venerdì 29 dicembre 2017

Ed ora il teatrino delle candidature sbagliate

Giorgio Gaber, in una delle sue ultime canzoni, sosteneva che c'era un grido in cerca di una bocca. Una esigenza in cerca di qualcuno che la rappresentasse. Forse, da allora, i motivi del grido sono cambiati, ma la mancanza di una bocca permane e si accentua. Strano che non se ne siano accorti all'Istat, preferendo definire gli italiani come qualunquisti per il loro crescente distacco dalla politica. Il distacco è da queste bocche che rappresentano solo se stesse, indifferenti ad ogni grido. Lo si potrà verificare già nei prossimi giorni, quando i partiti si impegneranno a formare le liste dei candidati. Con la pretesa che gli italiani si illudano ancora una volta e vadano a votare. I qualunquisti, in realtà, non sono i sudditi, ma i rappresentanti dei partiti che candidano chiunque non sulla base delle competenze e delle qualità, ma per ragioni di fedeltà, di scambio di favori. Per poi indignarsi di fronte alla diserzione delle urne. Si pretende un voto a Gelmini per evitare un successo di Fiano, si vorrebbe un voto al bugiardissimo per contrastare un successo di Salvini. Per i programmi ripassare più tardi, perché le deliranti promesse di Berlu non hanno nulla da spartire con un programma e le proposte di Boldrine rappresentano solo un tentativo di distruggere gli italiani ma senza alcuna alternativa. È evidente che a lorsignori non interessa governare, ma solo stare al governo. Ed è una cosa ben diversa. Di fronte alla diserzione delle urne non si prova a cambiare, a lavorare per un programma serio e realizzabile. Macché. Sempre le stesse facce, sempre gli stessi sederi da incollare alla poltrona. Il grido in cerca di una bocca pretenderebbe qualcosa di meglio rispetto alla scelta tra la pessima scuola della Fedeli e la scuola dell'ignoranza, dell'impreparazione e dell'inglese del centro destra. Lorsignori però insistono, candidati uno peggio dell'altro. E si stupiscono per le sconfitte, per le bocciature. Alle politiche come alle elezioni locali. Ma come? Quell'assessore era così bravo, piaceva a tutti quelli che contano, e gli elettori lo hanno mandato a casa? Già, ad imporre gli amici degli amici si rischiano sconfitte dolorose. E il grido in cerca di una bocca può trasformarsi in un sonoro vaffa..

giovedì 28 dicembre 2017

Il bugiardissimo affonda il ceto medio. Le destre non lo sanno

Sicuramente il bugiardissimo non ha fatto il paracadutista. E neppure ha mai provato l'ebbrezza del parapendio. Se no avrebbe evitato una dichiarazione che, in una intervista che rappresenta ciò che non dovrebbe essere Il giornalismo, chiarisce perfettamente il suo triste pensiero sul futuro del ceto medio. Il bugiardissimo vuole preparare un paracadute per la media borghesia italiana. Nessun rilancio, nessuna crescita. Solo un paracadute per rallentare la caduta ed accompagnare il ceto medio fuori dalla storia, schiacciato dalle oligarchie di speculatori, banchieri, industriali della delocalizzazione. Non si parla più di ascensori sociali con la possibilità di salire di livello, solo di rallentamento della caduta. Una fantastica prospettiva. A questo punto una opposizione di centro destra attenta e preparata avrebbe preso l'intervista zerbinata al bugiardissimo e l'avrebbe trasformata in un manifesto per dimostrare le vere intenzioni del Pd. Invece niente. Meglio non tagliare i ponti con un possibile alleato per il dopo voto. E il ceto medio? Si arrangi. Provi a fidarsi delle promesse strabilianti di Berlu, ma nella consapevolezza che dopo il voto i rappresentanti del centro destra potranno sempre invocare un cambiamento radicale di posizioni in nome della ragionevolezza. Ecco, magari oltre al paracadute riceveranno anche un cuscino per attutire l'atterraggio. Ma di crescita, di rilancio, proprio non si parla. Più soldi per tutti, è solo uno slogan, non un programma elettorale. Vogliamo attirare cervelli da tutto il mondo, ma non si capisce con quali soldi per pagare adeguatamente i cervelli stranieri visto che le retribuzioni da fame spingono alla fuga i cervelli italiani. Punteremo sulla cultura, è sacrosanto, ma abbiamo il 30% in meno di lavoratori culturali rispetto alla Francia. E i contratti da 400 euro per i giovani impegnati nelle attività culturali non sono un investimento sulla cultura e neppure posti di lavoro credibili al di fuori delle statistiche ufficiali. Ci sono 3 mesi per presentare delle risposte credibili su questi temi. Ma si può scommettere che il giorno del voto non sarà cambiato nulla

