lunedì 31 dicembre 2012

Finisce un anno all'insegna dei servi e dei giullari

Crolla il potere d'acquisto della borghesia italiana, accelera la fuga dei cervelli, i consumi sono in caduta libera. Ma i tg ed i quotidiani si dedicano all'analisi dei risultati delle parlamentarie del Pd. Chi sta con chi, cosa ha fatto Renzi, quanto è bravo Monti, come vanno i colloqui tra Lega e Berlusconi, quanto è sobrio Monti, chi appoggerà Storace in Lazio, ma che genio così umano che è Monti, esiste anche un partito di La Russa-Meloni-Crosetto, che meraviglie ha realizzato Monti. Forse il teatrino della politica è cambiato, ma i buffoni di corte son sempre gli stessi. Impegnati a nascondere i disastri combinati dal Grigiocrate, distogliendo ascoltatori e lettori con informazioni sugli umori di Ingroia e sulle difficoltà di Grillo. Intanto la situazione italiana peggiora quotidianamente, ma è meglio non parlarne. I servizi di presunta informazione vengono dedicati a Monti che passeggia per Venezia come una "persona normale". Già, perché per i giullari in servizio permanente effettivo, Monti è Dio, Superman, un Ente supremo che ci illumina. E sepasseggia come una "persona normale" occorre fare un titolo su un giornale. E stasera ci illuminerà anche il pessimo Napo orso capo, arrivato finalmente al termine del suo disastroso settennato. Ma domani tutti i commenti saranno improntati al consueto servilismo: che belle parole, che analisi intelligenti, che indicazioni imprescindibili. Il Paese dei servi gongolerà, sino a quando si ritroverà nel baratro. E a quel punto si stupirà di precipitare.

venerdì 28 dicembre 2012

La chiesa dalla parte di "chi conta"

Dunque anche la chiesa "sale in politica". Dalla parte degli umili? Dei poveri? Dei disperati? Ma quando mai! Dalla parte delle banche (d'altronde non si può certo dimenticare lo IOR), dei grandi capitali, dei grandi interessi, del capitalismo avido ed imperante. La Stampa, il quotidiano degli Elkann-Agnelli, ieri si sdilinquiva di fronte all'appoggio a Monti della "Milano che conta". Ecco, questa è la scelta di campo di Bagnasco & Co (la chiesa è una S.p.A.): stare dalla parte del mondo "che conta". E chissenefrega se la Confindustria ricorda che l'agenda Monti ha prodotto centinaia di migliaia di disoccupati. I disoccupati si contano, ma non contano. Ed i suicidi? Non contano. E se insistono, si torna a negare i funerali religiosi, tanto per dare un esempio. I disperati contano solo se sono stranieri. L'arcivescovo di Torino, Nosiglia, si indigna per le condizioni dei campi nomadi in città, ma non si indigna per le code, sempre più lunghe, di italiani che aspettano il regalo di un tozzo di pane e di un piatto di minestra. D'altronde solo la miseria più nera metterà a disposizione dei sostenitori di Monti, quelli che contano, una massa di disoccupati disposti a qualsiasi lavoro in cambio di pochi euro. E per aumentare la miseria e la disperazione serve la concorrenza di nuove ondate di immigrati. Schiavi contro schiavi. Per la felicità della squadra di Montezemolo, del ministro Fornero, della Merkel (in Germania i salari continuano ad aumentare, ma Monti e la chiesa fan finta di nulla), di Bagnasco. Anche perché l'assistenza agli immigrati è un grande business, e la chiesa non vuol certo rinunciarci.

