venerdì 31 luglio 2015

Bocciato da tutti, il bugiardissimo gioca a calciobalilla

Quella di ieri non è stata una grande giornata per il bugiardissimo. E non per il voto sul canone Rai che ha evidenziato i problemi interni nel Pd. Ma per tutte le altre notizie che hanno confermato come l'Italia rilanciata dal governo degli inetti sia, in realtà, tutt'altro che rilanciata. Grazie anche alle politiche demenziali dell'inutile Letta e del Grigiocrate Monti. Si è partiti, nell'indifferenza del bugiardissimo impegnato a giocare a calciobalilla, con i dati sul Mezzogiorno. Che cresce a ritmo inferiore rispetto pure alla Grecia. Disoccupazione, emigrazione, povertà, mancanza di prospettive. Fantastico. Poi sono arrivati i dati sulla denatalità italiana. Non si fanno più figli perché nessuno crede più al futuro nonostante le menzogne del premier. Neppure gli invasori gli credono, e hanno smesso di far figli anche loro. Disillusione trasversale. Poteva mancare la Bce? Certo che no. Ed allora arriva la bacchettata sulle politiche italiane che prediligono il risparmio e non fan crescere i salari. Colpa del governo e pure degli imprenditori. Così i salari si riducono, l'economia non riparte e l'Italia precipita. Ma il bugiardissimo gioca a calciobalilla. Se, eventualmente, volesse saperne di più, potrebbe dedicarsi alla lettura, tra una partita ed un tuffo in mare, dell'ottimo "Parola di scienziato", un libro curato da Francesca Dragotto e Marco Ferrazzoli. Scoprirebbe, il bugiardissimo, che non si può far ripartire un Paese che conta 4,3 ricercatori ogni mille occupati contro i 7 dell'Unione europea, gli 8,5 dell'Ocse ed i 9,5 degli USA. Non si investe nella scienza e neppure nella cultura umanistica: anche in questo settore, fondamentale per valorizzare le bellezze ed il patrimonio artistico e storico italiano, siamo molto indietro rispetto a tutti, dalla Francia alla Scandinavia. Ma cosa fa il governo degli inetti? Nulla. Tenta di stilare delle classifiche sul valore e la credibilità delle Università poi, di fronte alle proteste delle peggiori, ritira il progetto. Così, al Politecnico di Torino, sono gli studenti stessi a respingere l'accesso alla laurea magistrale sulla base dei voti precedenti. Perché, spiegano gli studenti, arrivano laureati da altri Politecnici, con voti elevati e preparazione scarsa. E' l'Italia che doveva essere cambiata. Ma è più semplice giocare a calciobalilla. Mentre l'aeroporto della capitale, in un continuo disastro, diventa l'emblema di un governo fallimentare

giovedì 30 luglio 2015

Gli industriali renziani vendono perché non san fare impresa

Ma quanto è diventata competitiva, attrattiva l'Italia. Praticamente un Paese in saldo perenne. Anche Italcementi passa di mano e diventa tedesca. Venghino, signori, venghino. Qui c'è manodopera da sfruttare in abbondanza. E se gli italiani fanno i difficili di fronte ad offerte generose di ben 2,80 euro all'ora (lordi, sia chiaro, mica c'è da scialare), faremo arrivare altri invasori che con 2 soli euro, in nero, fanno i lavori per cui gli italiani pretenderebbero un salario europeo. Esosi. Si svende che è un piacere. D'altronde questa classe dirigente dell'economia italiana e' la stessa che si eccita quando ascolta il bugiardissimo, che si esalta quando ascolta Padoan, che crede alla Boschi e alla Madia. Qualcuno si era persino convinto delle capacità della Moretti. Ed allora è normale che imprenditori di tal livello vendano a chiunque si presenti con un pacco di soldi. Come si può credere che un imprenditore che applaude il governo del bugiardissimo sia anche in grado di guidare un'azienda? Di farla crescere? Questa e' la classe dirigente italiana. Quella che a Torino fa illudere il sindaco, promettendo interventi per 6,5 milioni di euro per il restauro dei monumenti e poi interviene con meno di 6mila euro. Ottusi e taccagni. Con le debite eccezioni. Perché, in un Paese dove tutti san fare solo le prede, c'è anche chi ha una vocazione, ed una capacità, da cacciatore. Come Ferrero, che acquista aziende straniere, invece di cedere la propria. Ma sono eccezioni. D'altronde non è che i politici brillino per maggior consapevolezza. Di fronte alle potenzialità di conquista dei mercati islamici con prodotti del Made in Italy, qualcuno sostiene che agli islamici non dobbiamo vender nulla. Non solo le aziende, ma neppure abiti, scarpe, macchinari industriali o vino. Già, perché anche questi Paesi comprano il nostro vino. Possiamo anche scegliere la strada dell'autarchia più rigorosa, purché si sappia che il grano per la nostra pasta arriva in misura notevole da un Paese islamico, come l'uvetta per i panettoni o le nocciole. Senza dimenticare gas e petrolio, cotone e olio. Non siamo autosufficienti e non possiamo più esserlo. Confondere gli invasori con una classe media islamica che vive bene nei propri Paesi e viene in Italia solo per turismo e per fare acquisti non è proprio geniale