mercoledì 27 dicembre 2017

2018: ed è subito stangata

"È un'Italia più solida", assicura Gentiloni. Così solida che può permettersi di assorbire i mille euro di stangata per famiglia che ci porterà il 2018. E che sarà mai? Tutto va bene, il Tg5 ci assicura ogni giorno che il governo del Pd è buono, bello e giusto. Il bugiardissimo 2, Monsu Bergoglio, può permettersi di mentire da piazza San Pietro il giorno di Natale smentendo i vangeli e inventando una nuova versione della nascita di Gesù, i quotidiani di servizio garantiscono che il governo ha pagelle più che soddisfacenti anche se il ministro dell'ignoranza fa a botte con l'italiano e quello della disoccupazione usa solo statistiche di comodo. Un'Italia felice e soddisfatta che si prepara ad andare al voto nonostante la letterina di alcuni che italiani non sono e che vorrebbero la prosecuzione della legislatura sino alla approvazione della legge che piace a loro. La dittatura delle minoranze, per di più straniere. Pare, invece, che persino Mattarella si sia rassegnato al voto. Nella convinzione che dalle urne uscirà una politica simile a quella di oggi. Magari con un nuovo premier e nuove alleanze, ma con scelte politiche eh non cambieranno più di tanto, se non per la facciata. Sino a quando Berlu non cambierà radicalmente la sua ammiraglia televisiva sarà evidente che per lui va tutto bene così come è adesso la politica italiana. Forse verrà cancellato lo Ius Soli per riproporlo in un'altra veste che piaccia al bugiardissimo 2. L'importante è non far nulla di eclatante, di decisivo. Non come l'amico Macron che si è messo in testa di rilanciare l'Europa cambiando completamente l'immagine di una unione degli euro burocrati cialtroni. O come i cattivissimi austriaci che pretendono di coniugare più Europa con più Austria rilanciando un asse  Mitteleuropeo. Noi no. L'Italia è ferma ad attendere ordini. Non importa se arrivano da Washington o da Bruxelles, da Francoforte o dal bugiardissimo 2 del Vaticano. Gli altri pensano a rivoluzionare l'Europa, noi a garantire più soldi alle cooperative che lucrano sugli allogeni

venerdì 22 dicembre 2017

Rajoy annientato, candidato ideale per Berlu

Rajoy, praticamente un genio. Il premier spagnolo ha sfidato i catalani ed ha perso. Il suo partito, quello dei popolari, è stato annientato dal voto imposto da Rajoy dopo aver sbattuto in galera o costretto all'esilio i suoi avversari. I catalani, però, hanno confermato il successo degli indipendentisti ed ora Madrid dovrà decidere se imporre con la forza un legame che, a livello popolare, è stato ormai spezzato. Rajoy pare intenzionato a proseguire con il commissariamento della Catalogna sino a quando i catalani non si adegueranno alle imposizioni di Madrid e voteranno per un governo che piace al leader dei popolari. E pazienza se a Barcellona i popolari non esistono più. Un genio, indubbiamente. Berlu potrebbe persino lanciarlo come possibile candidato a guidare il governo italiano, proseguendo nel suo elenco di assurdità che ora comprende anche il non rimpianto Frattini. Eppure il disastroso esempio spagnolo dovrebbe insegnare qualcosa al centro destra italiano. Invece nulla. Il partito Mediaset prosegue nella sua guerra contro le ali destre dello schieramento. Ieri ennesima perla del Tg5 Prima Pagina, con il conduttore che ha sostenuto una matrice di estrema destra per l'auto lanciata contro la folla in Australia. Eppure il conduttore era regolarmente in servizio anche oggi. Neppure una parola di scuse. D'altronde nessuno poteva illudersi che Mimun sarebbe comparso in video per scusarsi con i telespettatori. Ma è davvero possibile una alleanza nel centro destra con chi rappresenta il partito Mediaset? Con chi spara menzogne contro gli alleati? Qual è la credibilità di un simile cartello elettorale? Prima di decidere chi sarà il candidato premier, le destre dovrebbero chiedere a Berlu un radicale cambiamento dei vertici e dei conduttori del Tg5, almeno come segnale di correttezza nei rapporti tra partiti.

giovedì 21 dicembre 2017

Luce dell'Est per l'Unione europea

Nel giorno del solstizio la luce europea arriva, inevitabilmente, da Est. Il gruppo di Visegrad, innanzitutto. In grado di sfidare gli euro cialtroni politicamente corretti. Ora l'Ue vorrebbe sanzionare la Polonia perché ha messo sotto attacco una magistratura ampiamente insoddisfacente. Però, per arrivare a punire Varsavia occorrerebbe l'unanimita' e l'Ungheria ha già fatto sapere che si schiererà dalla parte della Polonia. Mentre la Bulgaria, che avrà la presidenza del consiglio dell'Unione europea, ha già annunciato che cercherà di favorire un riavvicinamento alla Russia, in pieno contrasto con quanto ha fatto Bruxelles sino ad ora. Ma anche dall'Austria arrivano forti segnali di cambiamento, con una stretta nei confronti dell'invasione incontrollata. Sia chiaro, da nessun Paese arrivano richieste di uscita dall'Unione europea, perché si preferisce cambiare radicalmente la politica continentale nella consapevolezza che tutti insieme si può contare di più nello scenario mondiale. A patto, però, che gli euro cialtroni vengano mandati a casa e l'Ue possa mettersi a lavorare nell'interesse dei cittadini europei e non delle multinazionali, delle banche e dei loro politici di servizio. Vienna, in questo momento, è il simbolo della volontà di cambiamento. Destra e centro destra hanno stravinto le elezioni e hanno deciso di governare insieme. Ma in piazza sono scesi i globalisti pro invasione, protestando contro il risultato delle urne. Loro, i globalisti, hanno una curiosa idea della democrazia e considerano antidemocratico e fasssista qualsiasi risultato contrario a quanto voluto. Non importa se le destre ottengono una maggioranza schiacciante ed i globalisti vengono spazzati via dal voto popolare. Loro scendono in piazza lo stesso per manifestare contro i fassisti e contro il popolo che ha votato. Tanto ci saranno sempre dei giornalisti di servizio che, in Italia, racconteranno la bugia del popolo austriaco contrario al nuovo governo. A Vienna, però, non vedono Rai e Tg5 ed il governo blu-nero resta saldo alla guida dell'Austria.