giovedì 27 dicembre 2012

Berlusconi e Monti al 20%. Ma per uno è uno smacco, per l'altro un successo

Monti preannuncia la sua assunzione al cielo della politica ed i sondaggi schizzano al 20%. Berlusconi annuncia il suo ritorno in campo ed i sondaggi balzano al 20%. Stesse percentuali, ma con due differenze sostanziali. Il grigiocrate ha il sostegno incondizionato di quasi tutti i media, cartacei o televisivi. Ed è normale che la squallida dimostrazione di servilismo generale produca frutti in termini di consenso. Invece il successo mediatico del cavaliere è la dimostrazione pratica dei suoi macroscopici errori proprio nel settore della comunicazione. Perché che senso ha circondarsi di belle ragazzotte e di qualche vecchio pescecane della politica se poi, quando manda la sua banda in tv, calano gli ascolti e crollano i consensi? Che senso ha lanciare il mediocre Alfano, per poi bruciarlo dopo un anno di fallimenti a tutti i livelli? E, soprattutto, che senso ha possedere un impero mediatico e non saperlo utilizzare? Mondadori, in nome del business, pubblica e promuove gli autori che sputano in faccia all'editore. Mediaset riserva spazi enormi agli avversari del cavaliere e li nega agli avversari di Monti. Pluralismo? Basta vedere come lo intendono Bianca Berlinguer o Corradino Mineo per rendersi conto che quello di Mediaset è autolesionismo, non pluralismo. Ed i giornali cosiddetti "di area"? Qualche bella firma acchiappa-lettori e poi assunzioni al risparmio. Meglio non sprecare soldi per investimenti su una informazione di qualità, in tutte le pagine e non soltanto nelle prime. Risultato? Pochi lettori e nessuna vera capacità di incidere. Anche perché, in mome del risparmio e delle risse da pollaio, le sinergie non esistono. Certo, anche Repubblica e Il fatto possono essere in disaccordo. Ma poi attaccano uniti quando si deve massacrare il centrodestra. E, ovviamente, fanno benissimo perché ci sono professionisti che conoscono il mestiere. Invece, sul fronte del centrodestra, legioni di beoti si stupiscono che i quotidiani dei poteri forti non siano pluralisti, non offrano spazi di discussione, non concedano lo stesso spazio alla destra come alla sinistra. Certo, molto meglio piagnucolare sui torti dell'informazione non equilibrata, piuttosto di investire qualche soldo per creare una propria voce credibile e professionale

mercoledì 26 dicembre 2012

Bagnasco al servizio di Monti, mentre le scuole cattoliche chiudono grazie al premier

Bagnasco, per conto della Cei, appoggia pubblicamente l'impoveritore Monti. Certo, i favori ottenuti sul fronte dell'Imu sono importanti per le iniziative economiche della chiesa italiana. Peccato che Bagnasco non si renda conto che le scuole cattoliche continueranno a chiudere, proprio grazie a Monti ed alla Cei. Perché non bastano gli sconti sulle tasse pagate dalle scuole per metter fine alla sempre più evidente riduzione delle vocazioni. Di fronte ad una chiesa che, per spirito di servilismo e non di servizio, appoggia il grigiocrate Monti, si dedica ad una politica estera "corretta" e disgustosa, perché dovrebbero aumentare le vocazioni? Una chiesa non al servizio del popolo dei credenti ma schiava dei commessi degli sfruttatori internazionali, della speculazione, delle banche. Fuori i mercanti dal tempio? Macché: al servizio dei mercanti. E allora provveda Monti a creare sacerdoti negli uffici della Bce. Ma senza sacerdoti, senza fratelli delle scuole cristiane, senza suore, chi insegna nelle scuole cattoliche? Solo i laici. Che devono essere pagati. E' vero che l'amico Monti e la prediletta Fornero hanno lanciato la politica dello sfruttamento del lavoro e della preparazione allo schiavismo. Ma, per il momento, uno stipendio deve comunque essere pagato. E incide più dello sconto sull'Imu. E poi, a chi si rivolge la scuola cattolica? Ad una media borghesia che paga le rette per un'educazione di livello. Peccato che l'amico Monti sia impegnato, con la sua banda di incompetecnici, a spazzar via la borghesia. Sempre più disperata e povera e, dunque, nell'impossibilità di pagare le rette. Ma Bagnasco se ne frega. Lui ha l'amicizia di Monti, di Riccardi. La classe media può crepare. Così come i poveri, sempre più poveri. Nelle parrocchie si raccolgono soldi per aiutare le sempre più numerose famiglie italiane che non hanno da mangiare. Ma Bagnasco assicura che va bene così, che la strada imposta dal suo amico Monti è quella giusta. E se le chiese si svuoteranno ancora di più, se le scuole cattoliche chiuderanno, Bagnasco potrà sempre abbuffarsi in qualche pranzo con l'amico Monti. E chiedere che i cattolici paghino l'8 per mille o mettano i soldi per la carità in chiesa

