mercoledì 11 novembre 2015

La censura passa attraverso la chiusura degli uffici studi

I dati su occupazione e disoccupazione, su Pil e produzione, sul turismo e sul commercio? Devono essere forniti da una fonte sola. Ufficiale e controllata dal governo. Per evitare che dati diversi da quelli dal bugiardissimo possano finire sui social. E smascherare le menzogne. Così si spiega il tentativo di smantellare progressivamente gli uffici studi migliori. Quelli che lavorano per strutture ed organismi indipendenti. Il procedimento e' semplice: si tagliano i fondi, si riducono le risorse, magari si colloca ai vertici un amico degli amici e costui garantisce, in nome del risparmio, la riduzione degli organici destinati a studi ed analisi, prima di arrivare a alla chiusura definitiva. Così non ci saranno più dati discordanti rispetto alle menzogne ufficiali. E lo stesso vale per centri studi, think tank. Bisogna affamarli per costringerli alla chiusura o ad allinearsi. Tutto legittimo, ovviamente. Se chi ha bisogno della verità non investe, significa che può accontentarsi delle menzogne. Sbagliando. Perché solo un governo con la coda di paglia può pensare che la realtà serva solo per contrastare le politiche assurde dell'esecutivo. Solo imprenditori miopi possono pensare che i dati di realtà siano trascurabili. Salvo poi scoprire, quando ormai è troppo tardi, che senza studi reali non si è in grado di confrontarsi con il mondo, con l'economia prima ancora che con la politica. Si va a cercare nuovi mercati senza conoscerli, si compete con gli imprenditori stranieri sul mercato interno senza sapere nulla di vero sulla disponibilità di reddito degli italiani, sulla loro propensione agli acquisti, sui loro timori legati al l'insicurezza, al futuro da pensionati, alle prospettive per i loro figli. Meglio ignorare tutto, meglio sorprendersi perché la ripresa millantata non si trasforma in spese reali, in investimenti, perché non mette fine alla fuga di cervelli. Ora fuggiranno anche i cervelli impegnati negli uffici studi, anzi verranno cacciati. Sperando, per i cervelli, che qualche imprenditore straniero meno ottuso capisca l'importanza di disporre di ricercatori in grado di analizzare e raccontare la realtà italiana.

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