodorante inciucio che sgovernerà l'Italia si presenta proprio come una espressione di intelligenze condivise, di progetti comuni. A partire dal think tank lettiano di VeDrò, dove confluivano anche i democristi in quota Berlu. Inciucio famigliare, come quello dei Letta o di Boccia-DeGirolamo, esteso poi all'ambito politico.intellettuale. Ma anche centri studi come il dalemiano Italianieuropei, a cui fa riferimento il tarantolato ministro della Cultura. Senza dimenticare i veri gruppi di appartenenza, quelli che indirizzano davvero la politica italiana. Da Aspen a Bilderberg, alla Trilateral. Con queste realtà devono confrontarsi le opposizioni. Che, certo, possono utilizzare la piazza per manifestare la rabbia di un popolo che non sa ribellarsi. Ma che devono offrire anche idee alla piazza, non solo slogan. Dove sono i think tank (credibili!) di Vendola? Della Lega Nord? Dei Fratelli d'Italia? Non c'è dubbio che il confronto con i potenti mezzi economici dei neo Dc sia difficile, penalizzante. Ma se i soldi, mica pochi, dei rimborsi elettorali e del funzionamento dei partiti fossero stati utilizzati per investire sui centri studi, invece che per l'acquisto di biancheria intima o di palloncini per esprimere il sostegno ad un'opera contestata, forse sarebbe stato meglio. Se i soldi fossero serviti non per auto e yacht ma per rafforzare l'informazione, forse l'opposizione potrebbe essere più visibile ed ascoltabile. Invece, di fronte ai mille convegni dei think tank neo Dc, si sono presentate iniziative di nessuno spessore culturale e politico e di ancor minor rilevanza e partecipazione. Con una sinistra che si sente viva solo il 25 aprile perché non ha nulla di meno vecchio da offrire (e sta pensando di rilanciare la festa per la Comune di Parigi o per la rivolta di Spartaco, tanto per far vedere di possedere un passato ancora più antico). Con una destra che evita accuratamente di sostenere i think tank indipendenti ma di area perché teme il confronto con gente preparata che possa fare ombra al nulla cosmico del proprio vertice. Con una Lega che, nel nome dei barbari sognanti, considera un cedimento ogni concessione allo studio, all'analisi, alla preparazione. Con Grillo che dispone di una squadra di livello modestissimo e sa che non può puntare sui sogni casaleggiani sul governo mondiale per proporre un confronto vero con il regime. Insomma, l'ideale per i neo Dc. Che usano i media come cinghia di trasmissione di un pensiero unico deciso altrove e veicolato attraverso VeDrò, attraverso i tanti centri studi ben sostenuti economicamente.

venerdì 26 aprile 2013

Travaglio indica le praterie per un'informazione alternativa che non c'è

Quando Caligola nominò(o minacciò di nominare, gli storici non concordano) senatore il proprio cavallo, gli altri membri del senato osarono protestare. Se oggi, in Italia, qualcuno avesse nominato ai vertici istituzionale un cavallo o magari un somaro, i giornali italiani avrebbero iniziato un barrage, curiosamente concorde, per spiegare che le istituzioni vanno rispettate ed un quadrupede è una scelta intelligente e lungimirante, in grado di unire il Paese e rispondere ai mercati. D'altronde ieri, a Servizio Pubblico, Marco Travaglio si è prodotto in una lunghissima citazione di commenti sulla rielezione della Cara Salma e sull'incarico alla famiglia Letta che spiegano in modo esemplare le ragioni della crisi del giornalismo. Ma così piace al potere, quel potere che appena insediato decide di utilizzare soldi pubblici per controllare i commenti sui social forum. Dimostrazione di cosa si intende per libertà di informazione e di giudizio. "Siete liberi di criticare, sia ben chiaro, purché le critiche siano entusiaste, encomiastiche, esaltanti. E se proprio non vi eccitate, siete liberi di tacere e di scomparire". Una situazione di questo tipo può indubbiamente servire a Berlu per garantire i suoi interessi personali, che nulla hanno a che fare con la politica. Scelta individuale sacrosanta, ma non si capisce perché tutti debbano trasformarla in un modo di operare. Per altri, invece, è puro servilismo congenito. Quello che - come ha correttamente evidenziato Giordano Bruno Guerri nei suoi libri - permea l'Italia dall'Impero Romano in poi, con rare e brevissime parentesi. In ogni caso, però, questi atteggiamenti dei media cartacei e televisivi offre unca chance, probabilmente irripetibile, a chi non voglia far parte di questa maggioranza asservita agli interessi della finanza internazionale ed ai problemi personali di qualcuno. Invece niente. Non ci sono imprenditori coraggiosi che vogliano rischiare qualche soldo per un'avventura editoriale in una prateria sempre più vasta di chi non sopporta più i media di servizio. Testate storiche come Il Secolo d'Italia hanno rinunciato al cartaceo per dedicarsi, con poche risorse, all'on line. Linea Quotidiano è sparito mentre altre testate sono rinate solo sul web ma con investimenti ridottissimi, che non permettono alcuna crescita. Tv? Neanche a parlarne. Eppure in molte regioni le emittenti private commerciali chiudono - sempre per mancanza di coraggio e di investimenti per acquistare idee che all'interno non ci sono - e potrebbero essere rilevate con pochi soldi. Macché. E le radio? Tra quelle tradizionali funziona solo quella vicina alla Lega, Radio Padania. Eppure le radio, dopo un periodo di appannamento, stanno tornando a crescere. E si stanno sviluppando anche quelle sul web. Ma bisogna crederci, potenziarle, investire. Invece i soldi dei finanziamenti pubblici e privati si è visto a cosa servono. Restano i blog, i siti, i web magazine. Intelligenza politica vorrebbe che ci fossero sinergie, forme di collaborazione. Per ridurre i costi, per migliorare l'offerta, per ampliare il pubblico. E ci sono casi virtuosi. Pochi. Mentre in genere prevale una concorrenza senza alcun senso. Un web magazine scova una notizia interessante? Gli altri riprendono la notizia ma si guardano bene dal rendere nota la fonte. Chiusi nel proprio orticello che ormai assomiglia più ad un angolo di balcone da condominio. Dove annaffiare la propria piantina nella convinzione che darà origine ad una foresta. Così le tv nazionali, le radio nazionali, i grandi giornali si trasformano in compagnie di giro dove gli ospiti son sempre gli stessi, sempre schierati, sempre sostenuti se presentano un disco, un libro, una ricerca. Mentre l'informazione "destrosa" evita gli ospiti per non far crescere potenziali concorrenti. Geniale.

mercoledì 24 aprile 2013

Nuovo governo con Imu perenne e nuove tasse

Il nuovo governo scelto dalla Cara Salma parte, come da copione, con il piede sbagliato. La banda Monti si commiata con la trasformazione dell'Imu da imposta provvisoria ad imposta permanente. Fantastico. Tutte le promesse elettorali di Berlu bruciate sul filo di lana del montismo e prima dell'avvio dell'indecente inciucio. Oddio, non è che il montismo sia proprio al capolinea. Anzi, il nuovo governo nasce proprio per proseguire nella macelleria sociale del commesso dei banchieri stranieri ed italiani. E tanto per chiarire che le linee per la distruzione dell'Italia non devono cambiare, si inserisce anche Bankitalia per tranquillizzarci: servono manovre aggiuntive per far contenta l'Europa ed i mercati criminali. Dunque tasse e tagli. Si può sperare in qualcosa di meglio per il futuro? Certo che no. Matteo Renzi, il sindaco che viene sostenuto economicamente dal finanziere David Serra, precisa che la macelleria sociale è buona e giusta, non per far contento il suo finanziatore e gli amichetti della speculazione internazionale, ma per il bene dei nostri figli. Quei figli che, in Italia, non potranno mai nascere perché l'Imu scoraggia ogni formazione di una nuova famiglia, perché le liberalizzazioni selvagge han tolto ogni garanzia ed ogni speranza per il futuro. E non si formano nuove famiglie senza soldi, senza casa, senza speranze e senza garanzie pure per i potenziali nonni che non riescono più a sopravvivere. E allora di cosa parla il sindacalista Angeletti quando chiede al nuovo governo un taglio delle tasse? Finge o davvero non capisce con chi deve confrontarsi? Con quei criminali che han portato alla rovina il Paese offrendo mega premi a manager incapaci e licenziando i dipendenti con maggior professionalità perché costano troppo? Con i banchieri che dettano la linea? Con i politici che ci spiegano come sia indispensabile essere sobri, poveri e pagare più tasse per far contenti i mercati? Con quei giornalisti che, per ingoranza o per cronica propensione alla menzogna, raccontano che lo spread è calato per l'elezione della Cara Salma e non per i mega interventi sui mercati della liquidità giapponese? Ma del Giappone è meglio non parlare. Con un debito al 220% del Pil, ha deciso di non fare macelleria sociale ma di rilanciare l'economia nipponica, aumentando l'indebitamento. La Borsa giapponese è ripartita, è ripartita l'economia. Ma è meglio non farlo sapere, in Italia.

