venerdì 24 gennaio 2014

La porcata dell'Italicum? Obbliga a far politica

Ma la porcata del Renzusconi, la riforma elettorale spacciata per Italicum, è davvero così nefasta? Certo, teoricamente avvantaggia solo due partiti, quello di Berlu e quello del burattino Matteo. Ma per quanto tempo? Berlu avrà anche sette o nove vite, sarà quasi immortale, ma Forza Italia non può pensare di continuare a prender voti a prescindere. Deve necessariamente dotarsi di una classe dirigente che faccia politica e non solo affari. Ed il Pd? Il burattino non rappresenta certo la sinistra del partito e non è detto che sia in grado di mantenere compatta una formazione che sta già dimostrando di sopportare a fatica l'uomo di Serra e Farinetti. Ma, in ogni caso, che faranno tutti gli altri? Il Renzusconi obbliga tutti a riscoprire la politica, nel caso volessero provare a sopravvivere. E non sarebbe male il ritono alla politica, dopo questi anni di disastro grazie ai dementi tecnocrati che hanno distrutto l'Italia e tolto ogni speranza. Ma saranno in grado, i partitini attuali, di riscoprire la politica? Di tornare a confrontarsi nelle piazze, con gli elettori trattati per anni come banali sudditi? Non è che ci siano molte alternative. Qualcuno si ricorda ancora dell'esistenza di Sel, a parte le telefonate imbarazzanti di Vendola con i vertici dell'Ilva? Come può pensare Sel di superare lo sbarramento del 5% (se vorrà allearsi con il burattino che imporrà condizioni capestro) o addirittura l'8%? Con il voto dei clandestini trasformati in elettori? Perché le ultime elezioni hanno dimostrato che sono davvero pochi gli italiani che amano rinunciare alla casa popolare affinché sia assegnata agli ospiti non invitati. E Scelta Civica come sopravviverà? I ricchi padroni della Kamchatka sono così pochi che non garantiscono il successo elettorale dei portavoce dei banchieri. Confluirà nel Pd del burattino, per un'alleanza con il finanziere Serra? In ogni caso sparirà, e difficilmente ci saranno rimpianti. E Pierfurby Casini con la sua Udc? Ovvio che il partitino non può farcela da solo. Confluirà, sparendo come Scelta Civica, nel Pd? O cercherà un accordo con gli alfaniani del Nuovo centrodestra per l'ennesimo tentativo di ricostruire la Dc? Ma su quali basi? Con quali proposte? Facendo politica in che modo? In ogni caso l'Udc sarà solo una componente di Ncd e non è per nulla certo che il polo democristiano superi lo sbarramento. Non è che a destra vada meglio. Fdi sceglierà di allearsi con Berlu sperando nel 5%? O affronterà il mare aperto in solitudine sognando l'8%? Ma con quale politica? La stantia polemica con Storace non appassiona più nessuno. Neppure nelle chiacchiere da bar. Discorsi di vertice che lasciano totalmente indifferente la base. La politica è tutt'altra cosa. Quali saranno le proposte? Con quali mezzi verranno rese note? Mica si può pensare di conquistare voti con gli scontrini dei rimborsi, con l'ossessione della Tav, con iniziative che non vengono comunicate, con la riproposizione di candidati autoreferenziali. "Dove sono finiti i 4 milioni di voti di An", si chiedeva pochi giorni orsono Marcello Veneziani? Come recuperarli? Magari imparando a comunicare. Fdi ha un ottimo mensile, Area, perché iscritti e militanti non leggono e girano con una copia sotto il braccio? Forse perché han paura di imparare qualcosa di utile e, dunque, di diverso da quello che dicono? E la Lega Nord? Salvini ha riscoperto il movimentismo, grazie anche alla spinta di gente come Borghezio ha stretto un accordo con Marine Le Pen ed il Fn. Può servire per le elezioni europee. Ma non basta per sopravvivere in Italia. Dove è finita la classe dirigente leghista? Mica si può riproporre Cota ad libitum. Tosi è sparito? Maroni che fa? Amministra la Lombardia come se fosse un condominio, ma l'indirizzo politico qual è? Qualche segnale di coraggio, comunque, non manca. Se a Bruxelles, nonostante gli attacchi di Le Monde, politici di Fdi, Fi e Lega hanno partecipato alla presentazione di un libro di Gabriele Adinolfi. Se si comincia a rifiutare il politicamente corretto, forse c'è speranza.

giovedì 23 gennaio 2014

Renzi pronto a rottamare gli anziani

Purtroppo non è una battuta, ma una indiscrezione filtrata tra le maglie sempre più larghe di un Pd in baruffa: una delle prossime mosse di Serra attraverso il burattino Matteo riguarderà la rottamazione dei pensionati. Preceduta dall'immancabile campagna mediatica a favore di un patto generazionale, la proposta comporterà una riduzione delle pensioni anche per chi le riceve già, applicando il sistema contributivo - invece del retributivo - anche per chi in pensione c'è già da tempo. D'altronde la retroattività è diventata prassi comune in questo Paese. Senza che qualcuno osi contestarla, a parte la vicenda giudiziaria personale di Berlu. Ma per i contribuenti non esiste difesa. Sudditi sottoposti ad ogni capriccio del burattinaio e del burattino. Dunque gli anziani andranno in pensione con assegni più magri, per mettere a disposizione del governo i soldi per aiutare i giovani a trovare un'occupazione. Detta così potrebbe anche sembrare una proposta giusta. Quale genitore non sarebbe disposto a sacrificare una parte della propria pensione per aiutare i propri figli o nipoti? Peccato che non funzioni proprio così. Spesso, quando si raggiunge l'età della pensione, si hanno ancora figli impegnati con gli studi superiori. E l'assegno mensile è indispensabile per permettere alla famiglia di sopravvivere, con sacrifici, facendo studiare i figli. Mentre lo scambio generazionale non avverrebbe in famiglia: non è che i soldi del pensionato vengano distribuiti ai figli. Per il burattino Matteo ed i suoi cloni queste sono banalità statistiche, per le famiglie si tratta di sopravvivenza. Senza dimenticare un altro particolare: i giovani, quando iniziano a lavorare, hanno retribuzioni basse, spesso molto basse. Che resterebbero tali anche nel caso di "scambio generazionale" e sarebbero del tutto insufficienti per mantenere i giovani stessi e le loro famiglie che sarebbero caratterizzate da genitori pensionati a carico. Impedendo, di fatto, la creazione di nuove famiglie giovani. Gli anziani, con le pensioni renziane, non potrebbero più pagare il mutuo della casa e tantomeno le tasse sull'abitazione. Soluzione? Guarda caso è stata Mediaset, con un servizio delle Iene, ad indicare la strada: emigrare in massa. Un servizio sugli anziani italiani felici in Bulgaria con 800 euro di pensione è stato esemplare. Peccato che gli intervistati fossero tutti uomini con mogli locali, ma questo è solo un particolare. Prossimamente possiamo attenderci analoghi servizi sui pensionati in America Latina o alle Azzorre. Certo, i figli restano in Italia, i nipotini non conosceranno mai i nonni e li vedranno, forse, solo a Natale. Ma il burattinaio ed il burattino vogliono cancellare l'identità di questo Paese, vogliono eliminare la memoria stessa dell'Italia. Ed allora via libera a giovani schiavi immigrati e foglio di via per gli anziani italiani colpevoli di ricordare. E' il mercato, bellezza.

