mercoledì 19 aprile 2017

Assalto al treno in Liguria. Ma sono migranti, va tutto bene

Una sessantina di giovani delinquenti assalta un treno. Non nel Far West, ma sulla linea Ventimiglia-Torino, nel tratto ligure. Maltrattano alcune ragazzine (minorenni) che avevano avuto la cattiva idea di mescolarsi al branco. Il treno si ferma, intervengono le ambulanze. Nessuno si degna di bloccare i giovani cialtroni. Che risalgono e, avendo perso il divertimento con le ragazzine, si dilettano nell'insultare i passeggeri, facendo notare che loro sono intoccabili, che nessuno si degna di fermarli. Finito? Macché. C'è ancora tempo da trascorrere sul lentissimo treno del mare. Dunque ci si può dedicare alla distruzione dei sedili e dei bagni. Sino ad arrivare a Torino per poi tornarsene a casa indisturbati. Polizia? Non pervenuta. Prefettura? Distratta. Magistratura? Stupita ma, ovviamente, solo il giorno dopo. Monsu Bergoglio? Impegnato ad insultare chi vuole difendersi dai soprusi. L'importate era lasciar andare i teppisti. Perché? Ma perché erano migranti nordafricani, grandi opportunità, nuove risorse, quelli che ci pagheranno le pensioni. Nel frattempo saremo noi a pagare i danni (le ferrovie sono pubbliche, pagate con i nostri soldi).  Ora, con calma, la magistratura apre l'inchiesta, contro ignoti, nella consapevolezza che nessuno verrà mai arrestato, nessuno finirà in galera, nessuno pagherà i danni perché risulteranno tutti nullatenenti. Ed allora anche la proposta di collocare telecamere su tutti i treni diventa una presa in giro. Tanto nessuno interverrà mai contro le nuove opportunità. Ma ora si rafforzeranno i presidi delle forze dell'ordine nelle stazioni. Altri costi legati alle migrazioni, ma non bisogna dirlo e, soprattutto, non bisogna calcolarli. Sono opportunità, non problemi.

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