venerdì 30 novembre 2012

Nuove case per il centrodestra. Ma senza questi morti politici

Renzi e Bersani si scontrano anche sulle regole, ma poi affrontano temi politici. Dichiarano a proposito di Israele e politica economica. Si può condividere, non condividere, provare disgusto. Ma è un confronto politico. Al centrodestra, invece, si affrontano i protagonisti di una farsa. Morti politici che camminano, che si scannano non in base ad un'idea, quale che sia, ma alla ricerca di un partito che si degni di accoglierli in lista. E se Berlusconi cerca di eliminare la destra interna, provando a convinvere Storace ad accogliere nella sua formazione gli ex An trasformati in paria, è l'ex governatore del Lazio a fare il prezioso (a ragione): cosa me ne faccio di questi? Ma il problema è un altro. Cosa se ne fanno gli elettori, di questi? Nulla, assolutamente nulla. Qualsiasi idea di destra si abbia, non servono questi signori. Radicali, terminali, sociali, nazionali, liberali, anarchici, socialisti nazionali: un'accozzaglia di idee che non ha senso far convivere in un unico partito, ma che soprattutto non ha senso far interpretare da questi politici in cerca di rielezione. Serve una casa nuova, anzi più case. Dove sia possibile esprimere idee coerenti e condivise. E dove questi morti politici non abbiano domicilio

giovedì 29 novembre 2012

Bondi contro tutti: il vecchio che avanza.

Esilarante intervista della Stampa a Bondi. Sì, Bondi, non Boldi. Il senatore del Pdl si lancia in una spericolata resa dei conti interna. Contro gli ex An, contro Cl, contro Alfano, contro Sacconi. Insomma, l'ex compagno illuminato sulla via di Arcore è pronto a duellare con chiunque non sostenga l'opera di rinnovamento che metta alla guida del partito il giovane Berlusconi. Oddio, non è che Bondi abbia tutti i torti quando accusa i suoi quasi ex soci di aver pensato solo alla gestione interna del Pdl. Ma lui dov'era? Impegnato a scrivere poesie d'amore? Ma i vertici del comico, Bondi li raggiunge quando spiega che il Pdl ha sostenuto i provvedimenti positivi di Monti. Fantastico. Peccato che poche righe prima avesse ammesso che l'elettorato tradizionale del Pdl è stato massacrato proprio dai "positivi provvedimenti" di questo osceno governo. E l'elettorato, carramba che sorpresa, si è disgustato del Pdl e dei suoi atteggiamenti. Ma allora quali sono le nuove proposte del futuro partito berlusconian-bondiano? Boh. Mettere ai vertici il giovane Silvio e proseguire con i positivi provvedimenti dell'agenda Monti? Ovviamente ciascuno è libero di predisporre i propri programmi, ma viene da ridere all'idea che Bondi sia convinto di entusiasmare, in questo modo, i suoi "elettori tradizionali". Più tasse per pagare la sanità pubblica, come imposto dal Grigiocrate Monti? E vai con valanghe di voti. Redditest per stroncare i consumi? Si sfiora il 30% dell'elettorato. Licenziamenti di massa e povertà generalizzata? Dai che siam vicini alla vittoria. Ulteriore crollo del Pil? La maggioranza assoluta è garantita. In bocca al lupo, geniaccio di un Bondi.

mercoledì 28 novembre 2012

Il Pdl è morto, ma i partitini di Silvio son destinati ad abortire

In fondo ha ragione Silvio: il Pdl è morto (e senza tanti rimpianti se non da parte di chi ha stramangiato grazie alle poltrone garantite), meglio dunque fare un partito nuovo. O magari 3. Dunque un partito berlusconiano in senso stretto, uno di destra dove concentrare gli ex An e Storace, nonché il Pdl dove si concentrerebbero quelli che non sanno dove andare e che non vuole nessuno. D'altronde siamo a Natale. Ed ai tempi dell'infanzia berlusconiana, a Natale arrivavano in regalo i soldatini. Ovvio che in questa fase di regressione senile Silvio abbia ancora voglia di giocare. Con i partitini che sostituiscono i soldatini. Metto Frattini di qui, la Meloni di là e mi tengo la Biancofiore. Tutto bello, divertente, poetico. Ma sorge spontanea una domanda. Perché mai gli elettori dovrebbero votare per questi soldatini? Per questi partitini? Perché nell'orgasmo del gioco, Silvio si è dimenticato di una cosa: il programma. Anzi, i programmi, visto che i partitini sono 3. Ed il programma non vuol dire che Frattini si eccita in previsione di un Monti bis, che Mauro si lancia in anatemi contro chi contesta l'agenda Monti, che la Meloni dichiara che il futuro deve essere il Ppe (insomma, una nuova Dc italiana). Mentre Silviuccio oscilla tra l'approvazione ed il disgusto per Monti, come se ci fossero margini di approvazione per chi ha distrutto l'Italia. Avanti così, allora, con o senza primarie. Perché il flop annunciato alle primarie sarebbe solo il segnale per il disastro elettorale in primavera. Meglio far finta di niente e andare avanti ignorando che gli italiani, quelli della loro area, vorrebbero tutt'altro.