martedì 23 aprile 2013

Friuli e Venezia Giulia bocciano i fans della Cara Salma

Non ha giovato, a Berlu ed ai suoi clientes, l'eccitazione con cui hanno accolto la rielezione della Cara Salma alla presidenza della repubblica. Gli elettori del Friuli e della Venezia Giulia non si sono eccitati di fronte alla veglia funebre trasformata in grande festa celebrata dai media. L'alto discorso (Quagliariello dixit, e pure La Russa e tutta la sinistra) della Cara Salma non ha commosso gli elettori, non li ha motivati, non li ha compattati sull'idea di fare nuovi compiti a casa per accontentare la Cara Salma e la signora Merkel. Non si sono appassionati agli exploits televisivi del finanziere David Serra, quello che regala paccate di euro a Renzi. E non hanno certo premiato la Lega Nord, risalita ad un modesto 8% dopo aver toccato il fondo alle politiche di febbraio. Risultato finale: non perde Serracchini e non è detto che non abbia perso il Pd. Perché definire "vittoria" un risultato inferiore al 40% con un astensionismo al 50% a cui andrebbero aggiunte schede bianche e nulle (piene di considerazioni non entusiaste), appare eccessivo. Serracchini governerà, di fatto, con il consenso di meno di un elettore su 5. Un risultato sacrosanto, visto lo squallido spettacolo offerto dai cadaveri plaudenti intorno alla Cara Salma. Cosa c'entrano gli italiani con questa esibizione funebre? Ed i giornali, in profonda crisi, non si interrogano di quanto ormai gli articoli pubblicati siano lontanissimi dalla realtà quotidiana dei sempre più rari lettori? Macché, il potere si raggruma intorno a catafalchi, si autocelebra, si autoesalta, si autoincensa. Nella convinzione - questa volta drammaticamente vera - che tanto quello italiano è un popolo di pecore, di conigli. Franza e Spagna purché se magna. Non ci si muove mai da lì. Il parlamento dei morti viventi ha scelto una Cara Salma che darà l'incarico di governo ad un membro della setta. Non per una cavalcata macabra: sarebbe troppo vitale. Ma per continuare a strangolare progressivamente i conigli. Spremuti, vessati, sempre meno convinti che i sacrifici servano a qualcosa di diverso dall'arricchire la Merkel, i finanzieri renziani, gli amici americani di Casaleggio, i commessi italiani. Tanto, però, la massima espressione di dissenso è rappresentata dall'astensione ai seggi. E sai quanto si spaventano al Quirinale, a Palazzo Chigi, alla Camera e al Senato. Un disgusto generale che si trasforma in rabbia e violenza tra la gente ma in timidissimi segnali di dissenso nei confronti del potere malefico. E questa volta anche Grillo ha incassato un significativo ridimensionamento rispetto al voto di febbraio nella setssa Regione. Perché le elezioni amministrative premiano il radicamento sul territorio, la conoscenza personale del candidato, il giudizio sulle capacità e competenze. Non basta un nome espresso dalla rete per convincere chi, su quella rete, non è presente o c'è per altri motivi. E pensano anche le immagini per nulla esaltanti dei grillini a Roma. Tra dormite, confusioni, reazioni maleducate ed isteriche. La rivoluzione non vuol dire non salutare un avversario. Così come la ripresa, il rilancio, il sorpasso annunciato da Berlu non si concilia con i giochini a favore della Cara Salma. Oltre 10 punti persi rispetto alle regionali precedenti: se è questo il rilancio.. E la Lega maroniana? La perdita del Friuli Venezia Giulia crea un ostacolo colossale alla già problematica realizzazione della Macroregione. D'altronde da febbraio ad oggi le clamorose iniziative per questa regione del Nord non si son proprio viste. Manco iniziative di medio spessore, neppure quelle piccoline e locali. Nada de nada. Troppo impegnati ad imbalsamare la Cara Salma, in modo da evitare un voto temuto come l'aglio dai vampiri. Ed allora spazio a Serracchini. Che avrà solo non perso, però ora governa lei.

lunedì 22 aprile 2013

La Cara Salma (Napo) sceglie i becchini dell'Italia

La Cara Salma (Napo) giurerà quest'oggi e poi indicherà ai becchini delle istituzioni il percorso funebre per accompagnare l'Italia all'ultima dimora. Resuscitata la Cara Salma, pronto ad essere riesumato l'imbalsamato Amato, il prossimo non sarà solo un governo di morti viventi. E' l'intera politica italiana, a partire dalle istituzioni, ad aver dimostrato il lato mortifero. Stanno costringendo gli italiani ai suicidi di massa e, visto che alla loro voglia di sangue questo non basta, hanno deciso di procedere direttamente all'eutanasia di un popolo. Che, se accetterà questo percorso funebre imposto dalla Cara Salma, merita certamente di scomparire, di evaporare nel nulla. Perché non è possibile tollerare oltre, in silenzio tombale, questo osceno spettacolo. Da destra e sinistra e ritorno. Il Pd ha offerto, nelle ultime settimane, il peggio del peggio. Bersani, in fondo, era solo inadatto ad un compito eccessivo per la modestia del personaggio. Ma intorno a lui lo schifo ha raggiunto livelli difficilmente eguagliabili. Altro che Gran Consiglio, 8 settembre e badogliani. I veri professionisti del tradimento, dei veleni, degli agguati sono i compagni del Pd. Anche i Borgia potrebbero andare a scuola dai Renzi, dai D'Alema, dai Fioroni. Perché non sono soltanto i sopravvissuti a loro stessi, tipo Bindi, ad aver disgustato all'interno ed all'esterno. Renzi, il nuovo che avanza, si è comportato come gli altri. Marini? Inadatto. E allora sosteniamo Prodi. L'uomo nuovo? Quello della seduta spiritica sulla prigione di Moro? Quello che aveva regalato l'Alfa agli Agnelli? Quello che aveva favorito la globalizzazione senza regole? Davvero un simbolo del rinnovamento. E poi lo impallinano. E Barca? Il pronipote del cartaginese Annibale non si schioda dal governo Monti, vota per la macelleria sociale e contemporaneamente entra nel Pd assicurando di voler rappresentare la sinistra interna, vicina a Vendola ed ai grillini. Per questo vota Rodotà. Chi?? Quel vecchio esponente del Pci? Quel tipico esemplare di convivenza tra umani e dinosauri? Spocchioso ed arrogante ma con i radical chic dei giornali a sostegno? Fantastico. "Non capisco perché il Pd non abbia sostenuto la candidatura Bonino", ha aggiunto Annibale Barca. Proviamo a rispondergli. Magari perché la Bonino è stata la più sciagurata sostenitrice di un liberismo assoluto, senza tutele sociali? Perché, come Prodi, voleva una globalizzazione senza protezione per aziende e lavoratori italiani? Non basta essere donna ed aver praticato aborti illegali per fare il presidente di "sinistra". E Vendola? E Grillo? Anche loro incartati su nomi fasulli, impresentabili ma trasformati in false icone. Con i grillini che inseriscono Prodi tra i nomi delle loro Qurinarie ma poi lo bocciano quando si trasforma in candidato reale. Con Grillo che invita tutti a scendere in piazza contro la riesumazione della Cara Salma, ma poi lui in piazza non ci va. Non è che, dall'altra parte, sia andata meglio. Certo, Berlu ha esultato platealmente di fronte a questa vergognosa vicenda. Ora si sente tutelato dai magistrati. Bene, bravo, bis. Ma i suoi 9 milioni di elettori? A Berlu e servitori eletti non frega assolutamente nulla. Perché altrimenti non avrebbero mai proposto il nome di chi (Amato) ha saccheggiato i conti correnti, indicando una strada di ruberie che solo ora è stata imitata a Cipro. Indifferenti, chiusi nei loro mondi di donnine rifatte, di bellocci, di insignificanti gratificati dal padrone munifico. Pronti a giurare sulla santità del vecchio satrapo. Pronti a tutto pur di conservare la poltrona e di far parte della cerchia arcoriana. E a proposito di cerchi, magici, che fine ha fatto la Lega? Muta e rassegnata per evitare il voto. In attesa che le amministrative in Veneto evidenzino il distacco da una base che ama i barbari sognanti e non i burocrati noiosi. Quanto ai Fardelli d'Italia, la scelta di votare scheda bianca per la presidenza della repubblica è solo la conferma del bianco del loro programma. Era tanto difficile indicare un nome? Possiamo suggerire? Franco Cardini, ad esempio. Il più grande medievista italiano, per quelli che, tra i fardelli, non hanno mai aperto un libro. Ma Cardini ha la macchia di un breve incontro con Fini? vero, ma l'incontro di La Russa con Fini è stato molto più lungo e disastroso. E se non va bene Cardini, provare con Krancic? Almeno disegna, non scrive. Ce la può fare anche La Russa a guardare una vignetta. Macché: scheda bianca. Ora, con la benedizione della Cara Salma, si riparte. In attesa che Renzi faccia dimenticare le sue porcate e che l'Italia sia affidata all'amministrazione di David Serra e degli altri finanziatori del sindaco di Firenze. Che, in cambio, favorirà le tv di Berlu. E che gli italiani continuino a suicidarsi. Tanto il Paese è stato affidato ai becchini.