venerdì 21 dicembre 2012

Marchionne e Monti: attenti a quei due

Che bella coppia: Monti e Marchionne. Due danni mortali insieme. Se perlomeno si annullassero a vicenda. Invece no, le disgrazie si sommano. E l'amministratore delegato della Fiat va a Melfi a ringraziare il grigiocrate per il successo della sua agenda che ha risollevato l'Italia. Se l'Italia si è risollevata come Fiat, siamo a posto. Crollo delle vendite in Italia, crollo della quota di vendite in Europa: sarà che gli automobilisti europei se ne fregano dei loro banchieri e non si entusiasmano per i modelli Fiat made in Usa? Ma di fronte a migliaia di lavoratori in cassa integrazione, Marchionne ringrazia Monti per i brillanti risultati. E non crollano solo gli acquisti di auto. Tutti i consumi diminuiscono, anche sotto le feste di fine anno. Bravo, avanti così. Anche nella svendita dei gioielli pubblici. Avio se ne va. Casualmente era l'erede di Fiat Avio, prima che le disastrose politiche agnellesche portassero alla vendita. Una quota era ancora in mano a Finmeccanica, ma ai padroni di Monti questa italianità di un'azienda di qualità non piaceva. E allora vai con la vendita ai padroni Usa. E sempre per caso saranno proprio gli Stati Uniti ad ospitare la nuova azienda che nascerà dalla fusione di Crhrysler con Fiat. Grazie Monti, i piani di Marchionne possono realizzarsi senza alcun problema. E se quel giullare di Benigni, strapagato, va a raccontar balle sulla Costituzione italiana più bella del mondo, a Monti e Marchionne non frega nulla di quella parte della Costituzione dove si accenna al ruolo sociale dell'impresa. Macché. Marchionne risponde solo agli azionisti e Monti alla Goldman. Il resto son buffonate di Benigni e di chi si entusiasma.

giovedì 20 dicembre 2012

Aumentano i suicidi, crollano i consumi, si svende Finmeccanica: ce lo chiedono i mercati e i commessi obbediscono

Terzo suicidio per ragioni economiche a Torino, in una settimana. Effetti collaterali della ripresa, assicurano i farab(r)utti che ci sgovernano. Beh, certo, la ripresa. Quella prevista dai mercati, quella voluta dall'Europa. Quella confermata dall'Aci della stessa Torino. Dunque, in un anno le auto che circolano in Italia senza uno straccio di assicurazione sono aumentate di 500mila unità e sfiorano ormai i 4 milioni. Deve essere effetto del rilancio. Provocano 20mila incidenti all'anno, mai pagati. Ma mica ci si può occupare di queste sciocchezze. L'auto viene usata sempre di meno, intorno al 7% di calo, ma in compenso i costi aumentano, di oltre il 4%. E il costo per km percorso aumenta dell'11%. Che meraviglia, viaggiare di meno e pagare di più. Effetti collaterali. E le vendite di auto? Calate del 20%, del 19% quelle delle moto e del 32% le vendite di ciclomotori. Piccolo particolare che sfugge agli incompetecnici: se si vendono meno auto, moto e scooter, si lavora anche meno e aumenta la disoccupazione. Ma loro, abituati a pontificare sulla base dei libri letti, mica l'avevano capito. Propensioni all'acquisto per i prossimi anni? Un disastro, record negativi come se piovesse. Ma poi l'incompetecnico di turno va in tv e spiega che la ripresa sta per arrivare. Ed i giornali ignorano i suicidi, ignorano i crolli degli acquisti, ignorano i disoccupati. E spiegano quanto sarà meraviglioso riavere Passera e gli altri disastrosi ministri nei futuri governi. Avanti così, ce lo chiedono i mercati. Che stanno acquistando, a prezzi di saldo e nel silenzio generale, i pezzi più appetibili di Finmeccanica. Effetti collaterali di un governo criminale

mercoledì 19 dicembre 2012

Aumenta il rischio povertà in Italia, ma i giornali nascondono la notizia

Un italiano su 3 è a rischio povertà. Una notizia pessima, sconvolgente. Su La Stampa, quotidiano dove il marito di Elsa Fornero è editorialista, non la troverete facilmente. In compenso, in prima pagina, Vittorio Sabadin annuncia che il 2012 è stato l'anno più felice. La disinformazione sovietica era roba da dilettanti, rispetto a quella degli Elkann-Agnelli. Eppure i dati dell'Istat (mica dell'opposizione leghista o grillina) precisano che la ricchezza delle famiglie italiane si è ridotta del 50%, 8milioni di pensionati vivono con meno di mille euro al mese, oltre 1 milione di disoccupati ha meno di 35 anni. Il giornale della famiglia Deaglio-Fornero (amici di Monti) può pubblicare queste cose? Certo che no. Perché dovrebbe ricordare che il disastro è l'inevitabile conseguenza di una politica assurda e di riforme disastrose. In che settori? Pensioni e mercato del lavoro. Guarda caso, le riforme Fornero. E allora è meglio sorvolare. Anche perché la situazione è destinata a peggiorare. La modifica dei coefficienti pensionistici ridurrà l'importo degli assegni. E maggiore povertà significherà riduzione dei consumi, della produzione e del lavoro. Geniale. Ma i quotidiani di servizio insistono: per i ministri incompetecnici ed i loro sottosegretari siamo sulla strada giusta. L'incremento della povertà? Un normale effetto collaterale del rigore. Stanno distruggendo il Paese ed i giornali di servizio sono complici. D'altronde sono gli stessi giornali che stanno preparando esuberi di massa nelle rispettive redazioni. Perché lo sfruttamento deve entrare nei giornali. Accompagnato da un crollo della qualità. Tanto ai lettori bisogna dare verità preconfezionate da altri, non le notizie così fastidiose e populiste.

