giovedì 30 aprile 2015

I barbari alle porte, sperando nei nuovi padroni

Un Paese che ha una memoria storica limitata ad una sola data, quella della sconfitta di 70 anni or sono, e' giusto che non abbia un futuro. Nessuna radice, nessun domani. Ed andrà sempre peggio, con i tentativi di ridurre progressivamente lo studio, a scuola, di tutto ciò che ha fatto grande non solo l'Italia ma pure l'Europa. E non è un caso che anche i cerebrolesi ministri francesi stiano tentando di eliminare lo studio del greco e del latino. Perché studiando il latino e la storia di Roma c'è il rischio che qualcuno scorta le analogie con la situazione attuale. L'invasione di clandestini assomiglia sempre di più alle invasioni barbariche che misero fine all'impero romano ed alla civiltà romana. Un potere centrale imbelle, corrotto, una popolazione di debosciati che affidava agli altri la propria difesa, un cristianesimo che minava dalle fondamenta la cultura e le leggi dell'impero. La religione monoteista, dell'intolleranza, aveva cancellato il politeismo aperto, tollerante, in grado di coinvolgere gli dei delle popolazioni dell'impero. Distrugge la cultura imperiale per ripartire, secoli dopo, con l'imperialismo che è cosa del tutto diversa. Intanto i barbari premevano, entravano, dominavano. Distruggendo monumenti, così come - non andrebbe dimenticato - avevano già fatto i monoteisti cristiani, per cancellare la memoria delle divinità del passato. Qualcuno nota similitudini con la situazione attuale o con quella che ci stanno preparando? Una differenza, indubbiamente, esiste. Noi non viviamo nell'impero, ma in un Paese senza passato, perché ha preferito cancellarlo. Un Paese che sopravvive nel quotidiano, incapace di sognare un futuro che non sia quello della sottomissione. Sperando solo che i nuovi padroni, i nuovi barbari, non siano i tagliagole dell'Isis ma gli eredi dei grandi architetti dell'Andalusia e della Sicilia araba. Ma chi vive sperando, spesso muore disperato

mercoledì 29 aprile 2015

I conigli della dissidenza Pd non spaventano il bugiardissimo

Compagni avanti, il gran partito siamo dei lavorator.. Il partito, diventato Pd, e' sempre più grande, ma i lavoratori non ci sono più. Presi a schiaffi dal bugiardissimo che, al servizio degli speculatori internazionali, non può certo occuparsi di operai, impiegati, bottegai, artigiani, professionisti e piccoli imprenditori. D'altronde questa e' gente che ha votato comunque per il gran partito, per la ditta, ed allora perché preoccuparsi? E perché preoccuparsi di quella ininfluente minoranza interna che un po' strepita ma poi non ha il coraggio di trarre le conseguenze? Magari, con calma e con ritardo eccessivo, il povero Civati emigrerà, ma saranno in pochi a seguirlo. Gli altri pseudo dissidenti rimarranno attaccati al bugiardissimo pifferaio. Che li suonerà come tamburi, che li umilierà nella composizione delle liste elettorali, ma loro non abbandoneranno la Ditta, come la definisce lo sconfitto storico, Bersani. Tanto chi non è d'accordo, tra gli elettori, eventualmente non vota. Un particolare ininfluente per una democrazia matura che può fare a meno dei ludi cartacei. Il bugiardissimo vincerà rappresentando la maggioranza relativa di un 30% di elettori che si recheranno ai seggi. Va bene così, perché tanto l'opposizione e' allo sbando. Perché il bugiardissimo si è creato una rete di media compiacenti mentre l'opposizione chiudeva giornali e tv e cacciava i propri giornalisti. Il bugiardissimo dispone di trasmissioni tv, opinionisti spacciati per competenti ed esperti, editori che pubblicano libri per indirizzare i lettori verso posizioni ignobili. Ed allora il bugiardissimo può fregarsene dei lavoratori. Il gran partito si occupa di diritti civili non di questioni sociali. Di diritti dei clandestini e di scelte sessuali. Non di diritti dei lavoratori e di sopravvivenza dei poveri se italiani. L'opposizione si chiude a riccio, ripresentando personaggi impresentabili non solo alle elezioni, ma persino nei dibattiti. Il povero Berlu deve inventarsi il timore di attentati dell'Isis per giustificare la rinuncia alle piazze che sarebbe rimaste vuote. Ed allora il bugiardissimo può continuare nella sua distruzione dell'Italia. Ma i paragoni con Mussolini sono impropri. Non per l'evidente enorme differenza di statura politica, ma perché il mito del bugiardissimo e' Hitler: Renzi per mille anni!