mercoledì 22 gennaio 2014

I media inventano il guru Boschi e cancellan la realtà

Miracoli della comunicazione. 1)La renziana Boschi, praticamente un clone al femminile, va in tv e ripete, paro paro, le stesse battute del Burattino Capo, le stesse argomentazioni fasulle, le stesse banalità. I nullisti replicanti. E i media (non tutti) pronti ad osannare la nuova grande comunicatrice del grande burattino del grande partito. 2)Il mitico Pagnoncelli presenta i suoi consueti sondaggi da cui emerge che il centrosinistra, attualmente in testa con un margine colossale dello 0,4% (cioé nulla), con il nuovo sistema elettorale prenderebbe praticamente il doppio dei seggi rispetto al centrodestra. E nessuno (o quasi) che intervenga per spiegare che forse un sistema così non è il massimo della democrazia e della rappresentatività. Lo vuole il burattino? Allora va bene. Lo vuole Berlu? Allora va bene per gli altri. Persino Pierfurby Casini si sente in dovere di far notare che un sistema simile - che farebbe sparire l'Udc, ma pure Fdi, Lega, Sel, Sc e manterrebbe in vita solo Pd a sinistra, i grillini, Forza Italia e forse ma molto forse, Ncd - non gli sta bene e non è disposto a farsi suicidare da Pagnoncelli e dal Burattino. Ma i media gongolano di fronte alla prospettiva di una miracolosa governabilità. 3) Un povero assessore della Regione Piemonte fa notare che la propria regione, insieme a Lombardia ed Emilia Romagna, trainerà la ripresa nel 2014. Con una fantasmagorica crescita del Pil intorno all'1,2%. Certo, meglio del resto d'Italia, con una media di crescita dello 0,7% (contrariamente alle bugie di Saccomanni) e con regioni senza alcuna crescita. E di chi è il merito di questo boom del Piemonte? Ma della giunta, ovviamente. Non delle imprese industriali, agricole e del terziario che hanno resistito nonostante le addizionali varie della Regione. Non dei dipendenti della Regione che hanno aiutato le imprese e che han visto 200 precari alle prese con una riduzione dello stipendio, visto che son stati trasformati in part time, mentre qualche consigliere cercava gli scontrini da farsi rimborsare. Risultato: il comunicato è stato ignorato da tutti. Eppure, di fronte a questi esempi di diverso impatto sulla comunicazione, tutti procedono per la propria strada. E fanno bene il Burattino ed i suoi cloni, protetti, osannati, difesi, glorificati. Ma gli altri? Rassegnati al peggio, all'ineluttabile che è ineluttabile solo perché non fanno nulla per contrastarlo. Nessuno che abbia il coraggio di spiegare ad un assessore che così non si comunica? Nessuno che abbia il coraggio di spiegare ai partiti più piccoli che rassegnarsi alla mancanza di comunicazione non è proprio una genialata? E' grazie a questi atteggiamenti che Grillo continua ad avere sondaggi super favorevoli nonostante i suoi eletti. Perché tra il nulla ed il candidato che parla con i marziani, qualcuno finisce per votare per l'amico degli alieni. Perché gli altri scompaiono. Dai giornali, dalle tv, dalle radio, dai social forum. Procedono per comunicati che nessuno rilancia. Troppo presuntuosi per provare a capire.

martedì 21 gennaio 2014

Come perdere contro una sinistra debole

Di fronte ad un centrodestra che farà di tutto per perdere la guida della Regione Piemonte, il candidato del centrosinistra, Sergio Chiamparino, può persino permettersi di pensare ad una squadra caratterizzata dal vecchio che avanza. E se dovrà rinunciare, per banali ragioni di opportunità, all'onnipresente Evelina Christillin, secondo il quotidiano online Lo Spiffero ha già in mente di piazzare altri esponenti non di primissimo pelo. Dall'attuale presidente della Provincia di Torino, Saitta, all'eterno Morando, al riscoperto Soave. Con qualche innesto di qualità, come l'attuale assessore al Lavoro di Saitta, Carlo Chiama. E non poteva mancare l'assessore in quota Farinetti, lo sponsor del burattino Matteo: Nicola Chionetti. Nel complesso una squadra battibile, non il Barcellona o il Real Madrid della politica. Ma se contro una formazione di medio livello ed in grado di provocare scarsi entusiasmi, si fanno giocare dei dilettanti allo sbaraglio, il risultato appare scontato. A chi pensa il centrodestra? Addirittura ad una candidatura di Coppola, il belloccio imposto da Berlu come rivale di Fassino ed asfaltato con un modestissimo risultato di poco superiore al 30%. Nel frattempo il belloccio è diventato assessore alla Cultura (degli avversari) ed è trasmigrato con Alfano. Ma per far vincere facilmente Chiamparino, è il candidato ideale. Forse, però, Forza Italia non sarebbe entusiasta di questa eventualità. E nemmeno Fdi o Lega. Allora le primarie? Tra chi? Tra i consiglieri uscenti che hanno dimostrato qualità da dimenticare? Tra paracadutati da Roma e da via Bellerio? Son tempi difficili, ma lo spettacolo offerto è davvero misero, squallido. I colpevoli del disastro non vengono cacciati con una pedata nel fondo schiena, ma tutelati candidandoli altrove. Come se l'incapacità svanisse passando da Torino a Roma o da Torino a Bruxelles. Come se le cattive abitudini potessero venir dimenticate dagli elettori solo perché si è cambiata la scheda elettorale dove sono collocati certi personaggi. C'è la grande opportunità di cambiare tutto, ma si vuol perdere anche quest'ultima occasione. Perché i voti, nel centrodestra, ci sono ancora. Ma per raccoglierli occorre gente diversa. Gente che si chini a prenderli e che non proceda sempre con la puzza sotto il naso o si chiuda nelle stanze del potere per uscirne solo in campagna elettorale. Non si può contare solo sulla mancanza di alternative. Perché l'alternativa è andare al mare o in montagna la domenica del voto. Perché non ha senso vincere e farsi indirizzare dai perdenti in tutte le scelte strategiche, culturali, economiche, sociali. Almeno la sinistra dovrà assumersi delle responsabilità sulle scelte, senza la foglia di fico di un centrodestra che obbedisce perché troppo impegnato nel cercare gli scontrini da farsi rimborsare.

