venerdì 28 aprile 2017

Orlando dalla parte degli scafisti

Il ministro Orlando protesta perché un magistrato sta svelando le porcate di chi fa grandi affari con il traffico di schiavi recuperati sulle coste libiche. E si trincera, il ministro dell'Ingiustizia, dietro la mancanza di prove utilizzabili in un processo. Non la mancanza di prove, che esistono e sono state fornite dai servizi segreti stranieri, ma la mancanza di quelle utilizzabili. Nasce qualche dubbio di fronte alle esternazioni di Orlando. Innanzi tutto, perché i servizi stranieri intercettano le conversazioni tra schiavisti ufficiali ed ufficiosi mentre i servizi italiani ignorano il problema? E poi, è più importante lottare contro i trafficanti di schiavi o fissarsi con il rispetto ottuso di norme che servono solo ad evitare di risolvere i problemi? E ancora, sono i magistrati che fanno capo a Orlando quelli che liberano in continuazione i migranti responsabili di ogni genere di crimine? E su questo il ministro non ha nulla da dire? Pare evidente che il vero interesse non sia rappresentato dalla lotta ai trafficanti di uomini, ma dalla possibilità di disporre di masse di disperati che facciano concorrenza agli italiani per ridurre salari e diritti. Si vuole creare una guerra permanente tra poveri e disperati per accrescere le opportunità di sfruttamento. Il tutto mascherato con missioni pseudo umanitarie

giovedì 27 aprile 2017

La finta sfida di Marina Berlu a Marine

Il titolo del Corriere è sicuramente molto forzato.  Ma lo scontro tra Marina Berlusconi e Marine Le Pen è comunque nell'ordine delle cose. Marina è l'erede vera di Berlu, perché Pier Silvio ha dimostrato tutti i suoi limiti culturali nella gestione delle tv e tutti i limiti imprenditoriali nel confronto con Bolloré. Dunque è Marina che scende in campo contro le destre. Non può farlo Berlu, che cerca i voti. Lo fa lei. Sottilmente, al di là della forzatura del titolo di un articolo in cui spiega che i libri e la cultura sono la barriera contro i populismi. E lo sostiene dall'alto della presidenza di Mondazzoli, la più grande concentrazione editoriale del Paese nel campo dei libri. I conti danno ragione a Marina. La cultura e gli indici di lettura italiani, no. Si legge sempre meno, in Italia. E la responsabilità può essere addossata ai ministri dell'Istruzione, dalla Gelmini (ma anche prima, molto prima) sino al disastro attuale. Però la responsabilità è anche delle case editrici che pubblicano libri interessanti solo per la ristretta cerchia di una oligarchia ottusa e prepotente. I soldi, però, si fanno pubblicando autori di infimo livello che, grazie a battage pubblicitari come se si trattasse di un dentifricio, vendono e stravendono. Cosa apporti Fabio Volo alla cultura italiana non è chiaro. Cosa apporti alle tasche sue e dell'editore è chiarissimo. Marina, con Mondazzoli, ha la possibilità di incidere sulla cultura italiana. Ha la potenza di fuoco per spostare non solo i voti, ma il pensiero. Invece, sulle orme paterne e in perfetta sintonia con il fratello, preferisce limitarsi a raccogliere denaro, assecondando gli istinti più beceri, le narrazioni più scontate e politicamente corrette. Favorendo un'ulteriore fuga dei lettori. In questo modo la sua lotta al populismo si trasforma in una battaglia per il controllo mentale, per l'asservimento completo. Ovviamente, da imprenditrice, è libera di compiere le scelte che più le convengono. Quello che servirebbe è una risposta politica e culturale da parte di chi si ostina a volersi alleare con il padre di Marina. Le destre non sono in grado di condizionare le scelte editoriali di Mondazzoli, ovviamente. Però potrebbero almeno degnarsi di sostenere la propria editoria. E gli elettori potrebbero e dovrebbero negare il voto a candidati delle destre non in grado di esibire 20-30 libri di area. Magari intonsi, mai letti. Ma, almeno, acquistati.

