mercoledì 2 dicembre 2015

Boeri cancella le pensioni e favorisce la fuga dei cervelli

Cesare Damiano e' una delle menti, e come tale ovviamente sottovalutato, del Pd. Persona intelligente (e allora perché perde tempo con il bugiardissimo?) che, oggi, ha pubblicamente attaccato il terrorismo psicologico messo in campo da Tito Boeri, presidente dell'Inps. Boeri ha spiegato che la generazione degli attuali trentenni andrà in pensione a 70-75 anni ma, in compenso, con un assegno da fame. Una prospettiva utile soltanto per una cosa: per favorire la fuga di cervelli e di chiunque abbia una pur minima competenza professionale. Ed è bello che Boeri abbia minacciato una generazione di futuri disperati (l'unica vera speranza e' quella di crepare prima, sul posto di lavoro) proprio mentre i media facevano commuovere gli italiani con uno spot tedesco su un vecchio che non vuole trascorrere il Natale lontano da figli e nipoti. Un vecchio tedesco con una casa che nessuno dei futuri pensionati italiani potrà mai permettersi. Un vecchio che prepara una cena natalizia che gli italiani potranno vedere solo in tv. Boeri, da economista e neppure eccelso, si basa esclusivamente sui numeri, sulle cifre. Per lui un uomo o una macchina non hanno differenze. Non gli frulla per il capo che un lavoratore anziano non abbia una resa stratosferica quando sa che deve continuare ad andare in fabbrica o in ufficio sino alla fine dei suoi giorni, senza una prospettiva di riposo, senza una speranza di godersi i frutti di una vita di fatica. Perché non tutti i lavori sono creativi, stimolanti, ricchi di soddisfazioni professionali. E un trentenne che sa di iniziare a lavorare soltanto per poter mantenere, per tutta la vita, le sanguisughe di Equitalia, non avrà particolari motivi per impegnarsi più di tanto. Senza dimenticare gli effetti collaterali sull'economia complessiva (ma Boeri non è un economista?). Nelle scorse settimane si sono sprecati gli elogi per la politica turistica del Portogallo, paradiso dei pensionati che si godono il meritato riposo con lunghe vacanze a prezzi stracciati. Un pubblico vasto, che occupa gli hotel ed i ristoranti in bassa stagione e permette alle strutture ricettive di lavorare tutto l'anno, spalmando i costi su 12 mesi invece che sui 3 o 4 della stagione estiva. Bene, tutto questo in Italia non sarà più possibile. Determinando un aggravio per le strutture turistiche che dovranno far cassa in pochi mesi alzando i prezzi ed abbassando il numero dei pernottamenti. Perché l'economista Boeri, legato solo alle cifre, ignora una domanda che esula dal suo settore: dobbiamo lavorare per vivere o viviamo solo per lavorare e pagare le tasse?

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