venerdì 30 settembre 2016

Nuove case editrici per contrastare la destra antipopolare

Il nulla cosmico della Raggi a Roma diventa ancor più evidente grazie alla decisione di sgomberare, con la forza, due famiglie italiane che avevano occupato una casa comunale. Sgomberate con la forza nonostante un figlio disabile. Mentre, ovviamente, le occupazioni delle nuove opportunità vengono tollerate, così come i campi Rom. Ma non è che a Torino vada meglio con il sindaco Appendino. Solo che, avendo deciso subito di adeguarsi al vecchio sistema, il sindaco grillino viene tutelato dall'informazione. A differenza di Raggi che non piace a Caltagirone. Di fronte a questa situazione di insoddisfazione generale si aprirebbero praterie per una destra che non fosse moderata, che fosse dalla parte del popolo deluso dalle promesse grilline. Invece l'area si mette ad inseguire una inesistente area moderata, la stessa che crede ancora alle menzogne del bugiardissimo. E mentre la polizia municipale a Roma sgombera gli italiani, la leaderina della destra non perde occasione per far sapere che lei è dalla parte della polizia. Scelta assolutamente legittima, anche coraggiosa. Perché chiarisce definitivamente che non può e non vuole essere il punto di riferimento di una destra di popolo. Si impegnerà in beghe di quartiere, di municipalità, affronterà la drammatica questione della localizzazione del nuovo stadio o del colore per i muretti del Lungotevere. Una dimensione politica come un'altra. Almeno la volontà di fare chiarezza e di rinunciare alla scena di una destra popolare e sempre meno moderata. Mancano le alternative di prestigio? Verissimo. Ma stanno nascendo, anzi rinascendo, alternative culturali. Si assiste alla proliferazione di case editrici assolutamente scorrette politicamente e di altro livello qualitativo. Non faranno i numeri di Mondazzoli, ma fanno cultura. Trasmettono idee, lanciano segnali, rappresentano l'unica vera alternativa politica. Perché non si curano degli slogan ma forniscono analisi, proposte, studi. Ripropongono autori e ne lanciano di nuovi. Valorizzano i giovani e recuperano testi fondamentali del passato. Insomma, fanno politica. E se nascono nuove case editrici, mentre quelle create negli ultimi anni resistono sul mercato, significa che l'interesse c'è. Superiore alle attese di chi è abituato a confrontarsi con il vuoto pneumatico della cultura dei vari partiti. Ma c'è anche una grande novità rispetto alle abitudini consolidate del movimentismo d'area: non si registrano invidie, gelosie, scorrettezze, maldicenze. Un miracolo? No, semplicemente la lontananza dai leaderini privi di carisma e di personalità aiuta a lavorare bene ed a ottenere risultati positivi. La politica, quella che vive solo di schede elettorali, resta fuori da questi circuiti culturali. Dove potranno nascere e svilupparsi idee, progetti, programmi.