mercoledì 26 aprile 2017

Le Pen esportabile in Italia? No

Marcello De Angelis, in un'ottima intervista su Barbadillo, sostiene che il programma di Marine Le Pen è assimilabile a quello della "destra sociale" ma chiarisce, subito dopo, che i modelli politici non sono esportabili tout court. Giusto. Non sono esportabili soprattutto quando, in Italia, i programmi sono rari e, soprattutto, quando vengono dimenticati nella pratica di tutti i giorni. Le Pen ha vinto tra i giovani francesi, nonostante il disastro parigino dove i bobo hanno preferito le oligarchie che sostengono Macron. E sommando i voti dei giovani per Marine a quelli dei giovani per Mélenchon si supera la maggioranza assoluta delle preferenze giovanili. Un segnale chiaro, netto. Esportabile in Italia? Difficilmente, se non si cambia e in modo radicale. Marine vince nelle campagne, nei piccoli centri in difficoltà. Macron trionfa nelle grandi città dove un ceto medio in difficoltà come quello italiano preferisce - come in Italia - la certezza della sottomissione alle oligarchie piuttosto di accettare la sfida di essere liberi. E poi, in Italia come in Francia, resta sempre la demonizzazione che da noi è antifassssista e da loro è antifacho. Siamo ormai alla retorica degli Orazi e dei Curiazi, ma è l'unico elemento che consente ancora alle oligarchie di governare grazie ai riflessi pavloviani. Non importa se gli anti sono quelli che impongono lo sfruttamento, che cancellano i diritti dei lavoratori, che tagliano stipendi e pensioni. Se crescono i consensi per chi vuole contrastare tutto questo parte la retorica contro gli Orazi od i Curiazi e la protesta rientra. Anzi, si trovano nuovi Orazi da scatenare contro nuovi Curiazi. Giochino scemo, criminale. Ma funziona sempre. E non basta ancora che Marine si stia dotando di un apparato mediatico per superare i giochini pavloviani. L'apparato comincia a funzionare, ma occorre tempo. Per fortuna in Italia le destre non hanno questi problemi. L'apparato mediatico manco sanno cosa sia. E non si tratta solo di dedicarsi a quotidiani online o cartacei, a radio e tv almeno su web.  Il problema è l'assenza da qualsiasi forma di comunicazione. Anche artistica. Il politicamente corretto sforna libri e mostre fotografiche a ripetizione. Livello bassissimo, copertura mediatica costante ed esaltante. Foto che, tecnicamente, è in grado di scattare chiunque. Ma trasformate in capolavori di denuncia seconda la vulgata dei media di servizio. La destra risponde con una mostra intima sulla storia del Msi. Quanti sono i comuni guidati da chi ha chiesto il voto a destra? Quanti di questi comuni organizzano mostre fotografiche di autori alternativi e con soggetti differenti? Quanti di questi comuni acquistano, per le loro biblioteche, i libri delle case editrici alternative? Meglio lasciar perdere, meglio insistere il 25 aprile con gli Orazi ed i Curiazi. Tanto nessuno sa chi siano

lunedì 24 aprile 2017

La Francia verso i Rotschild con Macron, e Berlu gongola

La Francia cambia verso. Cancellato il duopolio socialisti e falsi neogollisti, la sfida per il ballottaggio si giocherà tra Macron, emblema della speculazione finanziaria internazionale, e Marine Le Pen, simbolo di un populismo che è ormai trasversale e che incarna il tentativo di difesa del popolo dagli attacchi di un potere sempre più opprimente. Si può scommettere, senza troppi rischi, su un successo di Macron al secondo turno. Perché è vero che i francesi sono meno abituati degli italiani alla servitù nei confronti del potere, ma non sono così liberi da poter sovvertire un percorso già segnato. Vincerà l'uomo dei Rotschild, i servi di tutta Europa festeggeranno. E la disinformazione italiana, con il placet di Berlu, spiegherà che il populismo è finito e che la guida di ogni Paese deve essere affidata ai moderati. Cioè a quei cialtroni che hanno svenduto i popoli agli euroburocrati, agli eurospeculatori. Fantastico. Proseguiamo sulla strada dell'annientamento delle identità, della dignità del lavoro, del diritto ad un'esistenza decorosa. Proseguiamo nel processo di ripristino della servitù della gleba e della schiavitù. Riduciamo i salari, cancelliamo la possibilità di avere luoghi di lavoro vivibili. Condanniamo gli anziani ad una rapida eutanasia per non pesare sui bilanci, trasformiamo i giovani in masse amorfe, disposte a tutto pur di sopravvivere senza sogni e senza speranze. D'altronde anche la Francia che ha premiato il candidato della sinistra populista, Mélenchon, con poco meno del 20% dei consensi, ha subito reagito come il cane di Pavolv di fronte al successo di Marine Le Pen. Invece di comprendere che il popolo si difende con il sostegno a Marine, nel secondo turno, per evitare il trionfo degli speculatori, la sinistra è già scesa in strada in nome di un patetico antifascismo in salsa transalpina. La gauche caviar, forte del controllo dei mezzi di informazione, spinge la protesta contro chi difende il popolo e sostiene la finanza internazionale che permetterà ai Rotschild di controllare la presidenza della repubblica. A Marine Le Pen resterà la possibilità di un buon risultato alle elezioni politiche di giugno, per frenare in parlamento le politiche di sfruttamento che imporrà Macron