sabato 20 aprile 2013

Napo resuscitato: fate schifo

Fate schifo, tutti. La vergognosa buffonata che ha portato alla riedizione di una presidenza Napo è la degna conclusione di una farsa gestita da pagliacci. Senza dignità, senza idee, senza coraggio. Il Pd si suicida? E il Pdl, pur di salvare il proprio vecchio monarca da questioni giudiziarie, offre proprio al Pd una chance per riesumarsi. In questo, con le salme politiche ed esistenziali, la riconferma di Napo diventa perfetta. Un parlamento di zombi ed un presidente che sembra la brutta copia di Lazzaro. Napo, l'uomo del golpe bianco. L'uomo che, al servizio di interessi stranieri, ha distrutto l'Italia imponendo il grigiocrate Monti. Ma ora, ad Arcore e dintorni, se ne sono dimenticati. Tutti alle prese con un orgasmo da Viagra andato a male. Perché aver tolto la fiducia a Monti se ci si prostra di fronte a chi aveva portato Monti alla guida del governo? E questi signori vorrebbero ancora un voto. Da chi? Dai disoccupati creati dalle riforme approvate anche dal Pdl? Dai pensionati alla fame? Fate schifo ed ha perfettamente ragione Grillo. Non importa se il disegno di Casaleggio fosse magari ancora più pericoloso. Noi dobbiamo confrontarci con una realtà che vede i cadaveri del Pd ed i servi del Pdl pronti al più indecente degli inciuci per salvaguardare la fetida casta di incapaci. E dire che, di fronte alla stupidità del Pd, sarebbe bastato poco al Pdl per ribaltare il gioco, per andare alle urne e far piazza pulita di un centrosinistra che non ha altre ragioni per stare insieme se non la difesa di un potere nazionale e locale. Bastava poco per portare il Pd alla scissione, inevitabile. E magari 2 tronconi non sarebbero stati sufficienti. Renzi, Barca e quanti altri capetti delle correntine? Un partito di sinistra o di centro? cattolico o libertario? innovativo o conservatore? No, non bastava poco. Serviva moltissimo. L'intelligenza nel Pdl: merce praticamente sconosciuta. E difficile da acquistare tra mercati di donnine e calciatori. Ed il coraggio? Non pervenuto. Molto più semplice continuare a far schifo, come sempre. Chi non partecipa all'immane porcata? Grillo, ovviamente. Con un movimento scosso da litigi e manifestazioni di incapacità totale e che, con questa sacrosanta protesta, potrà ricompattarsi. Vendola, che può far le prove di una nuova formazione in attesa di esser raggiunto dal punico Annibale Barca. Ed i Fardelli d'Italia. Perché La Russa, uscendo dall discoteca, ha intuito che ha finalmente una chance affinché qualcuno si accorga ancora della sua esistenza. Uno spettacolo degno dell'Italia creata da Monti e dal suo protettore: Napo.

venerdì 19 aprile 2013

Gianni Letta, lo Schettino di Berlu e del Pdl

C'è chi fa naufragare una nave sugli scogli marini e chi fa naufragare un partito sulla candidatura di Marini. Gianni Letta come Schettino. Lo Schettino di Berlu: ogni volta che Silvio si è affidato alla "abile mediazione" della colomba Letta, è andato incontro a disastri. Quo usque tandem Letta abutere patientia nostra? Dovrebbero chiederselo, se avessero cervello e spina dorsale, tutti i politici del Pdl, ma anche gli alleati della Slega Nord e dei Fardelli d'Italia. Sino a quando saranno obbligati, dalla propria debolezza, ad assistere allo smantellamento di qualsiasi politica in nome degli interessi garantiti da Letta? Interessi che non solo quelli del Pdl, di Berlu e tantomeno dell'Italia. Letta, in fondo, è solo un Prodi collocato a controllare l'altro versante della politica nazionale. Per evitare che qualcuno passi dai sogni di indipendenza e sovranità al tentativo di trasformarli in realtà. Ed allora il voltafaccia del Pd con l'appoggio a Prodi non è una sconfitta di Letta, tutt'altro. E' un disastro per Berlu, sarà un disastro per Mediaset, ma è un successo per la colomba Letta che ha disinnescato il pericolo di un accordo Pdl-Pd. Meglio, per Letta, per Prodi, per Casaleggio, per Monti, un bell'inciucio tra tutti gli altri. Per garantire che l'Italia possa continuare ad essere commissariata. Per far contenti i mercati, per far contenta la Cina, per far contenti gli americani di Morgan, di Goldman. "Ma Silvio è consapevole di chi sia davvero Letta", assicura qualcuno. E svenderebbe l'Italia non per una sua tutela giudiziaria ma per salvaguardare le sue aziende, con relativi posti di lavoro. Per questo i canali Mediaset sono sempre allineati e coperti, abbondantemente sotto le righe. Per non disturbare i Monti di turno, i finanzieri che foraggiano Renzi, quelli che appoggiano Casaleggio. Muti e rassegnati. Ma ora, dopo aver spazzato via i progetti politici di Berlu e dei suoi clientes (perché definire "politici" questi prendiordini privi di idee pare eccessivo), i compagni di merende di Letta-Schettino potrebbero volere la definitiva resa dei conti. Potrebbero varare quelle leggi che il Cav tanto teme e che metterebbero in forse il futuro delle sue aziende. O, perlomeno, le dimensioni. Ma a quel punto sarebbe troppo tardi per ribaltare il gioco.

giovedì 18 aprile 2013

Brunetta: il Pd non esiste più. E il centrodestra?