lunedì 20 gennaio 2014

Vietare le prefeRenzi e far contento Dudu

Le preferenze? Un retaggio di tempi lontani, quando gli italiani si erano illusi di essere cittadini e non sudditi. L'eroico Matteo, l'uomo di Serra e Farinetti, ha deciso che le preferenze non vanno bene: bastano le prefeRenzi, cioé le indicazioni che fornirà lui stesso sulla base degli ordini dei suoi burattinai. E gli elettori dovranno adeguarsi. Certo, liste con soli 4 o 5 paracadutati. E che differenza c'è? Sempre paracadutati sono, sempre di liste bloccate si tratta. Il popolo non ha diritto di scegliere i suoi rappresentanti. Li decide il burattino di Firenze e tanto basta. O li decide Berlu sulla base del gradimento di Dudu. Meglio così, certo. Perché se Dudu vuole far eleggere la solita amica di papà Silvio e poi gli elettori scelgono qualcuno meno incompetente, che succede? Che il cagnetto va in depressione? Invece bisogna proseguire con i candidati imposti dall'alto. Come gli sfidanti per la poltrona di sindaco di Torino, contro Chiamparino (Buttiglione) e poi contro Fassino (Coppola). Asfaltati nonostante la benedizione di Arcore. Ma allora non c'era Dudu, una sorta di "polpo Paul", quello che azzeccava i pronostici ai Mondiali di calcio. Ora Dudu dovrà azzeccare le candidature. Tanto non farà peggio dei guru di Berlu. Ma qualcuno si illude che possano venir scelti candidati vincenti? Capaci e competenti? Pare quasi un accanimento, da parte del burattino e di Berlu, nel voler regalare voti ai grillini che, a loro volta, fan di tutto per perderli grazie a scelte deliranti. Ma forse a tutti loro piace il modello Usa, quello in cui votano 4 gatti e decidono per tutti. D'altronde i grillini hanno scelto di distruggere l'Italia attraverso l'immigrazione selvaggia grazie al voto on line di poche migliaia di adepti. E se uno non vuol partecipare al voto, mica è colpa di Grillo. E' una gara al peggioramento continuo, una rincorsa all'insuccesso. Io nomino i miei eletti indivuandoli tra quelli fedeli, senza idee e senza qualità. E tu scegli i tuoi elementi peggiori, sapendo che non saranno mai in grado di farti ombra, di crearti un'opposizione interna, di proporti un'idea. Così, mentre il burattino tronfio si vanta di una grande riforma che cambierà l'Italia, l'Italia vera affonda sempre più, tra tasse che vengono nascoste dai media, disoccupazione che continua a crescere, aziende che chiudono e bugie di Saccomanni che annuncia la ripresa. Ma, in tutto questo disastro, l'unica cosa che conta è che si evitino le preferenze ed il giudizio del popolo.

venerdì 17 gennaio 2014

Evviva la magistratura di parte!

L'imparzialità dei magistrati, la loro non discesa in campo, è come quella degli arbitri di calcio: ci credono (forse) solo gli opinionisti che giurano sull'inesistenza della sudditanza psicologica. Ci credono i tifosi delle squadre favorite, ma spesso fanno solo finta di crederci. In realtà tutti sanno benissimo che l'imparzialità esiste solo quando gli interessi in gioco sono minimi. Ma quando il gioco si fa duro, quando in campo ci sono i grandi gruppi ed i grandi interessi, l'arbitro gioca la partita. Ed i magistrati pure. Lo si è visto nelle vicende di De Benedetti, di Berlusconi, degli Agnelli. Lo si è visto nei giorni scorsi per le vicende del Consiglio regionale del Piemonte. Due pesi e due misure, ma si è stupito solo chi si era sempre foderato gli occhi con spesse fette di salame. Non è detto, però, che l'arbitraggio di parte dei magistrati non si trasformi in un clamoroso colpo di fortuna per l'area politica penalizzata. Perché se ci possono essere enormi perplessità sui risvolti penali dei comportamenti di assessori e consiglieri, non ci sono dubbi sull'inopportunità di molti di questi comportamenti. Mutande da rimborsare, perché? Tagliaerba, perché? (ah no, quello era di un consigliere dell'altra parte e, dunque, è tutto a posto). E vai con corsi strapagati per imparare il nulla, su regali per il matrimonio di un assessore. C'è solo l'imbarazzo della scelta. In fondo aveva ragione Mario Borghezio quando, un paio di giorni or sono, chiedeva a Cota di scusarsi con gli elettori. Al di là dei reati veri o inventati, c'è un utilizzo del denaro che offende gli elettori di quei partiti, di quei consiglieri. Ma ora l'arbitro è sceso in campo e tutto il centrodestra, TUTTO, ha la grande chance di rinnovare completamente la propria classe dirigente. Che, a parte gloriose eccezioni, non ha dato grandi prove di capacità, non ha entusiasmato, non merita riconferme. Mentre a sinistra Chiamparino, salvato dagli arbitri proprio in concomitanza con le decisioni del Tar, rappresenterà la riproposizione della vecchia politica, del vecchio sistema, dei vecchi intrecci dei soliti noti, il centrodestra DEVE trovare il coraggio per cambiare, per scegliere donne ed uomini nuovi. Pescando dai consigli comunali, da quelli provinciali, in modo da garantire le capacità tecniche di amministrazione. Pescando dalla società civile, dal mondo del lavoro, dell'impresa, delle professioni, per garantire un rapporto efficace con la realtà vera, con la gente "normale". Candidati nuovi per la presidenza della Regione, candidati nuovi per il Consiglio, candidati nuovi per le Europee. E, possibilmente, dimissioni immediate per votare in un'unica soluzione a maggio. Perché le Europee garantiranno a Grillo non solo grande visibilità, ma anche il traino per le Regionali. E dopo l'autogoal sull'immigrazione selvaggia, i grillini potranno pescare solo a sinistra, togliendo voti a Chiamparino. Se, al contrario, l'attaccamento alle poltrone farà slittare il voto regionale all'autunno, il risultato dei grillini sarà modesto (come alle altre elezioni amministrative) e si consegnerà il Piemonte al rappresentante delle solite famiglie di potere.

giovedì 16 gennaio 2014

Se la destra vuole l'ammucchiata..