venerdì 21 aprile 2017

Smascherata la bufala dell'attentato neonazista a Dortmund

Dopo l'attentato contro la squadra di calcio del Borussia Dortmund la solita canea dei giornalisti di servizio si era lanciata nell'ipotesi di una responsabilità neonazista. Ora i tedeschi hanno arrestato un possibile responsabile e si scopre che sarebbe un tedesco di origine russa. Motivazioni? Non quelle raccontate dai disinformatori italiani: nessuna strategia per addossare ai migranti un attentato che non avevano neppure programmato. E neppure il tentativo di far crescere i consensi per Afd o per altri gruppi dell'ultradestra tedesca. Semplicemente il presunto responsabile avrebbe agito per guadagnare, e molto, in Borsa dove si era impegolato in una speculazione legata alla squadra di calcio. Bene, meglio così, nessun terrorista, nessuna speculazione politica ma solo economica. Eh no, la speculazione politica c'è stata, eccome. Strano che Boldrine non sia ancora intervenuta per condannare le fake news dei giornalisti che avevano ipotizzato la pista neonazista. Eppure Boldrine si era, giustamente, indignata di fronte alle bufale divulgate sui social a proposito di una sorella che, tra l'altro, è morta da tempo e non aveva nulla a che spartire con le idiozie pubblicate. Perché questa volta rimane zitta? Forse perché quando le false notizie sono utili alla causa diventano meno false? Quasi vere? Bisogna stigmatizzare solo quelle false e scomode? Per poi passare alla condanna di quelle scomode anche se vere? Certo, la mancanza di alternative credibili alla disinformazione di regime rende tutto più complicato. Il più grande regalo che la presunta opposizione sul fronte destro potesse fare al centrosinistra, alla sinistra, ai radical chic. Ma, ovviamente, non si fa assolutamente nulla per correre ai ripari. Ci si avvia verso nuove elezioni - prima amministrative e poi (chissà quando) politiche - senza aver messo in campo una sola iniziativa credibile per contrastare la disinformazione di regime. Certo, ogni tanto qualcuno finge di protestare contro la faziosità, pretendendo che i giornali siano obiettivi. E, dopo aver favorito l'occupazione della Rai da parte degli avversari, ci si rassegna anche di fronte allo schieramento a sinistra del Tg5 berlusconiano. D'altronde l'alternativa significherebbe mettere mano al portafoglio. Non per incassare, ma per investire. Ed è un gesto che ai politici del centrodestra proprio non piace.

giovedì 20 aprile 2017

Governo complottista: c'è una regia dietro i migranti

Siamo governati da complottisti. Improvvisamente tra gli uomini e le donne del governo ha iniziato a serpeggiare un dubbio: e se dietro gli sbarchi in costante aumento dei migranti ci fosse una regia? E se le ong che vanno a recuperare gli aspiranti migranti direttamente sulle spiagge libiche non lo facessero solo per scopi umanitari? Il dubbio pare aver contagiato persino il bugiardissimo. Non monsu Bergoglio, ancora impegnato nel piazzare schiavi in ogni parte d'Europa tranne che nei possedimenti vaticani. Ma il governo si interroga. E ipotizza di creare un tavolo per discutere sull'eventuale necessità di una commissione di inchiesta che, magari, potrebbe provare ad analizzare i flussi e gli interessi nascosti dietro queste operazioni. Nei mesi scorsi era stato un ragazzo italiano, pagando di tasca propria un apposito meccanismo, a svelare l'arcano delle navi che compiono sempre lo stesso percorso e che non salvano i naufraghi ma recuperano i passeggeri direttamente in Libia. Solo a quel punto, di fronte allo svelamento del giochino, il governo ha iniziato a far finta di porsi delle domande. Per le risposte non è ancora arrivato il momento, ovviamente. E degli interventi proprio non si parla. Ne parlano, invece, gli austriaci che minacciano di mettere controlli al Brennero qualora l'Italia continuasse a voler essere l'approdo indisturbato per chiunque voglia essere mantenuto dai contribuenti italiani ed europei. Magari, lontano nel tempo come cantava Tenco, il governo proverà anche ad interrogarsi sul perché gli italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà sono raddoppiati negli ultimi 7 anni. Magari, lontano nel mondo, il governo proverà ad interrogarsi sui disastri sociali che deriverebbero dalla reintroduzione della tassa sulla prima casa, come richiesto dai criminali del Fmi. Ma è inutile illudersi sul fatto che questo governo abbia voglia di fornire qualche risposta a tutte queste domande.