mercoledì 28 settembre 2016

Il bugiardissimo colonizza Marte e crea 8milioni di posti di lavoro

L'errore l'hanno compiuto i transfughi della destra approdati alla corte del bugiardissimo. Convinti, da ottusi quali erano, che il film di Guzzanti "Fascisti su Marte" fosse un documentario, l'hanno proposto al premier che si è subito entusiasmato. Se Berlu aveva proposto il ponte sullo Stretto, il Duce aveva mandato una spedizione su Marte. Dunque lui, il bugiardissimo, sarebbe andato oltre e avrebbe colonizzato il Pianeta Rosso. Alla faccia di D'Alema e Bersani che, di rosso, ormai hanno solo il vino. La conquista di Marte, ha assicurato il bugiardissimo, consentirà la creazione di 8 milioni di posti di lavoro. E manderemo i cervelli in fuga sul pianeta conquistato, liberando posti in Italia per le nuove opportunità in arrivo da ognidove. Insieme a Farinetti apriremo Eataly per rispondere alle esigenze dei marziani. E saranno marziani anche i commessi, così non ci saranno proteste sugli stipendi sempre più bassi. Ma, in vista del referendum, le iniziative possono anche moltiplicarsi. Perché limitarsi solo alla colonizzazione di Marte? Qualcuno deve aver raccontato al bugiardissimo il riassunto di Ventimila leghe sotto i mari. E dopo un primo momento di panico, quando il bugiardissimo ha temuto una moltiplicazione per 20mila della lega di Salvini, la decisione irrevocabile è stata presa: l'Italia colonizzerà anche il fondo degli Oceani e scaverà nel profondo per arrivare ad Atlantide. Creando, ovviamente, 10milioni di nuovi posti di lavoro. Tra l'altro la colonizzazione di Atlantide consentirà di risolvere il problema dei pensionati. Basta con le fughe verso Formentera, verso il Portogallo o la Bulgaria alla ricerca di Paesi dove si possa vivere con la pensione italiana. Gli anziani saranno deportati ad Atlantide. Ah no, non deportati: saranno graziosamente spediti in vacanza permanente nel Paese al centro della Terra. Perché, signori miei, la nuova Italia deve correre veloce e non ha tempo né spazio per i vecchi. Ci sarebbe da risolvere un piccolo problema, ma è solo un aspetto marginale ingigantito ad arte dai soliti gufi: dove trovare i soldi. Intanto si procede con le promesse per vincere il referendum, poi se i soldi non ci sono si può sempre dare la colpa alla Merkel, alla Raggi o al destino cinico e baro. D'altronde se non si riempie la testa degli italioti con promesse a vanvera, si rischia che il popolo bue si accorga che i soldi per accogliere le grandi risorse sono finiti. E che la richiesta all'Europa non è quella di avere più soldi, ma di poter spendere più soldi rubati dalle tasche degli italiani per foraggiare i compagnucci della parrocchietta che campano solo sull'immigrazione perché un lavoro vero non l'hanno mai fatto.

martedì 27 settembre 2016

La destra che non c'è, nell'ironia di Luigi Iannone

"Questo Paese è stato governato per lungo tempo da una classe dirigente di Destra, accorta, colta, lungimirante, di assoluto livello. Sono stato proprio fortunato. Stasera mi godrò un documentario su Celine e domani uno su Musil; dopodomani uno su Pessoa. Lunedì, un talk show con ospiti degli irregolari come Massimo Fini, Alain de Benoist e Michel Houellebecq. Mercoledì potrò scegliere tra un'intervista a Roger Scruton, una fiction sulla vita di Ezra Pound ed una sui legionari di Fiume. Sono stato fortunato a vivere gli anni della Destra di governo". Sceglie l'ironia Luigi Iannone, giornalista e scrittore, nel suo "L'ubbidiente democratico " pubblicato da Idrovolante Edizioni. E ha ragione. Inutile farsi il sangue amaro ripensando agli amanti di nani e ballerine, ai rassegnati non disturbatori della cultura sinistra che ha potuto imperversare anche negli anni della destra di governo proprio grazie agli ignoranti che governavano. Piccoli uomini, come li potrebbe definire la moglie di Totti. Piccoli uomini politici e piccoli uomini della società civile. Come quelli che, adesso, gestiscono piccoli fogli quotidiani della sedicente informazione di destra e si dimenticano per mesi di pagare gli stipendi ai propri giornalisti (ovvio che non ci si riferisca al nuovo quotidiano di Belpietro, sperando che si differenzi da alcuni suoi competitori). Una destra che non è neppure in grado di rispettare questi minimi livelli di correttezza e di onestà nei confronti di chi lavora, è giusto che sparisca. È giusto che chiudano giornali utili solo a vellicare la voglia di protagonismo di editori di nessuna capacità. Il problema è cosa resterà dopo. Il nulla. Ma è identico a ciò che c'è adesso. E le fughe in avanti alla disperata ricerca dei moderati spariti non serviranno a niente. I moderati italiani guardavano con speranza a Ciudadanos, la nuova formazione politica moderata spagnola. Che si è rivelata, italianamente, l'ennesimo fuoco di paglia. Perché, proprio come i moderati italiani, priva di sostanza, di idee, di proposte.