martedì 27 novembre 2012

Goldman ora punta sull'Italia in saldo

Grande eccitazione sui quotidiani di servizio: Goldman Sachs punta sull'Italia. Sì, proprio la banca d'affari (o di malaffare) che, vendendo i titoli italiani, aveva determinato il crollo del nostro Paese con il boom dello spread. Ed ora scommette su di noi. Ma che bello! A nessuno di questi zerbini prestati al giornalismo, viene in mente che Goldman punti su di noi proprio perché ha fatto crollare il valore di aziende, società, immobili. Macché, nessuna analisi di questo tipo. Così come si sorvola sul fatto che Goldman Sachs abbia già chiarito che occorre proseguire con la famigerata "agenda Monti" ed, anzi, si debba renderla ancora più pesante per il popolo italiano. Impoverirlo ulteriormente per rendere l'Italia sempre più appetibile per gli speculatori. D'altronde lo stesso Monti (uomo Goldman, tanto per ricordarlo, anche se gli anticomplottisti assicurano che si tratta di coincidenze) era andato la scorsa settimana negli Emirati a spiegare che l'Italia è in svendita a prezzi di saldo. Ed i media italiani si entusiasmano.

lunedì 26 novembre 2012

Argentina sotto l'attacco degli avvoltoi: anche Guido Rossi la difende

Cristina Kirchner, presidente dell'Argentina, li ha definiti "avvoltoi". Gli speculatori internazionali che, dopo aver portato il Paese sudamericano al default grazie alle criminali idiozie del Fondo monetario internazionale, ora vogliono imporre pagamenti indebiti all'Argentina grazie al sostegno del "solito" giudice statunitense. Quei giudici che, come sempre, ignorano i diritti dei popoli e sono al servizio dei Soros di turno. Il Grigiocrate Monti, a questo punto, parlerebbe di populismo, di volontà di ignorare le regole dei mercati. E sciocchezze simili a raffica. Peccato - per Monti, non per la Kirchner - che a difendere l'Argentina ed il popolo argentino sia sceso in campo anche Guido Rossi, sulla prima pagina del Sole 24 Ore di domenica 25 novembre. Spiegando, sotto l'aspetto giuridico e di conseguenze mondiali, le assurdità della sentenza Usa. All'impeccabile intervento di Rossi si può solo aggiungere un aspetto storico: il default argentino è stato provocato dagli stessi banditi che ora stanno cercando di rubare altri soldi al popolo latinoamericano. E sono gli stessi criminali che cercano di penalizzare l'Argentina nei rapporti internazionali e finanziando le Ong che scendono in piazza per destabilizzare un governo eletto democraticamente. Perché la speculazione non tollera libertà ed indipendenza di un popolo. Perché il contagio della libertà ha già colpito buona parte del Sud America e potrebbe estendersi. Meglio prevenire: un po' di scontri in piazza, magari qualche morto, e via con l'attacco alla Casa Rosada. Un monito al Brasile, all'Ecuador, al Perù, al Venezuela.. Al mondo intero.