mercoledì 19 aprile 2017

Assalto al treno in Liguria. Ma sono migranti, va tutto bene

Una sessantina di giovani delinquenti assalta un treno. Non nel Far West, ma sulla linea Ventimiglia-Torino, nel tratto ligure. Maltrattano alcune ragazzine (minorenni) che avevano avuto la cattiva idea di mescolarsi al branco. Il treno si ferma, intervengono le ambulanze. Nessuno si degna di bloccare i giovani cialtroni. Che risalgono e, avendo perso il divertimento con le ragazzine, si dilettano nell'insultare i passeggeri, facendo notare che loro sono intoccabili, che nessuno si degna di fermarli. Finito? Macché. C'è ancora tempo da trascorrere sul lentissimo treno del mare. Dunque ci si può dedicare alla distruzione dei sedili e dei bagni. Sino ad arrivare a Torino per poi tornarsene a casa indisturbati. Polizia? Non pervenuta. Prefettura? Distratta. Magistratura? Stupita ma, ovviamente, solo il giorno dopo. Monsu Bergoglio? Impegnato ad insultare chi vuole difendersi dai soprusi. L'importate era lasciar andare i teppisti. Perché? Ma perché erano migranti nordafricani, grandi opportunità, nuove risorse, quelli che ci pagheranno le pensioni. Nel frattempo saremo noi a pagare i danni (le ferrovie sono pubbliche, pagate con i nostri soldi).  Ora, con calma, la magistratura apre l'inchiesta, contro ignoti, nella consapevolezza che nessuno verrà mai arrestato, nessuno finirà in galera, nessuno pagherà i danni perché risulteranno tutti nullatenenti. Ed allora anche la proposta di collocare telecamere su tutti i treni diventa una presa in giro. Tanto nessuno interverrà mai contro le nuove opportunità. Ma ora si rafforzeranno i presidi delle forze dell'ordine nelle stazioni. Altri costi legati alle migrazioni, ma non bisogna dirlo e, soprattutto, non bisogna calcolarli. Sono opportunità, non problemi.

giovedì 13 aprile 2017

I populisti crescono, anche a sinistra

I giornalisti di servizio, ed i loro protettori, passano da un timore all'altro, da una paura all'altra. Il populismo li spaventa, li preoccupa. I popoli li spaventano, hanno il terrore dell'insoddisfazione generale, della rabbia che monta. Non in Italia, ovviamente, dove il popolo di pecore si accontenta di vedere Berlu e Boldrine abbracciati ad un agnellino per dimenticare ogni problema. Ma nel resto d'Europa i popoli hanno una dignità differente, che spaventa. Adesso è il turno delle presidenziali francesi. Non bastava Marine Le Pen, data per sicura al ballottaggio ma con pochissime chances di vittoria al secondo turno. Ora si è messo anche Mélenchon, il candidato della sinistra ovviamente "populista". Per ora pare essere il terzo incomodo, dietro Marine e Macron, ma già davanti a Fillon, il simbolo di quel centrodestra moderato che piace sempre meno. Guevarista, chavista, per Mélenchon si sprecano le definizioni che dovrebbero servire a spaventare gli elettori, riconducendoli nell'ovile liberista e mondialista di Macron e Fillon. La Francia popolare contro la Francia degli oligarchi. Probabile che siano ancora gli oligarchi a spuntarla, alla fine. Perché la sinistra più ottusa si farà condizionare dalle parole d'ordine contro la destra. E non importa che destra e sinistra siano ormai definizioni assurde, superate. Gli oligarchi le rilanciano attraverso i media di servizio, impegnati contro i facho come potrebbero essere impegnati a demonizzare Orazi e Curiazi (sapessero chi sono). E allora non importerà ai trinariciuti d'Oltralpe che molti aspetti sociali dei programmi di Mélenchon e Le Pen si assomiglino, che si assomiglino le lotte contro gli speculatori ed i banchieri banditi, contro gli euroburocrati ottusi. Macché, i populisti della sinistra favoriranno la vittoria di Macron in nome delle analisi storiche su avvenimenti sempre più lontani. Guarderanno al passato condannando la Francia ad un futuro di sfruttamento. Perché gli oligarchi restano ancora i migliori sul fronte della disinformazione. E sarà difficile sconfiggerli sino a quando i populisti non impareranno a contrastarli anche su questo piano

