lunedì 29 febbraio 2016

46: il numero della cogestione, non solo di Valentino

Per una larga parte dei maschi italiani, e anche per molte femmine, il 46 e' semplicemente "il numero di Valentino". Ossia di Rossi, il campione di motociclismo. Ma 46 e' anche il numero dell'articolo della costituzione italiana che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Articolo, ovviamente, mai applicato in Italia. Perché la costituzione viene sbandierata quando va comodo ed ignorata quando comodo non fa. E l'articolo 46 comodo non fa. A nessuno. Innanzi tutto perché la cogestione, come la socializzazione, era già prevista dalla Carta del lavoro del fascismo e, prima ancora, dalla Carta del Carnaro. Come ricorda benissimo Gianluca Passera nel suo libro "La nobile impresa", edito dal Cerchio. Ma i costituenti, nonostante il loro antifascismo, non potevano ignorare le conquiste sociali del precedente governo. Non potevano cancellare pensioni e ferie pagate.  Ma la cogestione, inserita per forza di cose nella costituzione, bastava evitare di applicarla. Per far contenti tutti. Non solo i politici di governo democratico al servizio del grande capitale ma anche le sinistre e pure la destra. Che rispolverava corporativismo e socializzazione negli slogan urlati nei cortei prima delle elezioni per poi dimenticarsi tutto durante la legislatura. Una destra che ignorava i canti del lavoro preferendo le discoteche. Indubbiamente cogestore un'impresa non è facile. Ed è ancor più difficile in una fase caratterizzata dalla globalizzazione. Bisogna studiare, prepararsi, conoscere l'economia, la produzione, il marketing, la politica internazionale. Servono centri studi, rapporti con istituzioni ed università. Eppure, tutto questo, i sindacati tedeschi riescono a farlo. Quelli italiani no. Meglio utilizzare in altro modo i soldi delle tessere, i soldi dei CAF. Meglio occuparsi dei distacchi dei delegati e dei turni di ferie degli iscritti piuttosto di andare ad esaminare la prospettive dell'azienda e del settore. Per poi arrivare a dichiarazioni di servilismo imbarazzante, da parte di alcuni, dopo ogni incontro con il padrone di turno. Il giovane studioso Passera (nessuna parentela, ovviamente) ha avuto il merito di rilanciare il problema. E il circolo Pasetto di Padova il coraggio di presentare il libro e di affrontare il tema indicando anche le prospettive. Perché i disastri provocati dall'attuale sistema economico e di gestione delle aziende sono sotto gli occhi di tutti. Anche le soluzioni sono a portata di tutti, ma è meglio non parlarne.

giovedì 25 febbraio 2016

Sui migranti l'Ungheria non è sola, Italia e Grecia si'

Non è necessario essere intelligenti per assurgere ai vertici dell'Ue. E non serve neppure il senso del ridicolo. Così il brillante Juncker può tranquillamente tuonare contro le decisioni unilaterali dell'Ungheria che metterebbero a rischio la coesione europea sul problema degli invasori. Già, l'Ungheria. L'unica a prendere provvedimenti per evitare di essere invasa dagli ospiti invitati da Merkel e Boldrine, da Tsipras e dal bugiardissimo. Beh, forse non proprio l'unica. Il Belgio annuncia nuovi controlli al confine francese, la Francia ai confini italiani, l'Austria a tutti i confini. E per bloccare l'invasione l'Austria ha riunito 10 Paesi, non tutti dell'Ue, mettendo intorno allo stesso tavolo anche Serbia e Kosovo, oltre all'Albania. Un messaggio esplicito a Tsipras, neppure invitato: se la Grecia si rifiuta di respingere chi non ha diritto all'asilo e' libera di farlo, ma non speri di scaricare sugli altri Paesi le sue scelte non condivise. Ecco, se Juncker volesse individuare un Paese che crea problemi con le sue scelte unilaterali, dovrebbe guardare alla Grecia, non all'Ungheria. Ma potrebbe guardare anche all'Italia che continua, ostinatamente, ad evitare di rimpatriare i clandestini che non hanno diritto di restare. Sperando che i clandestini si facciano contare, in modo da garantire il reddito alle cooperative, e poi svaniscano verso altri Paesi. Così le cooperative finto solidali continuano ad incassare senza neppur dover spendere. Peccato che, con le frontiere chiuse, i clandestini restino in Italia dove sanno di poter contare sull'appoggio di politici buonisti e di magistrati imbarazzanti. Quelli che scarcerano al volo criminali recidivi, purché stranieri, ed arrestano un ottantenne italiano reo di aver offeso i vigili urbani. Una giustizia che tutela solo gli stranieri e che infierisce sugli indigeni. Colpevoli, sicuramente, di aver votato per chi ha predisposto leggi a tutela dei veri criminali e di chi li protegge.