mercoledì 21 settembre 2016

Salone del libro: il premio Acqui modello da copiare

Mondazzoli, il mega gruppo editoriale nato dalla fusione di Mondadori (la casa editrice che ha creato il mito di Saviano, tanto per ricordare il livello) e Rizzoli, ha deciso di farsi una sorta di salone del libro per conto proprio a Rho, in alternativa al salone del libro di Torino. In Lombardia i grandi editori, in Piemonte quelli piccoli. E a Torino si chiedono come contrastare la forza del denaro di Milano. Magari si potrebbe rinunciare alla faziosità del passato, al pensiero unico mascherato da un paio di inviti ad autori politicamente scorretti per fronteggiare un centinaio di autori di servizio. Magari si potrebbe coinvolgere, già nella fase di organizzazione, i vertici del premio Acqui Storia che, penalizzato dai mancati finanziamenti regionali, continua a stabilire record di partecipazione. Con riconoscimenti che premiano il merito e non l'appartenenza politica. Così, quest'anno, un premio per la straordinaria carriera è stato assegnato alla memoria a Giorgio Albertazzi. Testimone del Tempo insieme a Belpietro e Sgarbi, ma anche insieme a Molinari direttore della Busiarda. Ed i premi  per i libri storici sono andati a scrittori molto diversi come Solinas e Battista, come Satta e De Pascalis. Una idea di libertà culturale che non assomiglia al Circolo dei lettori torinese. Ma che, proprio per questo, potrebbe rappresentare un elemento fondamentale per la sfida alla iniziativa commerciale di Milano

mercoledì 14 settembre 2016

Il doping Usa è buono e fa bene

Dopo gli hacker che hanno rivelato le ingerenze statunitensi nelle questioni del mondo intero, è ora la volta degli hacker che hanno smascherato lo squallore del mondo dello sport asservito agli Usa ed agli sponsor degli atleti statunitensi. La banda bassotti che ha squalificato l'intera nazionale russa per le paralimpiadi, che ha eliminato l'atletica russa dalle olimpiadi, che ha squalificato il marciatore della nazionale italiana sulla base di un'analisi che qualsiasi bambino dell'asilo avrebbe considerato fasulla, ecco questa banda ha chiuso occhi, orecchie e bocca di fronte ai comportamenti degli atleti statunitensi. Con la giustificazione che i prodotti vietati erano accompagnati dalla ricetta dei medici degli atleti. Dunque, se sei statunitense e sei appoggiato da sponsor potenti, puoi prendere tutto ciò che vuoi, basta che te lo ordini il tuo medico. Se non sei americano, però, non puoi prendere nulla. In caso contrario la squalifica colpisce te e tutti i tuoi colleghi, a prescindere dal comportamento individuale. E' evidente che lo sport è diventato uno degli elementi fondamentali del soft power. Il bugiardissimo italiano, con i suoi giornali e le tv di servizio, ha marciato per giorni sulle medaglie olimpiche dell'Italia. Una marcia trionfale, dimenticando che altri Paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Germania e persino la Francia avevano fatto meglio di noi. Particolari irrilevanti nella narrazione dei professionisti della disinformazione. Gli stessi che, mentre sostengono la candidatura di Roma per olimpiadi future, dimenticano casualmente di ricordare gli scandali e le porcate dei mondiali di calcio di Italia 90. Massì, c'è da abbuffarsi, va tutto bene. Il problema è che tutto questo schifo non ha nulla a che fare con lo sport, quello vero. Ma il rimbambimento delle popolazioni deve trasformare i sudditi in tifosi non ragionanti. Non importa se si scoprono le infiltrazioni mafiose nelle curve degli stadi e nei rapporti con le società di calcio. L'importante è che la squadra mafiosizzata segni un goal in coppa. Non importa se le federazioni internazionali squalifichino gli avversari più pericolosi per ragioni meramente politiche, l'importante è vincere una medaglia anche gareggiando da soli. In fondo è sempre e solo questione di mafia. Che si tratti di mafia politica internazionale o di mafia economica locale. Soldi e sponsor, soft power politico e vendette internazionali. Ma poi gli ipocriti vanno in giro per le scuole raccontando la favola di uno sport pulito che fa bene alla salute, che insegna la lealtà ed il rispetto, l'onestà ed i valori dell'amicizia. Poi arrivano gli hacker e smascherano una realtà molto diversa. Alla quale, ovviamente, fingono di non credere i soliti disinformatori di servizio, pronti a giurare sul fisico asciutto di una tennista statunitense o sulle cosce affusolate di una ginnasta dello stesso Paese. Occhio non vede, informazione non nuoce