mercoledì 12 aprile 2017

Fake news: la crescita del Pil italiano

La nuova truffa è servita. I giornali di servizio si affannano a sostenere il governo Renziloni che promette una crescita del Pil dell'1,1%, addirittura uno 0,1% in più rispetto alle previsioni iniziali. Un successone, considerando che la derelitta Europa cresce a ritmo doppio. Ma l'aspetto più curioso nelle analisi dei sedicenti esperti è che si dimenticano di ricordare che quest'anno aumenterà anche l'inflazione. Il che significa che, al netto dell'inflazione, la crescita non esiste. Anzi, si rischia pure un trend negativo. E questo al di là delle promesse fumose, prive di indicazioni concrete. Come sono fumosi gli interventi per recuperare 10 miliardi di euro nel prossimo autunno. Senza aumentare le tasse, ovviamente. Perché l'eventuale riforma del Catasto, una sorta di patrimoniale mascherata, porterà ad un sensibile incremento di quanto dovrà essere pagato. Ma è una riforma del Catasto, mica una nuova tassa. E lo stesso vale per tutte le tariffe che gli enti locali stanno rivedendo al rialzo. Stangate sui parcheggi, stangate sulla raccolta rifiuti, stangate sui trasporti. Ma sono adeguamenti di tariffe, mica tasse. Ai sudditi, in realtà, non frega assolutamente nulla di sapere se le stangate rientrano sotto una voce o sotto un'altra. L'importante è che si debba pagare sempre di più e che si viva sempre peggio perché, a fronte di tasse e tariffe in aumento, i servizi continuano a peggiorare, dalla sanità alla sicurezza, sino ai trasporti pubblici. In Piemonte l'Ires (l'istituto di ricerca che fa capo alla Regione guidata dal Pd) ha scoperto - sai che scoperta - che le famiglie dei sudditi sono sempre più pessimiste e preoccupate per il futuro. Ed è un sentimento che non riguarda solo i piemontesi. Eppure le associazioni imprenditoriali continuano a millantare successi, spandono ottimismo a piene mani, garantiscono riprese solide e durature. Peccato che i sudditi non se ne accorgano. Ma la logica del governo è questa. E il ministro dell'Istruzione (sì, la signora senza laurea) ritiene normale, per chi vuol fare l'insegnante, campare per un anno con 600 euro al mese dopo la laurea quinquennale. Sudditi servi sottopagati, praticamente schiavi.

martedì 11 aprile 2017

Il bombarolo Trump in guerra contro l'ambiente

Dopo aver conquistato i favori giornalistici di Giovanna Botteri grazie ai bombardamenti in Siria, Trump (ex idolo dei sovranisti) ha bombardato anche le politiche ambientali del mondo intero. L'ambiente è un ostacolo per gli inquinatori seriali americani che hanno sostenuto Trump, dunque se ne può fare a meno (dell'ambiente, non degli inquinatori). Ma, grazie all'appoggio della disinformazione radical chic entusiasta del nuovo corso bombarolo, le critiche sono state blande. L'ambiente è un tema interessante nei salotti, quando ad occuparsene sono i bobo della gauche caviar che, spaparanzati sui divani del loro attico con piscina, discettano amabilmente sulla necessità di eliminare i pastori dalle montagne per lasciar spazio a cinghiali e lupi. Ma la gauche caviar, ovviamente, si guarda bene dal sostenere la tutela dell'ambiente che passa attraverso il lavoro dell'uomo. Ed evita anche di sostenere le iniziative culturali legate alla tutela del territorio. Così il premio Acqui Ambiente continua a crescere di prestigio e di partecipanti nella totale indifferenza dei politici, degli assessorati all'Ambiente, alla Montagna, alla Cultura, al Turismo. Quasi 80 volumi in concorso, ennesimo record. E finalisti come Pratesi, Zecchi, Moriconi, Massobrio, Mari, Valle, Melchiorre, Parodi. Massima trasversalità, solo attenzione alla qualità. Sarà probabilmente questo, il problema. Se ci si interessa alla qualità, come fanno i bobo ad imporre i loro amici abituati al mare di Capalbio e alla montagna per fighetti? Quei loro amici che si indignano di fronte all'agnello arrosto a Pasquetta ma si indignano anche contro i pastori che difendono l'agnello dagli assalti del lupo? Quei loro amici che impongono la domenica a piedi contro lo smog e che, dal lunedì al sabato, utilizzano mega fuoristrada per portare il bambino alla scuola di fronte a casa. Un ambiente da stiracchiare a seconda di ciò che fa comodo. Un ambiente che non si conosce, considerato solo come un giardino privato dove ossigenarsi, ma da raggiungere con auto fumiganti. Ma stando attenti ad evitare che altri,  politicamente scorretti, se ne occupino. Ed evitando di finanziare qualsiasi iniziativa libera e non controllata dai soliti politici della solita area.