martedì 18 dicembre 2012

Il caos del Pdl nasconde le scemenze del Pd

Il delirio del centrodestra piace tanto a Bersani. Non soltanto perché gli toglie dai piedi un potenziale avversario, ma anche perché oscura i tantissimi errori che lui e la sua squadra stanno commettendo. Tutti impegnati a sbavare dietro al super pagato Benigni che satireggia (sai che coraggio!) sul ritorno della "mummia Silvio"? Bene, così nessuno fiata sulla riproposizione dei vecchi dinosauri del Pd, a partire da Rosy Bindi che proprio non vuole uscire di scena. E mentre tutti sbavano e si complimentano con il comico toscano, nessuno fiata perché, con i soldi regalati a Benigni, si sarebbe potuto salvare il mondo della scherma italiana e invece si smantella tutto per mancanza di denaro. Certo, un milionario spot anti Berlusconi vale di più di una montagna di medaglie d'oro olimpiche. Ma si tace. Tanto il centrodestra comunica solo la rissa interna, mica può occuparsi dei programmi. Così il prode Fassina può esternare liberamente sui progetti economici del futuro governo del Pd. E cosa dice l'economista di Bersani? Che Monti e la Banca d'Italia hanno sbagliato tutto. E sin qui siam tutti d'accordo. Però - prosegue Fassina - il Pd al governo rispetterà le decisioni già prese e proseguirà su quella strada. Errare è umano, perseverare diabolico, ma Fassina se ne frega e annuncia al mondo che l'Italia proseguirà sulla strada sbagliata: una garanzia! L'idea che un errore vada corretto, manco li sfiora. Lo capiscono, ma annunciano che lo ripeteranno. Ma allora, perché votarli? O perché votare per il Pdl che vuole direttamente Monti? E questi sondaggi populisti che ribadiscono immancabilmente il totale disgusto degli italiani per questa banda montiana e filo montiana? Da ignorare. Loro, la vera casta, può fare a meno dei voti. Tanto lo scenario è già scritto. Ma l'hanno scritto fuori dall'Italia ed i commessi, strapagati, andranno al governo solo per eseguire gli ordini e fare altra macelleria sociale.

lunedì 17 dicembre 2012

Il centrodestra nel caos, tra Monti, montiani ed antimonti promonti.

E finalmente il centrodestra ha fatto chiarezza al suo interno e sul suo futuro. Dunque, Berlusconi (felicemente fidanzato) vuole Monti perché il grigiocrate ha lavorato bene. Così bene che Berlusconi vuole Monti ma abolendo le tasse messe da Monti. Ossia Monti contro Monti. E senza il grigiocrate, Berlusconi correrà da solo. In effetti pare destinato a restar solo, forse con le sue amazzoni. Perché poi ci sono i montiani del Pdl, che vogliono il professor ammazza-Italia per mille anni. Aledanno, Mauro, Formigoni, Sacconi. E, ovviamente, Angelino Alfano. Con Mauro che chiarisce subito: senza Monti non è che ci accontentiamo di Berlusconi. Poi ci sono le "primarie delle idee" di Meloni e Crosetto. La strana coppia, il gigante e la bambina, non vuole Monti e neppure Berlusconi. Ma la coppia vuole Alfano, che vuole Monti. E ad ascoltare Crosetto e Meloni va anche Storace, perché deve capire dove collocare la sua Destra. Con chi? Dove? Mentre Sgarbi va in tv a far notare che tutta l'area sta solo pensando a come ricandidare tutti questi personaggi che han fatto danni ad ogni livello. Mentre - assicura Sgarbi - intellettuali, pensatori e gente dotata di creatività verrebbe confinata in fondo alle liste, in modo da garantire l'esclusione. Così, alla fine di tutta questa impeccabile operazione chiarezza, emerge solo una certezza: non esiste un programma, uno straccio di progetto, un'idea da cui ripartire, un modello di sviluppo per l'Italia. Solo le alchimie elettorali, solo i giochetti per non venir trombati. Ma chi li vota, tutti questi?