Renato Brunetta non ha la statura del leader, e non è un problema di altezza fisica ma di eccessi di isterismi. Però è anche uno dei pochi politici del Pdl a dire spesso cose interessanti. La sua analisi sul Pd, nell'intervista rilasciata a Belpietro, è corretta: "Il Pd? Non esiste più". E sempre da Venezia era arrivato anche il certificato di morte di Cacciari: il Pd si spaccherà in due, con la sinistra guidata da Barca ed il centro amministrato da Renzi. Considerando che il fenomeno dei grillini è destinato a sgonfiarsi, magari dopo un'ulteriore crescita come risposta all'inciucio Berlu-Bersani, la frantumazione del Pd potrebbe diventare solo l'inizio di una deflagrazione dell'intero mondo dei partiti italiani. Perché la necessità di cambiamento è fortemente sentita dall'elettorato di tutti gli schieramenti. E anche da molti peones dei vari partiti e da qualcuno che era qualcosa più di un peon. Ma non sempre l'esigenza si trasforma in un dato di realtà. Cosa farà l'attuale ministro tecnico Barca dopo aver abbandonato Monti per diventare lìder maximo di una sinistra che non c'è più? Proverà a guardare avanti e intorno o, come i suoi predecessori, sarà bloccato dalla convinzione che l'unico collante della sinistra sia un antifascismo che si è fermato al 25 aprile del '45? O magari farà ricorso a qualche intellettuale organico per portare il discrimine alla rivoluzione francese? Alle guerre puniche del suo omonimo Annibale Barca? Quando si pensa al rinnovamento della politica, ci si dimentica sempre che non si può rinnovare qualcosa che non vuol scollarsi da una data del secolo scorso. A quasi 70 anni di distanza, la sinistra preferisce ricordare guerre lontane invece di affrontare il futuro. Ma questo fa anche il gioco di una destra che sopravvive, divisa ma dalla stessa parte, solo grazie alla (falsa) memoria storica degli avversari. Togliatti aveva provato ad andare avanti, inglobando nel Pci la sinistra fascista di Stan Ruinas. Ma può guardare al futuro gente che vive in uno squallido presente fatto di privilegi e prevaricazioni? Dunque l'ottusità della sinistra punica permette la sopravvivenza di un centrodestra inutile. Che sogna di imbalsamare Berlusconi perché, senza il Cav, vede la rappresentanza partitica annientarsi. Però... Però ci sono i peones che si stanno stufando e che, cacciati dalle liste dei rispettivi partiti per favorire gli amici degli amici (o le rispettive amiche), si guardano attorno e sognano aggregazioni. Espulsi e cancellati dalla Lega, trascurati dal Pdl, panchinandi dei Fardelli d'Italia che perdono quotidianamente consensi poiché si sono ritirati dalla scena, delusi dallo storacismo inetto. Dum Romae consulitur, citava Grillo. Ecco, mentre i leader storici dei partiti continuano a giocare con le figurine ed i soldatini, i peones hanno di fronte un'occasione forse irripetibile. Cresce la voglia di far politica, in Italia. Ma non ci sono i contenitori verso cui convogliare questo desiderio. E' tempo di cuori forti, ma non per accettare le criminali politiche di Monti e della sua banda.

mercoledì 17 aprile 2013

Amato? L'ultima follia di Berlusconi

Silvio Berlusconi avrà sicuramente il diritto di tutelarsi dagli attacchi di una magistratura che certo non si è dimostrata super partes. Ma non è accettabile che l'unica arma con cui voglia combattere i giudici sia rappresentata dall'elezione al Quirinale di un personaggio come Giuliano Amato. Un individuo che è stato trasformato in "dottor sottile" solo dalla piaggeria di una informazione che non sa cosa sia la schiena dritta. Un individuo che, tanti anni prima della porcata imposta a Cipro, ha praticato il prelievo forzoso nei conti correnti degli italiani. Amato, uomo da tutte le stagioni e di tutti i poteri forti. Vicino a Craxi ma prendendo le distanze non appena Bettino è finito nei guai. Super tecnico tra i tanti incompetecnici del governo del grigiocrate Monti. A destra, a sinistra. Anzi, con il centrodestra e con il centrosinistra. Mai un'idea al servizio dell'Italia, solo le idee che i Bilderberg di turno gli ordinavano di far sue. Pessimo come capo del governo, pessimo come ministro, pessimo come politico. Inaffidabile, pronto a tradire tutto e tutti, arrogante, presuntuoso: davvero una brutta persona. E questo dovrebbe essere il candidato del Berlusca? Solo suo, ovviamente. Perché chiunque abbia conservato un briciolo di cervello e di capacità di pensiero all'interno del magma del centrodestra, non può considerare Amato come un candidato credibile e spendibile. La Lega, tra un'espulsione e l'altra, ha già bocciato la proposta (poi si vedrà se non ci sono inversioni a U). I fardelli d'Italia non si sa, poiché nessuno li interpella più e loro evitano di comparire. Se Amato dovesse farcela, si può scommettere sul tempo che gli occorrerebbe per scaricare anche Berlu. Che, in quel caso, sarebbe davvero arrivato al capolinea. Oddio, non è che le candidature emerse dal centrosinistra e dai grillini facciano impazzire. Il sonnolento Prodi? L'uomo che diceva di aver ricevuto, nel corso di una seduta spiritica, il nome "Gradoli" della via dove era tenuto prigioniero Aldo Moro? E che non aveva capito che si trattava di una via ed aveva pensato al lago? L'uomo che ha battuto ogni record negativo del tempo che occorre per infilarsi un casco da sci? E se non ci si sa infilare un casco, che al massimo ha due posizioni, figuriamoci come si risolvono i problemi più complessi. La Gabanelli? Brava, certo, ma super partes? E Rodotà? Un altro dei reduci comunisti ripuliti e trasformati in tecnici. Con una figlia che, vista l'arroganza, potrebbe essere accomunata ad Amato, più che al padre. Che grande scenario, per questa grande Italia..

martedì 16 aprile 2013

Bombe in Usa? Ma è colpa della destra italiana!

Le bombe a Boston? Islamiche o dell'estrema destra. Giornali e tv (a partire dalle reti Mediaset), in Italia, hanno già risolto il caso. Tanto, per loro, i cattivi son sempre facili da individuare. Il terrorismo non può avere altre matrici. Perché - spiegava un sedicente esperto a Canale 5 - i criminali possono essere anche individui disturbati mentalmente, islamici o di estrema destra comunque. L'ipotesi islamica la lasciamo a chi se ne occupa, anche perché riguarderebbe gruppi precisi che agirebbero per ragioni altrettanto evidenti. Ma l'estrema destra, cosa c'entra? Gli americani potrebbero spiegarlo, ma sarebbe una LORO questione. Sarebbero estremisti LORO per vicende esclusivamente Usa. Quella che viene identificata come estrema destra europea, italiana, non ha nulla a che spartire con ideologie, motivazioni, metodi di quella che viene invece definita come estrema destra statunitense. Non dovrebbe essere difficile da capire, ma gli opinionisti italiani si guardano bene dal distinguere. Ed allora si ritorna sempre al punto di partenza, al peccato originale. Nel momento in cui si devono fare (o non fare) accordi per un presidente della Repubblica e per un governo, è fantastico poter indebolire un avversario coinvolgendolo emotivamente in un attentato. Certo, nessuno sarà così stupido e fazioso da collegare ufficialmente le due vicende, le due "destre". Ma nell'immaginario collettivo il collegamento funziona: estrema destra Usa è uguale a estrema destra Italia. E questo perché nessuno, a destra, si è mai degnato di investire sulla comunicazione, sull'informazione, sulla cultura. Geopolitica? E che sarà mai? Non studiamo perché è un costo. Non finanziamo perché è una spesa. E poi ci si mettono i politici a completare il quadro suicida. Quelli che, con i loro comportamenti, dimostrano che il centrodestra "ufficiale" italiano è solo una costola della politica Usa. Servono soldati per le guerre statunitensi? E noi pronti a mandarli. Servono zerbini per approvare la politica estera Usa? Il centrodestra italiano è in prima fila. Servono idioti che accettino i disastri economici e finanziari provocati da Goldman, dalle banche Usa, dai finanzieri di Wall Street? Il centrodestra applaude. Ovvio che si crei confusione, che ci sia un cortocircuito. Se la loro politica è la nostra politica, la loro destra è la nostra destra. Occorrerebbe intelligenza per far scelte diverse. Occorrerebbe capacità e lungimiranza per far conoscere le scelte diverse. Occorrerebbe un briciolo di cultura per capire che la destra italiana non deve avere Washington come punto di riferimento. Ma sino a quando si punta sui Capezzone, sui La Russa, sui Quagliariello, è inutile illudersi.