venerdì 23 novembre 2012

Befera uccide i consumi e Cancellieri prepara la repressione

Pazzi, semplicemente pazzi. Continuano ad impoverire il Paese e l’unica cosa di cui si preoccupano è la gestione dell’ordine pubblico (Cancellieri docet). Non un’idea di come far ripartire l’Italia, di come favorire lo sviluppo. Interessati solo ad aumentare la spesa per la repressione poiché – assicurano o minacciano, i prossimi mesi saranno difficili. Caratterizzati da crescenti tensioni. Beh, certo, se gli incompetecnici pensano di continuare sulla strada dei tagli e della persecuzione fiscale, è evidente che le tensioni aumenteranno. Ma si tratta di scelte, non dell’inevitabile succedersi delle stagioni. Quando vampiro Befera illustra i test per dimostrare che si spende troppo rispetto al reddito dichiarato, non minaccia gli evasori (che sono abituati ad aggirare comunque le regole), ma di fatto invita gli italiani onesti a spendere di meno, deprimendo ulteriormente i consumi già in caduta libera. Ed in questo modo sferra un attacco micidiale alla produzione italiana, al lavoro italiano, ai lavoratori. Qual è la logica? Se spendi, finisci sotto osservazione. Dunque per evitare rogne, problemi, contenziosi e lunghissime perdite di tempo (chi rimborsa il tempo perso? Befera?), le famiglie rinunceranno agli acquisti per non finire nel mezzo di accertamenti e richieste assurde. Oppure sceglieranno di incrementare il “nero”. Acquisti in nero, lavori in nero: se non compaiono le spese ed i ricavi, la tranquillità cresce. Geniale, davvero. Mentre chi sceglierà di rispettare le regole, ridurrà il proprio tenore di vita, creando ulteriore depressione economica e provocando nuove tensioni. Per dar ragione alla Cancellieri.

giovedì 22 novembre 2012

Nelle scuole italiane arriva la denutrizione. Evviva! Siam finalmente come la Grecia

Nelle scuole torinesi gli insegnanti assicurano che sempre più ragazzi si presentano in classe denutriti. Altri invece stanno solo un po' meglio e sono malnutriti. Mangiano schifezze a basso costo perché in famiglia i soldi non ci sono più. Non è un fenomeno solo torinese, ovviamente. Ed altrettanto ovviamente viene ignorato. D'altronde si sta già ripetendo da mesi in Grecia, poi in Portogallo. Nell'era precedente all'arrivo dei farab(r)utti, nel senso che son proprio brutte persone, si sosteneva continuamente che una corretta alimentazione era la base per la prevenzione. Ed in questo modo si riducevano le spese sanitarie. Ora non è più così. Perché i tagli alla sanità ci sono comunque e a prescindere dallo stato di salute della popolazione. Calano gli acquisti di medicinali, non solo di cibo di qualità e di cibo in assoluto. Ma Monti insiste: va bene così. E trova pure il sostegno di molti che, a primavera, andranno in giro a chiedere voti alla gente che sta sempre peggio. Avanti così, verso il suicidio collettivo di un popolo incapace di reagire.

mercoledì 21 novembre 2012

Le Pussy ai lavori forzati: i media si indignano per il ricamo

Che rabbia, per i media italiani: le Pussy Riot, nel carcere russo, non vengono picchiate, torturate, minacciate. Ma Nicola Lombardozzi, su Repubblica, non demorde. E' vero che le foto ritraggono la pseudo cantante Nadia assolutamente serena, ben coperta, pulita. Ma chissà cosa c'è sotto. Chissà se avrà dovuto subire avances sessuali da parte delle sua compagne di prigionia. Oddio, i telefilm americani, quelli che esaltano la polizia locale, insistono sempre sulle violenze in carcere, utilizzate come minaccia proprio dagli agenti. Ma mica vorremo confondere uno stupro democratico con delle avances in un carcere putiniano. E poi, assicurano i media italiani, le Pussy sono costrette ai lavori forzati. Come quelli imposti nei democratici Stati Uniti, con tanto di catene ai piedi e pietre da spaccare? Beh, non proprio, la povera cantante è costretta a cimentarsi nel cucito e nel rammento. Potrebbe pungersi un dito. E l'Occidente non fa nulla? Non organizziamo una no fly zone? Chissenefrega dei morti a Gaza: la Pussy soffre, in attesa che l'orco Putin decida di graziarla. E poi, cos'avrà fatto di male? Lo spiega Lombardozzi: ha cantato "una canzoncina in cattedrale". Piccoli cantori puniti. Perché la blasfemia vale solo per le vignettine antislamiche, per i filmettini che sparlano di Maometto. In una cattedrale ortodossa la blasfemia si trasforma in canzoncina. quasi natalizia. D'altronde la Russia non sa comunicare, non ha idea di cosa siano i rapporti mediatici. Ed allora si può approfittarne, passando sopra la decenza ed il senso del ridicolo. Tutto fa, quando bisogna distruggere chi si oppone a Soros ed agli speculatori.