mercoledì 20 dicembre 2017

I grillini sbattono contro la burocrazia. Come le destre

Grillini sull'orlo di una crisi di nervi, non solo a Roma ma anche a Torino. Si sentono assediati, ed è vero. I media di servizio alternano un allarme per l'inesistente pericolo fasssista con la derisione delle scelte e delle strategie pentastellate. Si sputtana Di Maio per il suo curioso utilizzo del congiuntivo ma si sorvola sugli errori analoghi del ministro Fedeli che pure è la responsabile dell'istruzione in questo disastrato Paese. Non c'è dubbio che la gestione grillina di Roma e Torino sia ampiamente insufficiente e deludente anche per chi li ha votati. Ma quello che i media asserviti dimenticano di far notare è che i modesti politici pentastellati devono fare i conti con funzionari rigorosamente schierati sul fronte opposto. E non tutti sono leali nei confronti dei nuovi amministratori. Difficile governare se mancano le truppe e l'intendenza. Ogni provvedimento viene rallentato, ogni iniziativa procrastinata. Ma se il centro destra dovesse vincere le proprie elezioni, si troverebbe nella medesima situazione perché, proprio come i grillini, ha sempre evitato di far crescere una burocrazia di alto livello schierata dalla propria parte. La burocrazia è fondamentale ma non interessa a chi si sente solo e sempre un colonnello anche senza esercito. Un centro destra che si ostina a rifiutare ogni costruzione culturale, che gioca di rimessa approfittando dei disastri provocati dal bugiardissimo e dalla sua banda, che si prostra di fronte alla crescente faziosità di un presidente della repubblica che si trasforma nel presidente del Pd. La farsa della fondazione An è il simbolo di questa incapacità totale. Un gruppo di politici che non è in grado di gestire e di far funzionare la propria fondazione, come può essere credibile quando sostiene di voler governare l'Italia? D'altronde lo si è visto e rivisto quando i sedicenti colonnelli e seguaci hanno governato città e regioni. È sufficiente scorrere gli elenchi di potenziali consiglieri ed assessori per rendersi conto che gli errori del passato verranno ripetuti senza la benché minima autocritica. Non basta neppure ridere per gli errori ed il nervosismo dei grillini, visto che il copione sarà il medesimo. D'altronde prima del disastro Fedeli c'erano stati i disastri Gelmini e Moratti. Questa volta ci sarà il disastro Brambilla o i riciclati di Saverio Romano?

martedì 19 dicembre 2017

Flat tax, si può fare ma a che prezzo?

Al di là delle invasioni, un tema fondamentale dell'imminente campagna elettorale riguarderà la flat tax, la tassa piatta con una sola aliquota. Forse al 25%, forse di meno o di più. Ma comunque con un limite molto più basso rispetto all'insopportabile peso fiscale attuale. I sedicenti grandi esperti sostengono che non è proponibile perché la costituzione italiana prevede la progressività del furto di Stato. Grandi esperti di questioni costituzionali, indubbiamente, ma tutti sordi e ciechi di fronte a proposte che non conoscono. Perché la proposta di flat tax è accompagnata da livelli variabili di esenzioni, e di minori servizi gratuiti per chi ha redditi più elevati, che rendono comunque progressiva la tassazione, dunque perfettamente rispondente alla logica costituzionale. Il problema, quindi, non è la costituzionalità ma la sostenibilità di una tassa unica al 25%. È evidente che lo Stato incasserebbe molto di meno rispetto ad ora. E la logica attuale di risparmi legati alla revisione della spesa non è assolutamente in grado di far fronte ai minori introiti. Dunque serve ridurre la presenza dello Stato. Meno dipendenti pubblici e tutti pensano, inevitabilmente, all'esercito di operai forestali nullafacenti in alcune regioni. Operai forestali, non corpo forestale fatto confluire nei carabinieri. È vero che si tratta di una assurdità e di una spesa ingiusta ed insostenibile, ma cancellare questi posti di non lavoro creerebbe un esercito di disoccupati posto a carico dell'assistenza pubblica. Perché questo Paese non è in grado di creare nuove opportunità di impiego utile e retribuito. Oppure si possono aumentare i prezzi dei biglietti del treno, coprendo una quota maggiore dei costi reali ed evitando che siano le Regioni a mettere i soldi. Ma questo influirebbe pesantemente sui redditi dei pendolari e penalizzerebbe anche il turismo di chi preferisce non utilizzare l'auto. Lo stesso vale per il trasporto pubblico locale. Aumenterebbe l'inquinamento per ridurre la maggior spesa personale per bus e tram. O si rinuncerebbe a curarsi adeguatamente per non affrontare i maggiori costi sanitari. Ma un Paese di ammalati non può essere competitivo sotto nessun fronte. D'altra parte è evidente che troppo spesso la spesa pubblica non solo è improduttiva ma è semplicemente uno spreco, magari per favorire gli amici o i soliti noti. E allora forse è più giusto che le tasse siano legate al territorio, in modo che i cittadini possano rendersi conto di sprechi e favoritismi.

