martedì 30 giugno 2015

Terrorismo islamico? No, terrorismo sociale

La crisi greca ha messo in secondo piano, almeno per un po', la serie di attentati che l'Isis si è attribuita in Tunisia, Kuwait, Francia. E ancora una volta si è liquidata la vicenda come un fenomeno legato a mere questioni religiose, di fondamentalismo islamico. Fingendo di ignorare (o ignorando davvero, visto il dilagare della disinformazione ad ogni livello) che le follie dell'Isis dilagano soltanto perché esiste un problema sociale su cui si possono innestare. Già nei precedenti attacchi a Parigi si era visto che i terroristi erano disadattati sociali, emarginati, forse anche disadattati mentali. Ed il nuovo attentato di Lione assomiglia più ad una vendetta in ambito lavorativo, ammantata di slogan fondamentalisti, piuttosto che ad un'operazione terroristica vera e propria. L'Europa ha favorito l'invasione per disporre di schiavi e per creare concorrenza ai lavoratori europei. Per ridurre i salari e cancellare i diritti. Ma così ha creato banlieues di gente arrabbiata, di giovani che sono e si sentono sfruttati, esclusi. Gli sfruttatori hanno generato la rabbia ed i predicatori di odio religioso ne hanno approfittato per arruolare legioni di combattenti. Che nell'Islam non vedono soltanto la negazione del prosciutto e della vodka, ma lo strumento per la ribellione e la vendetta. La differenza, sostanziale, e' che i nuovi schiavi europei sono rassegnati e piegano la testa mentre gli invasori schiavizzati protestano e prendono le armi. Per ora contro bersagli innocenti, per evitare le risposte dure da parte di un potere in mano agli sfruttatori. Che se ne fregano se a morire sono piccoli imprenditori, commercianti, turisti da spiagge a poco prezzo. Loro, gli sfruttatori, in vacanza non vanno in Tunisia ma in giro sui loro yacht, nelle località più costose e raffinate. I predicatori di odio lo sanno e colpiscono gli altri, le classi medie, le classi popolari. Per generare terrore. L'Islam, in tutto questo, ha un ruolo marginale. Ha il ruolo legato all'Arabia Saudita e al Qatar. E basta. Ma l'Islam sono le centinaia di milioni di persone che non hanno alcuna voglia di fare guerra all'Europa. Sono gli iraniani, gli indonesiani, i turchi, gli egiziani, i kazaki: interessati all'Europa per comprare e vendere, non per scatenare rivolte. Persone per bene che non hanno alcuna voglia di invadere l'Europa perché hanno prospettive di crescita e sviluppo a casa loro. A differenza degli invasori che, a casa loro, non facevano nulla e che arrivano per approfittare di uno stato sociale che nega i diritti agli europei e regala case, sanità,  istruzione solo a chi arriva da fuori. E che, non soddisfatto, e' pronto ad imbracciare le armi

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