martedì 20 novembre 2012

L'architettura del littorio, soft power vincente

L’Italia vede crollare il suo “soft power” a livello mondiale. Grande risultato per un Paese che vanta la maggior concentrazione di opere d’arte, che si autocompiace del proprio passato poetico, letterario, musicale, pittorico, scultorico, architettonico. Ma, in realtà, proprio l’Italia dimentica volutamente questo passato. Perché è scomodo, spesso politicamente scorretto. Basti pensare all’architettura razionalista. Cancellata. Per la semplice ragione che è comunemente definita “architettura fascista”. Paolo Camaiora, architetto, ha provato a far ragionare gli italiani con un libro, “Le colonie marine del littorio sulla costa Apuo-Versiliese”. E sono emersi aspetti sorprendenti e sconosciuti. Al di là della bellezza delle opere, è interessante che si sia fatto dimenticare agli italioti che la Torre di Marina di Massa, alta 52 metri ed in grado di ospitare oltre 500 bambini, era stata costruita in 90 giorni. Costruita sulla spiaggia e studiata dagli architetti giapponesi come esempio di architettura antisismica. Con gli stessi criteri, d’altronde, con cui eran state costruite le case dell’Aquila, quelle che non a caso non son crollate per il terremoto. E le altre colonie littorie? Massimo tempo di realizzazione, un anno. Tempi concordati, spese concordate, numero di lavoratori concordato. Tutto affidato a giovani architetti, obbligati ad avere però una fideiussione bancaria. Se non avessero rispettato tempi e spese, avrebbero risarcito lo Stato di tasca propria. Ma di tutto questo l’Italietta di oggi preferisce non parlare. Meglio dedicarsi a sprecar soldi pubblici per filmetti che non avranno pubblico. Meglio sprecar soldi per sostenere musicisti la cui fama non supera la cinta daziaria. Meglio strapagare architetti che realizzano parallelepipedi di cemento e vetro e li considerano grattacieli innovativi. Tutto pur di non arrendersi all’evidenza che la cultura che conquistava il mondo non era quella che, adesso, ci impone l’Europa.

lunedì 19 novembre 2012

Monti annuncia che l'Italia è in svendita. Come voleva Goldman, ma è una coincidenza

L'Italia è in svendita. Non sono i soliti complottisti a dirlo. Questa volta è lo stesso premier, Mario Monti, ad ufficializzarlo. Nella sua visita in Kuwait ha spiegato che, grazie a lui, ora ci sono le condizioni affinché gli investitori stranieri possano fare shopping nel nostro Paese a prezzi di saldo. Oddio, era proprio lo scenario ipotizzato dal libro "Il Grigiocrate", ma i soliti analisti di servizio, quelli secondo cui ogni critica a Monti rappresenta il frutto di una fissazione complottista, avevano assicurato che non era vero, che mancava la prova provata, la pistola fumante. Ora ce l'hanno, la prova provata. E' il loro nume tutelare a dirlo: l'Italia si può vendere a basso prezzo. Come volevano i signori della Goldman, guarda che coincidenza. Rovinare l'Italia, mettere in ginocchio l'economia e le aziende, costringerle a vendere agli investitori stranieri a qualunque prezzo, purché basso. Ma nei discorsi di Monti in Kuwait ci sono altri elementi interessanti. Il professore imposto dai mercati fa capire che, senza di lui, la speculazione avrebbe campo libero, perché lui, il loro uomo a Palazzo Chigi, non può garantire il futuro. Ma il grigiocrate spiega anche che il suo eventuale successore dovrà occuparsi anche della crescita. Allora, se si pensa allo sviluppo, ci sono buone possibilità che il futuro premier non sia Monti.