lunedì 10 aprile 2017

Il femminicidio? Si combatte con Tito Schipa, non con il gender

"Oggi che magnifica giornata, che giornata di felicità. La mia bella donna se n'è andata, m'ha lasciato al fine in libertà. Son padrone ancor della mia vita e goder la voglio sempre più... Vivere senza malinconia, vivere senza più gelosia. Senza rimpianti..Vivere, finché c'è gioventù, perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più". Di fronte alle notizie quotidiane di uomini che ammazzano mogli, fidanzate, amanti perché respinti, perché gelosi o perché incapaci di gestire la situazione, basterebbe riproporre questa canzone, "Vivere", lanciata da Tito Schipa. Un invito ad affrontare le disavventure personali in modo positivo, solare. Dovrebbe piacere anche a Boldrine, questa canzone. Invece no. Perché è del 1937. Perché è un simbolo del regime e, di conseguenza, maschilista e magari anche omofoba (non si sa mai). D'altronde Faccetta Nera, la canzone più antirazzista che ci possa essere (..ti porteremo a Roma liberata, sarai camicia nera pure tu..), è stata trasformata dalla disinformazione dell'attuale vero regime in un brano razzista. E allora meglio vietare anche "Vivere", meglio continuare con l'onanismo intellettuale che ha portato alla distruzione del maschio nel nome del politicamente corretto. Per poi stupirsi - sì, i politicamente corretti sono così idioti da non capire realmente la situazione, non si limitano a far finta di non capire - se, di fronte alla fine di un amore o anche di una semplice avventura, il maschio non reagisce festeggiando la ritrovata libertà ma si vendica dell'oggetto di desiderio che lo ha abbandonato. Invece di vivere senza malinconia si vive con un totale rancore, invece di voler godere la vita si cerca solo di rovinarla all'ex partner, di annientarla. Ma come si fa a spiegare a Boldrine e accolite che omicidi e tentati omicidi sono il frutto perfetto di una educazione politicamente corretta e, di conseguenza, perfetta per lobotomizzati? Invece di fare corsi gender nelle scuole, basterebbe ricominciare con l'educazione musicale, facendo ascoltare anche i brani del 1937.

venerdì 7 aprile 2017

Lavorare gratis, lavorare sempre, guadagnare mai

Il futuro è oggi, e sul fronte del lavoro non è un bel futuro. Da un lato il semiguru pentastellato, De Masi, che invita i disoccupati a lavorare gratis. Dall'altro le improbabili figurine del circo di Paragone che si indignano di fronte alle pretese dei lavoratori di riposare almeno nel giorno di Pasqua. Perché, spiegano le figurine superpagate per dire sciocchezze, questo è il mondo del lavoro in Italia, dunque prendetevi gli spiccioli che vi danno, lavorate la domenica, a Pasqua ed a Natale, ed evitate di lamentarvi. Vietato scioperare e vietato pretendere di limitare il lavoro a 8 ore quotidiane perché, spiega una delle figurine, siamo in competizione con Usa, Corea e Giappone dove si lavorano 14-15 ore al giorno senza lamentarsi. La figurina, la squallida figurina, mente spudoratamente ma nel circo nessuno si degna di correggerlo. Se non fosse così ignorante ed in malafede dovrebbe sapere che le ore lavorate da ogni occupato in Italia sono decisamente più numerose di quelle dei colleghi europei. E dovrebbe sapere, la figurina, che anche il Giappone rispetta i diritti dei lavoratori. Un Giappone che non accetta la logica perversa dell'immigrazione di nuovi schiavi e che, grazie a queste scelte, è sceso al di sotto della soglia di disoccupazione fisiologica. Questo, però, le figurine non lo dicono. Loro pretendono che gli italiani accettino schiavitù e sfruttamento, ma poi si indignano contro il tetto delle retribuzioni immaginato dalla Rai per loro artisti, ballerine e buffoni di corte. L'importante è che gli schiavi abbiano i soldi per pagare il canone Rai. Magari riducendo la qualità dell'alimentazione e delle cure mediche. Tanto lo schiavo serve solo sino a quando è produttivo. Dopo può essere buttato via. Eutanasia non solo libera, ma obbligatoria. D'altronde si moltiplicano i licenziamenti di lavoratori ammalati, non più in grado di garantire la massima resa. La vita ha senso soltanto se è al servizio dell'arricchimento degli oligarchi. Affetti, famiglia, figli? Cancellare. Poi un convegno ogni tanto per lamentarsi della denatalità, ma appena si esce dalla sala si firma il trasferimento del dipendente in Mongolia mentre la moglie viene spostata in Perù. "Dobbiamo rispondere ai nostri azionisti", spiegano gli oligarchi. E in fondo basta un po' di seme congelato per garantire la riproduzione. Ma è questa egoista sottopagata e trasferita in Perù che non vuole impegnarsi ad offrire un figlio alla multinazionale