Avanti al centro contro gli opposti etremisti. La politica italiana è tornata agli Anni 70, alle banalità centriste quando servirebbe uno scatto, un colpo di reni per rialzarsi dalla fanchiglia in cui è precipitato il Paese. Macché. Tutti a rincorrere i moderati, i centrini. E non importa se gli italiani, di fronte a questo ritorno al passato, scelgono Grillo o proprio non vanno a votare. Loro, i signori di una casta sempre più lontana dal Paese, se ne fregano e vanno avanti sulla strada del centro. Così, nel Piemonte che rischia di tornare al voto per le regionali, si assiste ad un patetico giochino di rincorsa. Per il Pd si autocandida Chiamparino e propone un'alleanza che comprenda Sel, i Moderati, Scelta Civica e l'Udc. Una bella ammucchiata, nel nome del solito programma: le poltrone. Ma sul fronte opposto replica Crosetto, dei Fardelli d'Italia. E lancia l'idea di una coalizione che comprenda Fdi, Ndc, Forza Italia, Lega, Udc e Moderati. Fantastico. Considerando che dai Moderati non è mai arrivata una proposta politica, sarebbe interessante capire quali siano i programmi comuni. E, soprattutto, sarebbe interessante capire quali siano i caratteri distintivi dei due programmi. Perché se Udc e Moderati, e magari pure Scelta Civica, possono stare in entrambi gli schieramenti, forse vuol dire che i programmi del centrosinistra e del centrodestra si assomigliano molto, Troppo. D'altronde l'assessore regionale alla Cultura, eletto nel Pdl e trasmigrato nel Ncd, ha abbondantemente premiato i progetti culturali della sinistra. E Forza Italia che tanto si è battuta per portare a Torino l'Autorità dei Trasporti (conquistando l'accusa di voler lottizzare le nomine), ha subito proceduto ad affidare al Pd la gestione dell'Autorità e delle assunzioni. Ecco, quando Carlo Fidanza, su Destra.it, si chiede perché certi esponenti di Fdi siano sempre mal visti dalla base, potrebbe guardare a quel che succede in Piemonte per darsi una risposta. Il problema di Crosetto non è, come scrive scherzando Fidanza, che fuma troppo (o che tifa per la squadra sbagliata) ma che rinuncia a priori ad una qualsiasi politica "forte" per tentare la rincorsa a Udc e Moderati vari. Perché dovrebbe ottenere i voti della cosiddetta "destra"? Solo per dispetto nei confronti di Chiamparino? Per evitare che la sinistra ripeta i disastri finanziari della giunta Bresso (Pd)? Per evitare che Chiamparino, in veste di rinnovatore, offra incarichi a figli, nipoti, generi e cognate di quelli che ha già miracolato nei suoi 10 anni da sindaco? Un po' poco. Il voto per "dispetto" non funziona più, lo si è già visto. Si vota per appartenenza? Ed allora niente Moderati e niente Scelta Civica. Si vota per convenienza? Ed allora niente Moderati e niente Scelta Civica ma niente assessori e consiglieri uscenti che non sono stati per nulla "convenienti". Per vivacchiare, per la grande ammucchiata, per la solita mangiatoia, non serve il rinnovamento del governatore.

mercoledì 15 gennaio 2014

Terroristi No Tav? Macché, solo teppisti cialtroni

Terroristi? Ma mi faccia il piacere, come direbbe Totò. Si trovano due bottiglie con liquido potenzialmente incendiario e si comincia a parlare di un potenziale ritorno delle Brigate Rosse. Si chiede la chiusura dei centri sociali dove si nascondono i No Tav, si pretende la militarizzazione di un'intera valle, si vogliono misure eccezionali. Tutto per qualche decina di teppisti vigliacchi, liberi di aggredire avversari politici, liberi di devastare la città, liberi di occupare ciò che vogliono. Ma che diventano terroristi se osano toccare un cantiere dell'alta velocità. Oddio, i magistrati si sono fissati delle priorità e seguono quelle. A chi interessa se un comune cittadino viene aggredito da questi cialtroni? A nessuno, ovviamente. Nè allo Stato (purché il cittadino sia ancora in grado, dopo l'aggressione, di pagare le tasse) né ai magistrati. Centinaia di denunce contro questi teppisti non bastano per mandarli in galera. Liberi di minacciare, di invadere ristoranti, di organizzare manifestazioni senza permessi e senza pagare alcunché (la Siae vale solo per il cittadino picchiato, non per i teppisti). Ma giù le mani dai cantieri, dalle imprese con un passato trasparente e da quelle con qualche dubbio in più. Allora, solo in quei casi, lo Stato si ricorda di esistere ed interviene. E paga i danni. Ai cittadini torinesi, invece no. Nessun diritto. Facciano denuncia e, forse, tra 15 o 20 anni se ne riparlerà. Ma questi atteggiamenti della magistratura non cambiano la realtà dei fatti. Un cronista della Busiarda viene pedinato e filmato e si parla di misteriosi finanziatori che permetterebbero ai teppisti di organizzarsi in modo così capillare. Quando, in realtà, la possibilità di pedinamenti è dovuta semplicemente al fatto che questi cialtroni non fanno assolutamente nulla e, dunque, dispongono di tutto il tempo necessario a seguire chiunque. Ma questo non possono raccontarlo quei giornali che, a giorni alterni, raccontano dell'impegno culturale degli stessi centri sociali dove soggiornano i teppisti. Quanto al terrore per due bottiglie piene di liquido infiammabile (e che non prende fuoco se qualcuno non lo accende), pare di essere tornati alla demenza della Legge Reale, quando potevi essere denunciato per detenzione d'arma se ti beccavano con la bottiglia vuota del latte, perché poteva essere riempita di benzina e trasformarsi in una molotov. Un po' di buon senso, ogni tanto, non guasterebbe. Così come sarebbe il caso di smetterla di chiedere la chiusura dei centri sociale. E' vero che il Comune è complice, ma è anche vero che i magistrati preferiscono tenerli aperti non per connivenza, ma semplicemente perché così è più facile controllare i teppisti. Stanno lì dentro, sono rintracciabili. Se si chiudessero i centri sociali si disperderebbero e sarebbero più difficili da controllare. Anche se è improbabile che questi cialtroni abbiano il fegato e la capacità di entrare in clandestinità. Meglio, comunque, evitare il rischio. Certo, se ogni tanto si provasse anche ad impedire ai teppisti di far danni contro la gente normale, quella senza scorta, non sarebbe poi un gran male..