venerdì 16 novembre 2012

Ancora un anno per salvare l'Italia. Ma gli idioti pensan solo alle primarie

. La domanda rivolta questa mattina a Osvaldo Napoli, del Pdl, è la dimostrazione più evidente del totale distacco di un mondo piccolo ed autoreferenziale (politici, giornalisti, banchieri, soubrettes che vivono solo di comparsate, nullafacenti pagati dalle tv) da quella che è la realtà dell'Italia. La nostra economia manifatturiera ha un anno di tempo, in molti settori, per uscire dal disastro o scomparire defintivamente. Con le conseguenze immaginabili in termini di disoccupazione e conflitto sociale. Eppure, il piccolo mondo autoreferenziale, si interroga su primarie che non interessano nessuno, sulla distanza che i manifestanti devono mantenere dalle sedi istituzionali, sulla scelta se affidare ad un Monti bis la prosecuzione di una politica economica idiota e criminale o se gestirla in proprio ma seguendo comunque l'agenda Monti. E intanto la legge di stabilità viene modificata per permettere nuove assunzioni di poliziotti e carabinieri. Ovvio, si deve pensare alla repressione della protesta, non alle soluzioni per eliminare le ragioni della protesta. E si trovano i soldi per la repressione ma si tolgono all'istruzione. Uno dei più prestigiosi licei milanesi, il Beccaria, lancia il progetto "adotta un cervello": chiede alle aziende private di sponsorizzare i lavori di ristrutturazione dell'aula magna e, magari, l'acquisto di materiale informatico. Perché per l'istruzione, la formazione, l'innovazione, i soldi dello Stato sono finiti. E allora fatevele, le vostre primarie. Occupate gli spazi tv con domande idiote sul nulla cosmico. Ma poi non vi stupite di essere rimasti soli.

giovedì 15 novembre 2012

Controinformazione e boicottaggio, per combattere i media bugiardi

Nessuno si sarà stupito, oggi, guardando i tg e leggendo i quotidiani in merito alle proteste di ieri. Lo zerbinaggio mediatico nei confronti di un governo - disastroso ma che piace alle banche - è totale. Soprattutto quando la protesta diventa un fenomeno generale e passa dai salotti alle piazze. Ma ieri, per fortuna, la Rete ha dimostrato maturità. Su fb e social network vari le immagini dei ragazzi disarmati pestati da poliziotti e carabinieri hanno finalmente preso il posto delle foto del gatto di casa o della gita al mare. Un po' di consapevolezza è arrivata: meglio tardi che mai. Ma non basta. Ora serve un passo ulteriore. Serve imparare ad utilizzare la Rete per una sana controinformazione, ma fatta bene, con professionalità. Di fronte ai grandi mezzi Rai o Mediaset non bastano più le immagini dei cellulari. E la tecnologia oggi è acquistabile a prezzi contenuti. Piccole telecamere, rapide interviste, commenti. Per sbugiardare il Tg3, la faziosità assoluta, o il Tg5 che ogni mattina si prostra di fronte agli incompetecnici. E poi si può passare ad interventi più mirati. Mediaset ha i conti in rosso per il calo della pubblicità. Bene, occorre individuare gli investitori pubblicitari che affiancano le trasmissioni bugiarde e faziose. Dopodiché si pubblicano i nomi in rete e si inizia il boicottaggio. Vale per Mediaset come per la Rai o per la 7. Ma il boicottaggio deve essere rigoroso. Non un euro per i profumi che vengono pubblicizzati prima e dopo il Tg3. Non un euro per le calze che affiancano il Tg5. Non un euro per chi paga gli spot durante i programmi di Gad Lerner. Senza violenze, se non quelle verso le proprie abitudini di spesa. Ma con rigore, professionalità, voglia di non arrendersi.

mercoledì 14 novembre 2012

Scuole senza soldi, servono per i lacrimogeni

Polizia e carabinieri che manganellano i dimostranti in Sardegna, a Napoli. Una città dopo l'altra. E' la brutta immagine di un governo che si difende, e difende gli speculatori, picchiando il proprio popolo. Lavoratori senza futuro grazie alle imposizioni dell'Europa, pensionati che non sopravvivono perché i loro soldi servono ad ingrassare i banchieri in Italia e all'estero, giovani che come unica opportunità hanno quella di emigrare. Ma non devono protestare, non devono lamentarsi. Per non far piangere la Fornero, per non irritare la culona Merkel che ha già dichiarato di trovare inaccettabili gli scioperi di protesta in Grecia. Ed allora i giornali di servizio scatenano l'indignazione per una lettera stupida inviata alla figlia della Fornero, ma evitano ogni indignazione di fronte alla disperazione di chi non sa come sfamare i figli o come pagare un affitto. E allora vai con la repressione. Perché chi perde il lavoro e non ha più soldi dovrebbe avere il buon gusto di suicidarsi in silenzio, senza infastidire i tecnici e l'Europa. Ma se si azzarda a protestare, i soldi per comprare i lacrimogeni il governo li trova. Magari sono i soldi sottratti alle scuole per la sicurezza, l'innovazione, la ricerca. Perché il denaro serve per i manganelli, gli idranti, gli scudi.