giovedì 6 aprile 2017

Nessunluogo contro qualche luogo: gli oligarchi non ci sopportan più


Amate la vostra terra? Sentite l'importanza delle vostre radici? Magari vi piacciono pure i piatti del territorio e qualche volta vi scappa una frase nella lingua materna? Allora fate proprio schifo. Siete "somewhere", appartenete alla categoria dei "qualche luogo". Dovreste essere soppressi ma gli "anywhere", i "nessunluogo" sono tolleranti e vi concederanno di sopravvivere nella vostra fanchiglia putrida. Lo spiega Federico Varese, che insegna all'Università di Oxford e che, ovviamente, fa parte dei nessunluogo. Ossia l'oligarchia dominante composta - scrive sulla Stampa, il quotidiano del pensiero unico obbligatorio - da coloro che non si sentono legati ad alcun luogo, "hanno un'ideologia moderatamente liberale, basata sui diritti umani universali, sono istruiti, progressisti e hanno cambiato casa diverse volte nella loro vita". Nulla da spartire con quei buzzurri dei qualcheloghisti, "nazionalisti, vivono vicino al luogo dove son nati, lavorano nel settore privato, spesso con stipendi da fame, e non sanno che farsene della libertà di viaggiare liberamente in Europa". Ignoranti, puzzoni, magari sognano di fare gli artigiani perché "tanto loro a Oxford non ci metteranno mai piede". E soffrono la concorrenza con i lavoratori del centro e sud Europa "i quali, a loro volta, intasano gli ospedali e scuole pubbliche". Che meraviglioso quadretto descrive questo cervello (?) in fuga dall'Italia. Con l'immagine fantastica dei lavoratori italiani che intasano scuole e ospedali inglesi quando, invece, dovrebbero essere lasciati nella loro ignoranza ed alle prese con le malattie. Avranno, perlomeno, la pellagra, questi contadini mangiatori di polenta che si spacciano per connazionali di siffatto docente. Bisognerà arrivare, in qualche modo, ad una separazione tra i due mondi. L'Europa a due velocità deve essere basata sulle differenze non tra Paesi ma tra gruppi di esseri umani. Da un lato gli oligarchi politicamente corretti, con diritti civili e mega retribuzioni, dall'altra gli schiavi, i servi della gleba legati a radici, a tradizioni. Gli schiavi devono restare nell'ignoranza e non devono essere retribuiti. Felici di poter servire gli oligarchi nessunluogo. E non soltanto in Inghilterra. La cosmopolita Parigi non può confondersi con la Douce France popolare. Meglio la canaglia delle banlieues piuttosto del pescatore bretone o del paysan du Midi. E in Italia meglio il cda di Banca Etruria piuttosto dei pastori sardi che hanno regalato le pecore ai pastori abruzzesi terremotati e dimenticati dallo Stato degli oligarchi.

mercoledì 5 aprile 2017

Europa a 26: la Grecia non c'è più

Europa a 27? No, a 26. L'Unione pare aver perso un altro pezzo, nel silenzio generale. Ci siamo persi la Grecia. Atene non esiste più. Con grande dispiacere del governo Renziloni perché nelle classifiche dei peggiori, l'Italia era quasi sempre penultima, precedendo la derelitta Grecia. Qualche volta riuscivamo ad essere ultimi assoluti, ma spesso era Atene a salvarci dal cucchiaio di legno. Ora, invece, i nostri vicini mediterranei sono usciti dalle pagine di disinformazione quotidiana. Tra Albania e Turchia è comparso un buco nero sulla carta geografica. La sede di un partito politico, Alba Dorata, viene assaltata e non un giornale o una tv che, in Italia, riprenda la notizia. Che mostri un briciolo di indignazione per la cancellazione del diritto di espressione. Nulla di nulla. E sulle proteste di ogni categoria, di fronte alle politiche criminali imposte da Bruxelles ed applicate dal bugiardo Tsipras? Un velo di censura. Non bisogna parlare della Grecia perché significherebbe raccontare ciò che potrebbe succedere in Italia proseguendo con le attuali politiche sociali ed economiche. Non bisogna parlare della Grecia per non raccontare che le risorse continuano a diminuire e continuano ad essere destinate ai migranti, mentre i greci sono alla fame. Forse ce lo racconteranno più avanti, poco prima dell'estate. Per scoraggiare i turisti italiani ed evitare che scelgano per le vacanze qualche isola greca. Per scoraggiare gli amanti della storia antica. Per il resto, però, meglio tacere. Vietato raccontare l'impossibilità di curarsi, vietato ricordare che anche alimentarsi decentemente è diventato un privilegio per pochi. Vietato spiegare che l'insofferenza nei confronti di Tsipras sta crescendo. Il compagno di buon senso, quello che si è piegato agli ordini della Bce, del Fmi, che ha raccontato ai greci che bisognava far sacrifici perché lo chiedeva l'Europa. Il bugiardo che ha sotenuto che i sacrifici avrebbero garantito la ripresa, ed invece è stato il baratro. E allora bisogna attaccare Alba Dorata perché rifiuta di piegarsi, perché pensa alla sopravvivenza dei greci invece che a quella dei migranti. Così gli assalitori vengono lasciati liberi di agire mentre vengono incarcerati i greci che difendono i greci. Meglio non informare, meglio cancellare Atene dalle carte geografiche.