mercoledì 24 febbraio 2016

Gli Usa spiano e Mediaset li difende

Bisogna arrivare sino a pagina 14 per poter leggere il modesto articolo che La Stampa americanizzata dedica alle telefonate degli italiani spiate dagli USA. E che sarà mai? Spiavano il presidente del Consiglio di un Paese teoricamente indipendente. Spiavano 47 milioni di telefonate in un mese, ed è evidente che nel mucchio non ci sono soltanto politici. E che sarà mai? Vietato indignarsi, per il quotidiano degli Elkann noto a Torino come La Busiarda (la bugiarda). Non a caso il direttore Molinari, super amerikano, in prima pagina pubblica con grande entusiasmo i nuovi passi avanti degli USA nello spionaggio nell'area del Mediterraneo. Ma lo fanno per proteggerci, ovviamente. In attesa che il bugiardissimo di servizio riesca ad imporre anche l'ultimazione del Muos. Tanto per controllarci meglio. Ma La Busiarda non è sola in questa operazione di dis informazione per convincerci che è giusto che ci ascoltino, che ci intercettino, che ci guidino. Basti pensare a Formiche, il quotidiano online che difende questi giochini innocenti, questa normalità nelle relazioni tra Paesi alleati. Formiche, si', il quotidiano dove imperversa Cazzola, quello alla Fantozzi: "gli italiani vadino su internet". Forse si trova meglio con lo slang americano piuttosto che con quella
lingua morta che è l'italiano. Però bisogna capirli. Se si prosegue con l'indignazione per questo simpatico spionaggio, si rischia di far emergere complotti che tutti ormai conoscono ma che devono essere taciuti e dimenticati. Per evitare che possano venire coinvolti personaggi come la Cara Salma, santificato dai media nonostante comportamenti indecenti, prima e dopo. Vietato toccare, vietato parlare,  vietato sussurrare. Lo spiegava benissimo, questa mattina, un Tg dello spiato Berlu: se gli amerikani ci spiano, avranno le loro buone ragioni. E se lo dicono le tv di Berlu, vuol dire che è tutto a posto. Amici come prima. Beh, non proprio: servi come prima

lunedì 22 febbraio 2016

Assassini figli dei programmi tv

Un ragazzo poco più che ventenne truffa la propria ex insegnante, le ruba 170mila euro e poi, quando la poverina prova a farseli restituire, la ammazza. E si giustifica spiegando che, a lui, la vita di paese andava stretta e aveva bisogno di soldi per ampliare i suoi orizzonti tra una vacanza in Costa Azzurra ed una puntata al Casino. Una storiaccia, con i giornalisti tv che si affrettano a spiegare che un simile comportamento non può essere dovuto ai falsi miti creati proprio dalle trasmissioni televisive. Exusatio non petita, direbbero quelli che hanno sprecato tempo sui libri invece di procurarsi soldi in modo più rapido ed in misura superiore. Eppure, al di la' della criminale e tragica conclusione della vicenda, le similitudini tra il ragazzo (bisex ed impegnato in politica dalla parte "giusta", dunque i media non ne parlano) che ha ucciso l'insegnante e quelli che litigano in deliranti programmi televisivi non sono poche. Tutti in cerca di visibilità, di notorietà purché senza fatica, senza studio, senza impegno. Non è la voglia di emergere grazie alle proprie capacità, professionalità, intelligenza, preparazione. No, solo la voglia di apparire e, grazie alla notorietà conquistata facendo i deficienti, arricchirsi alla faccia di chi perde tempo sui libri, in officina, in un ufficio o in una bottega. Appaio dunque sono. E se appaio guadagno, mi arricchisco. Non importa se, per farmi notare, devo diventare maleducato, sguaiato, ridicolo. Se devo calpestare la dignità ed i sentimenti altrui. I miei minuti di notorietà valgono più di tutti e tutto. E se per allargare gli orizzonti devo calpestare non solo la dignità ma anche la vita degli altri, va bene lo stesso. Con la benedizione di mamma che finge di non vedere e di non sapere, che giustifica ogni porcata del proprio bambino cresciutello. D'altronde questo e' il mondo dei diritti, di qualsiasi diritto a prescindere. Diritto a comprarsi un bambino al supermercato, diritto ad ogni vizio e ad ogni cosa che salti in testa. Si cancellano i confini tra le patrie come si cancellano i confini tra il bene ed il male. Tutto uguale, la vita e la morte, purché altrui.