lunedì 15 aprile 2013

Annibale Barca assedia il Pd e imbarazza la destra (che non c'è)

Sono solo coincidenze. Ma a volte anche le coincidenze indicano qualcosa. Così Grillo, con il suo "dum Romae consulitur" ricorda l'assedio di Sagunto ad opera di Annibale. Che si chiamava Annibale Barca, Barca proprio come l'assediante di un Pd molliccio e privo di identità. Quel Barca che, probabilmente, è destinato a far la fine di Annibale, schiacciato dalla macchina mediatico-finanziaria di Matteo Renzi e dei rottamatori che piacciono a David Serra ed ai suoi colleghi della finanza internazionale. Ma, come Annibale, anche il Barca italiano non manca di coraggio. Oddio, magari sarebbe servita una maggiore coerenza, perché da ministro mai dimesso del governo Monti non ha fatto molto contro la macelleria sociale messa in campo dai suoi colleghi ministri. Sarebbe stato bello sentire qualche parola di più contro le demenziali riforme del lavoro e delle pensioni. Poi magari Barca è stato folgorato sulla via di Damasco e ha scoperto un'appartenenza ad una sinistra che pareva cancellata. Il Pd è un partito di sinistra, ha sostenuto. Subito corretto dagli ed Dc approdati nella casa comune. Centrosinistra, secondo i Fioroni di turno. D'altronde quale sarebbe la sinistra di Renzi? In ogni caso la sortita di Barca è importante perché tenta di metter fine a questa melassa tipicamente italiana del centroequalcosa. Centro-sinistra, centro-destra. Con o senza trattino. Barca dice di non aspirare a fare il leader di un Pd spostato a sinistra. E' consapevole che i mezzi finanziari e mediatici di cui dispone il sindaco di Firenze lo condannerebbero ad una pesante sconfitta in primarie interne. Ma ha senso ridursi a guidare una corrente interna minoritaria ed irrilevante? Oppure il Pd si avvia verso una salutare scissione tra il centro-sinistra e la sinistra? Barca, però, è importante anche come segnale per l'altro versante. Dove, al contrario, manca il coraggio di staccare i due concetti di centro e di destra. I Fardelli d'Italia, in fase di navigazione subacquea, emergono ogni tanto per ribadire la collocazione non a destra ma nel centro-destra. In pratica un doppione del Pdl. E di doppioni proprio non si sente la necessità. Cosa distingue i due partiti? Le dimensioni, innanzi tutto. Uno grande, e che conta, l'altro piccolo e sparito dalle scene. E poi, forse, le valutazioni su giustizia e magistrati. Davvero un po' poco. O si pensa che gli elettori si entusiasmino per la concorrenza tra Gasparri e La Russa? Tra Crosetto e Brunetta? Se le proposte di politica economica dei Fardelli le prepara Crosetto, sarà difficile distinguerle da quelle del Pdl. E se la collocazione è la medesima, nel centro-destra, non si capisce per quali ragioni puntare su un partito sotto il 2% invece che su una formazione vicina al 30%. La destra si è sempre lamentata della mancanza di un leader finto-carismatico e solo mediatico come Renzi (fintissimo!!), ma il problema è che manca anche uno non carismatico e poco mediatico come Barca. Manca il coraggio di scegliere una strada, mancano le idee e le proposte.

venerdì 12 aprile 2013

Si sveglia anche Cacciari: cancellare la Fornero

Massimo Cacciari è uomo di rara antipatia. Arrogante, presuntuoso, si infastidisce non appena viene contraddetto. Ma è anche un uomo di rara intelligenza, soprattutto nello squallido panorama politico e di un partito, il Pd, che pare interessato solo all'autodistruzione. Così ieri, nel corso della trasmissione "Servizio pubblico", Cacciari è sbottato contro l'ennesimo patetico ed inutile intervento della compagna Madia. Lei, la Madia, parlava del nulla. Come sta succedendo a quasi tutti i politici che il Pd invia alla trasmissione di Santoro o a quella di Floris. Forse l'idea di andare tra "compagni" fa dimenticare che esiste anche un pubblico televisivo. E il nulla cosmico della Madia, come di quelli che l'hanno preceduta, appare con tutta evidenza. Così Cacciari è sbottato e ha invitato la compagna a smetterla con le banalità sulle misure anti crisi. Il filosofo, ed ex sindaco, veneziano gliel'ha quasi ordinato: "Di' qualcosa di intelligente", a partire dalla cancellazione della riforma Fornero. Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio, nella sinistra del Pd, di sostenere che la professoressa montiana ha creato solo disastri. Suicidi, povertà, disperazione, crollo dei consumi, paura, cancellazione degli investimenti. Cone uscirne? Cancellando le sue riforme. Cacciari si è limitato a ricordare il disastro combinato dalla professoressa in termini di scoraggiamento delle assunzioni. Ma tutti i servizi della trasmissione, con ultracinquantenni che hanno il suicidio come unica soluzione per il futuro, hanno evidenziato come il disastro sia stato compiuto sia con le misure per l'ingresso al lavoro sia con quelle per l'uscita. Un fallimento su tutta la linea, ma forse il miglior simbolo di un intero governo fallimentare. Tasse e suicidi, aumento del debito pubblico e della disoccupazione. Ma loro, i protetti dai media di servizio, rilasciano interviste in cui spiegano di aver salvato l'Italia. E per migliorare il salvataggio aumentano le tariffe autostradali e impongono una nuova manovra per altri 6-8 miliardi. Di fronte allo sfascio, però, il Pd manda una poveretta a dire banalità in tv. Perché i vertici del partito sono impegnati a discutere su come sopravvivere, sui potenziali alleati, sugli accordi sopra e sottobanco. Cancellate la riforma Fornero. Subito. E dopo discutete delle vostre vaccate.

giovedì 11 aprile 2013

Monti si autocompiace, Bruxelles non si accontenta

"Lasciamo i conti a posto", assicura Mario Monti. E chiude gli occhi sulle mille imprese che chiudono ogni giorno. "L'Imu è indispensabile per tenere i conti in ordine", aggiunge Grilli. E si tappa le orecchie di fronte alle urla disperate delle decine e decine di suicidi per disperazione economica. I due incompetecnici si autoelogiano, d'altronde nessun altro avrebbe il cattivo gusto di elogiarli. Sembrano quei compagni di scuola che si sentivano bravi e belli perché andavano dal maestro a far la spia. Ricevendone in cambio un buffetto ed un elogio. "Maestro, il tale non ha fatto i compiti a casa, il tal altro ha copiato". Davvero un grande esempio di etica, di moralità, di solidarietà. Però, a volte, il maestro che pure amava gli spioni e le adulazioni, non si accontentava. Voleva di più, esigeva ben altro. E puntualmente il maestro di Monti, di Grilli, della Fornero ha tuonato: "Misure importanti, ma non bastano". I bastardi dell'Unione europea non si accontentano di così pochi suicidi. Vogliono vedere il sangue italiano scorrere a fiumi. Ed i "conti a posto" vantati da Monti diventano, per i bastardi di Bruxelles, un "rischio contagio". Già i banchieri tedeschi si sono lamentati perché le famiglie italiane hanno ancora dei risparmi. Bisogna intervenire. Altro che togliere l'Imu. Bisogna inasprire i prelievi, bisogna aumentare le tariffe, bisogna diminuire i servizi. Solo un popolo allo stremo e alla disperazione può continuare a rifornire Berlino ed il Nord Europa di giovani laureati preparati a spese del contribuente italiano (il ministro Profumo ha più volte sostenuto che un ingegnere costa allo Stato italiano 100mila euro) e poi in fuga verso Paesi dove la competenza è apprezzata e retribuita. Nel frattempo l'effetto Boldrini si espande e sulle sponde italiane approdano barconate di immigrati disperati, pronti ad accettare salari da fame per i lavori che gli italiani farebbero, ma con retribuzioni decenti. I maestri bastardi hanno indicato la rotta, i cattivi compagni di scuola italiani eseguono i compiti di macelleria sociale.

