mercoledì 11 febbraio 2015

Russia e Argentina siglano accordi, ma Obama non se ne accorge

Una vecchia battuta inglese sosteneva che quando la Manica era immersa nella nebbia, era l'Europa ad essere isolata. Nei giorni scorsi mister Obama ha sottolineato come Putin abbia scelto di venire isolato dal mondo. Ed i media italiani, come sempre, hanno ripetuto gli ordini di Washington. Qualche dubbio, però, e' lecito. Perché la Russia isolata ha appena siglato un importante accordo a 360 gradi con l'Egitto. Dopo aver stretto nuovi accordi con la Turchia. E dopo aver dato il via alla zona Euroasiatica di libero scambio con Kazakhstan e Bielorussia, in attesa di imminenti adesioni centro asiatiche. Ma non è solo Mosca a risultare meno isolata di quanto raccontino i servitori sciocchi della dis informazione italiana. Qualcuno ricorda il default tecnico dell'Argentina che aveva riempito le prime pagine dei quotidiani italiani la scorsa estate? A Buenos Aires non si è suicidato nessuno, per la ferale notizia. Ed ora Cristina Kirchner (ancora alla presidenza nonostante il terrorismo mediatico italiano e statunitense) ha appena siglato un mega accordo di collaborazione con la Cina. Pechino avrà un accesso privilegiato in America Latina. Quello che avrebbero potuto e dovuto avere Italia e Spagna, se non avessero politiche estere gestite da Washington, da Wall Street e dalla Bce. E la Cina in America Latina significa estendere l'accerchiamento di Obama, non di Putin. I commentatori di servizio si dimenticano, troppo spesso, che il mondo non è limitato a Stati Uniti ed Unione Europea. Abbiamo perso la centralità mondiale, ed un accordo tra le due sponde dell'Atlantico non è la soluzione, soprattutto quando la parte nordamericana vuole imporre all'Europa regole che aumenteranno il commercio, ma a danno delle produzioni europee. Non è un'alleanza, perché non è tra pari. E' un diktat. E mentre gli euro burocrati trattano la resa, il resto del mondo si riposiziona. Con nuovi accordi e nuove alleanze. Anche se Obama non se ne accorge.

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