mercoledì 18 marzo 2015

Chi accarezza i delinquenti? Il governo e i magistrati

Lo Stato - affermano i magistrati - prende a schiaffi chi prova a fare giustizia ed accarezza i corrotti. Ed il burattino si offende, anzi si arrabbia proprio. Non è che abbia tutti i torto, questa volta. Non sul fatto che lo Stato, a cominciare da questo governo, accarezzi i corrotti. Ma non son certo i magistrati italiani che possono indignarsi per questo. Il maresciallo dei carabinieri in pensione, morto per infarto mentre inseguiva un rapinatore, era alle prese con un pregiudicato che, come sempre, era in libertà. Come sono sempre in libertà i responsabili di scippi, di violenze, di furti negli appartamenti. Carabinieri e poliziotti li arrestano, i magistrati li rimettono subito in libertà. Non sono carezze ai delinquenti, queste? Loro si giustificano sostenendo che sono le leggi ad aprire le porte delle celle. Ma è falso. E' la loro interpretazione delle leggi a liberare i delinquenti, ad accarezzarli. L'accattonaggio con i bambini e' vietato dalle leggi, che prevedono anche il reato di riduzione in schiavitù. Ma ci sono magistrati che non applicano la legge, sostenendo che per alcune etnie non vale perché rientra nelle loro tradizioni. La legge lo prevede? No, ma questi magistrati se ne fregano. E che dire dei delinquenti arrestati per il medesimo reato tre volte in due giorni e rimessi in libertà perché, evidentemente, per il magistrato non c'è il rischio di reiterazione del reato? E quelli posti agli arresti domiciliari anche se non hanno un domicilio? Chi, se non i magistrati, interpreta le leggi sempre a favore di alcune categorie di delinquenti? Ovviamente devono essere delinquenti politicamente corretti, quelli che piacciono anche ai vertici di questo Stato. Clandestini spacciati per rifugiati o per aspiranti rifugiati, come l'assassino che ha ammazzato un ragazzo a Terni. Per loro le leggi vanno interpretate in modo carezzevole, per gli altri in modo rigoroso. Magistrati e burattino, se le cantano e se le suonano.

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