mercoledì 29 luglio 2015

L'occupazione si pesa e non si conta. Per la gioia dei disoccupati

Il bugiardissimo non ci sta: non è vero che l'Italia tornerà ai livelli pre crisi solo tra 20 anni. Anzi, tra 20 anni saremo il primo Paese d'Europa. Le previsioni a lungo termine sono sempre aleatorie. Come si diceva, un tempo, sul medio-lungo periodo siamo tutti morti. Ma quando i padroni della finanza mondiale - quelli che hanno imposto i governi del Grigiocrate Monti, di Letta e del bugiardissimo, - assicurano che l'Italia cresce troppo lentamente, non è che sbaglino. Il governo degli inetti e delle renzine annuncia, tronfio, che l'Italia quest'anno crescerà più del previsto, sfiorando l'1% del Pil. Una crescita legata alla ripresa dell'inflazione, ma questo si dimenticano di dirlo. Forse manco lo sanno. In ogni caso una crescita vera, in grado di assicurare la ripresa ed il ritorno alla normalità, dovrebbe attestarsi al 3%. Anche questo non lo dicono, le renzine e gli inetti. Ora, però, tutti si concentrano sull'occupazione, che non può recuperare posizioni con una crescita così bassa del Pil. Ma allora arriva il colpo di genio, anzi del genio che, su La Stampa (nota a Torino come La Busiarda, la bugiarda, e dunque in piena sintonia con il premier) , spiega che i posti di lavoro si pesano e non si contano. Dunque chissenefrega se la disoccupazione giovanile supera il 40%, l'importante e' che l'altro 60% faccia lavori che pesano di più. Il che non significa, in Italia, che siano anche pagati di più. Anzi, la mancanza di retribuzioni adeguate e di prospettive spinge i cervelli alla fuga verso l'estero, verso quei Paesi dove la qualità e' riconosciuta e premiata. Il genio, ovviamente, insiste affinché ci siano più laureati in Italia. Così Germania, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Cina, Emirati e chiunque altro avranno la possibilità di rifornirsi di cervelli in fuga formati, a caro prezzo, nel nostro Paese. Peccato che il genio non lo dica. E che un'opposizione ignorante non lo sappia

martedì 28 luglio 2015

I think tank fondamentali per la politica estera italiana

Se un ambasciatore turco sceglie il convegno di un think tank italiano, in una amena ma piccola  località del Trentino, per lanciare un invito all'Armenia in vista della costituzione di un tavolo per la riappacificazione, significa che qualcosa è cambiato nella politica internazionale. Perlomeno in quella gestita dai Paesi che contano sullo scacchiere mondiale. Paesi che apprezzano intelligenze e competenze e disdegnano la retorica dei soliti luoghi di ritrovo di chi ha i galloni ma non ha nulla da dire. Così, a Montagnaga di Pine', le ambasciate di Turchia, Kazakhstan e Azerbaijan hanno dialogato tra loro e con esponenti delle organizzazioni economiche indiane o con un docente dell'Universita' di Rabat che invitava l'Italia a riprendersi il ruolo strategico nel Mediterraneo. Su quali basi? Per il docente marocchino si deve partire proprio dalla forza e dalla capacità di un think tank come Il Nodo di Gordio, in grado di far discutere esperti di agricoltura europea mediterranea ed esponenti del mondo alpino, formatori internazionali e profondi conoscitori dei problemi energetici, professionisti che possono aprire all'Italia nuove opportunità in Iran ed operatori culturali in arrivo dalla Francia. Tutti impegnati a discutere ed a proporre, confrontandosi tra loro e con ambasciatori italiani. Senza sprecare neppure 5 minuti per la retorica dei buoni sentimenti e del politicamente corretto. L'Italia, con il convegno del Nodo di Gordio, ha offerto una dimostrazione di capacità e di competenza. Con la creazione di reti internazionali, di rapporti diretti, con la proposta di idee innovative, di nuove relazioni su scenari sempre più vasti. Nell'indifferenza, ovviamente, di chi preferisce continuare con la solita politica del nulla nelle sedi istituzionali o nelle località alla moda

