giovedì 30 novembre 2017

I media di servizio terrorizzati dalle destre

I media di servizio sono sempre più allarmati per la crescita dell'estrema destra. In Italia ma soprattutto in Europa. Si indignano, gli zerbinati, perché il successo aumenta nelle periferie dimenticate dal governo degli oligarchi, perché cresce il consenso nelle aree di disagio in continuo aumento. E non si indignano contro gli oligarchi che creano il disagio, la povertà, la disperazione. Ma contro chi interpreta il dolore e la rabbia degli italiani esclusi dal banchetto. Le analisi dei media, peraltro, assomigliano più alle battute di Crozza che ad una inchiesta approfondita. Si confondono i gruppi, i movimenti, le idee e le posizioni. Tutto va bene, pur di riempire il calderone delle menzogne. Se serve, si inseriscono anche Lega, Fdi, Msn. Massi', più confusione si fa e meglio è. Peccato che gli effetti siano opposti a quelli voluti. Il disgusto nei confronti della disinformazione è tale che ogni servizio giornalistico indignato crea nuovi seguaci per le formazioni estreme. Coinvolgendo anche psicolabili privi di qualsiasi idea ma convinti dalla propaganda contraria spacciata per informazione giornalistica. Anche la vicenda del generale croato che si suicida con il veleno al momento della sentenza del tribunale dell'Aja che processa a senso unico, dimostra la distanza siderale tra i media di servizio e la gente normale. Quella che apprezza il coraggio del generale, al di là delle eventuali responsabilità. Quella che non crede più alla giustizia di parte e che vede la differenza tra il volto dignitoso del suicida e l'espressione imbarazzata e non proprio intelligente del giudice. Quella gente che apprezza sempre di più i leader internazionali che difendono i loro popoli, quella gente che in Italia meriterebbe qualcosa di meglio rispetto alle beghe da cortile del centro destra. L'unica speranza per i media di servizio è proprio questa: l'inadeguatezza dei leader politici che potrebbe favorire un ulteriore astensionismo invece di una risposta durissima nelle urne.

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