martedì 28 aprile 2015

Fermare l'invasione? No, cacciare gli italioti e distruggere l'italietta

Fermare l'invasione! Lo urla Salvini, lo ripete Del Debbio, lo sperano in tanti. Ma perché mai bisognerebbe fermarla? Per garantire la sopravvivenza della stirpe italica? Questa stirpe di questa Italia? Forse sarebbe meglio favorirla, questa invasione. Per distruggere completamente ogni idea di questa Italietta senza idee, senza coraggio, senza senso. Questa Italietta che si commuove per uno stupratore, purché clandestino, e se ne frega di una vecchietta indigena che fruga nell'immondizia alla ricerca del cibo. Questa Italietta dove i sindaci trovano i soldi per far ospitare i clandestini ma non hanno risorse per ospitare i senza tetto locali. Questa Italietta che aumenta le tasse sugli indigeni per la sanità per poterla offrire gratis ai clandestini. Questa Italietta che taglia le pensioni agli indigeni per poterle regalare ai parenti dei clandestini. Ed allora è inutile arrabbiarsi, indignarsi, protestare. Perché quelli che protestano sono gli stessi che non vanno a votare e consegnano il Paese al bugiardissimo che lo governa con il 20% dei consensi reali. Va bene così. D'altronde due guitti strapagati da Mediaset possono ironizzare sul mega plebiscito ottenuto dal presidente kazako. Rieletto con un'affluenza alle urne superiore al 90%. Meglio l'italietta, dove non vota nessuno e il bugiardissimo fa quel che vuole. Questa e' la vera democrazia. Ma chi protesta contro l'invasione teme che i nuovi padroni si comportino come i tagliagole dell'Isis e distruggano tutto nel nome dell'Islam. A parte il fatto che gli invasori non son tutti islamici, a parte il fatto che ci sono islamici come Buttafuoco con una cultura leggermente superiore a quella della stragrande maggioranza degli indigeni dell'Italietta e che distruggerebbero le bellezze del Paese molto meno di quanto abbiano fatto gli italioti del dopoguerra, ma poi perché conservare le memorie di qualcosa che non c'è più e che non ci meritiamo? La Riviera ligure distrutta dai palazzinari, le periferie lerce dal Nord al Sud, strade a pezzi, monumenti che crollano, parchi abbandonati perché non ci sono soldi. Ecco, anche su questo l'idiozia dell'Italietta e' evidente e totale. Investire sul turismo, con la tutela dei monumenti e dei paesaggi, garantirebbe quei guadagni che potrebbero essere utilizzati anche per aiutare i clandestini. Aiutare i clandestini significa invece togliere risorse per la crescita e ridurre, giorno dopo giorno, anche le risorse per gli aiuti. E gli italioti che svendono industrie e marchi agli stranieri perché in Italia non si può lavorare? Hanno tagliato gli stipendi, hanno ridotto i diritti e le tutele, e poi si sono lamentati perché gli sfruttati non compravano più. Così han venduto a chi sa ancora lavorare. A chi sa ancora investire. E allora, perché fermare l'invasione? Lasciamo che arrivino tutti, che distruggano o tutelino a loro discrezione. Non saranno peggio degli italioti che hanno distrutto questo Paese e che sono pronti a svenderlo.

lunedì 27 aprile 2015

Il tesoretto e' svanito e mancano altri miliardi: usati per i clandestini

Finita la settimana dell'orgia parolaia e della vuota retorica, si può tornare a ragionare sulle vicende attuali, sempre più drammatiche anche se nascoste da pagine di giornale più numerose delle persone scese in piazza. Dunque, mentre tutti avevano la testa rivolta a 70 anni or sono, il bugiardissimo ha raccontato di grandi successi ottenuti in Europa sul fronte dell'immigrazione clandestina. Lui, il bugiardissimo, aveva chiesto più soldi per l'operazione da taxisti nel Mediterraneo, una suddivisione dei clandestini ed il via libera alla distruzione dei barconi degli schiavisti. E ha ottenuto più soldi per i taxi del mare che porteranno più clandestini in Europa. In Europa? Macché! Solo in Italia. Perché l'Unione europea non solo non ha previsto alcuna condivisione dei nuovi arrivati ma, al contrario, ha chiarito al bugiardissimo che chi chiede asilo in Italia deve rimanere in Italia. A spese nostre, ovviamente. Quanto ai barconi, nessuna distruzione. Il governo di Tripoli, non riconosciuto da Roma, ha detto di no e l'Unione europea si è adeguata. Tripoli ha preteso che, per arrivare ad un maggior controllo, si passi da un riconoscimento. Ma il governo del bugiardissimo riconosce i veti di Tripoli senza riconoscere l'esecutivo. Geniale. E tanto per non farsi mancare nulla, il bugiardissimo ha pure attaccato il suo compagno Prodi che, in questa occasione, aveva espresso analisi condivisibili. Prodi - ha detto il bugiardissimo - era amico di Gheddafi, dunque non è credibile. Certo, sono credibili i nemici di Gheddafi, quelli che hanno provocato l'attuale disastro. Ma dove non arriva il bugiardissimo, arrivano i suoi complici. Proponendo soldi pubblici (nostri) alle famiglie che ospiteranno i clandestini. Bisogna superare l'emergenza, indubbiamente. Ma si discriminano gli italiani. Quelli senza casa. Che non garantiscono un reddito alle famiglie disposte ad ospitarli. Perché? E' costituzionale questa discriminazione? Un anziano italiano senza casa e senza famiglia può crepare per strada ma se arriva dall'estero vale 35 euro al giorno? Ma questi buffoni si ricordano della Costituzione una volta all'anno per far scena, poi la trasformano a piacimento. Nel frattempo non solo il presunto tesoretto del bugiardissimo e' svanito, ma si è scoperto che mancano altri miliardi di euro. Perché la politica di accoglienza costa, anche se i costi vengono nascosti dai parolai.