venerdì 19 febbraio 2016

Abbiamo una banca? Si', in Toscana

Le previsioni di crescita del Pil italiano peggiorano di giorno in giorno, la ripresa si è rivelata l'ennesima menzogna di un governo bugiardo, gli italiani pagano sempre di più per servizi sempre più ridotti e di pessima qualità. Ma, in tutto questo disastro, qual è la priorità del governo? Intervenire sul sistema delle banche cooperative in modo che, in Toscana, possa nascere un nuovo polo bancario controllato dalle solite famiglie e dai soliti grembiulini. Il progetto della banda Renzi-Boschi-Lotti (padri e figli) e' stato basato, guarda la combinazione, sulle dimensioni di alcune banche toscane che potrebbero abbandonare il sistema delle Bcc per dar vita ad una banca unica Toscana. Dove confluirebbero, riguarda la combinazione, istituti come Montepaschi e Banca Etruria. Il tutto pagando  una tassa estremamente modesta. Ovviamente l'attenzione dei media di servizio e' concentrata su Cirinna' e gay, mica ci si può occupare di quisquilie come una colossale porcata nel sistema bancario, a favore dei figli degli amici degli amici, come direbbe Guzzanti. E non si tratta solo di un problema dei piccoli risparmiatori. Perché una banca unica in una grande regione come la Tosana, significa controllare colossali flussi di denaro da gestire a favore delle imprese degli amici, di quegli amici liberi di fare affari e di elargire finanziamenti alle campagne elettorali. La politica si fa anche così. Come con le nomine in Rai degli amici degli amici e delle nuore degli amici. Ma, onestamente, il bugiardissimo e ignorantissimo fa bene ad agire così. Perché non dovrebbe approfittare dell'assenza di una opposizione? Quella opposizione che, quando era al governo, non ha saputo gestire politicamente l'informazione, la magistratura, le banche, la scuola, l'università, l'economia. Quella opposizione che, per non disturbare i manovratori, alle prossime elezioni amministrative presenta candidati già trombati, vecchi arnesi ripescati in soffitta, amici degli zingari, incompetenti vari. L'importante è perdere. E allora hanno ragione i figli degli amici degli amici. Costretti a spartirsi tutto ciò che è rimasto sul tavolo italiano perché gli avversari preferiscono restare sotto al tavolo a spartirsi le briciole ed i rifiuti.