lunedì 18 dicembre 2017

La sostituzione etnica? Giusta per un popolo a finecorsa

E se la sostituzione etnica in atto fosse sacrosanta? Se il popolo italiano fosse ormai arrivato a fine corsa e meritasse di estinguersi? Troppi congiuntivi, indubbiamente, per il ministro dell'ignoranza, Fedeli. Ma probabilmente è il ministro giusto al momento giusto. Il declino di questo Paese è evidente, dai vertici sino alla base. Non è neppure il caso di perdere tempo con il bugiardissimo o con Maria Elena Etruria. È sufficiente soffermarsi sugli atteggiamenti degli italiani nei supermercati, sugli autobus. Non negli stadi, dove secondo i media di servizio darebbero il peggio, ma nei luoghi normali. E non è neppure necessario osservare i furbetti delle code che cercano di fregare una posizione non perché abbiano fretta ma per sembrare più intelligenti. È più grave la maleducazione di chi abbandona i carrelli di traverso in mezzo alle corsie, bloccando gli altri. Non si tratta di ragazzini, ma di genitori e nonni maleducati. E sugli autobus la gente si spinge, si calpesta, si urta. Evitando di scusarsi perché dimostrerebbe debolezza. Non si lascia il posto a sedere ai vecchi, non si lascia passare gli altri quando ci si incrocia per strada o in un portone. La sopraffazione come dimostrazione di forza, ma è solo maleducazione di chi non vale nulla e cerca di contare qualcosa attraverso comportamenti che servono solo a minare la convivenza civile. La cavalleria, intesa come spirito medievale che metteva il guerriero al servizio dei più deboli, è stata sostituita dalla  vigliaccheria, dalla frustrazione di disoccupati e sottoccupati che solo in questo modo affermano il senso della propria esistenza. Troppo faticoso studiare, impegnarsi, crescere individualmente. Meglio ostentare la  maleducazione che porta al bullismo. Tranne, dopo, accettare da pecore qualsiasi imposizione da un potere forte che forte non sarebbe ma lo diventa perché ha di fronte un gregge impaurito. E allora non ha senso rivendicare la grandezza di un Rinascimento e di una storia di romani, greci, celti, etruschi, longobardi quando il presente è fatto da Fazio, Fedez, Littizzetto e compagni di disastri culturali. L'invasione porta gente che defeca per strada? Vero. Ma è davvero tanto peggio degli indigeni che, per combattere la noia, devastano scuole e arredi pubblici? Gli allogeni incassano i soldi destinati ai poveri e le case popolari? Vero, ma sono gli indigeni ad aver disertato le urne e permesso la vittoria di questa infima classe politica che impone l'impoverimento degli italiani a vantaggio dei nuovi arrivati. Fisicamente più forti mentre gli italiani imbecilli sostengono che scappano dalla fame. E l'imbecillita' diffusa giustifica ampiamente la sostituzione etnica.

venerdì 15 dicembre 2017

Il bugiardissimo si trasforma in comico su banca Etruria

Il bugiardissimo cerca un lavoro come comico. E, considerando la qualità della concorrenza, ha buone probabilità di trovare un ingaggio in qualche tv, magari a La 7 in crisi di ascolti tra Formigli e Gruber. Questa volta il bugiardissimo si è lamentato perché le polemiche sulle banche e su Maria Elena Etruria sarebbero armi di distrazione di massa. Dunque centinaia di migliaia di risparmiatori rovinati da una banda di cialtroni in un bel gruppo di istituti di credito non meriterebbero attenzione perché l'emergenza vera è rappresentata dai gadget in libera vendita trovati nelle camere da letto di qualche ragazzo fasssista. Magari, per il bugiardissimo, sono armi di distrazione di massa anche le sentenze della magistratura che cerca in ogni modo di far arrivare alla prescrizione i processi per le migliaia di morti per amianto. È un'arma di distrazione di massa l'incapacità del governo italiano di ottenere che la Germania rispetti la sentenza di condanna per i responsabili tedeschi delle morti sul lavoro alla Thyssen di Torino. D'altronde tutte le morti sul lavoro sono armi di distrazione di massa per questo governo e per il precedente del bugiardissimo. Questi fastidiosi lavoratori sottopagati che invece di gioire per la possibilità di essere sfruttati, hanno il cattivo gusto di crepare in azienda perché ormai la sicurezza e' diventata un fastidio inutile e costoso. Per il governo e' sufficiente che gli imprenditori perdano ore e ore per compilare moduli sulla sicurezza, poi le norme pratiche ed utili possono essere ignorate, tanto ai burocrati pubblici non interessano. Ma non è che le opposizioni si dannino l'anima su questi temi. Imbarazzate perché, evidentemente, hanno difficoltà a capire il mondo del lavoro, forse perché lo hanno frequentato poco. Lo si nota anche nel rapporto con gli scioperi. I lavoratori sono lasciati soli e invitati ad inventarsi altre forme di lotta, per non danneggiare gli utenti. Pazienza se le retribuzioni non sono più sufficienti per sopravvivere adeguatamente, pazienza se la precarietà non permette di crearsi una famiglia. Si arrangino. Possono sempre cambiare lavoro e mettersi a fare concorrenza al comico bugiardissimo

giovedì 14 dicembre 2017

"A stato Putin", la battaglia per il pensiero unico obbligatorio

"A stato Putin". I ridicoli media di servizio italiani oscillano quotidianamente tra l'inesistente pericolo fasssista e l'altrettanto inesistente ingerenza di Mosca nella politica italiana ed europea. I russi sono accusati di far circolare per il vecchio continente notizie diverse rispetto a quelle imposte dal pensiero unico obbligatorio. Insomma sono i russi cattivi a farci sapere che l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di poveri. E non importa se i dati sono veri ed anche ufficiali, l'Italia non aveva nessuna voglia di farli conoscere ai propri sudditi. Non basta neppure che a rendere pubblici i dati siano state fonti europee ed italiane, la colpa è di Putin a prescindere. Peccato che il leader russo se ne freghi completamente e proceda per la sua strada ignorando il pensiero unico dei media italiani. Adesso il cattivone del Cremlino è riuscito anche nell'impresa di far riavvicinare tutti i Paesi islamici, mettendo intorno allo stesso tavolo iraniani e sauditi. Lui, Putin, ufficialmente prende anche le distanze dalle posizioni di Erdogan ma la realtà è che proprio Mosca cura la regia di tutto lo spettacolo. Nel frattempo Putin annuncia il ritiro delle truppe dalla Siria, pur conservando le basi russe nel Paese, e si prepara a riprendere le storiche basi in Egitto. Ma per i media di servizio italiani il problema sono le notizie che Mosca veicolerebbe in Italia. Come se per mettere fuori gioco l'attuale governo servissero fake news. Bastano e avanzano i dati ufficiali sulla povertà, sulla disperazione, sui mancati investimenti, sui soldi che non ci sono per gli italiani ma solo per gli allogeni (e la sentenza del tribunale di Milano sui soldi da versare alle neo mamme appena sbarcate va in questa direzione), sulla fuga dei cervelli. Certo, lorsignori vorrebbero impedire la pubblicazione di queste notizie. Il pensiero unico obbligatorio dilaga nei giornali ma non blocca i social media. E allora occorre screditare l'informazione alternativa. Quando non si può accusarla di pubblicare fake news la si accusa di essere al servizio del potere straniero. "A stato Putin" ma nessuno ci crede più