sabato 18 aprile 2015

Boldrini ed Isis: i nemici della Storia

Boldrini come l'Isis. Il furore iconoclastico del presidente della Camera e' identico a quello dei tagliagole sunniti. Cancellare il passato, perché non allineato con il presente. Per invidia, per gelosia. Per il timore che il passato fosse meglio del presente preparato da gente che distrugge i simboli, che cancella la storia. Certo, Boldrini non è la prima in Italia. Opere d'arte in quantità sono state distrutte perché "fasciste". Come se il fascio fosse stato inventato nel 22, come se il saluto a mano aperta e braccio teso fosse nato durante la Marcia su Roma. Ma l'ignoranza non ha limiti. Ne' di età ne' di carriera politica. Così l'Isis distrugge le città ed i monumenti delle antiche civiltà che rappresentano le radici di quei popoli in quei territori. Ed allo stesso modo il sindaco Marino vorrebbe scempiare l'Eur trasformandolo in un quartiere a luci rosse. Ma è sufficiente osservare ogni città italiana, confrontando non monumenti "fascisti" ma semplicemente i palazzi destinati ad abitazione. Quelli con il senso del bello, di un disegno armonico di prima della guerra con la morchia democratica degli anni successivi. Scatoloni senza senso, con finestre piccole e con poca aria, con colori assurdi. Le pessime periferie dell'Italia del boom, della speculazione. Quello che piace a Boldrini. Che, invece di occuparsi della riqualificazione ambientale, preferisce dedicarsi alla rimozione dei monumenti storici. Perché la storia può essere pericolosa, per lei. Perché la storia può far emergere che, in epoche più serie, gente come lei non avrebbe fatto carriera per manifesta inferiorità ed impreparazione. Ed allora si cancellano i sumeri, si cancellano gli assiri, si cancellano i monumenti di 20 anni di storia italiana. Damnatio memoriae. Poi Boldrini potrà farselo tradurre prima di andare a distruggere anche i dizionari di latino insieme a quelli di greco. Una cultura da rimuovere, da cancellare, da sotterrare. Distruggiamo oggi un obelisco cancellandone le scritte. E poi cancelliamo via Roma a Torino. Cancelliamo le colonie sulle coste italiane, per nascondere un'epoca in cui i bambini si mandavano al mare ed in montagna per le vacanze e non a lavorare gratis per far contento Poletti e per avere schiavi da offrire ai mercati ed all'Europa. Cancelliamo palestre e ospedali, perché ora il governo del "Fare" li chiude per risparmiare. Cancelliamo la memoria, perché la nostra Storia può infastidire le nuove opportunità che sbarcano ogni giorno. Ma su questo punto, forse, ha ragione Boldrini. I clandestini arrivano convinti che l'Italia sia quel grande Paese che costruiva il grande faro, a forma di fascio, sull'estrema punta del Corno d'Africa (documentato nel libro di Alberto Alpozzi sul Faro di Mussolini). Non arrivano attirati dai tagli alla spesa e dagli anziani italiani che frugano nell'immondizia per trovare un po' di cibo. Ed allora meglio cancellare il passato piuttosto di migliorare il presente. Nel frattempo il Premio Isis per la cancellazione della memoria viene assegnato al presidente della Camera.