giovedì 18 febbraio 2016

Il bugiardissimo diventa ignorantissimo con Borges

Scrive Dagospia che il bugiardissimo, nel suo viaggio in Argentina, si sarebbe trasformato in ignorantissimo, recitando in pessimo spagnolo una poesia di Borges che di Borges non era. E che sarà mai? Su internet qualcuno l'aveva attribuita a Borges ed il mio staff di 200 persone mica ha tempo di verificare su quella cosa antica e rottamato che si chiama libro. Va beh, mi hanno accusato anche per le statue nascoste quando è arrivato in visita il presidente iraniano. Colpa dello staff, come facevo a sapere che l'Iran deriva dalla Persia e che ci sono tutt'ora statue di nudi? Bisognerebbe studiare, ma quella è un'attività del passato. Io sono un uomo del "fare". E che sarà mai se un picchetto d'onore confonde Iran ed Irak? Sempre stranieri sono. E poi vogliamo ricordare la Gelmini convinta che ci fosse un tunnel dalla Svizzera al Gran Sasso? Noi che governiamo non abbiam tempo per le sciocchezze. Fatti non foste a viver come bruti, come cantava Battiato. Ah, non era Battiato? Lo staff mi suggerisce un tenore del passato, tale Alessandro Manzoni. Dante? La solita opposizione che cerca di fregarmi. Lo sanno tutti che Dante era un calciatore del Brasile. Sul calcio sono preparato. Uno dello staff sostiene che si chiamasse Dante anche un cantante fiorentino del Risorgimento. O Rinascimento? O Medioevo ? Boh, son di Rignano, mica di Firenze. E poi tante storie per un cantante cieco come Borges. Già la Boschi mi aveva accennato ad un altro artista cieco che era andato a Sanremo, tale Omero. No, mi dicono che si chiamasse a occelli e avesse cantato l'Eneide, o qualcosa del genere. Ma che ne sa la Boschi? Lei è preparata sulla banca etrusca, mica su Sanremo che, come dice Toti, sta in Piemonte ma bisogna portarla in Liguria. E quante storie perché parlo male lo spagnolo. Una lingua morta, era giusto per far scena. Ah, non è ancora morta, come lingua? Allora bisognerà rottamarla, così non ci si pensa più. E la prossima volta parlerò solo di cantanti italiani. Come quel Verdini, con il suo Vola pensiero. No, mi dicono che Verdini e' un altro. Quello si chiamava Rossini, forse. O Verdi? Manca Bianchi e facciamo il tricolore, come in Messico. Lo staff mi dice che anche l'Italia ha il tricolore. Devo licenziarli, quelli dello staff, confondono la bandiera italiana con quella francese. E poi ora sono sotto attacco da parte della Germania. Quell'Accademia della crucca che vuol spiegare a me come si parla l'italiano. Chiaro che la crucca e' la Merkel. No, mi dicono che è crusca e non crucca. Allora sarà un attacco di quel fascista di Lucio Battisti: "che nei sai tu di un campo di grano?" . Lo staff sostiene che Battisti e' morto da tempo, ma io sono preparato sul grano e sulla farina, perché quella del diavolo va tutta in crusca. E tutto questo Borges non lo sa..

mercoledì 17 febbraio 2016

Tagli alla reversibilità e nuovo impoverimento

Di fronte all'idea del governo di tagliare le pensioni di reversibilità si resta allbiti per l'assoluta inadeguatezza di chi si è inventato il disegno di legge. Un'idea talmente stupida da far nascere il dubbio che, all'interno del Pd, qualcuno voglia danneggiare il bugiardissimo con provvedimenti demenziali. Poi, però, si leggono le dichiarazioni di alcuni parlamentari del partito del bugiardissimo e si pensa che non sia un complotto, ma solo deficienza. O ignoranza abissale. Perché, se non fossero così ignoranti e distanti dalla vita reale, saprebbero che sono sempre più numerose le famiglie italiane che sopravvivono grazie alla pensione di reversibilità della nonna. Il vero Stato sociale e' rappresentato dal soccorso famigliare. E' vero che le pensioni attuali non verrebbero toccate (ma fidarsi delle promesse di questa gente e' sempre più difficile), ma le nonne dovranno continuare ad aiutare i nipoti anche in futuro. Perché la disoccupazione giovanile resterà altissima ancora a lungo e la povertà generale sta aumentando. E poi il disegno di legge prevede di utilizzare l'Isee per massacrare le famiglie. Al di la' della bastardaggine, emerge di nuovo la totale ignoranza. Perché l'Isee, oltre alla retribuzione, valuta i conti correnti, la proprietà di una casa, eventuali titoli. Che, ovviamente, dipendono dal risparmio di ciascuno sulla base della propria retribuzione. Dunque chi sperpera tutto, anche giocandosi lo stipendio alle slot, non ha un risparmio da dichiarare e rischia di meno sul fronte dei tagli pensionistici. Chi, al contrario, pensa al futuro della propria famiglia e dei figli diventa un pollo da spennare. Quali le conseguenze? Innanzi tutto la fuga dei risparmi dai depositi bancari. Meglio tenere i soldi nel materasso, con il rischio dei ladri, piuttosto della certezza di venir derubati dallo Stato. Già i conti correnti non rendono nulla, se diventano anche un ostacolo per la pensione meglio cancellarli. Tra l'altro la liquidità tenuta in casa agevolerà le spese in nero. Da evitare, sempre per l'Isee, investimenti in case e terreni. Così si penalizzeranno ulteriormente settori in difficoltà. Così come, con il taglio della reversibilità, si penalizzerà il settore turistico che, in bassa stagione, vive proprio sui viaggi degli anziani. E si ridurranno i consumi, già stagnanti da tempo. Davvero idee geniali, quelle del governo.