martedì 13 novembre 2012

Tra manifesti dei fumetti e maggioranze a comando: Pd e Pdl in marcia verso il nulla

Il Pd, per le primarie, ha lanciato un manifesto con "I fantastici 5", trasformando il confronto interno in un fumettazzo. A Torino il centrodestra, all'opposizione, salva la maggioranza di Fassino votando l'ennesimo favore alla famiglia Agnelli per la costruzione di una imperdibile beauty farm in una periferia degradata che avrebbe bisogno di qualcosa di più utile. Il distacco tra i professionisti di una politica-spettacolo, ma tutt'altro che spettacolare, ed i cittadini-sudditi diventa sempre più ampio. Ma evidentemente Pd e Pdl (con l'aggiunta, a Torino, di una Lega che non osa ribellarsi alla Fiat), se ne fregano di questa voragine. Convinti che gli elettori si possano entusiasmare per un manifesto idiota o per una votazione di comodo. Convinti che, tanto, il popolo bue si recherà comunque alle urne per sostenerli. Senza un programma, senza un progetto, senza un'idea che non sia quella di copiare Monti senza Monti. Non uno che riesca a spiegare perché mai si dovrebbero scegliere nuovamente i protagonisti di un disastro culminato nella cessione del potere alla banda Monti, con depredamento annesso. Si impoverisce un popolo e gli si propone di proseguire sulla stessa orrenda strada. Tanto loro hanno già l'appoggio dei finanzieri e dei banchieri che si spartiranno le spoglie dell'Italia. Ma almeno non pretendano di essere pure applauditi da chi diventerà sempre più disperato.

lunedì 12 novembre 2012

I media ignorano i poveri e ridono a comando per le battute infelici di Monti

Da un lato il grigiocrate Monti che concede, magnanimamente, la sua disponibilità a guidare il futuro governo. Ovviamente senza dover sottostare a quel rito barbarico e populista che sono le elezioni. Dall'altro le code sempre più lunghe di fronte ai punti in cui, in ogni città, si distribuisce qualche razione di cibo al crescente esercito di poveri e disperati. Ma l'aspetto più disgustoso, in questa situazione, è il comportamento dei media. Servili, zerbinati, entusiasti di fronte a qualsiasi banalità di Monti o della sua squadra di incompetecnici. Totalmente ciechi di fronte alla disperazione quotidiana della gente normale. Onore al merito a Del Debbio, che invece i temi della povertà ha il coraggio di affrontarli. Ma gli altri colleghi? E' squallido sentirli ridere a comando per battute montiane prive di ogni umorismo. E' indecente vedere l'indignazione generale perché alla figlia della Fornero è stato scritto che, se vince la rivoluzione (e quando mai?), saranno cazzi amari. Ma tutti questi giornalisti indignati non sprecano una riga per indignarsi di fronte alle porcate di un governo che crea disoccupazione, disperazione, suicidi. Quando si rottameranno i politici incapaci e gli incompetecnici, bisognerà anche rottamare un esercito di giornalisti servi di qualsiasi potere

venerdì 9 novembre 2012

Nuovi partiti? E' sufficiente copiare Grillo

All'interno dei due maggiori partiti italiani, ma soprattutto nel Pdl, le spinte centrifughe aumentano. Perché il Pd, in fondo, riesce a contenerle grazie alla prospettiva di una vittoria. Soprattutto se ad affermarsi nelle primarie sarà Bersani. In caso contrario, con un Renzi vincente, la voglia di poltrone potrebbe non bastare a tenere unita una compagine che ha una parte consistente della base su posizioni che nulla hanno a che spartire con i finanzieri raccolti intorno al sindaco di Firenze. Ma il casino vero è quello nel Pdl. Perché restare uniti intorno ad un personaggio sbiadito come Alfano e con un programma che ricalca quello di Monti e che non piace alla base del partito ex berlusconiano? I generali ed i colonnelli non hanno più la percezione di quello che è l'umore degli elettori. Due mondi separati. Due mondi ormai completamente estranei. E non è soltanto un problema dei parlamentari con elettori o iscritti, ma persino con i vertici locali. Tutti sognano di creare un nuovo movimento, un altro partito. Ma poi non succede nulla, perché non ci sono i soldi e perché non si sa come fare. Eppure il modello è davanti a tutti, basta copiarlo. Il modello-Grillo. Che non significa copiare programmi o linguaggi. Basta copiare il geniale utilizzo della rete, la capacità di coinvolgere, il coraggio di fregarsene del politicamente corretto. Poi ciascuno metterà i contenuti, a seconda delle proprie idee. Ma occorre partire subito, se si vogliono creare alternative concrete. Il Pdl è morto, ma nulla è ancora nato al suo posto.