martedì 14 gennaio 2014

Grillo regala milioni di voti a Berlu

Il Milan non fornisce assist vincenti ma Berlu può consolarsi con il formidabile assist che gli ha fornito Beppe Grillo. Il leader dei pentastellati ha organizzato un referendum sulla Rete per decidere se la legge anti immigrazione clandestina deve restare o deve essere abrogata. Han vinto i grillini che vogliono le frontiere aperte: 9mila contro 6mila. Oddio, il nulla rispetto ai milioni di elettori alle elezioni politiche, ma Grillo è una persona corretta e rispetta le decisioni della sua Rete. D'altronde, come cantava Gaber, libertà è partecipazione e se non partecipi ad un voto, seppure in Rete, dopo non puoi andare a lamentarti. Un autogoal micidiale per i grillini. Non a caso Beppe aveva più volte sostenuto che idiozie come lo ius soli, o amenità varie politicamente corrette, rappresentavano un rischio mortale non per il suo partito, ma per l'Italia. I grillini, non da ieri, sono mediamente molto meno intelligenti rispetto a Grillo, e non han capito nulla. Così, adesso, il centrodestra si ritrova con milioni di voti potenzialmente recuperabili. La percentuale di contrari all'abrogazione della legge è altissima: 6mila contro 9mila. E l'immigrazione, in un'Italia allo stremo e che tassa gli italiani per aiutare gli stranieri, non è un problema da poco. Grillo lo sapeva bene, i grillini no. E' un problema più serio e più costoso rispetto ai rimborsi dei consiglieri regionali. E non c'entra nulla il razzismo o la xenofobia. Grillo è persona intelligente, per nulla xenofobo, tanto è vero che ha sposato un'iraniana. Ma comprende ciò che deriva da un'immigrazione libera e selvaggia, a carico dei contribuenti italiani. Ora bisognerà vedere se lo capiranno anche i leader miracolati di un centrodestra che, sino ad ora, è stato troppo attento al politicamente corretto per poter recuperare i voti di chi non è per nulla moderato, soprattutto su questi temi. I grillini, già abbondantemente deludenti alla Camera ed al Senato, hanno deciso di rinunciare ad una consistente fetta del proprio elettorato. Ma non è per nulla sicuro che i delusi decidano di tornare o di approdare nell'area del centrodestra. Sceglieranno Salvini o, per il disgusto delle mutande cotiane, preferiranno l'astensione? Sceglieranno Meloni o, stanchi dei mantra di qualche leaderino locale, preferiranno non andare a votare? Voteranno per Toti (chi è costui?) o non accetteranno più i miracolati e paracadutati di Silvio e preferiranno stare a casa? Punteranno su Alfano o, schifati da noblesse oblige De Girolamo, continueranno a votare Grillo nonostante i grillini?

lunedì 13 gennaio 2014

La ripresa c'è: dei suicidi

"Dove sono finiti i soldi che dovevano servire per creare posti di lavoro?". L'ha chiesto, pubblicamente, la disperata mamma dell'ultimo (finora) suicida per mancanza di lavoro. Dove sono finiti? Purtroppo è semplice rispondere. Sono finiti a mantenere un inutile ministro 1-2-x per la dis integrazione dell'Italia. Sono finiti a pagare le missioni delle navi italiane che vanno a prendere direttamente i clandestini dall'altra parte del Mediterraneo, per offrire un viaggio comodo e per creare decine di migliaia di altri disperati pronti ad accettare lavori a prezzi ridotti, in modo da creare disoccupazione tra gli italiani. I soldi sono finiti per migliorare i campi Rom e per pagare i danni provocati dai Rom che rubano il rame e bloccano i treni. Sono finiti per pagare uno stipendio decoroso (superiore all'ipotetico reddito di cittadinanza per gli italiani) ai rifugiati che non fanno nulla. Sono serviti per offrire sanità e scuole gratuite a tutti gli ospiti non invitati, ai loro figli, e le pensioni ai loro parenti. E non importa se non hanno mai versato un centesimo alle casse del fisco italiano: a quello provvedono i parenti dei suicidi italiani. I soldi sono finiti nelle tangenti ai politici, sono finiti a pagare le mutande della giunta Cota e gli immensi contributi concessi dalla giunta Bresso (sempre in Piemonte) per la farsa Rossignolo-De Tomaso (ma i media se lo son dimenticato). I soldi son finiti a pagare le pensioni d'oro - quelle vere, non quelle di 3mila euro lordi - di quelli che han deciso che una riduzione delle loro pensioni, solo delle loro, sarebbe anticostituzionale. Son finiti nei costi provocati dall'incapacità del ministro Bonino di gestire la vicenda dei marò in India, con conseguenti trasferte delle famiglie mentre il ministro si occupa di tutt'altro. Sono finiti - e in questo caso han persino ragione i giuslavoristi renziani e montiani - nella creazione di posti di lavoro ma non di lavoro. Gente pagata per far nulla, ma solo in alcune zone del Paese. Sono finiti nelle enormi spese per i danni provocati da fiumi, piogge, frane, mentre vengono negati i soldi per la prevenzione: servirebbero meno soldi per gli investimenti e si creerebbe lavoro vero, ma l'Italia di questi politici preferisce la cultura dell'emergenza poiché consente di operare in "zone grige" dove è più facile arricchirsi. Sono finiti, i soldi, nel mantenimento di agenzie per l'impiego che creano impiego solo per chi ci lavora dentro. Ma si potrebbe continuare a lungo, tra furti ed errori, tra incapacità e favori. Intanto giovani e anziani continuano a suicidarsi. Nell'indifferenza del governo Alfetta, nell'indifferenza dei presidenti di Camera e Senato, nell'indifferenza degli aspiranti cardinali trombati. La statistica indica in 119 i suicidi per ragioni economiche nel corso del 2013. Sono di più, molti di più. E se vicino a Torino un uomo rimasto senza lavoro uccide la famiglia intera prima di suicidarsi, per le statistiche il morto da disoccupazione è solo 1, gli altri non vengono considerati. D'altronde non li ha considerati neppure il vescovo di Torino, il signor Nosiglia che, non a caso, ha preferito un viaggio in Africa ai funerali dei 4 morti per disperazione.

