lunedì 16 dicembre 2013

Alla Lega non basta Salvini per comunicare

Gianna Gancia, leghista, non è proprio una nuova arrivata nel mondo della politica. Compagna di Calderoli, presidente (non proprio entusiasmante) della Provincia di Cuneo, qualcosa dovrebbe aver capito. Perlomeno del suo movimento. Invece, intervistata dalla Rai al congresso del Lingotto della Lega, spiega che il movimento dovrà interrogarsi per capire come mai l'informazione penalizza i leghisti. Ma dai? La presidente ha improvvisamente scoperto l'informazione? E ha pure bisogno di interrogarsi? C'era una volta un programma televisivo, "Non è mai troppo tardi". Pare fatto apposta per lei. E questo sarebbe il meno. Perché molti suoi colleghi non si sono neppure accorti che dovrebbero porsi delle domande. E, possibilmente, arrivare ad una risposta. Mica difficile, se solo si prova a collegare il cervello. Quali sono stati gli investimenti della Lega in informazione, comunicazione, marketing? Anche tralasciando la vicenda dei Belsito di turno, i soldi sono stati sprecati per anni ed anni. Quali sono stati i giornalisti di riferimento inseriti nelle strutture Rai quando la Lega aveva potere e stava al governo? Quali sono stati i giornalisti inseriti nelle strutture Mediaset quando si trattava l'alleanza con Berlu? Certo, c'è il quotidiano La Padania. E la Lega ci crede così tanto da voler lasciare a casa un po' di giornalisti. Ecco, anche qui ci sono le risposte alle interrogazioni di Gancia. E la Radio che non viene rafforzata? Per non parlare della tragicomica vicenda di Telepadania. Già, pochi soldi per la controinformazione giornalistica. Perché si puntava sui manifesti, sugli slogan. Un manifesto azzeccato ogni 10, quando andava bene. La gallina dalle uova d'oro, la riserva pellerossa. Poco più. Investire qualcosa in più su questo settore? Investire meglio? Macché. Meglio sprecare i soldi e sperare che Repubblica, La Stampa o il Corriere si appassionino al verbo leghista. Anche la vicenda dei rimborsi ai consiglieri è stata gestita nel peggiore dei modi. Sarà anche vero che la magistratura è strabica. Sarà anche vero che, con la retroattività a piacere, si accusano ora i consiglieri di comportamenti che prima erano o parevano legittimi. Il problema della legittimità riguarda i magistrati ed i giornalisti loro amici. Ma l'opportunità riguarda i cittadini e gli elettori. Non importa se acquistare, con soldi dei rimborsi pubblici, campanacci per le vacche, con simbolo del Piemonte, da regalare agli allevatori sia legittimo o meno: è un gesto politico di attenzione verso gli allevatori. Non importa se acquistare mutandine sexi sia legittimo o meno: non è un atto politico ma un favore personale a se stessi o alle proprie amiche. Non importa se acquistare, sempre con i soldi della politica, il regalo di nozze per il collega di un altro partito sia legittimo o meno: è una stronzata oltre che una dimostrazione di taccagneria individuale. Questo dovrebbe provare a capire Gancia, per spiegarlo ai suoi colleghi che non si interrogano su nulla. Esistono corsi di politica, in giro per l'Italia. Potrebbe frequentare quelli organizzati da Polaris, per darsi delle risposte. O visto che ora la Lega, grazie ai rapporti creati in Europa da Borghezio, si allea con altri movimenti populisti, Gancia ed i suoi potrebbero frequentare i corsi di geopolitica del Nodo di Gordio (si svolgono al Nord, è pure più facile). Ma non lo faranno. Forse basterà affidare la comunicazione, agli alleati francesi o del Belgio, olandesi o di qualunque altro Paese dove l'informazione è considerata strategica. Non basta togliersi la giacca e la cravatta, come ha fatto Matteo (Salvini, non il Pinocchio del Pd), serve preparazione, occorre studiare. E si vedranno risultati meno modesti di quelli attuali.

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