giovedì 23 luglio 2015

Tg5Renzi attacca i partiti che Berlu blandisce

La libertà d'informazione, certo. L'indipendenza della redazione: sacrosanta. La scelta delle professionalità: doverosa. Dopodiché ci si collega con il Tg5 berlusconiano e ci si chiede quale sia la partita che sta giocando Berlu. Con chi, su quale tavolo, per ottenere cosa? Il Tg5 come unico rivale del Tg3 rimasto orfano di TeleKabul ed ora oscillante tra TeleObama e TeleSoros. Per il Tg5, invece, nessuna oscillazione: TeleRenzi e basta. E non importa che ad oscillare sia il bugiardissimo. Dove si muove il premier, li' si muove anche l'ammiraglia del giornalismo berlusconiano. Basta vedere il godimento con cui i giornalisti del Tg5 annunciano le condanne di estremisti di destra (condanne assurde, ma al Tg mica lo sanno e se lo sanno evitano di dirlo); il piacere con cui attaccano le manifestazioni leghiste; l'indifferenza con cui cancellano Fdi; i servizi strappalacrime in cui raccontano del piccolo immigrato ignorando le migliaia di giovani in buona salute in arrivo dall'Africa subsahariana ma spacciati per profughi siriani. E le proteste degli invasori che vogliono più soldi, wifi gratuito, aria condizionata e vicinanza alle discoteche? Ignorate. E gli stupri, gli omicidi vari, le aggressioni che hanno come responsabili gli invasori? Silenzio. In nome della libertà di informazione, ovviamente. Di completezza dell'informazione proprio non si parla. E le promesse del bugiardissimo su tagli delle tasse mentre si appresta a derubare gli italiani di altri miliardi di euro? Per il Tg5 le promesse sono realistiche, credibili, anzi già realizzate. E la ripresa? Già in atto e pure in fase avanzata. Berlu, ovviamente, e' libero di fare ciò che crede, con i suoi soldi. Può scegliere i direttori che preferisce ed approvare la loro linea editoriale. Ma poi non può, subito dopo, far finta di nulla ed andare a trattare con Lega e Fdi come niente fosse. Prima li attacca con le tv, dando la colpa a Piersilvio, e poi li blandisce con parole e promesse a vuoto. Giocando sul fatto che Lega e Fdi non sanno cosa sia l'informazione.

mercoledì 22 luglio 2015

Moretti senza idee e senza look, come il Pd del bugiardissimo

La signora Moretti, tra un trattamento estetico e l'altro, ha trovato pure il tempo per una approfondita analisi del suo totale fallimento alle elezioni regionali del Veneto. Ed ha spiegato che lei, la candidata del Pd, e' stata massacrata dal leghista Zaia perché il guru che le hanno imposto le ha fatto indossare vestiti da ferrotranviere. Dunque la fine intellettuale del Pd ha scoperto che, per battere Zaia e conquistare il Veneto, sarebbe stato sufficiente girare con minigonna e tacchi alti, con scollature da brivido, con tubini attillati. Non era un problema di idee, che la Moretti non ha mai avuto, non era un problema di programma (questo sconosciuto), ma solo di look. Sul quoziente intellettivo della signora, nota soprattutto per l'omonimia con una ben più prestigiosa marca di birra, si può stendere un velo pietoso. Ma il problema e' che tutta la squadra del bugiardissimo ragiona o sragiona nel medesimo modo. Maschi e femmine, senza differenza. Con camicia bianca d'ordinanza obamiana per i maschi, con i dubbi amletici sull'abbigliamento per le femmine. D'altronde è meglio così: quando provano ad uscire dal settore moda per dedicarsi al mare sconosciuto delle idee, sono guai. Per i sudditi, ovviamente. Così il bugiardissimo si lancia in promesse di tagli alle tasse nel momento stesso in cui sta cercando di derubare gli italiani per un'altra quindicina di miliardi di euro. Mentre i suoi scherani tagliano le risorse per il welfare destinato agli italiani ed aumentano quello per favorire l'invasione. Ed altri sono scatenati per distruggere il settore dei teatri lirici italiani, tagliando le risorse ai migliori ed aiutando quelli peggiori. Senza dimenticare gli sbiancamenti anali a spese pubbliche in Sicilia o gli sproloqui sempre più insopportabili della Boldrine (plurale femminile). O i salvataggi indecenti di Marino che nega le sue stesse parole prima di venir sputtanato dai video. Idee? Mai! Sono pericolose, meglio evitarle.

martedì 21 luglio 2015

Dopo il formaggio, le vongole: l'Europa contro il governo di incapaci

I meravigliosi euro burocrati non finiscono mai di stupire con la propria creatività. Dopo il vino senza uva, dopo il cioccolato senza cacao, dopo il formaggio con il latte in polvere, ora scatenano l'offensiva contro le  vongole. Tutte? Ovviamente no, solo contro le vongole italiane dell'Adriatico. Che sono più piccole rispetto allo standard individuato come obbligatorio dagli euro idioti. Non perché vengano raccolte troppo presto, ma perché sono diverse le condizioni ambientali. Ma questo particolare, forse, e' ignoto per gli euro cialtroni. Loro, d'altronde, fanno il loro lercio lavoro al servizio di chi non sa cosa sia la qualità alimentare e, dunque, pretende ed ottiene che venga eliminata la qualità ottenuta dagli altri in secoli di tradizioni alimentari. Ma il vero problema non sono gli euro servi. Il problema sono i servi italiani. Quelli che magnificano il ruolo dell'Unione europea e poi piangono sul latte in polvere. Quelli che assicurano sul nuovo ruolo strategico dell'Italia nell'era del bugiardissimo e poi piangono sulle vongole vietate. Le associazioni italiane di agricoltori e pescatori, le organizzazioni del settore, i numi tutelati dell'enogastronomia Made in Italy. Tutti pronti ad entusiasmarsi per un incontro con il bugiardissimo o con il ministro Martina, e poi tutti a piangere perché il bugiardissimo ed il ministro Martina non contano nulla a Bruxelles. Il nuovo ruolo strategico dell'Italia in Europa? Quello di vittima sacrificale. Grazie a ministri incapaci ma grazie anche e soprattutto alla scarsa lungimiranza delle associazioni che hanno sostenuto questo governo di incapaci, di incompetenti. Dov'era Martina mentre si distruggeva il futuro di chi opera nel settore delle vongole dell'Adriatico? Dov'era il bugiardissimo mentre si distruggeva il comparto lattiero-caseario italiano? Forse eran tutti a pranzo da Eataly, insieme al presidente della Coldiretti ed a Carlin Petrini. Certo, adesso a Cheese si discuterà di quanto è ingiusta l'Europa. Ma forse bisognerebbe discutere di quanto sono incapaci i ministri di questo governo, di quanto è bugiardo il premier, di quanto sono stupidi coloro che hanno sostenuto questa gente