mercoledì 13 dicembre 2017

L'emergenza maltempo, una truffa italiana

Una spruzzata di neve e le ferrovie italiane si bloccano. Non in qualche Regione del Sud dove, in pianura, le nevicate non sono la regola, ma proprio al Nord dove persino Trenitalia dovrebbe essere in grado di capire che, a volte, nevica. Invece niente. Treni bloccati, collegamenti interrotti, ritardi come costante. Ma non è che sulle strade sia andata meglio. Un disastro la situazione ad Aosta dove la giunta comunale ha improvvisamente scoperto che sulle Alpi può nevicare anche abbondantemente. E all'aeroporto di Torino dove era attiva una sola apparecchiatura per scongelare le ali degli aerei, con conseguenti ritardi. Nel frattempo in Emilia si è passati, in pochi giorni, dall'allarme siccità alle inondazioni di campi e paesi. La solita Italia, insomma. Ma per i media e per i politici questi non sono i veri problemi del Paese. Che sarà mai una inondazione di fronte ad un simbolo fasssista appeso nella camera di un ragazzo? Che sarà mai un'attesa di ore su un treno senza riscaldamento di fronte al drammatico pericolo di un volantino? E allora le risorse pubbliche utilizziamole per indagini, processi e sequestri di libri e ignoriamo infrastrutture o la tutela del territorio. Per poi frignare in silenzio quando saltano gli appuntamenti di lavoro grazie al disastro delle ferrovie o all'incapacita' di togliere la neve da autostrade che pensano solo ad aumentare i pedaggi. In tutto questo scenario da Paese di quarto mondo spicca la decisione di Laurent Vierin, presidente della Valle d'Aosta, di ignorare il piagnisteo generale e di tenere aperte le scuole nonostante le nevicate abbondanti nei paesi in quota. Siamo una regione alpina, ha spiegato Vierin, e dunque dobbiamo essere in grado di fronteggiare una nevicata. Ovviamente è stato criticato da chi è abituato a vivere di emergenza, guadagnando proprio sull'emergenza. Perché con i disastri si guadagna molto di più rispetto alla prevenzione

martedì 12 dicembre 2017

Gli oligarchi con Boccia nel prossimo governo

Confindustria scende in campo in vista delle imminenti elezioni politiche. E lo fa direttamente con il presidente, il compagno Vincenzo Boccia. Pronto, magari, ad accettare un incarico ministeriale, ovviamente solo per spirito di servizio. In questo modo libererebbe il posto alla presidenza degli imprenditori e non sarebbero pochi ad essere contenti in Viale dell'Astronomia. Quello che sfugge, però, è il valore aggiunto per l'Italia. Un problema marginale, nell'ottica degli oligarchi. Ma non per gli italiani chiamati al voto. Innanzitutto occorrerebbe capire quale schieramento dovrebbe farsi carico di Boccia. Notoriamente l'attuale presidente di Confindustria è schierato dalla parte del Pd, ma il partito di Renzi non vincerà sicuramente le elezioni e le ambizioni di Boccia verrebbero frustrate. Ma perché mai il centro destra dovrebbe affidarsi ad un personaggio schierato dalla parte opposta? Ovviamente Boccia non parteciperebbe ai ludi cartacei, gli oligarchi non si abbassano a chiedere un voto ai plebei. Bisognerebbe invitarlo al governo dopo le elezioni, a giochi fatti. E lui cederebbe alle pressioni per senso del dovere e andrebbe a fare il ministro tecnico, magari allo Sviluppo economico. D'altronde Boccia si è già distinto per lo sviluppo del Sole 24 Ore, dunque potrebbe proseguire sulla strada del successo. Non si capisce davvero, al di là dei soliti problemi di cupio servendi, perché le destre dovrebbero accettare una soluzione di questo tipo. Che è invece pienamente comprensibile nel caso di mancato successo pieno della coalizione di centro destra. In caso di inciucio, insomma. Un governo tra i fedelissimi di Berlu ed il bugiardissimo. Con una presidenza del consiglio affidata al Pd, magari a Gentiloni. Perché il Pd avrà più voti di Forza Italia. Gli interni a Minniti, che tanto piace ai forzisti. E gli esteri a Berlu (o ad un suo fedelissimo) perché è l'unico che ha una visione  internazionale. Non sarebbe neppure difficile immaginare il programma economico di Boccia: lacrime e sangue per i lavoratori e per micro e piccole imprese, vantaggi di ogni tipo per la grande industria. Non ha importanza se la grande industria italiana è ormai quasi completamente in mano straniera: gli oligarchi non hanno patria o bandiera, si riconoscono tra loro dall'odore dei soldi.