lunedì 12 settembre 2016

Grillo e Renzi, Dibba e D'Alema. Il centrodestra è ancora in vacanza

Grillo e il bugiardissimo, Dibba e D'Alema. Lo scontro politico è ripreso, finalmente si è ricominciato a litigare. Persino il Vaticano ha deciso di schierarsi sulla base della dottrina più profonda: "piove, sindaco ladro". D'altronde con monsu Bergoglio al vertice di San Pietro è già tanto che l'Osservatore Romano non si sia scagliato contro Giove Pluvio. Chi, se non il sommo Dio, è responsabile dei temporali su Roma? La ripresa autunnale ha potuto contare anche sulle esternazioni del presidente campano, De Luca, che dopo aver liquidato come "mezze pippe" i vertici dei 5 stelle, si è anche augurato la loro prematura scomparsa non dalla politica ma dalla faccia della terra. Perlomeno De Luca è divertente, l'Osservatore Romano molto meno. Ma se grillini e Pd riprendono la scena, proseguono le vacanze del pensiero dell'intero centrodestra. Qualche show di Parisi, tanto per giustificare la designazione da parte di Berlu. Ma per le idee è ancora chiuso per ferie. Ripassare ad ottobre, se l'area ne trova qualcuna da presentare. Parisi o Toti? Bella sfida sul nulla. L'alternativa è rappresentata solo dal fondoschiena delle persone che, eventualmente, andrebbero a sedersi sulle poltroncine di prima fila. Parisi ha l'appoggio di Berlu, della famiglia del capo e dei sodali di sempre. Può avere un ruolo politico? Tutto da dimostrare. Può attirare la sempre meno brillante società civile? Qualcuno sì, probabilmente. Ma considerando lo scarsissimo gradimento che la classe dirigente economica di questo Paese ha conquistato tra gli italiani, è difficile immaginare un successo politico dell'iniziativa. E Toti? Si fa forte del successo in Liguria, frutto di un'alleanza con la Lega e con le altre formazioni dell'area di centrodestra. Certo, Toti si dimentica che il suo successo è anche frutto del suicidio della sinistra che, in Liguria, ha scelto di dividersi. Ma l'ex Gabibbo Bianco resta comunque presidente di una Regione importante. E potrebbe, anzi dovrebbe, far fruttare maggiormente questo suo ruolo. Magari in collaborazione con Lombardia e Veneto, che hanno maggioranze omogenee. Invece l'alleanza non porta grandi risultati. Forse anche per ragioni mediatiche. In Liguria l'informazione è garantita dal trio Stampa-Repubblica-Secolo XIX, cioè un unico editore. Fantastico. E il povero Toti come può contrastare la disinformazione? Con il "panino" locale, inserito tra le pagine del Giornale berlusconiano. Peccato che l'edizione locale punti al risparmio più assoluto e non al potenziamento dell'informazione. Tagli e accorpamenti, riduzioni e ancora risparmi. Tipico esempio del livello della società civile che dovrebbe aggregarsi intorno a Parisi. Ci sarebbero anche altre realtà, nel centrodestra. Ma in attesa del figlio della Meloni, sono praticamente scomparse dalla scena. Forse ancora in vacanza, si spera. Perché se il nulla cosmico non fosse legato a nuotate, a passeggiate sui monti o a camminate nelle città d'arte in giro per il mondo, sarebbe ancora peggio.

