lunedì 9 maggio 2016

Raddoppia l'insofferenza per il politicamente corretto, grazie ai giornali

Una banale lite di condominio e' stata trasformata, dalla Stampa, in un vergognoso atto di discriminazione nei confronti di una coppia omosessuale. Che, in quanto tale, avrebbe il diritto di non pagare le spese condominiali e di appropriarsi di spazi comuni. Ma si sa, per risollevare le sorti del quotidiano venduto a De Benedetti si prova qualunque cosa. Il bello, però, è arrivato dopo. Quando da una ricerca pubblicata dal quotidiano e' emerso che, negli ultimi anni, la percentuale di intolleranti nei confronti degli omosessuali sarebbe raddoppiata. Parallelamente alla crescita del l'insofferenza nei confronti degli islamici. Ovviamente il quotidiano ha evitato di assumersi ogni responsabilità per questi risultati. Mentre invece appare piuttosto evidente che l'intolleranza cresca con l'aumento della disinformazione politicamente corretta. Vietato essere eterosessuali, vietato essere indigeni. E, inevitabilmente, gli indigeni eterosessuali cominciano ad innervosirsi. L'intolleranza cresce con l'obbligo di rinunciare alle proprie tradizioni, alla propria cultura, alle proprie abitudini per accodarsi alle regole imposte da lorsignori. Sei indigeno e non mandi i figli a scuola? Arrivano le assistenti sociali e ti tolgono i figli. Sei allogeno e non li mandi a scuola? Libero di fare ciò che vuoi. Sei eterosessuale e non paghi le spese condominiali? Ladro! Sei omosessuale? Bisogna comprendere. La normalità passa dal rispetto delle regole, uguali per tutti. Non dalla cancellazione dei diritti degli indigeni. Sei allogeno e non vuoi mangiare, a scuola, il prosciutto? Ti si cambia il menù. Sei indigeno e, per ragioni di salute, hai bisogno di un menù particolare? Fai domanda, fai le visite, fai l'iter burocratico e poi si vede. Ovvio che l'intolleranza cresca. Ovvio che le tensioni aumentino. Sei indigeno e senza lavoro? Arrangiati. Sei allogeno? Nascono i percorsi per inserirti nel mondo del lavoro. Ma non devi arrabbiarti, se sei indigeno e vieni superato nelle liste per la casa popolare o per mandare i figli alla scuola materna. Se ti arrabbi non sei politicamente corretto. Ed i disinformatori si infastidiscono per il tuo atteggiamento. Varrebbe anche per la legge che impedirà di aver opinioni storiche diverse da quelle imposte. Ma, considerando l'ignoranza dilagante nel Paese, il problema di avere un'idea della storia si pone per poche persone. Ed ancor meno giornalisti.

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