sabato 11 gennaio 2014

Piemonte, il suicidio del centrodestra

D'accordo: il Tar, da arbitro tutt'altro che imparziale, ha annullato il voto del 2010 per la Regione Piemonte. D'accordo, in contemporanea la magistratura torinese ha deciso che i compagnucci della parrocchietta possono anche non pagare l'affitto dei locali comunali in una delle zone più "in" di Torino senza che i compagni responsabili del Comune debbano rispondere. Ma qualcuno si stupisce delle decisioni di una magistratura che, a Torino, ha già dato ampie dimostrazioni di come intende la giustizia. E non soltanto quando deve affrontare temi politici. Tutto questo, però, non basta per dimenticare il suicidio politico di una maggioranza che ha fatto di tutto per venir screditata. Benché abbia lavorato più e meglio rispetto ad altre Regioni più celebrate e tutelate. Ma nessuno se n'è accorto perché il governo regionale piemontese è stato caratterizzato da una intollerabile arroganza, da una continua maleducazione, dalla totale incapacità di comunicare. Chiusi nei loro uffici come in un fortino assediato. Con assessori che organizzavano conferenze stampa a cui si presentavano con ritardi intollerabili. Con assessori presuntuosi. E con iniziative geniali, come quella di portare l'Autorità dei Trasporti a Torino, grazie all'iniziativa di un esponente di Forza Italia, per poi affidarne la gestione ad esponenti vicini al Pd. Per poi, nel chiuso delle proprie stanze, meravigliarsi perché i piemontesi ricordano solo, di questa maggioranza, gli scandali di rimborsopoli, le gaffes, gli inevitabili errori, le liti interne. E chi avrebbe dovuto raccontare le iniziative positive? Chi avrebbe dovuto spiegare ciò che di buono è stato fatto? Un governo regionale che ha subito tutti i diktat dell'opposizione di sinistra nella vana speranza che fosse proprio la sinistra a valorizzare il lavoro della giunta. Stupidi o illusi? Ed ora son tutti pronti a ritornare in campo in vista delle nuove elezioni regionali. Così pronti da iniziare a scannarsi sulle candidature. Tra chi pensa che la partita sia già persa contro la probabile candidatura di Chiamparino alla guida del centrosinistra e chi, al contrario, legge i sondaggi e si scopre ottimista. Il "sindaco più amato dai cittadini" è battibile in un confronto non torinese ma regionale? Probabilmente sì, se il centrodestra fosse capace di comunicare, di evidenziare le tante zone oscure dell'amministrazione di Chiamparino. Ma sicuramente è imbattibile, considerando la qualità della comunicazione di Forza Italia, del Nuovo Centrodestra, di Fratelli d'Italia. Pronti a candidare i soliti noti ed impresentabili, i soliti bolliti ed incapaci. Perché il centrodestra piemontese, nel farsi del male, può persino insegnare al Pd nazionale.

venerdì 10 gennaio 2014

Il ritorno del Monti vivente, la scomparsa di Forza Italia

Il ritorno del morto vivente? Dell'orrendo Grigiocrate? Del tecnico al servizio di chi vuol annientare l'Italia? Secondo il quotidiano di Feltri il pessimo Mario Monti sarebbe pronto per tornare, scippando la cadrega all'incapace Saccomanni. Reo, quest'ultimo, non di aver proseguito nell'opera di distruzione ma solo di averlo fatto continuando a promettere l'inverosimile. Perché la banda di servi della speculazione non cambierà politica cambiando uno dei protagonisti. Tassare e depredare, non hanno altri obiettivi. Con Saccomanni o con Monti. In attesa che il lavoro di annientamento sia completato dal burattino di Serra e Farinetti, il sindaco di Firenze. Che, con il sostegno dei media di servizio, sta riportando il Pd in alto nei sondaggi. Merito dei media schierati o colpa di un'opposizione inesistente? Che fine ha fatto Forza Italia? Troppo impegnato a godersi Dudù e signora, Berlu sta perdendo giorni e settimane, se non mesi. I coordinatori che, un tempo, sarebbero stati nominati in 5 minuti, vengono ora centellinati. In attesa che il direttore del Tg4 scenda in campo come coordinatore unico e supremo. Non proprio un personaggione, non proprio un trascinatore. Di sicuro non farà ombra ad un Berlu costretto ai domiciliari o ai servizi sociali. Ma un partito di opposizione, soprattutto in questa fase, avrebbe bisogno di tutt'altro. Di attributi, di battaglie, di prese di posizione decise e nette. Macché. Forza Italia brilla per l'assenza dal dibattito politico, economico, strategico. Il massimo che si ottiene è il sostegno al modello elettorale spagnolo presentato dal burattino Renzi. Non è proprio quello di cui han bisogno gli italiani, alle prese con i morti viventi del governo Alfetta. Ed i Fratelli d'Italia? Scomparsi in una discesa fuori pista? Annegati in qualche coppa di champagne? Dispersi in un veglione nelle campagne del Cuneese? Certo, le vacanze sono importanti, ma lavorare ogni tanto, no? Così si lascia il campo allo spontaneismo (non armato) di chi cerca nuova visibilità in politica. E da Torino, con l'ex parlamentare Roberto Salerno, parte la raccolta firme per la rottamazione delle cartelle di Equitalia. D'altronde i signori delle slot machines hanno ottenuto di pagare un duecentesimo di quanto dovuto e non si capisce perché, se siamo tutti uguali davanti al Fisco ed alla legge, gli altri italiani non possano ottenere il medesimo trattamento. Ma siamo di fronte ad iniziative spot. Non c'è una strategi a. Non siamo di fronte alla nascita dei "cento fiori" di maoista memoria. Siamo al caos non voluto, siamo al casino totale. E per arrivare a maggio con un risultato elettorale soddisfacente, tutto questo non basta, non serve. Come non servono i mantra sulla Tav e sulla chiusura dei centri sociali, ripetuti con una frequenza settimanale nell'indifferenza generale. Già le capacità di molti leader del centrodestra non erano elevate, se poi si aggiunge la pigrizia accompagnata da vacanze eterne, diventa difficile credere ad un recupero. Eppure i sondaggi continuano a piazzare la coalizione del centrodestra in sostanziale parità rispetto a quella del centrosinistra. Nonostante la crescita del burattino e la scomparsa di Berlu. D'altronde l'Italia ha visto politici ed elettori fascisti senza Mussolini. Certo, Berlu non è il Duce, ma ha comunque i suoi fedelissimi pronti a votarlo anche da morto. Pronti a far finta che Dudù sia un fine intellettuale. Forzitalioti senza Berlu. Intanto il vampiro Monti è pronto a tornare per completare l'opera di distruzione.