lunedì 20 luglio 2015

Marino, Crocetta, Gabrielli e gli insulti ai sudditi

La presunta telefonata tra il delirante Crocetta ed il suo medico e' davvero fondamentale per portare alle dimissioni il disastroso presidente regionale siciliano? Assolutamente no. Anzi, le discussioni su una telefonata misteriosa servono solo a creare una cortina fumogena sul suo mal operato. Molto più grave, ma lo si dimentica in nome del politicamente corretto, e' l'aver scaricato sui conti pubblici i costi per lo sbiancamento anale. Ed ancora più grave la telefonata, registrata e pubblicata, tra il medico e Crocetta nel corso della quale il medico parla di politica sanitaria ed il presidente regionale si interessa solo di quanto tempo occorra per farsi togliere i punti dopo l'operazione di lifting anale. Fantastico. Perché mai uno così dovrebbe guidare una Regione quando l'unico suo pensiero e' rivolto al suo fondamentale posteriore? E Marino? Importa davvero se sia o non sia coinvolto in mafia capitale quando tutto il suo operato come sindaco e' fallimentare? Marino che, da sindaco, insulta un'anziana signora solo perché non si entusiasma all'arrivo degli invasori? Può, un sindaco, insultare impunemente un cittadino, soprattutto se indifeso, e continuare a guidare la città? Sindaco di tutti o solo delle cooperative che speculano sugli invasori? E Gabrielli? In teoria, ma solo in teoria, in quanto prefetto dovrebbe rappresentare lo Stato, non un partito. Ma lui, in attesa di una carriera politica nel Pd, si schiera contro i sudditi dello Stato, scatena la frustrazione di chi indossa la divisa perché non ha trovato un altro lavoro e scaglia i frustrati contro donne e anziani. Colpevoli di non voler essere paria a casa propria per favorire gli invasori. E anche Gabrielli, come Marino, insulta chi non accetta le imposizioni del governo. Sudditi siete e dovete stare zitti. Ma dov'è la loro forza? La loro garanzia di conservazione del potere? Nel sostegno di media asserviti, schierati, indegni e spesso ignoranti. Quei media che prima si inventano un'era glaciale che distruggerà il Pianeta e poi si inventano anche la primogenitura di Hitler nella creazione del saluto romano (non è un caso che il giornalista responsabile delle due bufale sia lo stesso). Quei media che criminalizzano gli italiani di periferia che non vogliono gli invasori e poi glissano senza decenza sugli stupri commessi dagli invasori. Ma possono farlo senza problemi, grazie alle destre incapaci che hanno regalato la Rai alla gestione di ogni sinistra; che hanno regalato le reti Mediaset alla stessa gestione per tutelare gli affari di Berlu; che hanno costantemente evitato di investire su una informazione alternativa perché i soldi servivano per le attività immobiliari, da Montecarlo al Midi oltre che in Italia. Agenzie di stampa, radio, tv, quotidiani, settimanali: le assenze si pagano. Ora pare che Marcello Veneziani voglia provare a creare un'alternativa partendo dai blog, dai social, dal web. Dal piano di investimenti si capirà la serietà e la percorribilità del progetto