mercoledì 10 aprile 2013

Serra, finanziatore di Renzi, è il fratello cattivo di Pravettoni

David Serra, il finanziere che ha contribuito con 100mila euro (dichiarati regolarmente) alle primarie di Matteo Renzi, deve essere il fratello cattivo di Pravettoni. Privo di qualsiasi espressione facciale che non sia il disprezzo, ha chiarito a Ballarò che la crisi dei subprime non è stata provocata dalla finanza criminale e da banchieri senza scrupoli. No, la colpa è dei poveri. E lui, si capiva perfettamente dalla monoespressione, i poveli li eliminerebbe tutti. Trasformandoli in schiavi, probabilmente. Ecco, questo è il finanziatore di Renzi, il guru del sindaco di Firenze. Questo è l'avvenire che si prospetta per l'Italia se il rottamatore dovesse vincere. Libertà di sfruttamento, libertà di inquinamento (la rossa Toscana docet, già adesso), libertà di importare ogni schifezza a basso costo, in modo da chiudere le inutili piccole e medie aziende italiane. Oddio, basta saperlo. Se poi una bella fetta di italiani andranno a votare per Serra, dando la preferenza a Renzi, almeno non si vadano a lamentare dopo. Ma il Pravettoni cattivo ha anche altri fans. Perché la sconosciuta rappresentante del Pdl presente alla trasmissione annuiva con convinzione alle accuse di Serra contro i poveri, contro i lavoratori, contro gli italiani. Magari poi ci spiegherà che ha un tic e non annuiva, ma l'impressione era proprio quella. Ed era anche evidente perché la parlamentare fosse del tutto sconosciuta: non ha detto assolutamente nulla di memorabile, di interessante, di non banale. Ma è davvero questo lo scenario che si prospetta al Paese? Un inciucio tra Silvio e Pierlu o, in alternativa, l'inciucio tra Serra-Renzi-Pravettoni e qualche esponente di terza fila del Pdl? Scoraggiante. D'altronde i sondaggi di Pagnoncelli non incoraggiano. Lega ai minimi termini, Fardelli d'Italia in continua flessione, Ingroia scomparso, montiani in caduta. Per fortuna Pagnoncelli ci azzecca raramente. E non si è neppure accorto che Casini, senza casa, ha rinnegato pure l'accordo con Monti. Ma non c'è dubbio che la Lega abbia difficoltà a conquistare consensi sino a quando la Macroregione resta un progetto sul prato di Pontida. Che Fardelli d'Italia non possa decollare sino a quando il trio meraviglia resta nascosto o si occupa solo di Roma mentre, sul territorio, ci si dedica a posizionarsi in un "centrodestra moderato". Una collocazione entusiasmante, l'equivalente di quei Moderati di centrosinistra che, in Lombardia, hanno preso lo zero virgola zero e qualcosa. Una proposta vincente, quella della moderazione. E a sinistra devono fare i conti con il patetico Ingroia che rifiuta anche il lavoro in Valle d'Aosta per non affrontare la fatica di spostarsi dalla sua Sicilia dove farà l'esattore delle tasse (che bel ruolo, ideale per raccogliere consensi). Con Di Pietro che sogna una rinascita, Rizzo che vola in Corea del Nord, Ferrero che se non batte un colpo non si sa se sia vivo. In questo scenario deprimente si allargano gli spazi per il Pravettoni cattivo. I servi, alle prese con la sindrome di Stoccolma, son pronti ad immolarsi. Consegnando a Renzi la frusta con cui la coppia sindaco-finanziere potrà fustigare senza remore.

martedì 9 aprile 2013

Larghe intese sul nulla cosmico

Tutti ad elogiare Napo per il ricordo entusiasta del compromesso storico, diventato ora "larghe intese". Dal momento che non si sa come uscire dall'impasse, va bene tutto. Va bene persino la cancellazione della memoria di quei giornali che, all'epoca del compromesso storico, scrivevano di "sedicenti brigate rosse", di "faide interne" alla destra per giustificare omicidi commessi dai figli, nipoti ed amici vari di intelettuali radical chic. Fingiamo di essercene dimenticati. Tabula rasa e si riparte. Ma per andare dove? All'elezione di un presidente della repubblica che abbia un passato radicale, superliberista, favorevole all'invasione dei prodotti cinesi, alla cancellazione dei diritti sociali perché l'unica emergenza italiana è rappresentata dai matrimoni omosessuali? O l'unica emergenza è l'elezione di un presidente che garantisca Berlu da una magistratura ossessiva? B&B: Berlu e Bersani, impegnati a discutere su conflitto d'interessi e colore delle toghe. Su cittadinanza agli immigrati e sul sesso degli angeli. Eh sì, son problemoni. Chissenefrega se i suicidi aumentano, se la povertà dilaga, se la disperazione è ovunque. Chi farà il presidente della commissione X? E della commissione Y? Intanto arrivano 40 miliardi. Alle aziende? Macché, quelli arriveranno, forse, in due anni e molti di quei soldi andranno alle banche. I 40 miliardi in arrivo immediato, entro l'estate, sono quelli delle tasse che pagheranno gli italiani. Davvero il modo ideale per rilanciare l'economia, far ripartire i consumi, creare nuova occupazione. Larghe intese, dunque. Per capire se un sottosegretario farà capo a Cicchitto o a Brunetta, a Orfini oppure a Renzi. Mentre Gianni Letta discute, al desco famigliare, con il nipote Enrico Letta. Mentre Gelmini accusa il Pd di aver accettato le modifiche imposte dalla Cgil alla fetida riforma Fornero che la stessa Gelmini ha votato e che non vuol cambiare. Larghe intese per continuare così, magari cambiando - con calma - una legge elettorale in modo da tornare prima o poi alle urne. Per chiedere cosa? Per proporre cosa? Beh, mica è un loro problema. Dipenderà da chi vincerà le elezioni tedesche. Il nuovo padrone d'Europa convocherà i suoi commessi italiani e detterà la linea. Decidendo chi sarà maggioranza e chi opposizione. Ma chiarendo bene che l'Italia deve essere annientata: la ripresa non fa comodo a Berlino.

lunedì 8 aprile 2013

Assassini di Stato

C'erano una volta gli "omicidi di Stato". E c'era una sinistra che scendeva, giustamente, in piazza per protestare. Qualcuno ricorda il "suicidato" Pinelli? Ma a sinistra preferiscono non ricordare. Perché sarebbero molto imbarazzati a spiegare la loro totale indifferenza di fronte ai 3 suicidati marchigiani. Tre persone per bene, assassinate dalle criminali politiche economiche di un governo di incompetecnici, di servi, di ubriachi. Tre persone per bene condotte alla disperazione ed al suicidio mentre Fornero - sempre lei - si dichiara dispiaciuta ma ribatte che lei ha fatto quel che doveva fare, e che anzi dovrà fare ancora di più. Perché ce lo chiedono i macellai dell'Europa. Grande, la Fornero. Un milione di licenziati nell'ultimo anno, decine e decine di suicidati, ma a lei ed ai suoi padroni macellai non basta ancora. Vogliono il sangue, a fiumi. Ogni suicidato è un problema in meno per le casse dello Stato. E' felicità pura per gli speculatori che hanno imposto il grigiocrate Monti e la sua banda. Morti e licenziati: questo il bilancio del governo. E di fronte a questa macelleria sociale la signora Boldrini si dice sorpresa della povertà degli italiani. Già, nei salotti dell'Onu non ci si curava della povertà degli italiani che devono mantenere i funzionari Onu e le loro follie. Che devono mantenere i mercanti di schiavi che portano disperazione in Italia, che rubano le energie dall'Africa, che portano povertà e rabbia in tutto il mondo. Loro, la gentaglia dei salotti. Contro l'Italia e contro ogni popolo. Perché chi difende un popolo è un populista, un pervertito. Loro, gli illuminati, devono occuparsi di altro. E la sinistra italiana? Dov'era Rizzo, mentre i 3 italiani si suicidavano nelle Marche? Ad occuparsi di Corea del Nord. E dov'era Vendola? A sfogliare la margherita sul momento in cui far la scelta tra il posto di parlamentare e quello di governatore della Puglia? E Bersani? Fassina? Stavano studiando come spiegare agli italiani che bisogna ancora fare sacrifici perché lo chiedono i mercati? Non uno, non uno solo in tutto il parlamento (e pure fuori) che abbia chiesto di cancellare SUBITO le riforme della signora Fornero. Tutti complici, allora. Senza distinzioni di casacca. Tutti pronti a marciare a favore o contro i magistrati, ma troppo impegnati per una marcia a difesa degli italiani costretti al suicidio.