giovedì 8 novembre 2012

Ascoli, città bellissima simbolo dell'incapacità di far turismo

L'Italia precipita anche nelle classifiche mondiali del turismo. Grazie al grigiocrate Monti ed alla banda di incompetecnici che impoveriscono gli italiani, impedendo di spendere per il turismo. Ma grazie anche a chi il turismo non sa gestirlo e tantomeno promuoverlo. Una città come Ascoli, semplicemente stupenda, è assolutamente ignota ai più. L'ha scoperta, ora, la Vodafone che ci gira uno spot. Ma la meraviglia di un centro storico medievale non viene fatta conoscere. Colpa dei politici che non hanno idea di dove andare a raccontare le bellezze della città; colpa di imprenditori del settore che non investono in strutture alberghiere; colpa delle ferrovie che lasciano Ascoli praticamente isolata vista la qualità del servizio. Così si finisce per spendere inutilmente montagne di denaro per attività che non richiamo nessuno perché nessuno viene a saperlo. E ad un turismo che vive di gruppi e di trasferte in pullman si offrono hotel da 7-15 camere. Totalmente inutili. Non è solo un problema di Ascoli, comunque alle prese con una crisi dell'industria che potrebbe trovare alternativa nel turismo. Da Nord a Sud il dilettantismo dilaga. La comunicazione latita. Si spende male ma non si investe. E l'Italia arretra nelle classifiche dei Paesi più visitati.

mercoledì 7 novembre 2012

Mentre i vertici pensano alla riforma elettorale, le basi preparano nuovi partiti

Pdl, Lega e Udc si accordano per la riforma elettorale, pronti però a modifiche se il Pd strillerà forte. L'Idv è allo sbando, tra fughe verso il Pd e sogni di confluire sotto l'ala di Grillo. Sel aspetta di sapere se lo smacchiatore di leopardi sacrificherà Vendola per un nuovo flirt con Casini. Montezemolo tentenna e Fini si gode un momento di popolarità grazie agli sputi ricevuti. Ecco, il panorama della politica italiana è tutto qui. Beh, non proprio. Mentre i colonnelli dei vari partiti si trasformano in caporali di giornata e strillano alla luna, i loro iscritti, militanti, aderenti, si interrogano. E non si pongono più le consuete domande se sia meglio un candiato o un altro, una corrente o un'altra. Molti, questa volta, fanno sul serio. E sono pronti a mandare a quel paese (fosse anche Montecarlo) tutta questa banda di sedicenti colonnelli, generali e ufficiali senza più truppa. Basta, è finita. E' ora di far nascere, dal basso, movimenti nuovi, davvero popolari. A destra come a sinistra. Senza la noia dei riti berlusconiani, senza i colonnelli aennini con palle di velluto (Santanché dixit), senza ragazzacci fiorentini al servizio dei finanzieri, senza presidenti di regioni che non hanno mai ottenuto risultati. Senza, soprattutto, quelle bande di professionisti del nulla che son pronti a chiedere il voto per un candidato per poi dirottare i suffragi su Monti, seppure bis