venerdì 17 luglio 2015

Skakespeare nazista, e gli israeliti argentini vietano la lettura

Chi ha creato le SS? Ma William Shakespeare, ovviamente. Almeno secondo la Delegazione delle associazioni israelite argentine che hanno accusato la presidenta argentina, Cristina Kirchner, di antisemitismo. Qual è infatti la grave colpa della presidenta? Quella di aver invitato i giovani argentini a leggere "Il mercante di Venezia", una delle opere di Shakespeare. Beh, certo, nell'epoca del nulla cosmico un invito alla lettura può sembrare una provocazione. La presidenta ha chiarito che Il mercante di Venezia serve perfettamente per comprendere il comportamento criminale dei fondi buitres , i fondi avvoltoi americani in guerra contro il popolo latinoamericano. Ma le associazioni israelite sono insorte poiché nell'opera di Shakespeare si parla di un usuraio ebreo a Venezia. Che non fa proprio una grande figura. Dunque bisogna procedere alla censura.  Non basta che, al cinema, il Mercante di Venezia sia stato preceduto da una introduzione politicamente corretta. No, ora bisogna proprio cancellare i libri, vietare la lettura. In questo caso di Shakespeare, poi toccherà a Dante ed agli altri autori della cultura europea. Si stanno già cambiando le frasi considerate scomode, il passo successivo e' la censura completa. Ma, forse, ai nemici della cultura, basta cambiare i testi. Facendo passare gli autori del passato come antesignani del politicamente corretto odierno. Tutti renziani ante marcia. Tutti antifascisti senza fascismo. Ed i censori saranno sempre pronti, con il fucile spianato, con le forbici per i tagli, con il pennarello nero per cancellare. Tanto a chi interessa la cultura? Ed i buffoni che vanno in piazza per la libertà di espressione, perché non insorgono contro le deliranti proteste della delegazione delle associazioni israelite? Forse perché, nella loro profonda ignoranza, pensano davvero che Shakespeare sia stato il fondatore delle SS.

giovedì 16 luglio 2015

Syriza imita il Pd per distruggere la Grecia

Finalmente il bugiardissimo può affermare di essere un esempio. Perché Tsipras si è comportato da perfetto renzino e Syriza ha dimostrato di essere una copia del Pd. Il comitato centrale del partito della sinistra greca si è riunito, ha bocciato il diktat dell'Unione europea, dopodiché Tsipras ha ignorato il voto del suo partito e l'hanno ignorato pure i parlamentari che, in comitato centrale, avevano votato contro l'accordo. Una buffonata da autentici cialtroni. "Siamo contrari, ma solo se non si vota in pubblico". Dunque votiamo contro la nostra stessa posizione, contro il nostro parere, contro le nostre decisioni. Votiamo per distruggere la Grecia, ma dichiarando di essere contrari a ciò che facciamo. Più da manicomio che da psicanalisi. Ma il modello, d'altronde, e' quello del bugiardissimo e del Pd. Dunque i greci dovranno rinunciare alla propria indipendenza, dovranno cedere anche le isole agli speculatori, dovranno distruggere quel che resta della loro economia, soprattutto turistica. Aumenteranno l'età della pensione e, in questo modo, eviteranno di immettere i giovani nel mercato del lavoro. Ma, in compenso, dovranno mantenere un milione di invasori che la grande strategia del genio tedesco Schauble ha ignorato deliberatamente. Altro che la Germania come faro dell'Europa. Gli invasori, da regolarizzare, sono il grimaldello per far saltare tutto. Per dare la spallata definitiva. La Grecia non può permettersi di mantenerli in una situazione di crisi, di disoccupazione, di povertà crescente. Ma l'Europa a trazione tedesca se ne frega e in questo e' perfettamente allineata con i cialtroni buonisti di Syriza. Troppe similitudini con l'Italia. Dove qualcuno ha già deciso che gli invasori non pagheranno neppure le tasse universitarie, riservate alle famiglie italiane. Perché la discriminazione esiste, ma solo contro gli italiani

mercoledì 15 luglio 2015

Berlino-Mosca, un asse necessario, ma con molta più intelligenza

Risolto il caso Iran, con un ritardo assurdo e con danni enormi all'economia italiana, gli Usa possono ora dedicarsi al loro obiettivo preferito, e  pure ufficializzato: rendere sempre più distanti le posizioni di Germania e Russia per evitare che una stretta alleanza tra Mosca e Berlino possa rafforzare l'Europa. Un continente spaccato, invece, sarebbe più facilmente aggiogabile al carro americano. Tutto vero, ed in questo ha ragione Gabriele Adinolfi. Ma il più grande aiuto all'aggressione americana arriva proprio dall'ottusità tedesca. La pessima gestione del caso greco, al di la' del bluff del cialtrone Tsipras, e' la dimostrazione che Berlino non ha la benché minima voglia di considerarsi parte dell'Europa. La Germania non ha voluto il ruolo della locomotiva europea, preferendo quello della grande approfittatrice. Ha giocato di sponda con i Paesi del Nord per imporre comportamenti assurdi contro le produzioni di qualità del Sud. Poi ha provato ad ignorare il Nord tentando di mantenere rapporti accettabili con Mosca,poi ha di nuovo schierato il Nord contro la Grecia. Senza un disegno strategico che esulasse dall'austerità che impedisce la crescita. Regole cretine, politiche economiche fallimentari. Non è così che si può ripartire con un'Unione europea nuova. E Mosca? Aggredita in Ucraina, si è ripresa la Crimea che era sempre stata russa.  Ma, di fronte alle sanzioni, non ha reagito come avrebbe dovuto, puntando su investimenti per creare una struttura industriale adeguata ed efficiente e puntando su nuove alleanze internazionali. Mosca non ha saputo neppure approfittare della stupidità di Tsipras e dell'ottusità del governo tedesco. Ed ora, di fronte all'offensiva  di Obama in Medio Oriente, Putin rischia di nuovo di ritrovarsi a contar poco. Mentre l'alleanza con Cina, Brasile e Sudafrica arriva proprio nel momento di difficoltà economica di tutti e 4 i Paesi. Senza dimenticare la nuova strategia Usa in America Latina. Mosca ha bisogno dell'Europa e l'Europa ha bisogno della Russia. Ma con idee nuove, con slanci diversi, senza l'ottusità di Berlino e la presunzione di Mosca