giovedì 9 gennaio 2014

E dimettersi, Pinocchio Saccomanni?

Il pinocchio Saccomanni non ha la decenza di andarsene. D'accordo, in un governo di spudorati mentitori e di totali incapaci anche lui ha il diritto di restare. Se rimane il ministro 1-2-x per la dis integrazione (quella che non è stata neppure capace di risolvere il problema degli italiani che volevano adottare bambini orfani nel Paese di origine del disastroso ministro), perché non deve restare il mentitore numero 1, quello che ha giurato sulla riduzione delle tasse e ha piazzato l'aumento della Tasi, quello che ha giurato sulla ripresa in atto e si è ritrovato con il record della disoccupazione, quello che ha giurato sul rilancio e si è scontrato con il flop persino dei saldi? Se resta la De Girolamo, perché non Saccomanni? Se resta l'inutile Zanonato, se resta l'inadeguato Giovannini, allora liberi tutti di continuare a distruggere l'Italia. Tanto le alternative non si vedono. Il burattino Renzi, con i fili tirati da Serra e Farinetti, è impegnato a proporre nuove formulette magiche per le elezioni. Formulette che sono in pieno contrasto con quanto sostenuto dalla Corte Costituzionale, ma le sentenze valgobo soltanto per gli altri, non per i burattini e tantomeno per i loro burattinai. Sistema spagnolo? Quello che piace tanto anche a Berlu perché consentirà di eliminare gli alfaniani? E dove sono le preferenze indicate dai cittadini? Ma poi, il sistema elettorale spagnolo risolverebbe il problema della disoccupazione? Dell'inefficienza burocratica? Il sistema spagnolo eviterebbe la buffonata dei soldi chiesti agli insegnanti, poi non più chiesti perché i soldi verranno tolti alle attività degli studenti? I bugiardi che governano giurano, in media una volta al mese, su misteriori investimenti per la scuola, giurano di considerare l'istruzione come un elemento fondamentale (sarà per questo che qualcuno non si è laureato e chi una laurea l'ha presa dimostra in ogni frangente di non essersela meritata?) e le statistiche, impietose, evidenziano come la nostra scuola resti sul fondo di ogni classifica europea quanto a risultati ottenuti. Ma a Saccomanni non frega nulla di preparazione, di cultura, di studi, di istruzione. Contano solo i mercati, che devono mangiarsi questo Paese. Lui fa i conti, ignorando diritti, ignorando prospettive, ignorando tutto ciò che non fa comodo agli speculatori. Ed allora non è una coincidenza che l'ammontare della tassazione sulle case (40 miliardi) corrisponda a quanto l'Italia pagherà, ogni anno, per far contenti i mercati. Ma saranno 40 miliardi rubati all'Italia, all'economia italiana, al lavoro italiano. Saccomanni se ne frega. E non si dimette.

mercoledì 8 gennaio 2014

Giornalisti razzisti contro gli italiani

Una ragazzina di 14 anni è stata massacrata di botte alle porte di Torino da due coetanee sostenute da un gruppo di maschi. Botte e minacce di stupro di gruppo. Risultato? Ospedale, anno di scuola perso, psicologo. E le due carogne? Secondo il quotidiano torinese degli Elkann, la Busiarda (in arte La Stampa), si chiamano Silvia ed Elisa, nomi di fantasia per tutelare ragazze minorenni. Nomi italiani. Peccato che le due carogne siano una marocchina e l'altra rumena. I "graditi ospiti", le "grandi opportunità". Ma il quotidiano torinese lo nasconde. Vietato fornire notizie sulla nazionalità dei criminali, quando sono stranieri. Se sono italiani, invece, si può anche raccontare da quale paesino sperduto provenivano i bisnonni. Poche settimane fa, non a caso, si è ben spiegato che un tossico italiano aveva ucciso con una coltellata uno spacciatore africano. E la vittima, un venditore di morte, è stata trasformata in una sorta di "santino": sempre allegro e sorridente, pieno di speranze. Non come i coetanei italiani che si disperano perché non hanno un lavoro. Lui, lo spacciatore, l'occupazione l'aveva trovata: vendere morte. Ma non si tratta di casi isolati. Grande spazio, sul quotidiano, per la festa degli "ospiti non invitati" nelle palazzine occupate a Torino. Oddio, ci dovrebbero essere alcuni reati, dall'occupazione abusiva alla violazione di domicilio, per non parlare dell'allacciamento abusivo a luce e gas. Ma non sono mica italiani, la legge per loro non vale ed anzi si deve festeggiare pubblicamente. Sarebbe divertente scoprire l'entusiasmo dei giornalisti nel caso di un'occupazione della redazione de La Stampa o delle loro abitazioni private. D'altronde l'entusiasmo dei giornalisti subalpini è accompagnato dall'indignazione del signor Nosiglia, arcivescovo di Torino. Nosiglia, in cerca di una nomina cardinalizia, si è lanciato in dichiarazione sempre più politicamente corrette. Attaccando, ad esempio, gli italiani di Torino perché non fanno abbastanza per gli ospiti non invitati. Silenzio, come sempre, sugli italiani disperati che si suicidano per mancanza di soldi, di lavoro, di prospettive. Un arcivescovo mica si può occupare di queste sciocchezze. Ed il signor Nosiglia ha anche accusato i torinesi di essere troppo perbenisti. Chissà, allora, che fastidio avrà dato al futuro cardinale la notizia che la ragazzina picchiata ha denunciato le carogne straniere che l'hanno aggredita. Una bambina perbenista, evidentemente. Perché una buona cristiana avrebbe incassato e non si sarebbe neppure fatta medicare in ospedale. La denuncia può scattare solo nei confronti di carogne italiane. Se no si è razzisti. Perché i problemi veri di Torino, secondo il signor Nosiglia, sono i fischi allo stadio verso i giocatori stranieri, mica la mancanza di lavoro per gli italiani perbenisti. A loro nessuna solidarietà, nessuna visita pastorale. L'aspirante cardinale non ha tempo, deve andare nei campi Rom dove si bruciano i cavi rubati per ricavarne il rame. Nell'indifferenza di chi è convinto che i reati da perseguire siano solo quelli degli italiani.