lunedì 11 dicembre 2017

Indignati per Dell'Utri? Provate voi a fare i magistrati

Suscita indignazione, nel centro destra, la decisione di rifiutare la libertà a Marcello Dell'Utri, malato in carcere. A fronte delle decisioni della medesima magistratura che, per motivi di salute molto più blandi, aveva immediatamente rimesso in libertà Sofri. Probabilmente le proteste hanno fondamento, tanto è vero che persino Bersani ha avanzato dubbi sul comportamento dei magistrati. Ma il problema è un altro ed è sempre uguale. Quando il Pci, a tavolino, si dedicava a creare i presupposti per la propria egemonia culturale in ogni ambito della società civile, il centro destra preferiva fare altro. Chi, nel Pci, era in grado di seguire studi di giurisprudenza veniva indirizzato verso la carriera in magistratura per garantire una giustizia di comodo. A destra si preferiva la carriera da avvocato perché, in quel periodo, garantiva introiti decisamente superiori. Scelta libera, ovviamente, ma poi non ci si deve lamentare se chi ha avuto lungimiranza si trova ora a decidere della libertà altrui. Non è solo un problema di magistratura. Il Pci ha occupato l'istruzione perché, a tavolino, era in grado di spedire i propri uomini e le proprie donne a seguire studi che permettessero l'insegnamento. I migliori sapevano che avrebbero ottenuto appoggi per le carriere universitarie, gli altri si accontentavano di stipendi inferiori e andavano a indottrinare studenti delle superiori, delle medie e delle elementari. A destra si preferiva smettere di studiare per andare subito a guadagnare o si puntava sulla facoltà di Economia perché uno studio da commercialista rendeva molto di più rispetto allo stipendio di un insegnante. Legittimo, certo, ma poi bisogna evitare di protestare contro l'insegnamento del pensiero unico obbligatorio nelle scuole.  Il Pci garantiva successi editoriali per chi sapeva scrivere, anche per chi scriveva male e veniva comunque osannato, premiato e retribuito. A destra si pretendeva la collaborazione gratuita "perché scrivere non sarà mica un lavoro". Per poi lamentarsi se gli scrittori erano schierati sul fronte opposto. Una lamentela di principio, perché a destra chi leggeva - e non eran tanti, visto che gli altri erano impegnati a far soldi - preferiva autori facili, meglio se americani. Un Fabio Volo dell'epoca e in salsa yankee. Poi, però, tutti questi mal-destri impegnati ad arricchirsi legittimamente e a conquistare posizioni di vertice in grandi e piccole aziende hanno accuratamente evitato di investire anche una minima parte dei guadagni per sostenere le poche iniziative di area. Megli limitarsi a protestare perché i giudici di sinistra si comportano come giudici di sinistra. Accusati di essere coerenti. E lo stesso vale per gli insegnanti che vietano i festeggiamenti di Natale, per i giornalisti che si inventano il pericolo fasssista. Come direbbe Fassino, provate voi a fare i magistrati, gli insegnanti, i giornalisti. Ma a destra la provocazione non verrà raccolta. Lo hanno fatto i cattivi grillini. E hanno vinto.

venerdì 8 dicembre 2017

Avanti al centro contro gli opposti estremismi

Avanti al centro contro gli opposti estremismi. Era uno degli slogan più utilizzati negli anni di piombo. Quando il regime si difese dalla rabbia popolare ricorrendo alle stragi di Stato e incolpando, ovviamente, i propri avversari. Erano anni di caccia alle streghe italiane mentre, in contemporanea, si irrideva alla caccia alle streghe del maccartismo yankee. Ed ora, mutatis mutandis, il gioco sporco si ripete. Si è passati dall'egemonia culturale alla narrazione ma i sistemi restano i medesimi. Non importa se, per il momento, non è stato necessario ricorrere alle stragi, agli omicidi, ai grandi scontri di piazza. Grazie al totale asservimento dell'informazione ufficiale e di una magistratura sempre meno credibile, si crea il clima di terrore anche con un fumogeno o un volantino. Il regime è riuscito a coniugare la palude con il giacobinismo (non è il caso di interrogare Il ministro Fedeli su questi argomenti, era assente quando spiegavano). D'altronde in questa Italia dove la vigliaccheria regna sovrana, basta poco per spaventare il Paese. Il pensiero unico obbligatorio  dilaga. La censura imperversa. Per fortuna esiste una opposizione ferma, preparata, indomabile. Una opposizione che dibatte eroicamente sull'opportunità di inserire tra i candidati l'ondivaga Santanche' o  un personaggio televisivo come Moric. Una opposizione che raggiunge vette filosofiche elevatissime quando si interroga sull'accordo tra Storace e Salvini (in attesa che qualche giornale di servizio oppure Crozza si lanci in battute sulla doppia S). Ed allora, per tranquillizzare il popolo dei moderati e dei conigli non si trova nulla di meglio del rilancio del giovane Berlu. Le cene eleganti diventano un simpatico diversivo per pensionati, l'importante è che Berlu possa vincere per puntare alla grande coalizione e ad un governo del presidente, con un tecnico alla guida del Paese. Un programma già visto? Una replica del grigiocrate Monti? Sì, ma è così tranquillizzante per il regime. Qualche bella speculazione qui e là, un po' di tv spazzatura, un'aggiunta di suicidi per disperazione, il completamento della distruzione della scuola affidata di nuovo a Gelmini, una politica estera in stile Alfano anche senza Alfano, così Berlu evita i rischi dell'altra volta quando aveva tentato di ampliare gli orizzonti italiani sia in Russia che in Libia. Meglio non cambiare l'immagine di una Italia pizza mafia e mandolino. È così tranquillizzante. Rilanciamo anche "italiani brava gente", così favoriamo l'invasione incontrollata. Ma eviteremo il pericolo di fumogeni fascisti che speculano sul rancore e sulla povertà crescente. Piuttosto di lottare contro la miseria, scendiamo in piazza contro i fumogeni