venerdì 14 dicembre 2012

Contro il Pdl normalizzato dal Ppe, serve un partito peronista italiano

Il problema non è Berlusconi. Il problema, nel centrodestra, è il partito del centrodestra: il Pdl. Silvio ordina i sondaggi e scopre che quasi il 90% del SUO elettorato non vuole più Monti, manco in cartolina. Ed il Pdl cosa fa? Si lancia nell'appoggio incondizionato a Monti, vola ad incassare l'ordine supremo del Ppe per avere Monti premier a vita. Eppure il Pdl, e prima ancora Forza Italia, era nato come partito di riferimento della borghesia, della classe media. Monti (ma già prima i governi di centrodestra e centrosinistra) e la sua banda hanno distrutto la classe media italiana. L'hanno impoverita drammaticamente, provocando la crisi generale. Grilli - uno dei peggiori esponenti di questo governo, insieme a Fornero e Polillo _ assicura che siamo sulla strada giusta. Quella che ha portato meno del 10% degli italiani a possedere più del 50% della ricchezza complessiva. Siamo sulla strada giusta e la gente si suicida per mancanza di lavoro, nell'indifferenza di quei media che, non a caso, fanno capo al solito 10% dei più ricchi. Ed allora il vero bacino elettorale di riferimento del Pdl formato Monti, è solo questo 10% di privilegiati, affaristi, evasori. Tutti gli altri, quelli che si erano illusi per la discesa in campo di berlusconi, dovranno trovarsi altri movimenti di riferimento. Certo non Bersani, che vuole insistere con la folle agenda Monti, aggravata da una patrimoniale che non colpirà il 10% di superprivilegiati, ma tutta quella classe media che, con l'Imu, la patrimoniale l'ha già pagata. Servono movimenti nuovi, partiti nuovi, riferimenti nuovi. Serve un personaggio come Cristina Fernandez Kirchner, serve un movimento come quello peronista argentino. Virato sulla situazione italiana, ma con gli stessi principi. Un movimento che metta al centro il lavoro ed i lavoratori. Siano dipendenti od autonomi, operai o industriali, artigiani o professionisti. Ma industriali che investono e non delocalizzano, operai che lavorano e non si imboscano, professionisti che hanno idee e non vivono di rendite di posizione, artigiani creativi e non ripetitivi. Sono loro che devono opporsi a questa deriva di sfruttamento imposto dalla speculazione attraverso il Ppe. E non dovranno spaventarsi di fronte alle accuse di populismo. Perché questo è il popolo, gli altri sono soltanto sfruttatori.

giovedì 13 dicembre 2012

Beppe Grillo e l'inevitabile scontro in un movimento gassoso

Le continue piroette di Silvio hanno l'indubbio merito di infastidire i media che, ormai, sono costretti a dirottare l'attenzione su Beppe Grillo. "Il nuovo Duce", secondo le accuse. Ma cos'ha fatto di male il comico genovese? Ha cacciato dal Movimento quelli che rompevano le palle. Centralismo democratico, si è detto. E l'han detto quelli che provenivano dal Pci, ossia dal vero partito del centralismo (poco) democratico. Ma l'errore negli attacchi a Grillo è tutto in questo attaccamento a logiche passate. Il Pci, come gli altri partiti basati su ideologie forti, aveva al suo interno spazi di confronto. Erano partiti allo stato solido. Con correnti, posizioni differenti, congressi per esprimerle. Ed il Pci era accusato perché, invece di lasciar voce al dissenso interno, lo liquidava con le epurazioni. Poi sono arrivati i partiti liquidi, tipo Forza Italia. Carismatici, privi di vere strutture, dove il confronto interno diventava problematico. Ma dove il dissenso era limitato proprio per la mancanza di ideologie. Ci si scontrava su programmi liquidi, che cambiavano di giorno in giorno. Si passava dalla strategia alla tattica. E se proprio non si arrivava alla provocazione continua, tipo Fini-Tulliani, non si veniva cacciati. Infine è stata la volta del partito gassoso di Grillo. Con programmi inconsistenti, in evoluzione continua. Ma che, essendo un movimento-marketing, aveva perlomeno delle regole precise sotto questo aspetto. Niente comparsate tv, niente orgasmi mediatici. Non è una grande imposizione dittatoriale. Ma ci si è riusciti a scontrare persino su questo. Niente regole, caos continuo. Oddio, la rivoluzione permanente non è certo un'invenzione odierna, però gli attacchi interni, le polemiche su ogni argomento, sembravano proprio fare il gioco dei nemici del Movimento 5 stelle. Cresciuto troppo per essere tollerato dai media al servizio dei Monti di turno. Ma un movimento gassoso non ha luoghi di confronto reale. La Rete offre spazio per sfoghi di ogni genere, su ogni tema. Ma non è un confronto vero, su ideali e programmi. Ed allora diventa inevitabile cacciare chi non ci sta, chi non rispetta le regole. Senza scandali: non è che i dissidenti vengano messi al rogo o deportati in Siberia. E saranno liberi di costruirsi movimenti alternativi, altrettanto gassosi, magari con un programma. E poi, come è doveroso, si confronteranno e si conteranno. E magari litigheranno. Ma con la benedizione dei media. Almeno sino a che rimarranno piccoli.