giovedì 16 aprile 2015

Il terrore di Conigli (Draghi) e' la prima crepa nella difesa del potere

Su La Stampa di questa mattina Gramellini sferra un sacrosanto attacco contro il servilismo italiano nei confronti dei potenti. Ed uno si illude che la polemica sia diretta contro i giornalisti, a partire da quelli de La Stampa, che hanno elogiato il sangue freddo di Mario Conigli (in arte Draghi, ma un drago feroce e non particolarmente coraggioso) di fronte al vile attentato di una ragazza che gli ha tirato contro addirittura dei mortali coriandoli. Non hanno visto, i colleghi di Gramellini, la faccia terrorizzata di Conigli. Pareva quella dei pensionati italiani alle prese con le banche o con Equitalia. Macché, non se ne sono accorti. Servilismo? Problemi di vista? Il problema non riguarda solo Conigli  ed i suoi amici giornalisti. Riguarda un potere che, come Conigli, comincia ad avere paura. E si blinda. In attesa dei coriandoldetector da installare in aeroporti, palazzi di giustizia, palazzi del potere, il terrore dilaga. Con effetti disastrosi. Si manda l'esercito a presidiare i tribunali, si litiga con gli avvocati che non vogliono stare 2 ore in coda per entrare a lavorare nella convinzione di essere contigui alla casta, si nasconde il terrore dei Vip di fronte alla rabbia montante. E, ovviamente, per tutelare i potenti in un'orgia di servilismo, si eliminano le difese a favore della gente normale. Quella che paga le tasse per mantenere la polizia ed i magistrati ma senza avere il diritto alla difesa dai criminali ed alla giustizia nei tribunali. Hanno paura e utilizzano tutte le risorse per difendersi. Con i media impegnati a giustificare la vigliaccheria imperante. Qualcuno, di fronte alle foto della ragazza armata dei terribili coriandoli, si è chiesto a cosa servisse un gesto di questo tipo, dal momento che tutto continua come prima. Beh, serve. Serve a smascherare la paura della casta, serve a dimostrare che sono vulnerabili, serve a rendere pubblico che il "re e' nudo". E non basterà l'infinito servilismo di chi venera ogni potente nella speranza di ottenere qualche briciola. Hanno paura, non si sentono più invulnerabili. La risposta, nell'immediato, sarà un aumento dei controlli e delle misure di difesa. Ma non basteranno. Il terrore negli occhi di Conigli e' la prima crepa nel sistema di potere. Una crepa destinata ad allargarsi. Non c'è bisogno di violenza alcuna. Basta la consapevolezza. Se la gente comincia ad accorgersi che il re e' nudo, il re e' destinato a perdere il trono. Nonostante i peana dei media.

mercoledì 15 aprile 2015

Un tesoretto, inesistente, solo per i clandestini

C'era una volta un tesoretto. Cominciava così l'ennesima favola raccontata dal burattino. E non era un   tesoretto da poco: 1,6 miliardi di euro. Tutti i sudditi del reame si interrogavano sulle modalità con cui il re burattino avrebbe distribuito il tesoro. Tutti speravano. E si illudevano. Perché sono arrivati i pochi giornalisti non di servizio e hanno spiegato che il tesoretto e' solo l'ennesima truffa del bugiardissimo premier. Quei soldi non ci sono. Ma anche se ci fossero, i sudditi non li riceverebbero. Innanzi tutto perché i mercati, perché l'Europa, perché gli obblighi, perché il debito pubblico etc etc. E poi perché bisogna pagare gli immigrati. Negli ultimi 4 giorni ne sono arrivati 2mila al giorno come media. Con questi ritmi si supererebbero i 100mila arrivi in meno di 2 mesi. Anche senza far retta a chi paventa l'invasione di mezzo milione o un milione di clandestini in partenza dalle coste libiche. Dunque ogni clandestino costa mille euro alle casse dello Stato. Senza contare costi aggiuntivi come scuole, forze dell'ordine, sanità esterna, giustizia. Significa che 100mila clandestini in più costano, ogni mese 100 milioni di euro. Per stare in albergo, in centri di accoglienza. In un anno fa qualcosa come 1,2 miliardi di euro. Ma i clandestini non sono soltanto quelli arrivati adesso o che arriveranno nei prossimi giorni. Ci sono quelli dei mesi precedenti e degli anni scorsi. Tutti da mantenere. Il tesoretto, se ci fosse, evaporerebbe solo per questo. E non basterebbe neppure. Certo, il burattino bugiardissimo cercherà di scaricare il problema alle Regioni ed ai Comuni. Che aumenteranno le tasse ai sudditi italiani per far fronte all'emergenza degli stranieri. Ma lui, il burattino bugiardissimo, continuerà ad assicurare che le tasse non aumentano. E se qualcuno aumenta le tariffe dei posteggi o dell'acqua, del trasporto pubblico o dell'aria che si respira, beh mica e' colpa del povero burattino.

