lunedì 18 aprile 2016

Il bugiardissimo diventa svizzero, ma è vietato ironizzare

Quando l'allora ministro Gelmini si era lanciata nell'elogio del tunnel tra la Svizzera e il Gran Sasso, era stata giustamente massacrata dai giornali. Perché un ministro non dovrebbe essere così ignorante. Peccato che gli stessi giornali abbiano censurato la totale ignoranza del bugiardissimo che si è preso il merito della realizzazione del tunnel del Gottardo. Tunnel totalmente svizzero e totalmente pagato dagli svizzeri. Ma i media di servizio hanno accuratamente evitato ogni ironia. Il boss non si tocca. E va bene non infierire sulle dichiarazioni a proposito del tunnel del Brennero, perché ci poteva essere il dubbio che si riferisse al futuro traforo ferroviario, anche se la polemica contro Vienna riguardava la barriera attuale al valico. Nel dubbio, tutti zitti. E tutti zitti anche di fronte alla sbrodolata di Boldrine sul Vallo di Adriano che avrebbe segnato la fine dell'impero romano perché impediva l'ingresso dei barbari. Per lo meno innovativa, come teoria storica. Prima della signora nessuno aveva mai pensato che l'impero romano si sentisse minacciato dai progenitori degli scozzesi. Ma guai ad ironizzare su una simile sciocchezza. Probabile che la signora pensasse al confine orientale e non a quello scozzese, ma nessuno ha voluto farlo notare. Il governo del bugiardissimo e delle multinazionali è intoccabile. Lo si è visto nella disinformazione a proposito del referendum sulle trivelle; lo si rivedrà in occasione del referendum autunnale sulle riforme costituzionali. Ed è normale che i sostenitori del bugiardissimo censurino tutto ciò che è scomodo, fregandosene della correttezza dell'informazione. Meno normale che anche la sedicente opposizione faccia altrettanto. Anzi, è dal l'opposizione che arrivano i distinguo per giustificare l'astensione al referendum. Giustificazioni che potranno ricomparire anche in autunno, quando ci saranno i teorici della politica che spiegheranno come il bugiardissimo debba essere sfiduciato da un voto politico e non da un referendum. E aggiungeranno che, in fondo, la riforma permette un risparmio di qualche euro e, dunque, va bene così. In fondo hanno ragione loro: sono già membri inconsapevoli del partito della nazione, anche se votano per movimenti diversi. Poi il partito della nazione, o delle multinazionali, potrà nascere ufficialmente e saranno tutti contenti.

Nessun commento:

Posta un commento