sabato 11 luglio 2015

La fine dell'Europa, giustamente sconfitta dai nuovi barbari

Abituati alla totale inconsistenza del bugiardissimo di casa nostra, ci auto convinciamo che la Merkel conti qualcosa a livello mondiale. Pura illusione, poco più dell'entusiasmo estivo per la campagna acquisti di qualche squadretta di fondo classifica con la convinzione che possa vincere il campionato. E invece il campionato internazionale non lo vincerà la Merkel e non lo vincerà l'Europa. Un continente vecchio, moralmente distrutto e con una serie infinita di cialtroni politicamente corretti che, in nome del buonismo più ottuso, distruggono il poco rimasto in piedi. Si ripropone - ricordava Mariano Allocco, una delle teste pensanti del mondo montano europeo - la storia della fine dell'Impero Romano. Con i barbari alle porte che, grazie all'inconsistenza dell'Impero, sfondano le porte e occupano tutto, sconvolgendo tutto. Allora i barbari erano europei e, in fondo, avevano radici comuni. Ora il mondo che occupa tutto e tutti non ha molto in comune. Ma, ancora una volta, la colpa e' degli assediati. Infiacchiti, vigliacchi, pronti ad ogni compromesso. E se i barbari di fine Impero erano comunque affascinati dai resti di quella che era stata, comunque, una grande civiltà, i nuovi invasori sono solo, e giustamente, dei saccheggiatori di risorse altrui. Quale dovrebbe essere la grande civiltà europea ricca di fascino? Quella dei banchieri di Francoforte? Quella dei preti pedofili? Quella delle sedicenti archistar che realizzano ovunque le medesime schifezze, incuranti dei paesaggi, della cultura e dei contesti? Quella di chi è pronto a distruggere vallate incontaminate per creare piste da sci riservate ai Vip? Quella della cultura del cibo trasformata in sfruttamento del cibo artefatto? Quella della sanità pubblica che paga gli interventi per lo sbiancamento anale di un politico?  L'Europa tedesca dello sfruttamento attraverso i mini job? L'Europa francese delle banlieues? L'Europa italiana degli anziani che cercano cibo nei cassonetti mentre i nuovi barbari si lamentano di essere ospitati in hotel a sole 4 stelle? L'Europa greca di Tsipras che prende per i fondelli gli elettori e impone la macelleria sociale per far contente le banche? L'Europa della musica che è precipitata da Beethoven a Fedez? Questa e' l'Europa che ha scelto il suicidio. E non è un caso che gli altri, i Paesi non più emergenti ma ormai emersi, procedano per la loro strada senza di noi. Economicamente ma anche culturalmente. Quando, poi, vogliono ricordarsi della cultura europea, propongono concerti con valzer viennesi ed opere di Verdi. Magari si entusiasmano per Albano, ma non si sognerebbero mai di suicidarsi con dj ax. Perché loro hanno un futuro, noi abbiamo Jovanotti.

mercoledì 8 luglio 2015

Obama pretende che l'Europa salvi Atene per evitare Putin

Nella vicenda greca scende in campo Obama che, con la benedizione di RaiNews, si indigna per l'incapacità europea di risolvere i problemi di Atene. RaiNews e Obama ordinano di salvare la Grecia, di offrirle altri prestiti, di ignorare i problemi strutturali del Paese. Naturalmente tutti possono esprimere il loro pensiero, mica siamo la signora Boldrine che vuol censurare chi non la apprezza. Ma se Obama fa logicamente i propri interessi, e' vergognoso l'appiattimento RaiNews. Perché, se si vuol fare informazione e non propaganda, sarebbe il caso di ricordare al presidente Usa che la crisi europea generale nasce grazie agli USA. Possibile che, a RaiNews, nessuno ricordi Lehman Brothers? I mutui subprime che hanno innescato la crisi mondiale? Macché, tutto dimenticato. La crisi europea e' nata per caso e gli americani non hanno responsabilità. Neppure per le agenzie di rating che hanno approvato i bilanci falsi di Atene. D'altronde non ci si può aspettare correttezza di informazione da chi plaudiva al Grigiocrate Monti ed alla Fornero. E sfugge, ai grandi pensatori della dis informazione italiana, che l'intervento di Obama non sia stato dettato dallo spirito caritatevole ed umanitario del premio Nobel per la Pace e per i Droni. Ad Obama ed agli americani non frega assolutamente nulla dei greci, della loro povertà. Obama vuole che l'Europa salvi, a spese proprie ovviamente, una Grecia fallita solo per evitare che Atene cada tra le braccia dei russi. La Grecia e' un Paese della NATO e non può amoreggiare con Mosca. Ma se le ragioni sono queste, se gli Stati Uniti hanno bisogno di un alleato nel Mediterraneo (più che un alleato, vogliono un Paese di servi), provvedano loro a pagare i debiti ed anche a fornire nuovi prestiti. Che, ovviamente, non potranno mai essere ripagati. Troppo comodo indignarsi per scaricare gli oneri sull'Europa. Certo, farebbe comodo agli USA un'Europa più povera, obbligata ad accettare i vergognosi trattati commerciali che distruggerebbero (e distruggeranno) le economie dell'Europa del Sud. Perché, a quel punto e con quei trattati, tutta l'Europa meridionale finirebbe nell'orbita di Washington, senza alcuna possibilità di liberarsi dal giogo americano. Ma il bugiardissimo e la sua corte sono pronti a firmare qualunque cosa. Quando gli altri, quelli che contano e che portano avanti le trattative, sottoporrano all'Italia il testo da firmare senza commenti. Come se si fosse alla direzione del Pd