martedì 6 novembre 2012

Berluscones nel caos, anche a Mediaset

L'impero di Berlusconi vacilla? Nel Pdl si è ormai allo scontro tutti contro tutti. Qualcuno crea movimenti alternativi, e non sono soltanto i nomi noti come Tremonti o Sgarbi. Mentre i sondaggi danno il centrodestra in caduta libera, a prescindere da chi vincerà le primarie. Anzi, più si è convinti che ad affermarsi sarà il moscio Alfano e più la diaspora si accentua. Ma ormai anche a Mediaset il caos regna sovrano. Il Tg di Canale 5 è sempre più asservito al governo Monti, con un Bonsignore pronto ad inchinarsi di fronte a qualunque idiozia quotidiana di Grilli o della Fornero, di Riccardi o della Cancellieri. Poi, però, arriva Del Debbio e spara a zero contro la vera casta, quella degli incompetecnici. E sputtana i ministri che piazzano i propri figli in posti di lavoro prestigiosi e remunerati (spesso nello stesso posto in cui lavorano loro, i ministri) e poi vanno in tv per insultare le famiglie normali che non mandano i propri figli a lavorare all'estero o a fare i lavapiatti precari dopo una laurea in Ingegneria. Esiste una linea? Pare di no. D'altronde anche il povero Alfano pare in preda alla confusione totale. Vota per la distruzione dell'Italia, imposta da Goldman e dalla finanza internazionale attraverso Monti, e poi scopiazza il programma del Centro studi Polaris per la riduzione del debito ed il ritorno ad una sovranità nazionale. Lo stesso programma utilizzato da alcuni esponenti del Pd e, prima ancora, rilanciato da Grillo. Peccato che sia il Pd sia Alfano continuino a votare per un governo che va in senso opposto alle proposte. Un due tre: casino. Deve essere questa la nuova linea politica del Cavaliere, nel Pdl e sulle sue Tv.

lunedì 5 novembre 2012

De Benedetti, distruttore dell'Olivetti, fa la morale a Fiat

Inaccettabile. Così Carlo De Benedetti giudica la decisione di Sergio Marchionne di licenziare, per rappresaglia, 19 lavoratori di Pomigliano. Oddio, nel merito De Benedetti ha pure ragione. Ma il problema è che uno come lui dovrebbe avere il pudore di stare zitto, quando si parla di licenziamenti, di distruzione di posti di lavoro. Invece parla. Perché tanto in un mondo mediatico zerbinato chi mai va a ricordare all'Ingegnere quanti posti di lavoro ha distrutto all'Olivetti? Anzi, per non infastidire il grande manovratore della politica fallimentar-tecnocratica che ha Monti come esponente, i media italiani evitano accuratamente di ricordare l'esistenza stessa dell'Olivetti. De Benedetti sputtana, giustamente, la Fiat per tutti i soldi pubblici che ha incassato nel corso dei decenni. Ma quanti soldi ha incassato De Benedetti per non far chiudere l'Olivetti che poi, immancabilmente, ha chiuso? Quanto è costato alle casse pubbliche scaricare le migliaia di dipendenti Olivetti che l'Ingegnere considerava inutili? Quanto è costato, in termini di distruzione di opportunità di lavoro, il folle assalto al Belgio, concluso con un sonoro schiaffone incassato da De Benedetti? Ecco, di tutto questo non si parla. Perché Marchionne è sicuramente un demonio, ma è difficile far passare De Benedetti per un angelo.

venerdì 2 novembre 2012

La Stampa al servizio degli Usa, si ribella solo per Halloween

Senza un briciolo di decenza. Il "Buongiorno" di Massimo Gramellini, su la Stampa del 2 novembre (Chi vuo' fa' l'americano?), è un esercizio supremo di ipocrisia, di mistificazione, di falso buon senso e di ancor più falso rimpianto per il buon tempo antico. L'alibi? Ma Halloween, ovviamente. Spacciato come nefasto cedimento alla cultura americana. Ed è fantastico che Gramellini non si sia accorto che il suo giornale (ne è anche il vicedirettore) è il più appiattito sulle posizioni americane. In politica estera come in economia. Ma questo, evidentemente, va bene. Con un commentatore come Riotta, non a caso soprannominato "l'americano", con gli attacchi alla politica anti Usa del Sud America, con le continue aggressioni alla politica estera della Russia. Zerbini di fronte agli ordini dei mercati per penalizzare l'Italia, zerbini di fronte agli ordini americani sulla politica estera italiana nel Mediterraneo. Zerbini di fronte ad una cultura che nega le diversità e che riporta tutto allo stile di vita yankee. Ma guai a festeggiare Halloween. Quello è il vero ed unico pericolo. Sarà perché è una festa di origine celtica e alla Busiarda, il nome piemontese de La Stampa, quando sentono parlare di celtica viene l'orticaria? E Gramellini rivendica pure il primato del nostro carnevale, ignorando evidentemente l'origine della maschera di Arlecchino, cugino primo della festa divenuta poi Halloween.