lunedì 4 agosto 2014

La banda del burattino vuole la guerra tra poveri

Mentre la banda del burattino è impegnata nella soppressione, di fatto, del senato, la guerra tra poveri si scatena anche nella scuola. D'altronde i burattinai vogliono un Paese frantumato, privo di qualsiasi unità. Perché uniti si può persino vincere ed il popolo deve perdere. Così le graduatorie per insegnare al Nord sono state sconvolte dall'arrivo degli insegnanti del Sud. E chi era in testa alle graduatorie, ed era pronto ad un anno di insegnamento sereno, si è visto scavalcare da decine di colleghi in arrivo dalle province meridionali. Tutti con punteggi altissimi. Meritati? A volte sì, ma se ci fosse tutta questa grande capacità di insegnamento, in quelle stesse province, non ci si ritroverebbe, ogni anno, con quelle province in fondo alle classifiche Invalsi sulla preparazione degli studenti europei. Perennemente ultimi, ci sarà un motivo? Ed ora chi ha garantito risultati diastrosi a casa propria potrà raggiungere i medesimi risultati fallimentari in altre province. Classica dimostrazione di cosa intenda questo governo quando parla di attenzione al mondo dell'insegnamento. Ma c'è anche un altro aspetto, forse divertente. Spesso, troppo spesso, gli insegnanti scavalcati sono proprio quelli che si sono contraddistinti per un'adesione incondizionata a tutto ciò che è politicamente corretto. Insegnanti che hanno negato i canti di Natale per non turbare i nuovi "ospiti"; docenti che propinano culture esotiche ed autori astrusi nel nome del multiculturale, del multietnico. E poi multitasking (?) ed idiozie a seguire. Difficile indignarsi se sono questi signori e queste signore a restare a casa. Anche perché gli insegnanti scavalcati non possono neppure protestare. Nel nome del politicamente corretto devono far finta di essere felici di accogliere i nuovi arrivati, devono difendere le graduatorie nazionali in attesa di essere scavalcati anche dagli ospiti internazionali. Devono entusiasmarsi all'idea che i bambini ed i ragazzi vengano educati in modo diverso. Conosceranno nuove culture, nuovi stili di vita, nuovi metodi di insegnamento, nuovi approcci alla vita. Magari non avranno una grande continuità didattica, quando i loro insegnanti chiederanno immediatamente il trasferimento in zone vicine a casa e, nel frattempo, si ammaleranno con frequenza regolare per poter star vicino alle loro famiglie. E quando, finalmente, anche al Nord le prove Invalsi avranno risultati pessimi, gli insegnanti scavalcati potranno finalmente esultare per l'omogeneità italiana. Oddio, ci sarebbero anche i diritti degli studenti di essere preparati in maniera adeguata per affrontare un mondo sempre più difficile. Ma di fronte al politicamente corretto, chissenefrega dei ragazzi.

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