martedì 14 aprile 2015

Frana la buona Italia del burattino

Poi dicono che il burattino non porta sfiga. Aveva annunciato investimenti colossali per la bella scuola, per la buona scuola, per la scuola sicura. E ad Ostuni, dopo gli interventi di manutenzione, il soffitto di una classe crolla sui bambini. Aveva annunciato mega investimenti sulle infrastrutture. E in Sicilia, in Sardegna, in Piemonte, le strade crollano, si disintegrano. Probabilmente in privato aveva anche annunciato il sicuro passaggio del turno della Fiorentina in Coppa Italia. Le menzogne del burattino stanno emergendo, una dopo l'altra. Dal livello record delle tasse, che lui sosteneva di aver ridotto, all'esplosione del problema dei clandestini, che aveva assicurato di controllare. Mentre gli anziani che frugano nell'immondizia per trovar qualcosa da mangiare non sono spariti. Mentre le occupazioni di edifici fatiscenti aumentano. Ma loro, il burattino e la sua banda, se ne fregano. Loro si preoccupano solo di blindare i palazzi di giustizia per difendere i magistrati, altri elementi della casta. Le Forze dell'ordine e persino i militari a tutela dei politici, dei magistrati, dei disastrosi ex ministri tecnici. E tutti i sudditi? Si arrangino, non ci sono le risorse. Si arrangino e non protestino. Lo ha spiegato anche Giuliano Cazzola che ha attaccato Salvini per le critiche alla Fornero. E' vero, ha ammesso lo stesso Cazzola, che la riforma ha provocato "le sue vittime", ma chissenefrega. L'importante, per Cazzola, e' che l'ex ministro non venga infastidita, non debba vivere sotto scorta (che paghiamo noi). Le vittime devono essere dimenticate, la casta non sopporta il piagnisteo (se non il proprio, vero Fornero?). Guai a protestare perché ti rubano in casa, mica possono mettere un poliziotto per ogni quartiere popolare, come se si trattasse della villa di un Vip da tutelare con pattuglie 24 ore su 24. Guai a protestare per paghe da 3,50 euro all'ora, e' la globalizzazione che ce lo chiede. Guai a protestare se non arrivi a fine mese, c'è il mercato a chiederlo. E guai a pensare che il burattino porti sfiga. Se, però, evita di seguire la prossima partita della Fiorentina in Europa League, e' meglio.

lunedì 13 aprile 2015

Obama e Bergoglio, le Americhe all'offensiva diplomatica

L'America e' tornata protagonista sulla scena mondiale. Nell'arco di pochissimi giorni si è ribaltata l'immagine di un mondo ormai cinesizzato. Prima la stretta di mano di Obama e Raul Castro, a Panama. Che non sancisce solo un riavvio delle relazioni tra USA e Cuba, ma è un segnale per tutta l'America Latina. Obama, a differenza di molti suoi compatrioti, si è reso conto che non è Mosca a rischiare l'isolamento, ma sono gli Stati Uniti. Dopo aver rovinato i rapporti con buona parte dei Paesi sudamericani con indecenti ingerenze e politiche economiche aggressive e che hanno provocato povertà e disperazione, ora gli Usa si ritrovano a dover trovare intese ed accordi. Perché, dall'altra parte del mondo, la Cina sta facendo altrettanto. Rilancia la via della seta per coinvolgere i Paesi dell'ex URSS, cerca una soluzione ai perenni problemi con l'India, finge amicizia con Mosca alle prese con le sanzioni occidentali, investe in Grecia compra aziende italiane in svendita. Pechino, in pratica, si dota di un retroterra che arriva sino all'Atlantico. E che comprende l'Africa. Per Obama diventa difficile continuare a minare le economie dell'America Latina, utilizzando anche una magistratura di servizio per attaccare l'Argentina o le sanzioni contro il Venezuela per far decadere il modesto Maduro. Ma non è stato solo Obama il protagonista della scena. C'è stai anche Papa Francesco, con le dichiarazioni sull'Armenia che hanno irritato la Turchia. Francesco, in questa occasione, e' stato totalmente americano, argentino. Per nulla piemontese. Ed al Papa argentino non interessa minimamente la diplomazia europea. Non interessano i buoni rapporti o lo stile. Non interessa neppure l'Europa, in realtà. Così, dopo i massacri di cristiani in Africa e Asia, difende i cristiani armeni e non ha timori ad indicare quelli che per lui sono i colpevoli del genocidio. Sorvolando, con il solo immancabile auspicio di pace, sui morti del Nagorno Karabak. Una scelta di campo esplicita. Che, per questo, spiazza i cacadubbi dell'informazione italiana.  Luigi Iannone, nel suo libro "Sull'inutilita' della destra", sottolinea come tutta un'area sia stata spazzata via per le proprie paure di fare i conti con il passato, per la voglia di essere politicamente corretti, per il desiderio di essere accettati. Il Papa argentino non ha questi problemi. E non gli importa nulla se il suo attacco alla Turchia favorirà proprio il presidente Erdogan perché garantirà un'unione nazionale, su base islamica, contro gli attacchi del Papa simbolo di una difesa di parte.