lunedì 5 settembre 2016

il bugiardissimo porta sfiga alla Merkel, sconfitta in casa

Il successo dell'Afd alle elezioni di una piccola regione della Germania rappresenta indubbiamente un segnale. Ed anche esplicito. Ma per ora è solo un segnale, nulla di più. Bisognerà vedere se il nuovo partito, che ha un programma limitato, sarà in grado di ripetere il successo nel resto del Paese. E, soprattutto, se sarà in grado di passare dalla sacrosanta protesta ad un livello adeguato di proposta. Resta il segnale di un malessere che cresce, nonostante le analisi patetiche dei media italiani. Che non capiscono come mai i tedeschi possano bocciare la politica della Merkel che ha fatto crescere il Pil molto più dell'amico Matteo. O che ha garantito a Berlino un ruolo internazionale che l'amico Matteo manco si sogna. Peccato che al cittadino tedesco di Matteo non freghi assolutamente nulla. Forse alla Merkel che, dopo averlo incontrato, ha perso le elezioni e d'ora in poi girerà con un cornetto in tasca ogni volta che dovrà incontrare il bugiardissimo italiano. All'elettore tedesco importa che la crescita del Pil sia stata favorita dai mini job, i lavori sottopagati e sempre più diffusi. All'elettore tedesco importa che le vacanze in Italia sono diventate una fortuna per una parte più piccola della popolazione. Importa che le donne tedesche siano state importunate a Colonia dalle grandi opportunità straniere fatte entrare in Germania dalla Merkel. Importa che l'Italia dei bugiardissimi continui a riempire l'Europa di centinaia di migliaia di clandestini. Che non sbarcano in Italia, a differenza di quanto sostenuto da Alfano. Perché l'Italia i clandestini li va a recuperare direttamente sulle coste nordafricane. Non fanno in tempo ad entrare in acqua con i gommoni, sempre più nuovi e sempre più grandi, che le navi italiane li recuperano. E non li depositano sulle coste africane a poche centinaia di metri, ma attraversano il mare per portarli in Italia dove far prosperare le cooperative. Quanto alle espulsioni di chi non ha diritto a restare, siamo alla farsa: poche decine di espulsi reali a fronte di oltre centomila che non hanno diritto al riconoscimento come profughi. E questo gli europei, a differenza degli italiani bombardati dall'informazione di servizio, l'hanno capito. E puniscono la Merkel che si accompagna con il bugiardissimo, principale colpevole dell'invasione.

sabato 3 settembre 2016

L'informazione italiana fa concorrenza a Charlie Hebdo

Quando si tratta di giornali, l'Italia non vuol essere seconda a nessuno. Nemmeno a Charlie, nella gara per il record di stupidità. Ed oggi, per replicare alla vignetta sui terremotati, la Busiarda si lancia in una approfondita analisi della situazione internazionale, dalla Siria allo Yemen passando per la Russia. In realtà la dotta analisi e' di un principe saudita, ma la Busiarda la fa propria. Dunque scopriamo che l'emergenza migranti e' stata creata dalla Siria di Assad per colpire l'Europa. Non ci spiega, l'accoppiata principe saudita-giornalista della Busiarda, come riesca Assad a spedirci decine di migliaia di nigeriani o eritrei, ma se lo dicono loro bisognerà credere: sono uomini d'onore. E la Russia? Ha finto di appoggiare Assad, ma in realtà non ha fatto nulla. Dunque la riconquista di ampie aree del Paese sarebbe esclusivo merito del governo di Damasco? Chapeau per Assad! Ovviamente, per il principe e per il suo ammiratore, il nemico principale resta l'Iran. Se Teheran non ci fosse, non ci sarebbero tensioni. Massi', basta passare qualche atomica ai sauditi ed in un batter d'occhio il problema è risolto: si sterminano alcune decine di milioni di sciiti ed i sauditi saranno finalmente liberi di finanziare il terrorismo senza fastidiosi ostacoli. Quanto allo Yemen, i poveri sauditi sono stati obbligati ad intervenire per contrastare un governo di banditi. Grazie Riad, dal mondo intero. Ovvio che in un articolo di così alto livello non ci si potesse soffermare su piccole sciocchezze come i bombardamenti della coalizione guidata dai sauditi contro scuole e ospedali. E che sarà mai? Se poi il principe non ne parla, sarebbe cattiva educazione porre una domanda o provare a ricordare un simile avvenimento. D'altronde i giornali di servizio hanno pubblicato la foto di un bambino scampato ai bombardamenti sui ribelli di Aleppo, mica si potevano pubblicare le foto dei tanti bambini che non sono sopravvissuti ai bombardamenti sauditi nello Yemen.