mercoledì 12 dicembre 2012

La Lega? Dimenticata, anche per colpa sua

Ah già, c'è anche la Lega Nord.. Nella confusione totale della politica italiana, ogni tanto ci si ricorda che esiste anche il movimento guidato da Roberto Maroni. E ci si accorge della Lega quando i sondaggi di Ballarò la collocano ai minimi storici o quando altri sondaggisti la fanno risalire. Per il resto, nulla. Eppure proprio la Lega avrebbe dovuto approfittare con maggior profitto del disastro provocato dal grigiocrate Monti e dai suoi incompetecnici. Mentre il Pdl votava provvedimenti e fiducie a chi rovinava l'Italia, la Lega si opponeva fieramente. Prima in totale solitudine, poi in compagnia dell'Idv. Ecco, questo spiega l'accanimento della magistratura, il boicottaggio dei media, la sistematica demonizzazione. Ma non basta. Perché ci sarà anche una magistratura ad orologeria, però le vicende di Belsito e del Trota erano squallidamente reali. Eppure, con le scope maroniane, la Lega aveva fatto pulizia ed era pronta a ripartire. Ma poi? D'accordo, i media schierati contro. E lo si vede con Grillo: prima esaltato come avversario di Berlusconi, ora demonizzato, controllato, vittima di menzogne e complotti interni. Tuttavia questo non giustifica la totale incapacità della Lega sul fronte della comunicazione. L'incapacità di informare, di farsi vedere se non per qualche manifestazione folkloristica. L'ultimo manifesto apprezzabile, da troppi anni, è quello sulle riserve indiane. Il quotidiano non decolla (ed è un eufemismo), la radio funziona ma non sfonda all'esterno. Manca la capacità di incidere con la Rete, con le riviste, con gli spettacoli. Ed allora diventa inutile la coraggiosa battaglia contro Monti se poi nessuno si ricorda dell'esistenza stessa della Lega Nord.

martedì 11 dicembre 2012

La confusione è grande sotto il cielo del Pdl: dunque la situazione è ideale

Il presidente Mao, se fosse vivo, oggi potrebbe davvero divertirsi, osservando il caos totale che caratterizzerà la giornata del Pdl. Ed anche quelle successive. Perché il subcomandante Silvio ha deciso: solo il 10% dei parlamentari uscenti verrà messo in lista. E vai con il terrore. Perché, al netto delle sue Amazzoni (le pretoriane mica possono essere sacrificate sull'altare del rinnovamento), i posti a disposizione delle vecchie cariatidi del Pdl rimangono davvero pochi, anzi pochissimi. Una parte sarà destinata a confluire nel partito satellite creato dagli ex An. I La Russa, i Gasparri, ma anche le Meloni, troveranno posto lì. Al di fuori del circolo privato berlusconiano. Mentre nell'élite del partito principale saranno inseriti imprenditori, commercianti, professionisti: il mondo che lavora, insomma. Ed è divertente scoprire che, per Silvio, chi si occupa di cultura non rientra nella categoria del "mondo del lavoro". Infatti professori, giornalisti, artisti, scrittori, avranno una loro quota di candidature. Nella migliore delle ipotesi si tratta di una saggia riproposizione della corporazione dei professionisti e degli artisti. Nella ipotesi contraria, è il rilancio dei nani e ballerine. In ogni caso non ci sarà posto per tutti. Se anche il totale rinnovamento annunciato andasse in porto, è improbabile che le schiere di eletti siano tanto numerose da soddisfare tutte le ambizioni. Ed allora prepariamoci ad assistere, nei prossimi giorni, a regolamenti di conti, spiate, dichiarazioni di fuoco, riposizionamenti, inversioni di rotta improvvise e radicali. La confusione è grande sotto il cielo, dunque la situazione è ideale. Chissà se il presidente Mao sarebbe riuscito ad immaginare una confusione così totale.