giovedì 9 aprile 2015

Campi Rom per nascondere le indagini sulle tangenti

Ha ragione Boldrini ad attaccare Salvini sui campi Rom: assurdo raderli al suolo quando, con una simpatica e redditizia operazione, li si può dotare di una rete di distribuzione del metano. Business sul modello di qualche isola campana, coinvolgendo le immancabili Coop di area. Magari offrendo ai Rom qualche bottiglia di buon vino o un libro da leggere nelle pause tra un lavoro e l'altro. Certo, meglio deviare l'opinione pubblica sul problema degli zingari, con qualche media che riporta l'intervista a ragazzine dei campi impegnate a guadagnare sino a mille euro al giorno con il duro lavoro dello scippi o del furto in appartamento. E con la Chiesa che attacca Salvini nella certezza che a difendere i cristiani dall'Isis saranno gli zingari. Tutto pur di relegare l'inchiesta sulle Coop nelle pagine interne, tra le ultime notizie dei Tg, nel dimenticatoio dei social. E non importa che gli arrestati stiano parlando, stiano raccontando le modalità di tangenti, di rapporti lerci, di comportamenti ambigui. Anzi, proprio perché loro parlano, i media di servizio devono tacere. Non siamo alle prese con la Baggina e con i socialisti ed i democristiani da eliminare. Siamo alle prese con il Pd, il partito del burattino, dunque bisogna tacere. Bisogna che la questione sia risolta all'interno del partito, della Ditta. Eliminando i cattivi, quando fanno parte della minoranza, e tutelando gli altri cattivi, quando sono vicini al burattino. Così sui media si insiste sul ricco produttore di vino, inviso al premier, ma si glissa sulle intercettazioni da cui spuntano i nomi di personaggi del governo, tanto vicini al cerchietto di potere del burattino. Meglio dedicarsi allo sputtanamento di ambasciatori stranieri per intercettazioni che nulla hanno a che fare con la vicenda del metano e delle tangenti. L'importante è far dimenticare quella parte di telefonate dove si fanno i nomi di un sottosegretario amico, ma tanto amico, del premier. Nessun indagato, certo. Tutti onesti sino a prova contraria. Ma l'atteggiamento schifoso dei media resta. Garantismo per alcuni, colpevolismo a prescindere per altri. Dipende dalla vicinanza con il burattino e la sua corte. Nel dubbio meglio occuparsi dei campi Rom, meglio attaccare Salvini, meglio rievocare episodi di 70 anni or sono, si può persino arrivare ad indignarsi per le guerre puniche, basta che non si parli della corte del burattino.

mercoledì 8 aprile 2015

Le bugie del governo e le tasse che aumentano

L'importante è mentire con naturalezza. Tanto poi ci penseranno i media di servizio a giustificare la bugie e ad abbellire la situazione. Così il burattino portasfiga ed il suo sodale Padoan vanno a raccontare che loro non aumenteranno le tasse. E subito i servi trasformano la notizia in un annuncio di imminente taglio delle tasse. Basta che il popolo bue ci creda. E che voti bene alle elezioni regionali. Dopo il voto si accorgeranno del bidone, ma ormai il problema elettorale sarà stato risolto. Dunque la realtà e' che l'Italia, ISTAT dixit, ha raggiunto con il burattino il livello record di tassazione. E rimarrà al livello record, visto che le tasse non aumenteranno ma non caleranno. Cambieranno nome, nel consueto gioco delle 3 carte del burattino. Si accorpano quelle sulla casa, ma senza ridursi come importo. Il nulla cosmico, insomma, come al solito? Beh, non proprio. Perché le tasse che non aumenteranno (secondo le promesse) sono quelle statali. Poi ci sono quelle locali. Ed il governo ha annunciato nuovi tagli ai Comuni ed alle Regioni. Che, ovviamente, aumenteranno imposte e tariffe per rientrare in possesso di quanto fregato dallo Stato. Dunque l'oppressione fiscale reale e complessiva aumenterà. Ma non bisogna dirlo. Bisogna che il popolo bue rinunci a risparmiare e vada a godersi i ponti e le vacanze, tanto la fregatura arriva dopo. E se federalberghi lamenta cali delle presenze, ci pensano i media a raccontare che i musei son pieni, che le città d'arte fanno il record di visitatori. Magari sono gli stessi cittadini che, non essendo andati in vacanza, riempiono i musei, ma sono particolari irrilevanti. Come è irrilevante che i treni presi d'assalto dai vacanzieri di Pasquetta siano la dimostrazione che il turismo e' ridotto ad un solo giorno, senza presenze alberghiere. Ma quando esplode la polemica tra il compagno Chiamparino, presidente dei governatori regionali, il compagno Fassino, presidente dell'Anci,  contro il burattino, la vicenda assume anche caratteri grotteschi. Una lotta tutta interna al Pd per decidere chi si prende la colpa di aumentare le tasse ai sudditi. Il governo no, dunque ci pensino i Comuni o le Regioni. Fassino, sindaco di Torino e lider maximo della Città Metropolitana torinese, assicura che con questi tagli non si può andare avanti. Renzi replica che la Città Metropolitana ha sforato e dunque deve arrangiarsi, Fassino ribatte che a sforare era stata la Provincia e lui non ha colpe. Già, la Provincia. Guidata da Saitta che ora è diventato assessore alla Sanità del compagno Chiamparino. Tutti Pd, ma a pagare devono essere i cittadini, metropolitani o provinciali. Ma lui, il burattino, non ha colpe