venerdì 2 settembre 2016

Stupidity per fertility: il governo ha un nuovo slogan

Forse bisognerebbe chiedere scusa ai bugiardissimi del governo. Forse non sono così carogne come sembrano, ma soltanto drammaticamente incapaci. Inadatti, persino un po' stupidi. Di fronte alle polemiche sorte per la campagna pro fertility, il ministro/ministra Lorenzin si è difesa con giustificazioni che dimostrano chiaramente che non "ci fa" ma proprio "ci è". Al di là della scelta del termine fertility, chiaro esempio dello squallore di un governo che ignora la lingua italiana e pensa di apparire intelligente e colto utilizzando l'inglese (dal jobs act alla spending review), e anche al di là dei contenuti e della forma della campagna pubblicitaria, quello che davvero imbarazza è la replica del ministro alle critiche: io mi occupo di salute, degli altri aspetti della natalità si occupino Renzi e gli altri ministri. Insomma, Lorenzin offre consigli sull'educazione sessuale e sui metodi per il concepimento, Renzi e il resto della banda dovrebbero fornire le risposte sul reddito, sulla precarietà del lavoro, sui posti degli asili nido riservati ai figli dei migranti e negati ai figli degli italiani, sui costi da affrontare per mandare i figli a scuola. Sciocchezze, ovviamente. Ma la banda degli intelligentoni ha ovviamente replicato, per bocca del bugiardissimo in capo: io non sapevo nulla della campagna per fertility, ho cose più importanti di cui occuparmi. E considerando che la campagna non è stata ideata negli ultimi giorni, dunque con i problemi del terremoto, c'è da chiedersi se i grandi problemi di cui deve occuparsi il bugiardissimo siano quelli di scarrozzare la famiglia sull'aereo di Stato o di andare ad infastidire gli atleti che a Rio si preparavano alle Olimpiadi. Eh già, son davvero problemi seri, quelli. D'altronde non si poteva mica pretendere che il bugiardissimo numero 1 si degnasse di leggere i progetti di un suo ministro. Si è accorto dell'iniziativa quando il prode Saviano, sempre alla disperata ricerca di una visibilità negata dalle sue inesistenti doti di scrittore, è intervenuto sui social. Le riunioni dei ministri serviranno mica a discutere di programmi e iniziative. Sono occasioni per parlare di calcio, di truffe bancarie, della cellulite della cocca di casa. I programmi si annunciano sui social, senza averli concordati in precedenza. E si confermano o si cambiano a seconda delle reazioni degli pseudo intellettuali di riferimento. Stupidity, indubbiamente. Ma è quello che si merita un Paese che osanna i potenti a prescindere.

giovedì 1 settembre 2016

I bugiardissimi passano dalla menzogna alla presa per i fondelli

Ormai tutti si erano rassegnati all'idea di essere alle prese con un governo di bugiardissimi. Però ora si passa alla presa per i fondelli sistematica e costante ed è davvero una sensazione fastidiosa. D'accordo che il bugiardissimo in capo ha normalizzato la Rai e beneficia sempre del servilismo del Tg5, però esagera quando incontra la Merkel e assicura che l'Europa deve fare di più sui respingimenti dei migranti che non hanno diritto al riconoscimento come profughi e rifugiati. Già, perché nelle stesse ore sono arrivati sulle coste italiane 15mila ospiti. E ormai la pecentuale di chi ha diritto all'asilo si aggira intorno al 5%. In altri termini oltre 14mila dei nuovi arrivati dovrebbero venire rispediti al mittente. Ma il governo assicura che si sta procedendo su questo passo, con ben 80 rimpatrii nelle ultime settimane. 80 a fronte di 14mila: non è una presa per i fondelli? E le trionfanti dichiarazioni sulla ripresa dell'economia, cosa sono se non una umiliazione nei confronti delle capacità di comprensione del Paese? L'Italia è il Paese che cresce meno, al di là della derelitta Grecia. La disoccupazione giovanile è tornata a crescere, il numero degli occupati e' tornato a diminuire mentre i disoccupati sono calati, e' vero, ma dello 0,1%. Il bonus per le assunzioni, costato così tanto in termini di tasse per gli italiani, si è rivelato talmente inutile che ora anche i bugiardissimi stanno pensando di eliminarlo. Eppure se ne vanno in giro, tronfi e gaudenti, a proclamare, ad annunciare, a magnificare risultati che sono indecenti e fallimentari. Una presa in giro sistematica, amplificata dai loro organi di disinformazione che non trovano ostacoli perché le opposizioni hanno rinunciato ad un contrasto sul fronte giornalistico. Si scommette solo sull'incapacità di comprensione di un popolo bue. A novembre, con il referendum, si vedrà se a vincere la scommessa saranno i bugiardissimi con la loro rete di potere o un popolo privo di potere e di referenti politici.