giovedì 7 dicembre 2017

18 milioni di italiani a rischio povertà

Sono 18 milioni gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale. I dati sono dell'Istat e sono in continuo aumento, nonostante i tentativi di dimostrare che le politiche economiche del bugiardissimo e di Gentiloni stiano dando risultati eccezionali. In fondo, però, il benessere di un Paese non è legato solo al Pil ma anche alla ricchezza o povertà delle famiglie. Non bastano le statistiche dei polli, perché se ci sono 4 polli e 4 persone le statistiche rilevano un pollo a testa anche se a mangiarli è solo uno e gli altri 3 restano a guardare. Così sui media di servizio tutti gongolano quando possono dimostrare che l'export italiano cresce di più, in percentuale ma non in valori assoluti, rispetto a quello tedesco. Ma gli stessa media di servizio sorvolano sul fatto che le retribuzioni medie dei giovani cinesi siano ormai nettamente più elevate rispetto a quelle dei giovani italiani occupati. E il 40% di giovani italiani disoccupati (perché al 36% ufficiale vanno aggiunti gli sfiduciati che un lavoro non lo cercano più e, dunque, non rientrano nelle statistiche dei disoccupati) non è compreso nei dati. Dunque per l'Italia diventa più facile esportare ma questo non determina benefici reali per chi lavora con salari sempre più bassi ed insufficienti per sopravvivere decentemente. Effetto meraviglioso dell'invasione, con milioni di stranieri, ormai sono 6 milioni, che hanno determinato una continua svalutazione del lavoro, una rincorsa verso il basso delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro. Uno sfruttamento che ci riporta all'Ottocento, con la cancellazione dei diritti e dei limiti di orario. È la globalizzazione, bellezza. Peccato che questa globalizzazione abbia portato i giovani cinesi ad essere più ricchi dei giovani italiani. A Pechino l'ascensore sociale permette di salire rispetto alle condizioni dei propri padri, in Italia consente solo la discesa. Non per tutti, evidentemente. Perché se la media delle retribuzioni dei giovani italiani è precipitata a poco più di 800 euro, quando solo pochi anni orsono ci si preoccupava per la "generazione mille euro", significa che qualcuno continua a guadagnare bene mentre molti altri devono vivere con 400 euro. E la mancia del bugiardissimo non cambia la situazione

mercoledì 6 dicembre 2017

Lucida follia di Trump a Gerusalemme

La decisione di Trump di spostare a Gerusalemme l'ambasciata Usa in Israele serve al presidente americano per alleggerire la sua posizione all'interno e per garantire al genero il sostegno dei media nella vicenda delle troppe accuse che lo riguardano. Problemi interni e famigliari che rischiano di provocare scontri e morti a livello mondiale. Ma a a Washington non è mai fregato nulla del resto del mondo. D'altronde proprio Trump ha riallacciato stretti rapporti con i sauditi che stanno provocando migliaia di morti nello Yemen, anche tra i bambini, nell'indifferenza generale perché i sauditi sono i "buoni" per il politicamente corretto. In fondo, tra un bombardamento ed una esecuzione in piazza, hanno persino concesso alle donne di guidare un'auto. Non come gli Stati canaglia, dall'Iran alla Siria, dove le donne votano da decenni, guidano non solo le auto ma pure le aziende. Però, per i media di servizio, un bambino yemenita può tranquillamente venire ucciso dai bombardamenti, perché le bombe saudite sono buone e giuste. Anche se colpiscono scuole e ospedali. Non è che ci si possa sempre indignare, lo si fa a comando quando serve e solo contro chi è ritenuto fastidioso dai padroni dell'informazione. Pronti a cavalcare ogni sospetto di brogli elettorali quando dalle urne escono risultati non in linea con il pensiero unico obbligatorio. Che si tratti del Cile o del Venezuela, della Russia o dell'Italia. Colpa di Putin, in genere. E di quelli che osano mettere in dubbio le menzogne del bugiardissimo e i dati di comodo del lattaio Padoan. I sondaggi preelettorali indicano il rifiuto del Pd da parte degli italiani? E allora via con le armi di distrazione di massa. Meglio accusare Mosca di doping nello sport, meglio accusare Erdogan di non voler una guerra santa contro l'Iran, meglio esaltare la grande conquista delle donne al volante in Arabia, meglio occuparsi delle questioni erotiche al Grande Fratello. Meglio censurare le violenze commesse dagli allogeni, meglio non parlare di italiani che si suicidano per disperazione o che muoiono di freddo su una panchina a poca distanza da un centro di accoglienza per stranieri. "Parliamo dell'elefante", sosteneva Leo Longanesi. Oppure scateniamo una guerra a Gerusalemme, basta che si impedisca di pensare

martedì 5 dicembre 2017

Berlu contro la cultura omogeneizzata? Sì, ma è Marina

Marina Berlusconi scende in campo. Non in politica, ma in guerra contro i giganti del web, da Google ad Amazon. E lo fa con argomentazioni che, se non arrivassero da lei, sarebbero sacrosante e condivisibili. Soprattutto quando dice di parlare come madre, preoccupata per il futuro dei propri figli alle prese con una realtà virtuale che è diversa dalla realtà vera. Ragazzi che si ritrovano con un modello culturale omogeneizzato, spinti a non approfondire più nulla.come darle torto? Magari pensando ai programmi televisivi imposti dal fratello Piersilvio a Mediaset. Cose c'è di meno reale del Grande Fratello? Cosa c'è di meno approfondito dei tanti programmi fuffa offerti dall'ammiraglia televisiva di Mediaset? Madame Berlu si lamenta, giustamente, per i rischi connessi con il controllo delle nostre vite da parte dei giganti del web. Come se ci fosse un Grande Fratello a spiarci 24 ore al giorno. Appunto, proprio il modello presentato da Canale 5 con la sua squallida casa per falsi vip. E l'informazione omogeneizzata non è quella di Cesara Buonamici, dei suoi colleghi e di Mimun? Oppure Marina Berlu, per proteggere i figli, spegne il televisore quando inizia la sigla del Tg5? Ma non è che sul fronte dei libri, che dipendono direttamente da lei, il gruppo Mondazzoli (Mondadori più Rizzoli) si stia contraddistinguendo per una eccelsa qualità, per un grande coraggio. La responsabilità di aver trasformato in un mito persino un plagiatore come Saviano non è proprio una medaglia al valore. Marina Berlu paventa il rischio che i colossi del web, che pagano pochissime tasse, spazzino via la concorrenza per poi imporre prezzi, autori, condizioni di lavoro al limite dello sfruttamento. Tutto vero. Ed è una esperta, visto che la crescita di Mediaset è avvenuta proprio spazzando via la concorrenza delle emittenti locali (che molto spesso meritavano di essere eliminate perché non investivano sui programmi e sui lavoratori). Ciò nonostante i timori di Marina Berlu restano sacrosanti. D'altronde è lei quella intelligente in famiglia ed è normale che le analisi corrette provengano da lei. Peccato che il mondo Mediaset e Mondazzoli non faccia nulla per tentare una strada alternativa.