martedì 7 aprile 2015

Il Papa protesta per l'indifferenza dell'Europa dimenticata dalla Chiesa

Papa Francesco ha lamentato l'indifferenza dell'Occidente, a partire da quello cristiano, nei confronti dei sempre più numerosi cristiani assassinati in Africa ed in Asia dai fondamentalisti islamici. Ha ragione, indubbiamente: l'indifferenza è totale. Il Papa, però, dovrebbe chiedersi le ragioni di questo atteggiamento. Ma le risposte non sarebbero particolarmente gradite. Perché la prima responsabile dell'indifferenza e' proprio la Chiesa, quella cattolica e quella protestante innanzi tutto. Una Chiesa che ha dimenticato il sacro per trasformarsi in un'azienda che si occupa di sociologia. Quando gli Stati occidentali, sempre più laici, toglievano il crocifisso dai luoghi pubblici, dalle scuole, i cardinali ed i vescovi tacevano. Mentre qualche prete plaudiva pure, nel nome dell'accoglienza. Si vietava il prosciutto per non infastidire gli ospiti, ma non si toglieva la carne il venerdì perché le regole cattoliche non valgono più. Ed è stato un crescendo. Con la Caritas che si occupa solo degli immigrati, perché incassa somme enormi per mantenerli, mentre ignora i vecchi ed i poveri italiani che frugano nell'immondizia per cercar qualcosa da mangiare. Da loro, dai vecchi italiani, dovrebbe arrivare adesso la solidarietà? Ed i vescovi in  cerca di una promozione a cardinali (vero Nosiglia?) che visitano i campi Rom e si indignano ma poi tacciono di fronte ai furti compiuti ai danni degli anziani italiani, dei più deboli, dei più indifesi? Sono le vittime che dovrebbero ora interessarsi dei nuovi martiri della Chiesa? Tutti gli ultimi italiani, ignorati dalle gerarchie e pure dalle parrocchie, ora dovrebbero mobilitarsi? In nome di cosa? Di una fede che viene presentata com identica a tutte le altre? In nome di un sacro che è stato cancellato? In nome di una solidarietà che li discrimina sempre? Il Papà, sempre pronto a pregare per le vittime straniere, e' sempre così distratto quando si tratta di pregare per gli italiani vittime degli stranieri. Praticamente muto. Il telefono va fuori servizio, in quei casi. Recentemente un sondaggio in una scuola media italiana ha evidenziato come la stragrande maggioranza dei ragazzini di quella scuola sarebbe pronta a convertirsi all'Islam di fronte ad una minaccia dei fondamentalisti. Al di la' dell'attendibilità o meno di un simile sondaggio, perché mai i ragazzini dovrebbero rispondere in modo diverso? Per difendere il crocefisso in classe, già tolto da qualche insegnante multiculturale? Per difendere la recita natalizia, eliminata da qualche preside progressista? Per difendere il presepe, già eliminato dal consiglio di classe tanto attento ai nuovi italiani? Ecco, forse l'unica ragione per non convertirsi sarebbe la rinuncia al panino con il salame. Ma non basteranno le nonne a difendere la cultura italiana, almeno quella gastronomica. Provvede già McDonalds. Ed allora il Papa non deve stupirsi dell'indifferenza. Se vuole, e non è sicuro, può provare a cambiare questa Chiesa laica, laicista, attenta solo agli stranieri. Magari ha ragione lui, l'Europa ha finito il suo ciclo di vita e di iniziativa culturale. La fede e' solo più proprietà dei cattolici di altri continenti e questo spiega la disattenzione della Chiesa nei confronti dei fedeli europei. Ma allora non si chieda attenzione e sostegno da chi viene ignorato e discriminato. Sono scelte libere, quelle della Chiesa. Ma anche quelle dei fedeli, sempre meno fedeli. E se il Papa vuol cambiar verso, può sempre chiedere consigli ai patriarchi ortodossi.

