martedì 6 ottobre 2015

Obama si arrabbia per i successi di Mosca

Prima il fantasmagorico Obama ha spiegato che l'intervento russo in Siria non sarebbe servito a niente. Poi ha protestato perché l'intervento serviva ma i russi bombardavano i ribelli addestrati dagli USA (gli stessi eroici combattenti che, la settimana prima, avevano regalato le armi agli uomini di Al Qaeda); quindi, dopo aver fatto bombardare un ospedale di Msf in Afganistan, ha protestato perché i bombardamenti russi contro l'Isis si dimostravano efficaci e spaventavano i tagliagole. Ed ora, insieme alla NATO, ha ordinato ai russi di metter fine all'intervento per evitare di far arrabbiare i terroristi. Siamo alla demenza pura trasformata in politica estera. E questi cialtroni possono permetterselo solo perché la dis informazione al servizio del potere, nei rispettivi Paesi, evita accuratamente di far notare l'assurdità della sequenza. Perché una informazione meno ignobile avrebbe fatto notare che l'ultima accusa rivolta ai russi - quella di far arrabbiare l'Isis - equivale ad una vergognosa ammissione di non aver fatto nulla per contrastare i tagliagole. Vuol dire che i bombardamenti della coalizione erano una farsa. Ma ora i politicamente corretti vogliono spostare il confronto con la Russia sul tavolo del futuro della Siria e di Assad. Tanto per far dimenticare la situazione sul fronte armato. Per il think tank debenedettiano, però, staremmo assistendo ad una geniale operazione di Obama che avrebbe attirato Mosca nella trappola siriana affinché si impantani come e' successo in Afganistan. Dove i russi erano presenti con truppe sul terreno, in Siria no e la differenza e' sostanziale. In realtà siamo di fronte ad una versione della volpe e l'uva. Gli Stati Uniti, che stanno recuperando posizioni in America Latina - colpevolmente dimenticata da Mosca - stanno perdendole nel Mediterraneo. Per incapacità, anche se i tifosi degli USA sostengono si tratti di una scelta strategica. Di sicuro una minor presenza americana significherà minori errori nella nostra area. Ed è un peccato che l'incapacità dell'Unione europea lascerà campo non solo alla Russia, ma anche alla Turchia, all'Egitto, mentre si affaccia anche Pechino .

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