martedì 4 aprile 2017

Dalle sedicenti BR all'autoattentato di Putin

Per il giornalismo italiano sembra che gli anni di piombo non siano mai finiti. E, come i cani di Pavlov, scattano con un riflesso condizionato di fronte ad ogni avvenimento che crei imbarazzo nella loro mente politicamente corretta. I padri ed i nonni erano quei criminali della disinformazione che si dilettavano nelle definizioni di "cosiddette Brigate Rosse" o incolpando i missini di faide interne di fronte a due militanti uccisi dalla Br a Padova o per il rogo a Roma in cui morirono due figli di un dirigente missino, ammazzati dai "compagni che sbagliano". Ora i figli ed i nipoti si scatenano in analisi ottuse per sostenere che Putin ha organizzato l'attentato nel metro di San Pietroburgo per ricompattare la Russia scossa dalle oceaniche manifestazioni di protesta contro la corruzione. Quelle manifestazioni oceaniche che, secondo gli organizzatori, avevano radunato 7mila persone a Mosca, in una città che, con i sobborghi, arriva a 18 milioni di abitanti. Davvero oceaniche, davvero preoccupanti per Putin. Anche perché le manifestazioni erano proseguite e da 7mila contestatori teorici si era passati a 200: un grande successo. E per combattere 200 ragazzotti, Putin avrebbe organizzato l'attentato, per giustificare eventuali repressioni. Inutile sperare che l'altrettanto inutile Ordine dei giornalisti intervenga contro  questi divulgatori di menzogne. Per loro le fake news sono soltanto quelle che smascherano i loro sporchi giochi. Analisi siffatte, invece, rientrano nel diritto di cronaca (falsa). D'altronde qualche giornalista ha mai pagato per le "sedicenti Br" o per le inesistenti "faide interne" missine? Ovviamente no. Archiviato il periodo della disinformazione politica ci si è potuti dedicare all'incensamento di Gianni Agnelli e di Carlo De Benedetti. Con la medesima onestà intellettuale, con la stessa schiena dritta.

lunedì 3 aprile 2017

Aumenta l'inflazione, aumenta la povertà

Aumenta l'inflazione, cala il potere d'acquisto dei lavoratori italiani. Tutti gli economisti di servizio avevano sostenuto i magnifici effetti di una ripresa dell'inflazione. Perché - spiegavano agli italiani ignoranti - se l'inflazione cresce significa che i consumi sono ripartiti e, dunque, le politiche del governo Renziloni funzionano. Non è proprio così. L'inflazione cresce per effetto della ripresa del prezzo mondiale di petrolio e gas. In realtà il prezzo è aumentato e sono aumentati subito i prezzi nelle bollette energetiche degli italiani. Poi il prezzo internazionale è diminuito ma le bollette non se ne sono accorte. E poi, in Italia, via libera all'aumento delle tariffe di ogni tipo. Aumentano i pedaggi in autostrada, aumentano i balzelli imposti dai Comuni agli automobilisti. Maga Magò Gentiloni, perfettamente in linea con il bugiardissimo, promette la riduzione delle tasse ma, nel frattempo, prepara la rivoluzione del catasto che si trasformerà, di fatto, in aumenti vertiginosi di tasse sugli immobili. Una pesante patrimoniale spacciata per normale riforma. E anche questa patrimoniale ridurrà il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Così come, a Torino, la bella pensata del sindaco 5 stelle, Appendino, che vuole estendere le aree di sosta a pagamento facendo pagare sempre di più i residenti. Tutte risorse sottratte all'economia reale per essere destinate al mantenimento dei soliti circoli di potere. D'altronde l'oligarchia che sta sfasciando l'Italia è perfettamente consapevole che le famiglie si impoveriscono ma non reagiscono. Si scende in piazza per una fiaccolata di solidarietà alle vittime di qualche criminale rimesso troppo presto in libertà da magistrati che rispecchiano perfettamente il desiderio di distruzione dell'Italia. Ma oltre a fiaccolate e gessetti colorati non si va. Nessuna presa di coscienza, nessuna velleità di respingere lo schifo di società che viene imposto. Nessuna voglia di studiare per confutare le menzogne del politicamente corretto. Nessuna voglia di far sistema per provare a cambiare. L'opposizione a livello nazionale procede per vuoti slogan, a livello locale si occupa dei tombini e dei lampioni nella convinzione che siano questi i problemi fondamentali per i sudditi. Sì, sudditi, perché per essere cittadini occorrerebbe una consapevolezza che si cerca di eliminare ad ogni costo