lunedì 4 dicembre 2017

False bandiere per alzare la tensione

Tutti indignati, sui social, contro l'ignobile bufala della bandiera prussiana spacciata per vessillo nazista dai media di servizio. Peccato che la disinformazione di regime se ne freghi dell'indignazione popolare e insista con le bufale dell'antifascismo militante. Con in testa il ministro Pinocchio Pinotti. E fa benissimo. Il regime dispone dei media ed è sacrosanto che li utilizzi per difendersi, per garantirsi il potere. L'unica arma rimasta, di fronte alla rabbia popolare per i disastri del governo, è rappresentata dall'antifascismo e, dunque, la utilizza in ogni occasione. Approfittando di tutti i media a disposizione. D'altronde chi ha impedito all'opposizione di dotarsi di giornali, radio, tv di successo? Nessuno, se non la totale stupidità e ignoranza di questa opposizione che ha preferito utilizzare i denari in modo diverso. Quando il centro destra era al governo non è stato capace di occupare la Rai con direttori e dirigenti di area, intelligenti e competenti. Non ha occupato le redazioni con i propri giornalisti. Non ha fatto crescere quotidiani di successo perché i giornali di centro destra puntavano solo al risparmio e non assumevano i migliori ma solo i più disperati che accettavano retribuzioni più basse. La qualità ne risentiva ed i giornali perdevano lettori. Nel frattempo Berlu puntava sull'ammiraglia di Canale 5 riempiendola di conduttori politicamente corretti e di giornalisti che oggi sostengono in modo indecente il governo Gentiloni dopo aver tifato spudoratamente per il bugiardissimo e prima ancora per Monti e Fornero. E più a destra? Spariti dalle edicole Il Secolo d'Italia e la Padania, niente radio e tv mentre i quotidiani online sono organi di partito e non di informazione. Però, di fronte alle proprie scelte ed alla propria incapacità, si attaccano gli avversari colpevoli di far bene il lavoro di disinformazione. Perché mai Repubblica, il Corriere, la Busiarda o il Fatto quotidiano dovrebbero tutelare il centro destra se sono schierati su posizioni opposte? Se la bufala della bandiera nazista viene riproposta dal Tg5 senza che gli alleati protestino con Berlu significa che dell'informazione continuano a fregarsene, colpevolmente. Dunque dovremo rassegnarci a bufale continue per alzare il livello della tensione. Dovremo sorbirci le chiacchiere inutili di Mattarella a favore dell'invasione ed il suo silenzio sulle violenze compiute dagli allogeni a danno degli italiani, donne e bambini compresi. Ma si eviti  di accusare i media di servizio perché svolgono il loro lavoro, appunto di servizio. E invece di dedicarsi all'onanismo intellettuale sulla modifica di un simbolo di partito, il centro destra si interroghi sulla propria incapacità di informare

venerdì 1 dicembre 2017

Nel Mediterraneo arriva la Cina. Ma non ditelo ai politici italiani

Mosca torna ad affacciarsi in Egitto mentre Pechino si aggiunge ai sostenitori di Assad in Siria. Altro che "fine della storia" come sosteneva chi non aveva capito nulla. Il mondo si muove ma l'Italia non se ne accorge. Troppo impegnata ad analizzare il pericolo della crescita fascista. L'importante è non raccontare cosa sta succedendo realmente. E allora si ironizza sulle misure varate da Putin a favore della natalità e della famiglia in Russia, con i giornalisti di servizio italiani che spiegano come sarebbe meglio favorire un aumento dell'immigrazione invece di frenarla come sta facendo il governo di Mosca. Putin, pare incredibile, se ne frega del parere dei media italiani e va avanti sulla sua strada che lo sta portando a rafforzare la presenza russa nel Mediterraneo. E si ritrova persino alleato di Pechino che, in teoria, interviene in Siria per combattere contro la minoranza islamica in arrivo proprio dalla Cina e che si è schierata con l'Isis. Ma una volta che Pechino ha percorso una strada, difficilmente la abbandona per tornare indietro. Quanto all'Egitto, si sta ricreando quel forte legame che aveva unito Il Cairo con l'Urss. L'Italia? Non pervenuta. Un giro turistico di Gentiloni e nulla più. D'altronde abbiamo un ministro degli esteri come Alfano che è troppo impegnato a cercare una collocazione futura per potersi anche occupare delle questioni internazionali. Che, tra l'altro, paiono interessare quasi a nessuno. Marco Valle, noto giornalista della Destra, sottolinea come al congresso dei Fratelli d'Italia che si svolgerà domani e domenica siano praticamente assenti gli aspetti legati alla politica estera al di là delle consuete ed inutili banalità. Non è un problema di schieramenti ma di incompetenza politica generale. Da un lato il Pd e la sua sinistra, ma anche i catcom, che non capiscono un accidente di quel che accade nel mondo ma sono interessati esclusivamente agli allogeni, da qualsiasi parte provengano. E organizzano le cooperative ed i comitati di accoglienza con i soldi pubblici. Dall'altra si è fermi agli slogan anti invasione ma non si va ad analizzare ciò che succede all'estero e che ha inevitabili ripercussioni sull'Italia. In mezzo i grillini che virano a seconda dei sondaggi e che non sanno mai quale sarà la loro posizione il giorno dopo. Non che l'Europa sia messa molto meglio. Non a caso ha affidato la politica estera a Mogherini.