martedì 16 febbraio 2016

Candidati assurdi per il centrodestra? No, grazie

Non c'è dubbio: spetta ai partiti indicare i candidati per qualsivoglia elezione. Dunque anche i candidati a sindaco in ogni città. Però, in fondo, l'obiettivo di ogni partito dovrebbe essere quello di ottenere voti, di conquistare il consenso dei cittadini. Non soltanto di procurare un posto in consiglio comunale a parenti ed amici del solito gruppetto dirigente. Le candidature annunciate sino ad ora dal centro destra, nelle principali città italiane, paiono invece essere state decise con l'obiettivo di perdere. In qualche caso per perdere bene, magari in un testa a testa nel ballottaggio. Altre volte per perdere subito e male. Personaggi e personaggetti, lontani non soltanto dalle segreterie dei partiti (e potrebbe essere un bene), ma soprattutto lontani dai propri elettori di riferimento. Con la scusa di voler intercettare il voto di una galassia di delusi e disgustati, si delude e si disgusta chi il voto ha continuato a darlo. Perché mai votare per un partito che ha un candidato distante dai propri ideali, dalle proprie convinzioni, dalla propria storia? Perché potrebbe essere un decente amministratore? Forse bisognerebbe imparare a distinguere la politica dalle riunioni di condominio. Si vota per un progetto, per una idea, per una visione della società. Non perché il sindaco sappia scegliere meglio la ditta che riempie le buche delle strade, ma per un sindaco che decida quali sono le priorità della propria città. Un sindaco che sappia rilanciare una cultura in linea con i propri elettori, che stia dalla parte dei propri concittadini e non di chi invade la città. Lorsignori, invece, se ne sono fregati degli elettori. Hanno imposto i candidati, nella convinzione che comunque, i cittadini andranno comunque a votare per i personaggetti indicati. Per garantire la continuità di sistemi di potere sempre identici, ma con vertici nuovi. No, grazie.

mercoledì 10 febbraio 2016

Crollo della Borsa o crollo del sistema?