sabato 6 aprile 2013

Pergine Futura: una sfida dal basso al governo che uccide

Da un lato il governo del grigiocrate e degli incompetecnici. Quelli che portano al suicidio imprenditori e lavoratori. Per poi farsi intervistare e dire che sì, va bene, sono dispiaciuti per i morti, ma loro andranno avanti così perché i loro padroni speculatori vogliono così. Dall'altra la gente normale, quella legata ad un territorio e ad una speranza. La gente che a Pergine Valsugna, in Trentino, si ritrova per dar vita ad un progetto che consenta alla comunità locale di crescere nonostante Monti, Fornero, Grilli. Mancano i soldi, rubati ai lavoratori per darli alle banche tedesche? E allora aumenteranno le idee, le proposte, i progetti. Si chiama "Pergine Futura", questa piattaforma di idee, di contenuti, di persone. Non è un partito, non si sa se lo diventerà. Ma è l'idea che è vincente: mettere insieme giovani e anziani che hanno qualcosa da dire e che hanno voglia di fare. Lo Stato taglia le risorse? E Pergine Futura rilancia sul fronte del volontariato. Artigiani, agricoltori, musicisti, esperti di turismo e di trasporti. Ristoratori, professionisti, bancari. C'é di tutto, perché una comunità racchiude tutto. Con problemi diversi e con il tentativo di cooperare per il bene della città. Guardando ad esperienze esterne, ma cercando la forza al proprio interno. Perché una comunità, anche se Fornero lo ignora, è qualcosa di molto diverso dai conti dei suoi padroni tedeschi, inglesi o americani. Una comunità guarda ai conti, ma pensa innanzi tutto al bene delle persone. Pensa al futuro dei bambini di questa città, un futuro che sarà dignitoso se le attività economiche del territorio sopravviveranno ai massacri sociali di Grilli e Monti. Una città di poco più di 20mila abitanti contro lo strapotere di professori disastrosi, al servizio di potentati internazionali. Una sfida rischiosa, e le minacce sono subito arrivate. Ma un esempio da replicare, città dopo città, territorio dopo territorio, ovunque ci sia gente onesta, coraggiosa, che sappia far di conto ma anche in grado di volare alto con la cultura. Perché anche la cultura può dar da mangiare. Se non la si affida a pessimi contabili trasformati in assessori.

venerdì 5 aprile 2013

Renzi entusiasma chi non vuol conoscerlo

Matteo Renzi si è mosso. Certo, non è la Grande Proletaria sostenuta da Pascoli, ma l'entusiasmo che ha accolto il vagito del sindaco di Firenze non è stato da meno. Renzi salvatore della Patria, a destra come (forse un po' meno) a sinistra. E sicuramente al centro, anzi al centrino montiano. Non c'è dubbio: l'entusiasmo dei padroni della Kamchatka è più che giustificato. Lascia perplessi la felicità a destra e sinistra, tra elettori che dovrebbero avere interessi decisamente diversi da quelli di un Renzi che è l'esponente di punta di speculatori internazionali, banchieri d'affari, grandi affaristi interessati solo ai propri guadagni. Ma Renzi è il nuovo, assicurano i suoi fans. E' vero, fa gli interssi dei soliti banchieri ma ha una faccia nuova, giovane. Promette di togliere i finanziamenti ai partiti perché lui, Renzi, i finanziamenti li riceve direttamente dai banchieri. Per puro spirito caritatevole? Per mecenatismo? Oddio, si è liberi di credere anche a Babbo Natale. Ma quali sono le grandi innovazioni promesse dal sindaco fiorentino? Nessuna tutela reale delle fasce deboli, nessuna garanzia dei posti di lavoro, nessuna rinegoziazione del debito pubblico, nessuna eliminazione di Equitalia. Come Bersani, in pratica. La differenza è solo nel taglio dei finanziamenti ai partiti. In termini di risparmio è un'inezia, ma in termini di immagine è importante. Soprattutto per chi non deve chiedere i soldi ai disoccupati, ai precari, ai giovani, agli anziani. Dal commesso dei banchieri europei (Monti), al commesso degli speculatori internazionali. Non è detto che sia proprio un affare. Ma l'entusiasmo, nel centrodestra, è motivato anche dall'assenza di un candidato forte da contrapporre a Renzi. "Il Pdl è Berlusconi", ha chiarito ieri la Santanché. Ha ragione, ma forse non è una grande prospettiva. Tantomeno un grande apprezzamento nei confronti di una classe dirigente del Pdl che è assolutamente inesistente. Ma Renzi deve fare il candidato anche del centrodestra? O dal cilindro uscirà un'alternativa? Ieri, su fb, si è ipotizzata una candidatura di Giorgia Meloni contro il sindaco di Firenze. Giovane, abbastanza nuova, poco compromessa con l'esperienza precedente. Bene, ma su che basi? Con quale programma? E dov'è finita dopo il voto certo non brillante? Con quale squadra? Meloni come nome nuovo per riciclare i soliti La Russa, Quagliariello, Capezzone, Bondi e compagnia di giro? In tal caso potrebbe evitarsi la fatica di una discesa in campo. Renzi, almeno, è al servizio di finanzieri con nomi nuovi. Sarebbe bello che Meloni potesse presentare un gruppo di centri studi nuovi, intellettuali diversi dai soliti, economisti meno compromessi. Sarebbe bello..

