mercoledì 21 dicembre 2016

Ma destre e centrodestra hanno un programma?

Il bugiardissimo, dopo aver finto di fare autocritica, ha già annunciato che in vista delle prossime elezioni predisporrà una piattaforma programmatica. Insomma, metterà giù le linee guida del suo prossimo governo. Magari saranno le solite promesse senza alcuna attinenza con la realtà e saranno prontamente ignorate dopo il suo ritorno a Palazzo Chigi, ma almeno saranno proposte su cui confrontarsi. I suoi avversari, invece, niente. Sì, i grillini insistono sul reddito di cittadinanza, prepareranno un bel progetto sull'energia, ma è davvero poca cosa. Eppure anche questa è una gran cosa se confrontata con il vuoto pneumatico sul fronte del centrodestra e delle destre. Un fronte che pare interessato solo ai meccanismi di voto, ma senza degnarsi di preparare un programma su cui votare. I soliti slogan contro l'Europa e contro gli invasori. Poi basta. Vogliamo dire qualcosa sull'articolo 18? Sui voucher? Sul ruolo di Confindustria, sull'energia, sull'agricoltura? C'è un'idea sulla Libia che vada al di là del rimpianto per Gheddafi? C'è un progetto sulla valorizzazione dei beni culturali e si sa con quali soldi intervenire? Un programma per il rilancio del turismo? E sulla scuola si è rimasti fermi alle tre "I" della stupidità berlusconiana? Magari hanno già studiato tutto, preparato un programma vincente e si sono soltanto dimenticati di raccontarlo in giro. O l'hanno anche raccontato e noi, stupidi, non ce ne siamo accorti. Sarà colpa dei giornali di regime che si occupano sempre e soltanto delle discussioni sul proporzionale o sul maggioritario. Senza degnare di informare il popolo sul programma di governo più bello del mondo, più credibile e realizzabile. In grado di assicurare all'Italia un nuovo Rinascimento. Proprio come aveva promesso il bugiardissimo. Ma le destre, che spesso ignorano cosa sia il Rinascimento, sapranno rilanciare l'Italia. Magari affidandosi al gruppo dirigente che guida le aziende di Berlu. Quel gruppo dirigente così efficiente e preparato da essere costretto ad andare a piagnucolare dal nuovo governo per farsi difendere dall'orco cattivo Bolloré. Un gruppo dirigente che ha votato SI al referendum, proprio come tutti quegli imprenditori che non sanno fare impresa. Ma è una coincidenza, ovviamente

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