lunedì 10 dicembre 2012

Per il Monti bis uno schieramento di servi con la leccata pronta

Il cardinale Bagnasco è scatenato. Monti for ever. E si lancia in lodi tanto sperticate che, se le avesse rivolte al Papa, l'avrebbero accusato di piaggeria. Invece se si sberlicca Monti, tutto va bene. Il prode Calabresi, su la busiarda (al secolo La Stampa), dedica ampio spazio alla "normalità del premier: messa, colazione e passeggiata in centro". Il culto della personalità era roba da dilettanti, rispetto al servilismo di questi eroici personaggi scevri da ogni velleità di controllare il potere. Ed allora si dilettano nello spiegare al popolo bue, al volgo ignorante, che è vero che la disoccupazione è a livelli record, ma sono gli effetti collaterali di una sana manovra che fa contenti i mercati internazionali. Ed è vero che il Pil è crollato, ma è bello essere più poveri. D'altronde la chiesa è dalla parte dei poveri e più diventano numerosi e più Bagnasco crede di aumentare le proprie legioni. E le prospettive per il futuro? Gli incompetecnici che sgovernano l'Italia assicurano che la ripresa è imminente. Lo diceva Passera all'inizio dell'anno, l'ha ripetuto a metà anno, lo ha ridetto Grilli a fine anno. Poi arrivano quegli antipatici dell'Ocse e smentiscono l'assurdo ottimismo. Ma è l'unico caso in cui non si deve dar retta agli osservatori internazionali. C'è comunque un effetto positivo di questo indecente servilismo: il povero Bersani si ritrova spiazzato. Perché lui è costretto a ripetere che non ci sarà un Monti bis, ma i suoi amici direttori dei quotidiani lo portano proprio in quella direzione: un successo del Pd accompagnato dalla richiesta a Monti di tornare in campo a completare il lavoro: la distruzione dell'Italia.

venerdì 7 dicembre 2012

Berlusconi: troppo tardi. Il sostegno a Monti costerà caro anche al Pdl

Ha sicuramente ragione Belpietro: la decisione di Berlusconi di staccare la spina all'intollerabile governo Monti arriva troppo tardi. Perché è stato il Pdl, insieme a Pd e Udc, a votare tutte le misure che hanno portato all'impoverimento dell'Italia, al dramma di milioni di persone a cui è stato tolto tutto, comprese le speranze di un futuro. E questo gli italiani non lo perdoneranno mai a Silvio ed al suo fallimentare Pdl. Ma le dichiarazioni assurde che hanno accompagnato il passo indietro (momentaneo?) di Berlusconi sono ancora più assurde. Indecenti. Monti ci ha salvato dal baratro? Provate a raccontarlo ai 700mila disoccupati in più, alle famiglie che hanno dovuto rinunciare a tutto, ai cassintegrati che diventeranno licenziati. Mentre tutti i soldi tolti alle famiglie non sono serviti per il rilancio ma per ingrassare gli speculatori amici del Grigiocrate. E la chiesa? Sui quotidiani si sprecano gli interventi a favore di Monti, salvatore dell'Italia. Ma allora perché i parroci, nelle chiese, chiedono sempre più soldi per i poveri italiani che diventano sempre più numerosi. Il distacco tra classe dirigente, dei partiti e della chiesa, dalla base non potrebbe essere più grande. Mentre i colonnelli berluschini sognano solo una riconferma elettorale.

giovedì 6 dicembre 2012

Corriere della Sera e Stampa disegnano la destra. Ad uso dei mercati

Nei grandi quotidiani non esistono le coincidenze. Ed allora, se sul Corriere e sulla Stampa compaiono, contemporaneamente, due fondi sul medesimo argomento, vuol dire che c'è interesse a condizionare i lettori, spingendoli in una determinata direzione. E su cosa vertono i fondi? Ma sul destino del centrodestra e sul ruolo stesso di una destra. I due quotidiani si sono sempre contraddistinti per l'assoluta faziosità su questo tema. Con atteggiamenti che andavano dall'irrisione - quando si occupavano di Berlusconi e del suo entourage - sino alla totale mistificazione, quando dedicavano spazio a quella che definiscono come "estrema destra": i colpevoli erano sempre gli stessi, anche quando il "nero" cattivo aveva aggredito, da solo, una decina di avversari politici. E quando proprio non c'erano margini per accusare i destri, le notizie delle aggressioni venivano ignorate, se non trasformate in faide interne. Qualcuno si ricorda delle menzogne al tempo dei missini uccisi a Padova dalle Brigate Rosse mentre i quotidiani ipotizzavano regolamenti di conti interni? Oggi, invece, Ferruccio De Bortoli e Luigi La Spina hanno spiegato come deve essere e cosa deve fare la destra. Lunghe considerazioni per arrivare ad una sola ed identica conclusione: la destra (o il centrodestra, ma son solo etichette) deve rappresentare un fronte moderato, zerbinato davanti ai poteri forti, obbediente ai voleri di Monti e dei suoi mandanti. C'è già Casini, c'è già Montezemolo. Certo, ma non basta. Perché il bacino elettorale potenziale è rappresentato da un mondo di cittadini incazzati neri, derubati da questo governo, impoveriti e senza speranze. Dunque un'area potenzialmente pericolosa. Ed allora serve un partito di (finta) destra che incanali questa rabbia, la depotenzi. Un partito, per non far nomi, da affidare a Frattini, a Letta, a Mauro. Bravi scolaretti ubbidienti. Con la benedizione di Corriere e Stampa.