martedì 7 luglio 2015

Rifare l'Europa oppure cancellare l'Unione

Ed ora, l'Europa? Non è importante, in fondo, se Tsipras sprecherà il referendum greco per gettarsi nelle fauci dei Draghi o per rassegnarsi alle imposizioni dello Schauble di turno. E' molto più significativo il voto dei greci che non il risultato economico della loro scelta. Perché il voto ha sancito il fallimento dell'Europa così come l'avevano disegnata i banchieri, gli speculatori ed i loro servi travestiti da statisti. L'Europa del Grigiocrate Monti e della sua fetida banda. L'Europa dei falchi  ottusi di Berlino e degli sciocchi e vanesi di Parigi. L'Europa di un settentrione privo di qualità che impone standard di basso livello a chi sa cosa sia la qualità. L'Europa di un meridione assistito che è pronto ad imporre sacrifici a chi non è assistito, pur di non rinunciare ai privilegi di chi non fa nulla e non vuol far nulla. Inutile illudersi sulle meravigliose sorti di un'accozzaglia di diversità che non si aggregano per l'egoismo di tutti. Non esiste un'idea unificante perché non esiste l'Idea. Ma visto che il Paese più forte e' la Germania, le responsabilità maggiori ricadono su Berlino, sui suoi alleati e sui suoi satelliti. Non è possibile pensare ad un'Europa unità quando, per compiacere l'incapacità del Nord, si ipone al Sud il vino senza uva, il cioccolato senza cacao, il formaggio con il latte in polvere. Quando l'incapacità del Nord impone al sud le importazioni di abbigliamento cinese che transita nei porti tedeschi e olandesi. Mucca pazza, un regalo dell'allevamento criminale inglese, aveva fatto scattare le sanzioni contro la sanissima bistecca fiorentina. E' questa l'Europa che vogliamo? Ottusa, burocratica, lenta e penalizzante a senso unico? L'Europa che impone le sanzioni alla Russia per far contenti gli Usa? Che impone l'invasione per far contenti gli imprenditori alla ricerca di schiavi? Chi ha inventato i mini job? Certo non la Grecia. Che ha le sue gravi colpe. Un bilancio taroccato, indubbiamente. Certificato dalla agenzie di rating, difeso dalle banche tedesche e francesi che hanno prestato denaro a strozzo. E che, di fronte all'insolvibilità di Atene, hanno ottenuto da un senatore a vita italiano di scaricare una parte dei crediti sulle nostre teste. 40 miliardi di euro: il regalo dell'Europa, di Napolitano, di Monti. Si può ripartire da queste basi? No. E non bastano le sciocchezze di Rita Dalla Chiesa sui greci che non han bisogno di nulla perché vivono con due olive ed un pezzo di formaggio. Non è vero. Come non è vero che l'Italia sia sana. Se si vuol ripartire, insieme, si deve cambiare completamente. Cacciando Schauble, uno dei maggiori responsabili del rifiuto dell'Europa da parte di chi, giustamente, vede solo gli effetti su tasse, povertà, invasione, disoccupazione, pessima sanità. Imponendo a Bruxelles il rispetto delle diversità culturali, storiche, economiche. L'Europa a trazione berlinese non piace neppure in Baviera. Persino la Merkel potrebbe capirlo. L'alternativa è solo la cancellazione del progetto europeo