giovedì 4 aprile 2013

Effetto Boldrini: case e soldi agli immigrati, fame e sfratti per gli italiani

Il Giornale e Libero sbagliano. E sbagliano di tanto. Non è vero che il nuovo Parlamento sia immobile. Non è vero che stiano giocando. A Torino l'effetto Boldrini è già più che evidente. I sedicenti profughi, i falsi rifugiati nordafricani, dopo aver incassato 500 euro a testa per andarsene hanno occupato due palazzine, hanno fatto arrivare amici in quantità e ora pretendono di essere mantenuti. Oddio, chiedere è lecito, ma far rispettare la legge dovrebbe essere un obbligo. Invece la questura boldrinizzata chiarisce che non si tratta di un problema di ordine pubblico. Già, quello vale solo per i senza tetto italiani, quelli massacrati dalle tasse e da Equitalia. Ma si sa, dura lex sed lex. I finti rifugiati, invece, il latino non lo conoscono e dunque se ne possono fregare. Erano arrivati come rifugiati dall'Africa del Nord alle prese con le famigerate primavere, create ad arte dalle Ong che prendono soldi dagli Stati Uniti. Ma come? Usa, Francia e Gran Bretagna portano la democrazia e loro, ingrati, fuggono e si rifugiano? Qualcosa deve essere sfuggito, nell'informazione di comodo. Comunque, secondo questa idiozia di base, l'Italia avrebbe dovuto accogliere libici, tunisini, egiziani. E basta. Perché in Marocco non c'è stata nessuna rivolta. E la Nigeria, il Congo, il Mali non sono nell'Africa araba e nemmeno nel Nord dell'Africa. Ma, boldrinianamente, si è fatto finta di nulla: venite e moltiplicatevi, ché tanto paghiamo noi. Siamo ricchi. Così ricchi che ora, a Torino, si aumenteranno nuovamente le tariffe dei mezzi pubblici (aumentate 6 mesi fa) e si taglieranno bus e treni. Come se gli italiani usassero i mezzi pubblici (sporchi, affollati, in ritardo) per divertimento e non per necessità magari lavorativa. Non importa: gli italiani devono pagare, perché ce lo chiede l'Europa. E ce lo impone Equitalia e la banda Monti. In caso contrario intervengono Finanza e Questura, Magistratura e Carabinieri. Certo, diventa un problema di ordine pubblico. Dunque i poveri fuori dalle case che non possono più pagare. E intanto spuntano 5 milioni per le abitazioni degli zingari. Che possono rubare, inquinare, non rispettare leggi e regolamenti. E incassano soldi pubblici italiani. Ma guai se gli italiani si azzardano a comportarsi così. Quegli italiani che non hanno diritto ai 500 euro regalati a ciascun immigrato. E i poveri "rifugiati" si sono anche lamentati perché in un mese li hanno spesi tutti. Una famiglia di 4 persone ha preso 2mila euro, tutti sprecati. Ma le famiglie italiane devono crepare di fame, perché così vogliono Monti, Grilli, Fornero. Senza dimenticare la montagna di soldi che ha arricchito le organizzazioni che favoriscono l'arrivo dei profughi per poi gestirli: 35-40 euro a giorno per ogni rifugiato. A volte anche di più. In un mese fa oltre mille euro nelle situazioni di maggior risparmio. Ma i pesnionati italiani devono campare anche con 500 euro. E i soldi, in teoria, dovevano servire anche ad istruire gli immigrati, ad insegnare l'italiano ed un lavoro. Invece questi profughi occupanti sostengono di non aver imparato nulla. E dunque rimangono qui, a spese nostre. Non è un problema di ordine pubblico, forse. Ma è sicuramente un problema di decenza totalmente ignorata.

mercoledì 3 aprile 2013

Centrodestra avanti nei sondaggi, ma a che serve?

Persino i sondaggi di Pagnoncelli hanno ammesso che il centrodestra ha sorpassato il centrosinistra. L'eclissi di Alfano funziona come un Viagra per il Pdl, mentre lo smacchiatore di felini si rintana in attesa di essere spazzato via da Renzi. Sì, ma poi? Tutto il resto è noia, come avrebbe detto il Califfo. Perché, con l'attuale legge elettorale, il voto a breve consentirebbe al centrodestra di rimandare la Boldrini tra i suoi amati immigrati, ma poco di più. Anche perché lo smacchiatore, che tanto sconfitto non è, nel frattempo avrà condotto i giochi per l'elezione del nuovo presidente della repubblica. E l'Italia, nel frattempo? Non si sa. Gli 8 punti di Bersani sono un insulto all'intelligenza degli italiani. Non una parola sull'immonda riforma Fornero, non una parola sulla vergogna di Equitalia. A Bettola, evidentemente, le urgenze sono rappresentate dai conflitti d'interesse di Berlusconi, dall'eleggibilità di Berlusconi, dalle fidanzate di Berlusconi. E basta. Nel senso che proprio ne abbiamo le scatole piene di questa ossessione a senso unico di un Pd che non ha programmi. E' vero che il ritorno in campo del Cavaliere ha impedito il trionfo di Bersani, ma Pierlu ha perso per il suo programma di stampo montiano. Non si può andare in giro a predicare altri sacrifici in nome degli speculatori e poi pretendere il voto. Non si può andare in giro, come Fassina alla festa Fiom di Torino, a sostenere che Fornero non è il peggior ministro del Lavoro di sempre (ma poi non gli veniva il nome di uno peggiore) e che la riforma andrà monitorata per due anni. I disoccupati, i licenziati, i massacrati devono vivere, in questi due anni. Per forza che il Pd perde, dopo. Ma sull'altro fronte che si fa? Mica si può continuare ad andare in tv per pietire un'alleanza che Pierlu non vuol fare. Anche perché mancano i programmi. Alleanza per cosa? Su quali punti? Berlu aveva promesso la cancellazione e la restituzione dell'Imu. E' un argomento dell'alleanza con il Pd oppure se n'è dimenticato? E la cancellazione di Equitalia? La riforma del lavoro la vuol cancellare o continuiamo a creare disoccupazione e povertà? Non basta mandare in tv una ragazza simpatica tipo Lara Comi per stringere accordi quando non si hanno programmi su cui discutere. Ed il resto della coalizione? Il trio meraviglia di Fardelli d'Italia non è più pervenuto. Qualche comparsata a Striscia la notizia o le Iene non rappresenta un'attività politica. La Destra? Desaparecida. Così come, a sinistra, la scomparsa di Ingroia è stata bellamente ignorata da tutti. Resta Sel, che ha fatto un figurone nelle elezioni dei presidenti di camera e senato, ma a parte questo non si sa a cosa serva. Ecco, il problema in fondo è questo: a cosa servono tutti loro? Ma un programma intelligente lo vogliono presentare, magari acquistandolo ad un discount dove ormai sono obbligati a comprare anche gli italiani?

martedì 2 aprile 2013

La borghesia senza tutele abbandona gli hotel

Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, scopre la crisi. Meglio tardi che mai. Ma i suoi dipendenti se n'erano accorti sicuramente molto prima. D'altronde la classe dirigente di questo Paese era in prima fila ad applaudire il devastante governo del grigiocrate Monti. Era in prima fila ad entusiasmarsi per la folle riforma Fornero che lasciava mano libera nei licenziamenti. Qualcuno forse ricorda la classe dirigente ripetere in ogni occasione che la competitività era bloccata da lacci e lacciuoli. Già, quei lacci e lacciuoli che rappresentavano l'unica fonte di sicurezza per i lavoratori degli alberghi e per tutti gli altri lavoratori di ogni settore. Quei lavoratori che, una volta usciti dall'ufficio o dalla fabbrica, si trasformavano in clienti degli hotel italiani, in consumatori, in frequentatori di ristoranti e bar. Ora i lacci e lacciuoli sono stati eliminati, ma in Federalberghi scoprono che i lavoratori non più tutelati preferiscono mettere da parte i soldi per sopravvivere in caso di licenziamento. Davvero geniale. Come distruggere il turismo italiano: uno dei tanti meravigliosi successi della banda Monti-Fornero. Eppure gli stessi operatori del settore, che volevano mano libera sui dipendenti, non perdevano occasione per ricordare che il turismo italiano poteva raddoppiare l'incidenza sul Pil nazionale. Invece oggi scopre che sono a rischio di chiusura centinaia e centinaia di hotel in ogni parte d'Italia. E il rito dell'aperitivo, elemento di forte socializzazione nelle località di villeggiatura? Ridotto ai minimi termini. Con minori incassi per i bar ma, soprattutto, con una netta riduzione dei momenti di socializzazione che si trasformavano in fidelizzazione della clientela in una determinata località. Nessuna amicizia stabile significa minor possibilità di far tornare giovani e famiglie l'anno seguente. Ma questo mica lo sanno, ai vertici delle organizzazioni. Loro, i super ricchi, l'aperitivo lo bevono lo stesso. E, anzi, sono ben contenti di non dover far la coda per un tavolino. Salvo poi lamentarsi per gli incassi. Felici di licenziare senza limiti, incazzati perché la borghesia italiana riduce le vacanze. Prima o poi dovranno chiedersi, anche loro, se è davvero tanto furbo crepare con bilanci sani. O se sia meglio vivere investendo e rischiando, dando lavoro e garantendosi incassi. Basterebbe poco, in fondo: cancellare la Fornero. Ma subito. Prima che l'estate si trasformi in un deserto del turismo.