Come un orologio rotto, anche il bugiardissimo a volte dice la verità. Come nel caso del crollo della Borsa e della attuale crisi economica e finanziaria. Non è l'Italia ad essere sotto tiro. Ha ragione, questa volta. Stiamo assistendo alle conseguenze del fallimento globale di un sistema economico che non può proseguire, all'infinito, rendendo pochi ricchi sempre più ricchi e miliardi di poveri sempre più poveri. Ovviamente spingendo la classe media non verso la ricchezza ma negli abissi della povertà. Non funziona più. E non per una inesistente rivolta degli schiavi. Spartaco manco si sa chi fosse, la storia si studia poco e male. Certo non per caso. Ci si rimbecillisce con Sanremo, creando falsi miti con personaggi insulsi. Non solo in Italia. Il soft power non è solo un'arma della politica internazionale, ma anche per il controllo sociale. Tutti a discutere dell'ultimo film o della nuova canzone, del matrimonio omosessuale o degli errori arbitrali. Intanto lo sfruttamento aumenta. Grazie ai servi che millantano come conquista sociale e culturale l'arrivo di milioni di invasori che offrono le proprie braccia a costi irrisori. Cancellando diritti, retribuzioni, pensioni, possibilità di avere un alloggio e di curarsi. Pochi giorni or sono, in una lettera ad un giornale, un pensionato lamentava di aver lavorato, con impegno e serietà, per tutta la vita per poi ritrovarsi, ora che era a fine corsa, senza la possibilità di godersi il meritato riposo. E si chiedeva perché mai i giovani lavoratori di oggi dovrebbero impegnarsi sapendo che, come premio, avranno la certezza della povertà. C'è più saggezza in quella lettera che in tutti i falsi racconti di Padoan  e di Poletti. Ma al potere, quello vero, non interessa la qualità del lavoro. L'impegno, la passione, l'intelligenza. Servono prodotti standard, a basso costo ed a basso prezzo. Per rivolgersi a consumatori sempre più poveri. E allora vanno bene le importazioni di cibo scadente da ogni parte del mondo. Chissenefrega se sparirà l'agricoltura italiana. Siamo in un mondo globale, di povertà globale. I confini non contano nulla. L'Italia non sarà più popolata da italiani e allora il cibo italiano non avrà più alcun senso. Come il cibo francese, come l'abbigliamento british. Come l'Europa intera. D'altronde chi si deve opporre a questo sistema? I partiti che, per guidare Roma, si affidano ad una non brillante conduttrice tv? Non è solo la crisi della politica, e' la sacrosanta fine di un sistema marcio

martedì 9 febbraio 2016

Italiani poco turistici? Magari perché mancano i soldi

I dis informatori di professione fingono di stupirsi perché gli italiani viaggiano poco all'estero. Agli ultimi posti nelle classifiche europee. Eppure, spiegano gli opinionisti politicamente corretti, il turismo internazionale apre la mente, favorisce la comprensione reciproca, offre spunti ed opportunità. E non si capacitano, gli opinionisti, che questi ottusi di italiani non capiscano questi aspetti così elementari. Per le strade d'Italia sciamano turisti stranieri in arrivo da ogni parte del mondo, torpedoni di anziani che vengono a conoscere il nostro Paese, mentre i pigri italiani restano a casa. In realtà lo stupore dei dis informatori e degli opinionisti non sorprende. Perché lorsignori sono così lontani dal mondo reale da rendere impossibile la comprensione di alcuni problemi. A partire da quelli rappresentati dai costi. Già, perché non solo gli italiani sono al fondo delle classifiche del turismo internazionale, ma sono anche al fondo delle classifiche dei salari percepiti. Difficile scegliere due settimane di vacanza alle Maldive quando i soldi bastano a malapena per 10 giorni ospiti dai parenti in qualche campagna italiana. Ed i pensionati tedeschi e francesi che, magari in bassa stagione, scelgono di visitare le Langhe o la Toscana per assaggiare i grandi vini ed i pregiati cibi  italiani sono più ricchi dei pensionati italiani che, quando va bene, si possono concedere un vino acquistato nel discount. Tagliare le pensioni italiane e' stata non solo una ingiustizia, ma anche un'assurdità che ha penalizzato l'economia, a partire dal turismo. Ma  c'è anche un altro aspetto: nonostante le demenziali politiche turistiche attuate nel nostro Paese, l'Italia e' ancora al quinto posto mondiale per flussi turistici (era al primo posto ancora negli Anni 70). Dunque non dovrebbe stupire più di tanto se gli italiani scelgono di visitare ciò che resta del Bel Paese prima che politici e speculatori lo devastino definitivamente. Senza dimenticare gli effetti della disoccupazione e della precarietà. Gli opinionisti che ignorano la realtà pensano che i disoccupati dovrebbe dedicarsi al turismo per approfittare del tempo libero. Non viene in mente, a lorsignori, che non basta il tempo libero ma che servirebbero anche i soldi. Magari quei 35 euro giornalieri che  vengono regalati agli ospiti stranieri.

lunedì 8 febbraio 2016

Pegida contro l'islamizzazione, ma a favore di cosa?