mercoledì 5 dicembre 2012

Due Italie, sempre più lontane, con i giornali al servizio del potere

Da un lato i treni ad alta velocità, dall'altro le carrozze lerce e superaffollate per i pendolari. Da un lato i sedicenti vip, osannati dai giornali ed impegnati a tutelare solo loro stessi ed i loro figli; dall'altro il terzo dei giovani italiani senza lavoro e senza prospettive, con genitori alle prese con chiusure di aziende,licenziamenti, pensioni da fame. Due Italie, ormai. Che non si parlano, non si capiscono, non hanno nulla in comune. Un'Italia che affolla i ristoranti stellati e le cliniche di lusso; un'altra Italia che ormai va in pizzeria solo con le offerte di Groupon e con le stesse offerte si concede le visite mediche. E in mezzo ci sono i media, con giornalisti trasformati in trombettieri del principe e degli oligarchi. Paginate su paginate dedicate alle spese dei padroni, ai colpi di genio del ministro di turno. L'importante è utilizzare i media per difendere le misure che massacrano il popolo e ingrassano gli speculatori ed i loro servitori. E poi ci si chiede perché i giornali vendano sempre meno.

martedì 4 dicembre 2012

Berlusconi impone una scelta: con Bersani o con Grillo

Grazie alla follia senile di Berlusconi, i popoli del centrodestra avranno la possibilità di due scelte, alle imminenti politiche: o Bersani, con il suo tentativo di far digerire alla sinistra l'agenda Monti riveduta solo nelle parti di immagine ma non di sostanza; oppure Beppe Grillo ed il suo movimento di protesta a prescindere. Nessuna opzione alternativa credibile. oddio, qualche suicida potrà rivolgersi anche alle accoglienti braccia dei supporter dichiarati dell'uomo di Goldman: da Casini a Montezemolo, c'è solo l'imbarazzo della scelta su come distruggere definitivamente il ceto medio italiano e, di conseguenza, anche l'economia di questo ormai infelice Paese. D'altronde non avrebbe alcun senso sostenere la Banda Berlusconi, composta dalle sue amazzoni, dai colonnelli ex An in cerca di poltrone, da chi - in 20 anni di governo - non è riuscito a varare un solo provvedimento che andasse in direzione di una politica di centrodestra. Colpevoli di aver sprecato un'occasione irripetibile, non possono ora ripresentarsi a pietire un voto. Anche perché le proposte sono di un assoluto vuoto cosmico. Il massimo a cui aspirare è l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa. Mentre con Bersani non si elimina nulla e, magari, si aggiunge pure un'altra patrimoniale (ma a Bersani qualcuno può spiegare che l'Imu è già una immonda patrimoniale che abbatte i consumi ed il tenore di vita?). Tutti al servizio di Monti, degli incompetecnici e dei mercati. Tutti aspiranti ad imitare il Grigiocrate, circondati da mediocri. Buona fortuna

lunedì 3 dicembre 2012

Matteo, ora che fai?

Ed ora, Matteo? Il 40% dei consensi ottenuti alle primarie del Pd non basta per guidare il partito verso l'inevitabile successo alle politiche, ma impedisce anche a Renzi di trasformarsi in Cincinnato e ritornare a fare il sindaco a tempo pieno di Firenze. Indubbiamente il rottamatore si trova in una situazione non facile: Bersani condurrà la gioiosa (e confusa) macchina da guerra del Pd a vincere le politiche. Ma non è per nulla scontato che il Pd abbia poi i numeri per governare in prima persona. E se all'ammucchiata interna, con la conferma di alcune delle vecchie cariatidi che Renzi voleva pensionare, si aggiungerà l'ammucchiata esterna - coinvolgendo Vendola e Di Pietro, Casini e Montezemolo - per il sindaco di Firenze si apriranno praterie per una nuova proposta politica. Ancor più se, nella confusione generale, Bersani facesse l'errore di rivolgersi agli incompetecnici o ne riproponesse la funerea agenda. Ma in questa fase di degenerazione rapidissima della classe politica, Renzi non può aspettare troppo. Non può farsi distruggere l'esercito dei sostenitori, destinati a disperdersi qualora Matteo rimanesse a guardare la situazione da Firenze. Perché ricompattare i suoi seguaci, dopo, diventerebbe molto più difficile. Allora la soluzione è l'ennesimo nuovo partito? Trasversale, in modo da andare a raccogliere gli eserciti delusi del defunto centrodestra? Tra i consiglieri del sindaco ci sono anche personaggi che, sulla destra, avrebbero ancora un notevole peso. Ma la banda di finanzieri milanesi sostenitori di Renzi è in grado di distruggere ogni immagine di rinnovamento ed ogni credibilità.