mercoledì 31 maggio 2017

Al voto, ma con una classe dirigente diversa

Si procede verso elezioni anticipate per poter avere le mani libere, dopo il voto, per una colossale stangata contro i sudditi italiani. Ce lo chiede l'Europa. Anzi, lo ordina. E i servitori che sgovernano l'Italia sono pronti a distruggere definitivamente il Paese. Chi si assumerà il ruolo di boia? L'accoppiata Berlu-Bugiardissimo. In nome della governabilità, del fronte comune contro i grillini. La giustificazione è che non si può affidare l'Italia a dilettanti allo sbaraglio come quelli che proporrebbe Grillo (i boia hanno anche capacità divinatorie e sanno in anticipo i candidati altrui). È la stessa logica utilizzata dai giornalisti di regime per demolire ogni potenziale alternativa sovranista e populista. Peccato che, quando si affronta il problema dei livelli delle nuove potenziali classi dirigenti, ci si dimentichi di ricordare a chi è stato affidato il potere in questi anni. Davvero qualcuno è convinto che le opposizioni non possano offrire qualcuno di meglio rispetto a Maria Elena Etruria? Un ministro migliore di Franceschini? Di Madia? Un ministro economico che, a differenza di Padoan, conosca la realtà dei costi che gli italiani devono sopportare ogni giorno? Qualcuno crede che non si possa proporre un ministro degli Esteri meno assurdo di Alfano? O, per passare dal Renzusconi al mondo di Berlu, qualcuno è onestamente convinto che i politici migliori siano quelli usciti dall'harem di Arcore? I reggicoda imposti dal sultano bollito non possono avere concorrenti migliori? Indubbiamente le destre hanno fatto di tutto per sembrare inadatte ed inadeguate. Al di là della squallida vicenda di Fini, i ministri e sottosegretari messi in campo hanno offerto uno spettacolo indecoroso. Ma si può (e si deve) cambiare. Si può individuare facilmente una nuova classe dirigente che sia meno disastrosa di Boldrine, di Poletti, di Martina, di Pinotti. Certo che se si preferisce insistere sui soliti noti, diventa difficile conquistare un briciolo di credibilità

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