Migliaia di persone portate in piazza da Pegida, non solo in Germania ma in molte città europee, per opporsi all'islamizzazione della cultura e della civiltà dell'Europa. Come non essere d'accordo, in teoria? Ma è la pratica a suscitare perplessità. Di quale cultura stiamo parlando? Quale civiltà stiamo difendendo? Perché, troppo spesso, la cultura che si vuol difendere e' solo quella che gli invasori hanno pienamente abbracciato. La cultura non della libertà ma del permissivismo. La cultura del diritto a fare ciò che si vuole fregandosene di tutto il resto. Vuoi spacciare droga? I magistrati ti garantiscono la libertà di farlo. Vuoi rubare? Perché no? In galera non vai comunque mentre in galera finisce chi prova a difendersi. E se il ladro viene ferito sul "lavoro", il derubato deve pagargli i danni e mantenerlo a vita. E' questa la civiltà che vogliamo difendere contro i barbari che ai ladri tagliano le  mani? Scendiamo in piazza per la tutela di ogni oscenità, per la libertà di inquinare in cambio di pochi posti di lavoro e di immensi profitti per gli inquinatori? Scendiamo in piazza per tutelare gli usurai, gli sfruttatori, gli approfittatori purché famigliari dei politici nazionali e locali? Scendiamo in piazza per difendere una magistratura indifendibile, per garantire agli zingari l'impunibilita', per creare spazi dove le leggi non vengono applicate per non infastidire gli invasori? Difendiamo una cultura europea che cancella le basi stesse della propria essenza, che rinnega le proprie origini in nome del politicamente corretto? Cosa ha da spartire con la Grecia antica, con Roma, con la cultura celtica e germanica quella immondizia odierna che spacciano per cultura? E dovremmo scendere in piazza per l'immondizia che ha rinnegato l'Europa? La stragrande maggioranza dei terroristi islamici che sono partiti dall'Europa o che operano in Europa, e' figlia di questa immondizia europea spacciata per cultura e civiltà. Ex galeotti finiti in carcere non per islamismo ma per spaccio di droga (non in Italia, ovviamente, dove il carcere non è utilizzato per queste sciocchezze), per furti, rapine, violenze. Perfettamente integrati in questa sedicente cultura occidentale.

martedì 2 febbraio 2016

Studenti in azienda? Nessuno li vuole, solo il bugiardissimo

Che meraviglia la "Buona scuola" del bugiardissimo. Bisogna far incontrare il mondo dell'impresa e quello della scuola, hanno spiegato uomini e donne del governo. Mentre le associazioni di categoria non perdevano occasione per lamentarsi di ragazzi che non avevano la più pallida idea di cosa fosse il mondo del lavoro. Dunque tutti felici perché da quest'anno, gli studenti del terzo anno di licei, istituti tecnici e professionali, saranno obbligati a lavorare gratis in aziende, musei, ospedali, uffici. C'è solo l'imbarazzo della scelta. No, c'è solo l'imbarazzo. La scelta proprio non c'è. Perché le aziende che tuonavano contro una scuola che non prepara al lavoro sono le stesse che, ora, rifiutano di accogliere gli studenti. "Non siamo attrezzati, non siamo adeguati, non sappiamo cosa far fare ai ragazzi". L'unica possibilità di scelta e' tra le giustificazioni addotte per non farsi carico degli studenti. Ormai i presidi sono arrivati all'accattonaggio dei posti per i ragazzi. Si scomodano conoscenze, amicizie, di tutto. Pur di piazzare da qualche parte gli studenti. E non importa se, poi, non avranno nulla da fare in azienda. Forse le fotocopie, forse sposteranno faldoni, forse collocheranno il foglio A nella cartella A per poi mettere tutto in archivio sotto la lettera A. L'importante è obbedire alle direttive del bugiardissimo e dei suoi ministri. E non importa se l'esperimento si rivelerà un fallimento. Sarebbe stato meglio lasciare i ragazzi a studiare piuttosto di parcheggiarli in questo modo? Certo, ma bisogna buttar fumo negli occhi e dimostrare che la scuola sta cambiando. In peggio, ma è un altro problema