lunedì 6 luglio 2015

I greci contro l'ottusità tedesca, ma Tsipras può rovinare tutto

Dall'incertezza del risultato al trionfo netto del NO  nel referendum greco contro l'ottusità degli euro burocrati e dell'ottuso ministro tedesco per l'austerità altrui. I greci hanno dimostrato quanto sia falso il detto "Italia e Grecia, una faccia, una razza". Perché loro, i greci, non hanno il volto delle pecore italiane, dei conigli di casa nostra. Loro hanno dimostrato quel coraggio che l'Italia non sa più cosa sia. Coraggio per rifiutare i diktat del pessimo tedesco. Coraggio perché il governo greco non ha neppure una politica alternativa credibile. Ma di fronte all'ottuso ministro della Merkel, i greci hanno scelto il rischio. Assetando uno schiaffone menorabile al bugiardissimo che sgoverna l'Italia e che pontifica su cosa che ignora. Ed ora? Il ministro greco che trattava con l'Europa, si è dimesso. Atene tornerà a trattare, con il rischio di smentire il voto dei cittadini. Ma per l'Europa il segnale resta evidente. I popoli meno vigliacchi di quello italiano sono stufi di essere trattati da sudditi. Tutto questo fa il gioco della City di Londra e della finanza Usa? Lo sostiene Gabriele Adinolfi. E può anche essere vero. Ma questo e' il risultato dell'idiozia di Berlino. Il primo avversario di una Unione Europea credibile non è Tsipras, ma l'ottuso tedesco che cerca di imporre una criminale politica di austerità e di povertà a tutta l'Europa. Non per rafforzare l'Ue, ma solo a vantaggio della Germania. Che ha responsabilità enormi. Perché quando si difende l'onore tedesco rispetto al tradimento italiano durante l'ultima guerra, si dimentica che l'inizio della sconfitta tedesca non è stato a Stalingrado ma a Dunquerque. Dove l'idiozia dei vertici germanici ha salvato l'Inghilterra. Ben prima di ogni tradimento italiano. E le guerre si vincono con coraggio, con forza, ma anche con intelligenza. Quanto alla Germania di oggi, non è più quella del capitalismo renano, sociale. Questa e' la Germania dei mini job, dello sfruttamento legalizzato per arricchire i soliti noti. Non è il Pil europeo l'unico strumento di valutazione del benessere, esistono le persone. La Germania, proprio per mantenere il mini job, ha favorito l'invasione. Prima ancora dell'idiozia di Alfano e del bugiardissimo. A questa Germania, a questa Europa, la Grecia ha detto no. Poi Tsipras potrà rovinare tutto, ma una strada e' stata aperta.

mercoledì 1 luglio 2015

La destra si spartisce la torta di An mentre gli altri preparano il voto

Al voto, al voto! Le grandi manovre per le amministrative della prossima primavera sono già iniziate. Anche perché, tra firme false in Piemonte, la farsa della Campania e mafia capitale, si rischia di affrontare qualche elezione già in autunno. In attesa del voto nelle grandi città del 2016. Così le vecchie cariatidi dell'An che fu si ritrovano a Roma per decidere come spartirsi la grande e ricca torta del patrimonio della Fondazione. Nella convinzione, assurda, che gli elettori torneranno in massa alle urne, richiamati dalla riapparizione di Aledanno, magari del signor di Montecarlo, con una spruzzatina di caporali di giornata che aspirano a fare i colonnelli. Una spruzzatina di selz maleodorante su un aperitivo andato a male. Ma tutto in nome dell'unità ritrovata o da ritrovare. Uniti nella spartizione, uniti nell'illusione di rappresentare qualcosa, di attrarre qualcuno. Più serio il tentativo di Marcello Veneziani, di mettere insieme chi si occupa di cultura, di informazione, di comunicazione. Tante esperienze che procedono in ordine sparso. Possibile farle collaborare? Tutto è possibile se esiste un progetto serio, se esistono le risorse e non vengono fagocitate dagli ex sodali di Fini o dagli aledanniti dai grandi appetiti. E la Lega? Procede nel tentativo di trasformarsi in un movimento nazionale, con  competenze anche internazionali, a partire dalla Russia. Poi, però, si incarta come sempre sui personaggi che dovrebbero incarnare l'idea. In Piemonte si marcia verso il voto anticipato e la Lega non ha candidati forti o anche solo credibili. Quanto alla Russia, l'assoluta mancanza di iniziativa sul fronte greco suscita molte perplessità sul ruolo che Mosca può e vuol giocare sullo scenario italiano.  Ed i rapporti con i centri studi? Mistero. In compenso si riciclano personaggi passati da uno schieramento all'altro senza mai lasciar una traccia utile. Resta Fdi che, con la Meloni, ha disertato l'incontro delle cariatidi. E ha fatto bene. Ma se è chiaro cosa non vuol essere, non è chiaro cosa vuol essere. Non ci sono tempi lunghi per riflettere e decidere. O Fdi cresce subito, o il destino e' segnato. Perché gli altri, sui fronti opposti, non stanno a guardare. I grillini non sono per nulla in crisi. E proprio in Piemonte potrebbero  puntare su candidati credibili, se solo non ci fosse il vincolo del mandato da terminare in Comune. Il Pd, invece, e' in fortissima difficoltà. Ma sta già correndo ai ripari, sostenuto da una dis informazione di servizio. Così, per recuperare i voti dei ciellini, uno dei rari provvedimenti della giunta rossa regionale ha riguardato l'ennesima montagna di denaro pubblico regalata alla Piazza dei Mestieri, una delle tante iniziative collegate alla Compagnia delle Opere, braccio economico di Cl. E, in prospettiva, ci potrebbe pure essere un assessorato per il ciellino Leo, magari alla Cultura, nella prossima giunta di sinistra. In cambio di un mancato accordo di Ncd con le altre formazione della destra. Quella destra troppo impegnata a sognare le spartizione della torta, garantita ai soliti nomi ed ai soliti noti, per accorgersi di quanto succede nel mondo.