martedì 7 gennaio 2014

Un governo bugiardo e Saccomanni è il profeta

Se questo è il governo dei bugiardi, Saccomanni ne è a pieno titolo il profeta. Lui, il ministro, annuncia la riduzione delle tasse a partire da quest'anno. E sul Giornale.it Francesco Forte ribatte sottolineando come il massacro fiscale sulla casa, tra sigle varie, passerà dai 18,5 miliardi del 2011 a circa 40miliardi di quest'anno. Fantastico, davvero una grande riduzione della pressione fiscale. Senza dimenticare tutti gli altri balzelli ideati dalla Banda Vedrò e dai suoi sponsor. Già, perché la legge è sempre meno uguale per tutti. Le tasse - tuona Befera - vanno pagate da tutti. I condoni? Una vergogna. Si paga tutto, con tassi usurai spacciati per sanzioni. Perché la legge è legge, ricordano sempre i morigerati giustizieri del Pd e servi sciocchi al loro servizio. Chissà perché, allora, la legge non vale per i signori delle slot machines, quelli che sono i grandi sostenitori della Banda Vedrò e, di conseguenza, del governo Alfetta. Loro, i signori delle macchinette mangiasoldi, avrebbero dovuto pagare al fisco qualcosa come 98 miliardi di euro. Ma per loro il condono vale, eccome. Ed allora la cifra si riduce, sino quasi a sparire. A 600 milioni, ma non basta ancora, perché i signori delle slot manco la pagano. Vogliono altri sconti. Nel silenzio, guarda caso, di Befera e complici. Mica siamo tutti uguali, in questa fattoria degli animali. I maiali sono più uguali degli altri. Così mentre il potere d'acquisto delle famiglie, quelle oneste, si riduce di continuo, le autostrade possono aumentare le tariffe di 4 volte rispetto all'incremento ufficiale dell'inflazione. Ma questo, Saccomanni, non l'ha notato. Come non ha notato che secondo l'Atlande dell'Infanzia di Save the Children (che non è un'emanazione dei Fratelli d'Italia o di altri gruppi cattivissimi), in Italia 1 milione di bambini vive in povertà assoluta, con una crescita del 30%. Ed anche l'Ocse rileva la stretta relazione tra povertà crescente in Italia e bassi livelli di istruzione, di competenze, ma pure di salute e di opportunità per bambini e ragazzi. Quasi 1,4 milioni di italiani vivono in situazione di disagio abitativo mentre a Torino le palazzine olimpiche vengono "regalate" ai clandestini che le hanno occupate abusivamente. Saccomanni non lo sa? Non vede? E questi milioni di italiani in crescente difficoltà dovrebbero garantire la ripresa? Pagando 40 miliardi di tasse sulla casa e, di conseguenza, tagliando ulteriormente i consumi? I saldi sono un flop annunciato, nonostante le continue menzogne sui giornali. Ma Saccomanni non se ne accorge. Un grande!

lunedì 6 gennaio 2014

Matteo, il nulla osannato dai media

Un giornalismo di servi ha scelto il nuovo padrone: Matteo Renzi, ovviamente. E non importa che il pinocchio fiorentino sia al servizio del finanziere Serra. Mica bisogna scrivere proprio tutto, in questo giornalismo del terzo millennio. Così come bisogna evitare domande scomode. Perché quando il triste governatore del Piemonte, Roberto Cota, accusa Oscar Farinetti (uno degli sponsor ufficiali di Renzi) di pagare 800 euro al mese i lavoratori di Eataly, i media si limitano a riportare la replica del partigiano in pectore Farinetti secondo cui i suoi dipendenti prendono più del minimo sindacale. E sarebbe? Quanto fa, in euro? Meglio non farsi domande. Non disturbare il padrone ed i suoi amici. E se il povero Fassina si offende per una battuta certo non tenera del Renzi segretario del Pd, e in un momento di dignità di dimette da viceministro, i media si guardano bene dal criticare il battutista Matteo (come facevano, invece, con il fu Berlu) ma attaccano Fassina, reo di retropensieri indecenti contro il padrone. E mentre l'Italia accumula record negativi, l'ultimo riguarda l'abbandono scolastico, Renzi ed i suoi padroni e sponsor si dilettano con giochini idioti sui modelli elettorali. La disoccupazione aumenta? E chissenefrega, i padroni valutano se sia meglio il sistema elettorale spgnolo o un Mattarellum modificato. I consumi crollano? Pazienza, Matteo ordina che si affronti il problema delle coppie gay. Le prospettive per l'industria peggiorano? Matteo e la sua banda sono impegnati per favorire lo sbarco di milioni di clandestini da regolarizzare. Indubbiamente la banda Serra-Renzi-Farinetti mostra maggior competenza rispetto alla sconclusionata banda Vedrò. Ma le strategie per risollevare l'Italia sono ugualmente fallimentari. Peccato che i media ignorino questi aspetti marginali poiché l'ordine di scuderia è quello di enfatizzare ogni aspetto positivo del pinocchio. E visto che, sul fronte delle idee e delle proposte, di positivo non c'è nulla, si enfatizza l'abbigliamento, le frequentazioni, le battute, le amicizie. Il nulla cosmico. Ma per un giornalismo che ha rinunciato ad ogni dignità, anche il nulla di Renzi diventa un motivo per nuovi entusiasmi, per nuove lingue penzolanti, per nuove dichiarazioni d'amore eterno per il padrone-burattino gestito da Serra. Quel Serra di cui, ovviamente, non si deve più parlare.