giovedì 2 aprile 2015

Job all'italiana: 3,50 euro all'ora

C'era una volta la "generazione mille euro", quella dei giovani costretti a sopravvivere con stipendi di questo livello, inadatti a costruire una famiglia, a pensare ad un futuro lontano dalla casa di mamma e papà. Poi, però, sono arrivati i governo dei tecnici e dei loro imitatori. I signori del "ce lo chiede l'Europa". Monti, Letta, Renzi. E, finalmente, per i giovani la situazione e' radicalmente mutata. Grazie anche ad un ministro del lavoro come Poletti, in arrivo dalle coop. Con la sua grande esperienza era ovvio che si arrivasse ad una inversione di tendenza: basta con la generazione mille euro, l'Italia deve diventare un faro per l'Europa, un esempio virtuoso. Ed allora si lancia la generazione 600 euro. Non è una battuta. Per alcuni servizi (dalle pulizie ai controlli di sicurezza) e' stato raggiunto un accordo sindacale - siglato anche dalla CGIL di Susanna Camusso - per una paga oraria di 3,50 euro. Il che significa che lavorando 40 ore alle settimana per tutto il mese si arriva alla folle cifra di 600 euro. Uno spreco, senza dubbio. Un'esagerazione. Un invito allo sperpero. Ed allora le cooperative cercano di evitare di dare il cattivo esempio e riducono le ore. Lavorare meno,lavorare tutti. E si scende a 300-400euro al mese. Ma non chiamateli mini job, quella è roba per sfruttatori tedeschi. In Italia si può chiamare rigore, serietà, normalità. Quella grigia normalità invocata dal Grigiocrate Monti. Si deve procedere allo smantellamento dello Stato sociale, si deve procedere all'impoverimento del Paese. Da un lato stipendi sempre più bassi, dall'altro tasse sempre più alte. Possibilmente sulle proprietà, in modo da obbligare gli italiani più poveri a svendere case e terreni per cercare di sopravvivere ancora un po'. Tanto i polli di Renzi non si ribellano. Tutt'altro. Con i media di dis informazione che si impegnano a creare dissapori tra categorie. Perché mai gli agricoltori non dovrebbero pagare l'Imu se lo pagano gli altri? Perché mai qualcuno dovrebbe avere uno sconto se io non posso averlo? Divide et impera. Mica e' roba nuova. E poi provvedono i politicamente corretti a spiegare che, per i clandestini, occorre spendere 35 euro al giorno per il mantenimento. Che per le grandi risorse non invitate occorre garantire una casa dignitosa ed un lavoro soddisfacente, dopo corsi di formazione a carico dei contribuenti. Compresi quei contribuenti che guadagnano 3,50 euro all'ora, che non han diritto alla casa, che non han diritto a nulla.

mercoledì 1 aprile 2015

Le nuove destre della nuova Italia? Poco entusiasmanti

La destra della Terza Repubblica e' nata a Roma la scorsa settimana. Oddio, nessuno se n'è accorto ma, d'altra parte, nessuno si è accorto della nascita della Terza Repubblica. Forse i promotori dell'iniziativa romana sono solo molto avanti, troppo avanti per il grande pubblico. Chi sono gli artefici della rinascita? Secondo qualche analista malefico sarebbero gli stessi che hanno affossato le destre nel corso degli ultimi anni. Ma sono cattiverie, evidentemente. Gelosie. Perché si può forse attribuire qualche responsabilità al prode Aledanno? O agli altri così avanti, così generosi nel corso del tempo? E poi si può mettere il dubbio l'alta statura politica dei protagonisti? Il solito malefico faceva notare che, ad esempio, Menia e' diventato protagonista della politica triestina soltanto perché quelli bravi (Grilz, Biloslavo, Micalessin, Valle) erano andati via da Trieste per seguire altre strade professionali e di vita. Una vita che Grilz ha concluso tragicamente in Mozambico da giornalista coraggioso qual era mentre gli altri 3 si sono fatti valere in Italia e nel mondo. Ma gli altri ricostruttori della Destra futura? Cosa hanno fatto, di clamoroso o anche solo di utile, quando hanno avuto posizioni di potere? Però adesso assicurano che tutto cambia. Basta continuare a dar loro fiducia. Vietato vietare. Nessuna esclusione nei loro confronti. Hanno costituito movimentini dello zero virgola ma ora sono pronti a rappresentare una desta vincente, maggioritaria. Purché i protagonisti continuino ad essere loro. In concorrenza con Salvini, e questo e' un punto fermo e chiaro. D'altronde le sigle riunite a Roma non lasciavano molto spazio all'idea di un movimento nazionale, interessato a varcare la Linea Gotica. Pareva quasi una proposta, velata, di spartizione: da un lato Salvini, dall'altro le destre del Sud riunite. Con il problema, irrisolto, di Fdi. Perché, di fronte a sondaggi in crescita, il partito della Meloni e' diventato improvvisamente interessante. Con alcuni ricostruttori pronti a farsi inglobare ed altri a lamentarsi della scarsa attenzione di Fdi nei confronti di queste sigle dello zero virgola. Insomma, l'indicazione arrivata da Roma era chiara: inseriteci nelle liste, ricandidateci, fateci tornare protagonisti. Altrimenti? La minaccia, dal punto di vista politico, e' inesistente. Ma di mezzo c'è sempre il tesoro della Fondazione di An. La politica, senza soldi, non si fa. Ma i soldi non bastano a far politica quando i protagonisti son sempre gli stessi e sono dei perdenti. E non è certo un caso che la manifestazione romana sia stata pressoché ignorata dagli organi di informazione. Con un dibattito limitato anche sui social. Non proprio un segnale di vittoria imminente.